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Nel 150° della morte di Rossini l'Arena manda in scena l'ultimo péché de veillesse |
Pétite Messe Solennelle commovente |
servizio di Simone Tomei |
Pubblicato il 21 Maggio 2018 |
VERONA - Siamo a Passy e correva l’anno 1863; dopo aver finito di comporre il suo ultimo "péché de veillesse" La Pétite Messe Solennelle, così il Gioachino Rossini infiorettava lo spartito musicale: «Bon Dieu - La voilà terminée cette pauvre petite Messe. Est-ce bien de la musique Sacrée que je viens de faire ou bien de la Sacrée Musique? J’etais né pour l’Opera Buffa, tu le sais bien! Peu de science, un peu de coeur tout est là. Sois donc beni, et accorde moi le Paradis» («Buon Dio, eccola terminata questa povera Messa. Ho fatto della musica sacra o della musica maledetta? Io ero nato per l'opera buffa, lo sai bene! Poca scienza, un po' di cuore, tutto qui. Sia Tu dunque benedetto e concedimi il Paradiso»). Già dal titolo, si capisce la predilezione del compositore per il paradosso anche se la parola “solennelle” può essere inteso in senso liturgico quale termine indicante le parti fisse della messa. La parola “petite” si riferisce invece all’esiguo organico vocale e strumentale che controbilancia così l’ambizione dell’Autore. Il lavoro è in effetti di ampie proporzioni e presenta un’architettura formale estremamente chiara. La Messa è simmetricamente strutturata in 14 numeri e in 2 parti che vi espongo, la prima delle quali termina con la fine del Gloria mentre la seconda inizia con il Credo:

KYRIE (coro) GLORIA Gloria in excelsis Deo (coro) Et in terra pax (soli, coro) Gratias agimus tibi (contralto, tenore, basso) Domine Deus (tenore solo) Qui Tollis (soprano, contralto) Quoniam (basso solo) Cum Sancto Spiritu (coro) CREDO Credo (soli, coro) Crucifixus (soprano solo) Et resurrexit (soli, coro) Et vitam venturi (coro) OFFERTORIUM (Prélude religieux) (pianoforte solo) SANCTUS (coro) O SALUTARIS HOSTIA (soprano solo) AGNUS DEI (contralto solo, coro) Non solo riso e gioia di vivere è uscito dalla sua creatività, ma l’interesse per la musica sacra è sempre stato tale e tanto che non si è fatto mancare nemmeno un’interessante corrispondenza con il Pontefice Pio IX. Un passo indietro; siamo ancora a Passy e correva l’anno 1829 allorché si consumava il ritiro dal Teatro alla “tenera” età di 37 anni e da quel momento in poi le uniche opere di grande respiro che Rossini fece uscire dal suo “genio creato” furono sostanzialmente due grandi composizioni religiose: lo Stabat Mater scritto fra il 1831 e il 1842 e la “Pétite" del 1863; l’estrema composizione è una Messa Solenne che mette in musica tutte le parti ordinarie della liturgia, ma è anche una Messa “piccola”, poiché Rossini la destina per la prima esecuzione a «Dodici cantori dei tre sessi, uomini, donne e castrati: otto per il coro, quattro per soli, totale dodici Cherubini», con l’accompagnamento di due pianoforti e di un harmonium: dunque, piccola e solenne al tempo stesso, non senza un sorriso del vecchio Maestro che non rinuncia a ironizzare bonariamente sul suo lavoro. L’organico strumentale pensato da Rossini corrisponde alla destinazione del lavoro che vede la sua esecuzione in forma del tutto privata: la Messa fu eseguita infatti solo due volte (il 13 e il 14 marzo 1863) a Palazzo Pillet-Will, alla presenza del bel mondo parigino (c'erano tra i pochi banchieri, nobili e finanzieri musicisti del calibro di Meyerbeer, Auber, Thomas) e ripresa due anni dopo, nella stessa sede.
