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Pubblicato il 04 Aprile 2023
Primo cast e secondo cast non si equivalgono nelle recite al Teatro Carlo Felice di Genova
Due Foscari a risultati alterni
servizio di Simone Tomei
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GENOVA – È andata in scena nel Teatro Carlo Felice l'opera I due Foscari di Giuseppe Verdi, terzultimo titolo della stagione 2022-2023. Delicatezza e pathos assurgono a pieno titolo al livello di qualità di rilievo di questo lavoro del Cigno di Busseto. I personaggi sono ben definiti come nel precedente Ernani, talmente diversi però, da invertire la normale gerarchia verdiana del potere vocale; qui tenore e baritono sono entrambi passivi e l’espressione della forza è tutta nel soprano; forza che non sfoggia quella forma cruda che appare in tante delle prime opere di Verdi, bensì di una sorta di lotta quasi “resiliente” che fa assumere a tutto il componimento un carattere molto più delicato ed intimo. In tal modo diventa così un’opera di affinamento, di consolidamento; più semplificata nella forma e allo stesso tempo più meticolosa, persino ricercata nell’invenzione anche se in Verdi suscitò sempre qualche perplessità. Nella sua delusione per la prima romana del 1844 scrisse a un amico milanese: «... Io avea molta predilezione per quest’opera: forse mi sono ingannato, ma prima di ricredermi voglio un altro giudizio.» E al librettista Piave tre anni più tardi: «Nei soggetti naturalmente tristi, se non si è ben cauti si finisce fare un mortorio, come, per modo di esempio, i Foscari, che hanno una tinta, un colore troppo uniforme dal principio alla fine.» I cinque atti del dramma di Lord Byron - da cui è tratto il libretto - narrano la tortura e la confessione del giovane Foscari, la condanna all’esilio, la morte mentre lo portano alla nave, e quella di suo padre, il Doge, che il Consiglio aveva costretto a dimettersi. È un dramma monotono, senza avvenimenti importanti, interamente intonato in chiave minore, e persino Verdi, rileggendo la sinossi, si rese conto che non sarebbe stato sufficiente per stare “attaccato a Byron”.


In effetti da un punto di vista drammaturgico il pensiero del compositore sullo scrittore inglese era piuttosto netto: «Osservo che in quel di Byron non c’è quella grandiosità scenica che è pur voluta dalle opere per musica: metti alla tortura il tuo ingegno e trova qualche cosa che faccia un po’ di fracasso specialmente nel primo atto.» E nella stessa lettera a Francesco Maria Piave raccomanda: «Fallo con impegno, perché è un bel soggetto, delicato e assai patetico.» Della produzione genovese non possiamo non elogiare il quadro visivo d’insieme che viene offerto al pubblico; funzionali le scenografie che attraverso pareti parallele si aprivano e chiudevano in prospettiva, dando quel senso di ampiezza ed al contempo intimità necessarie ai vari momenti del dramma; i costumi (curati da Kristine Jurjàne) e le luci di Gleb Filshtinsky si rifacevano a colori rinascimentali pastellati con ottimo senso di armonia e bellezza. Grande assente, nonostante i limiti del libretto, rimaneva però la regia di Alvis Hermanis (curatore anche delle scene). Non è risultato immediato capire che ci trovavamo davanti ad un’opera in forma scenica: i personaggi (al di là di dieci bravissimi ballerini del Balletto Fondazione Formazione Danza e Spettacolo “For Dance” ETS che si sono esibiti in coreografie di Alla Sigalova spesso fuori luogo e talvolta ai limiti del ridicolo) avevano solo il compito di “entrare, cantare ed uscire” e non traspariva tra loro alcuna interazione emotiva, se non quella dettata dall’iniziativa di ciascuno - fatto che si è notato molto chiaramente assistendo alle performance dei due cast -. E proprio questa assenza ha reso la visione complessivamente noiosa in quanto è mancata l’audacia bramata dallo stesso Verdi quando scriveva al librettista: «... metti alla tortura il tuo ingegno e trova qualche cosa che faccia un po' di fracasso specialmente nel primo atto.» E qui di “fracasso” – mi sarei accontentato di un po’ più di ars scenica – ne è apparso ben poco. Veniamo adesso alle due compagnie di canto impegnate in questa produzione.