  
Particolare e curiosa è la presenza di uno strumento come l'harmonium: è evidente che esso soddisfa la necessità di un suono "sacro", quale quello dell'organo e, al tempo stesso, è scelta più preziosa, che preferisce l'eco, il ricordo, allo strumento vero e proprio. Questo rimando all'organo è uno spiraglio per introdurci a comprendere uno degli aspetti più tipici e originali della Messa di Rossini: il gusto per l'arcaico. In mezzo all'infuriare del Romanticismo, nel suo volontario "esilio" parigino, Rossini non ha mai fatto mistero del suo rimpianto per l'età passata. Scrivendo questo suo testamento artistico-spirituale, libero dal dover pagare pegno alcuno al pubblico dei teatri, Rossini compie delle scelte inusuali, volte al recupero di forme e stili del passato; ma il compositore pesarese non guardava solo a ciò che c'era stato dietro di lui: silenziosamente attento a tutto ciò che la musica del suo tempo andava producendo di nuovo, anche la sua ultima opera sacra documenta questa profonda conoscenza, soprattutto per quanto riguarda la scrittura pianistica, in cui si assaporano moduli di accompagnamento tipicamente romantici senza mai però sposarli appieno. Novità anche per lo stile vocale che non è più forbito di fioritura belcantistica ma sembra puntare a un tipo di melodia “pudica” e quasi disadorna, delicata, sulla scia di molte "cantilene" che aveva disseminato a piene mani in tante sue precedenti opere teatrali. E proprio con il canto mite e struggente del contralto e del coro su Dona nobis pacem, l’opera si chiude senza alcun tono trionfalistico quasi a voler abbandonare questo mondo in silenzio, come in punta di piedi, con la consapevolezza di lasciare un profondo testamento morale e spirituale. Siamo a Verona, corre il 19 maggio 2018 e tradurre in realtà tutto questo non è cosa facile, ma l’impresa ardua è stata affrontata con egregia riuscita complessiva dalla Fondazione Arena che ha voluto omaggiare il compositore pesarese di cui in questo 2018 si celebrano i 150 anni dalla morte. L’ottima preparazione ed interpretazione del Coro stabile della Fondazione Arena preparato dal M° Vito Lombardi ha saputo cogliere e far proprie tutte le sfumature della composizione regalando dinamiche oniriche ed un approccio allo spartito rispettoso, aderente ed elegante in pieno stile liturgico senza mai cadere in suoni sguaiati o troppo melodrammatici, bensì sorvolando sopra quel sapore mistico e meditativo che scaturisce dallo spirito compositivo.

Anche i solisti hanno centrato appieno l’obiettivo di non strafare vocalmente, trovando in ogni loro intervento la giusta misura e l’intimo rapporto con la partitura. Il soprano Francesca Tiburzi non dovendosi cimentare in note impervie o in agili fiorettattature ha concentrato il suo canto in un ottimo legato, con un suono pulito, elegiaco e direi mistico. Bene anche il contralto Alessia Nadin che con l’eleganza di chi è consapevole che siamo in un ambito sacro, seppur nell’ambiente profano del Teatro, ha concluso con la solennità dell’Agnus Dei la sua esecuzione dimostrando capacità di “pregar cantando” con una formidabile intonazione ed un solenne legato. Voce molto interessante anche quella del tenore Leonardo Ferrando di cui ascolto per la prima volta un’esecuzione che ha messo in luce un’ottima punta, buona nitidezza sonora ed eleganza nel fraseggio. Encomiabile anche la prestazione del basso Christian Senn cui forse è affidato il brano solistico più impervio per lunghezza, tenuta ed elegia nel canto; il Quoniam si evolve verso un un concitato finale che mette alla prova la bravura dell’esecutore cui è richiesta abilità nel prendere fiato al punto giusto per evitare di finire in apnea la frase conclusiva; bravo nel fraseggio, nella dizione e nel trovare quella giusta via di mezzo tra vocalità lirica e canto religioso. Agli strumenti il M° Edoardo Maria Strabbioli (primo pianoforte), il M° Vittorio Bresciani (secondo pianoforte) e il M° Cecilia Gasdia (harmonium); se il primo è stato preciso e giustamente “devoto” alle intenzioni compositive con un suono misurato, elegante ed al servizio del canto, il secondo non è stato indenne da sbavature e da un approccio direi quasi listziano, virtuosistico, al rigo musicale andando a privilegiare una sonorità troppo roboante e fuori stile con un uso sovrabbondante del pedale che ha sovente impastato il suono di eco e di imprecisione disturbanti; corretta e precisa l’esecuzione all’harmonium. Il pubblico numeroso e partecipe ha riversato il suo plauso verso tutti con numerose chiamate sul proscenio degli artisti.

Alla fine di questo mio scritto in cui ho riassunto un po’ di conoscenze e qualche suggerimento preso qua e là senza la pretesa di essere esaustivo, voglio dedicare un mio pensiero a Lui: "Caro Gioachino, mi voglio rivolgere a te con la consapevolezza che attraverso la tua musica ho vissuto le emozioni più intense; mi hai fatto ridere, mi hai fatto piangere, mi hai fatto riflettere, ma con questo tuo ultimo peccato, come lo hai chiamato tu, mi hai toccato veramente nella parte più profonda dell'animo e mi hai donato la gioia dell’emozione in una serata veronese; ti ringrazio mio caro Cigno di Pesaro e spero che la tua musica mi possa accompagnare sempre nel mio personale percorso di crescita umana e spirituale per farmi palpare sempre più le vette dell’emozione e del bello che scaturiscono dalle tue sublimi pagine". Ad maiora!
Crediti fotografici: Foto Ennevi per la Fondazione Arena di Verona - Teatro Filarmonico Nella miniatura in alto: il direttore della Pétite Messe, Vito Lombardi Sotto: il soprano Cecilia Gasdia all'harmonium; ancora il direttore Vito Lombardi Al centro: Francesca Tiburzi e Alessia Nadin; il tenore Leonardo Ferrando; il basso Christian Senn Sotto: i pianisti Edoardo Maria Strabbioli e Vittorio Bresciani In fondo: i saluti del cast alla fine della rappresentazione
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Madama Butterfly e i ricordi di Dolore
servizio di Ramón Jacques FREE
SAN FRANCISCO (USA) - War Memorial Opera House, 18 Giugno 2023. Madama Butterfly di Giacomo Puccini non è entrata nel repertorio della San Francisco Opera nel 1923, anno della fondazione della compagnia, ma nella stagione seguente quando ha debuttato il 26 settembre 1924, però è stata inclusa nella stagione
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TRIESTE – Politeama Rossetti. Il fantasma dell'Opera è probabilmente lo spettacolo musicale più complesso che mai sia stato prodotto dal Teatro Stabile del FVG di Trieste. Certo è una coproduzione internazionale tra lo Stabile giuliano e Broadway Italia, che sfoggia grandi mezzi e soprattutto la ricomparsa in scena di colui che ha fatto la
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Dischi in Redazione
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Barocco francese per La Chapelle
recensione di Ramón Jacques FREE
Les Fables de la Fontaine – La Chapelle Harmonique Opere di Louis-Nicolas Clérambault, François Couperin, Etienne Moulinié, Louis de Caix d'Hervelois, Gabriel Bataille, Michel Lambert, Jean-Baptiste Lully (1632-1687), Antoine Boësset. Solisti: Marie-Claude Chappuis, mezzosoprano; Thierry Peteau, attore;
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Opera dall Estero
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Aci Galatea e Polifemo
servizio di Ramón Jacques FREE
CITTÀ DEL MESSICO - Teatro delle Arti del Centro Nazionale delle Arti, Città del Messico. Georg Friedrich Händel ha visto eseguire per la prima volta in Mexico la sua cantata drammatica, Acis, Galatea e Polifemo HWV 272 o serenata a tre, su libretto di Niccola Giuvo; la cantata fu eseguita in prima assoluta il 19 luglio 1708 a Napoli, nell'ambito dei
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Personaggi
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intervista a cura di Simone Tomei FREE
TORRE DEL LAGO PUCCINI (LU) - Ho incontrato il basso Antonio Di Matteo - artista di grande talento e in piena carriera - una delle voci fra le più interessanti nel panorama lirico attuale. Di lui si è letto che è dotato di voce “di rara bellezza” e che incarna la figura di un artista completo. Definito il Principe della lirica, ha lavorato e lavora a fianco di
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Manon Lescaut apre la lirica 2024
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BOLOGNA - È costruita su misura della “casa temporanea” del Teatro Comunale, il Comunale Nouveau di Piazza della Costituzione a Bologna, la Stagione d’Opera 2024. Molti degli allestimenti proposti sono infatti totalmente inediti e pensati tenendo conto delle caratteristiche del palcoscenico della nuova sede, già ampiamente
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Vocale
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Quei Quattro fanno per otto