Recita del 1° aprile 2023 – cast alternativo Leon Kim si rivela un Francesco Foscari niente più che corretto al quale manca ancora qualche gradino da salire per riuscirne a delineare appieno il carattere dicotomico che dal personaggio dovrebbe trasparire; l’emissione è corretta, pulita, ma gli accenti sono troppo poco evidenziati risultando la sua, un’interpretazione piuttosto incolore e monocorde.


Il figlio Jacopo è il tenore albanese Giuseppe Gipali che predilige nella sua emissione un canto più morbido e “romantico”; risulta ottima la cura del fraseggio e gli accenti più veementi vengono ben misurati restituendo appieno il senso della parola scenica. Marigona Qerkezi (Lucrezia Contarini) sa imprimere alla vera “lottatrice” dell’opera una pregnanza autorevole e maestosa; la voce è salda, le impervie agilità sono affrontate con precisione e ottima musicalità ed anche quel pathos scenico, assente dalla regia, sembra avere qualche parvenza più marcata. Amore familiare e sete di vendetta ben emergono durante tutta l’opera ed accanto alle romanze più suadenti, in cui si possono apprezzare un ottimo legato e un affascinante fraseggio, si uniscono ficcanti accenti nelle invettive delle cabalette e nelle scene d’assieme. Jacopo Loredano è un freddo ed implacabile Antonio Di Matteo - non sarà soddisfatto finché la morte di suo padre e di suo zio non sarà vendicata da quella dei due Foscari - che con voce tonante e roboante declama le sue invettive. Di pregio le prove di Saverio Fiore (Barbarigo), Marta Calcaterra (Pisana), Antonio Mannarino (Fante) e Matteo Armanino (Servo del Doge). Sin dal preludio in cui emergono con dovizia i principali temi dell’opera, la concertazione del M° Renato Palumbo dà inizio al dramma prima che si alzi il sipario. Non perde mai occasione per sottolineare con cura gli aspetti peculiari di ogni personaggio e li asseconda con sonorità e colori sempre appropriati. La sua lettura è attenta, precisa, lucida e l’intesa tra buca e palcoscenico non viene mai meno grazie ad un gesto chiaro e nitido. Maiuscola la prova del Coro preparato e diretto dal M° Claudio Marino Moretti. Applausi per tutto il cast a fine recita.
Recita del 2 aprile 2023 – primo cast Cambio nella triade dei personaggi principali. Senza se e senza ma emerge, su tutti, l’emozionate prova del baritono Franco Vassallo nei panni del Doge Francesco Foscari; un’interpretazione da manuale nelquale ha saputo dare ad ogni parola il giusto accento ed il giusto peso scenico traendo da ogni frase il vero significato interiore e restituendo con impressionante realismo i contrasti dell’anima del vegliardo Principe. La scena finale diventa quindi un quadro di rara bellezza dove emerge con forza l’istrionica verve dell’artista e la voce restituisce ogni emozione del morente fino all’esito estremo. Tal sublime prova gli giova un tonante riconoscimento del pubblico alla fine della magistrale aria del terzo atto “Questa è dunque l’iniqua mercede”. Fabio Sartori si rivela uno Jacopo Foscari piuttosto ardito e gagliardo, forse troppo rispetto al dovuto; lo squillo è senza dubbio tonante e limpido, ma in taluni passaggi sarebbe stato più opportuno dare maggior risalto ad altre peculiarità del personaggio - con accenti meno veristi - quali ad esempio la disperazione, la rassegnazione e la malinconia. Canta bene la sua parte Angela Meade (Lucrezia Contarini) con un’emissione omogenea in tutto il registro, ma non va oltre; il personaggio non trova la sua connotazione precipua e – seppur la regia non abbia dato stimoli – mi sarei aspettato qualcosa di più che semplici “entrata, canto ed uscita”. Completavano degnamente il cast in questo pomeriggio domenicale Alberto Angeleri (Fante) e Filippo Balestra (Servo del Doge). Un pubblico entusiasta saluta plaudente alla fine tutti gli artisti.