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STOCCARDA (Germania) - Un richiamo storico assai esplicito e riconoscibile, così come un’invenzione brillante figlia della fantasia di chi da anni ormai anima l’affiatatissimo gruppo di lavoro attivo presso la Berger Kirche di Stoccarda, sono le felici impressioni che si è portato a casa chi era presente domenica 25 giugno 2023 a Quartetto, opera in
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Opera dall Estero
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Adriana Mater e l'amore materno
servizio di Ramón Jacques FREE
SAN FRANCISCO (USA) - Davies Symphony Hall, 10 giugno 2023. Adriana Mater, opera in due atti e sette scene su libretto in francese, è la seconda opera lirica della compositrice finlandese Kaija Saariaho, il cui libretto è stato scritto dal suo collaboratore, lo scrittore e giornalista franco-libanese Amin Maalouf . L'opera, che fu rappresentata
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Opera dal Nord-Est
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Orfeo all'inferno nel night club
servizio di Rossana Poletti FREE
TRIESTE - Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”. L’operetta nacque in Francia con il compositore Jacques Offenbach. Alcuni sostengono che già Mozart con il singspiel potesse essere considerato l’iniziatore del genere, ma sarà bene seguire l’idea diffusa che affida ad Offenbach tale onore. Siamo a metà dell’Ottocento e Parigi vive il Secondo Impero di
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Eventi
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Al via Emilia Romagna Festival 2023
redatto da Athos Tromboni FREE
IMOLA - Emilia Romagna Festival 2023, dopo le due anteprime (21 giugno nel Giardino storico del Palazzo Vescovile di Imola, con il duo padre e figlio Fulvio e Gabriele Fiorio, il cui ricavato è andato a favore del Museo Carlo Zauli di Faenza gravemente danneggiato dall’alluvione del 17 maggio; e 26 giugno al Chiostro di Francesco di Cesena
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Opera dall Estero
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L'ultimo sogno di Frida e Diego
servizio di Ramón Jacques FREE
SAN FRANCISCO (USA) - War Memorial Opera House, 13 giugno 2023. Come ultimo titolo della sua stagione del centenario, la San Francisco Opera ha offerto la prima locale di El Último sueño de Frida y Diego (L'ultimo sogno di Frida e Diego) un'opera in due atti della compositrice Gabriela Lena Frank, su libretto del drammaturgo cubano Nilo Cruz,
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Opera dall Estero
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Successo per Die Frau ohne Schatten
servizio di Ramón Jacques FREE
SAN FRANCISCO (USA) - War Memorial Opera House (10 giugno 2023). Die Frau ohne Schatten, opera in tre atti di Richard Strauss (1864-1949) su libretto di Hugo von Hofmannsthal, è indubbiamente un grande capolavoro del repertorio operistico, che viene però raramente rappresentata nei teatri non europei; ma la San Francisco Opera l'ha
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Classica
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Quartetto e Quintetto a Casa Romei
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Se la lettera pubblicata da Arrigo Boito sul giornale «il Pungolo» il 21 maggio 1868 in polemica con l'allora Ministro dell'Istruzione Pubblica, fosse indirizzata oggi da un musicista qualunque al nostro Ministro dell' Istruzione, o a quello della Università e Ricerca, o a quello della Cultura, sembrerebbe scritta nel 2023 e non 155
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Approfondimenti
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Solo un Canto
servizio di Barbara Gasperoni Lanconelli FREE
BOLOGNA - La melodia vive e respira solo se scorre nel tempo e trova spazio per diventare memorabile. Il tema del canto per memorizzare è trasversale in più discipline. Mettere a memoria un testo teatrale complesso è un’attività di processo che richiede tempo e pazienza. Suonare senza partitura un brano musicale può essere difficilissimo
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Ravel secondo Bartoli
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GENOVA - Organizzata dagli Amici del Teatro Carlo Felice e del Conservatorio N.Paganini si è tenuta a Palazzo Spinola il 23 giugno 2023 la presentazione del compact-disc di Cinzia Bartoli con l’incisione integrale delle musiche pianistiche di Maurice Ravel. La prestigiosa sala nobile del museo ha accolto non molti spettatori (il pomeriggio
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