Crediti fotografici: Ufficio stampa del Teatro Carlo Felice di Genova Nella miniatura in alto: il dorettore Renato Palumbo Sotto in sequenza: scene da I due Foscari secondo cast e primo cast
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Pubblicato il 31 Marzo 2023
Il riconosciuto capolavoro operistico di Thomas Adčs finalmente in scena al Regio di Torino
Powder Her Face scabrosa e amata
servizio di Massimo Viazzo
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TORINO - Dopo l’acclamata première italiana di The Tempest alla Scala, il Teatro Regio di Torino ha proposto in stagione l’altro capolavoro operistico di Thomas Adès, Powder Her Face, mai rappresentato nel capoluogo piemontese: l’opera scandalosa, l’opera scabrosa, l’opera irriverente che ha ormai conquistato il pubblico di tutto il mondo. I due lavori di Adès, in effetti, stanno entrando stabilmente in repertorio un po’ dappertutto, caso più unico che raro tra i titoli operistici composti negli ultimi decenni. La musica di Adès piace, la musica di Adès avvince, la musica di Adès convince. Il che può sembrare incredibile quando si parla di compositori contemporanei che invece a volte sono parsi impegnati in una sorta di autocompiacimento intellettualistico piuttosto che interessati a coinvolgere il pubblico in modo più musicalmente immediato. Thomas Adès ha la rara capacità di saper utilizzare materiali antichi facendoli sembrare nuovi, impiegando nel contempo anche materiali contemporanei come fossero classici. Il segreto è tutto qui. L’innato senso teatrale, ereditato dal conterraneo che spesso gli si affianca, Benjamin Britten, fa il resto in quanto a comunicativa e tenuta drammaturgica. E così alla fine viene voglia di tuffarsi nella sua musica, attratti come le api dal fiore, ammaliati da melodie, timbri e ritmi mai scontati e banali che pur suonando moderni fanno sorprendentemente parte del nostro vissuto musicale. Powder Her Face è un’opera da camera composta circa trent’anni fa, il cui libretto ironico, sarcastico, ma con retrogusto malinconico, racconta la vita avventurosa di Ethel


Margaret Whigham, soprattutto delle sue spregiudicate pratiche erotiche con decine di uomini dovute ad appetiti sessuali mai sopiti. Una lista di nomi degna di un Don Giovanni in gonnella e condita in sede processuale dai famosi scatti fotografici licenziosi effettuati con la gloriosa polaroid. Il burrascoso divorzio dal secondo marito, Ian Douglas Campbell, undicesimo duca di Argyll, e il conseguente processo destarono grande clamore nell’Inghilterra del 1963. Per questa nuova produzione è stata riaperta la sala del Piccolo Regio Puccini e il pubblico (si sono visti molti giovani) ha mostrato di aver apprezzato la proposta del teatro torinese. La bacchetta è stata affidata al giovane e talentuoso direttore d’orchestra Riccardo Bisatti, e si può affermare che mai scelta fu così azzeccata. Bisatti ha concertato la complicatissima partitura con grande lucidità e sicurezza mostrando una maturità fuori del comune, riuscendo a spronare l’Orchestra del Teatro Regio, poco abituata al repertorio contemporaneo e qui in formazione da camera, con un gesto preciso ed incisivo, senza mai perdere di vista il rapporto con il palcoscenico e i cantanti. Il passo cinematografico dettato dal direttore ben si sposava, poi, con la visione registica di Paolo Vettori che ha impostato uno spettacolo agile, dinamico e mai volgare nonostante il soggetto pruriginoso, ambientando la vicenda nella camera della Duchessa con un grande letto che troneggiava al centro del palco e pochi elementi scenici a fare da corollario. Interessante l’idea di Vettori di aggiungere in scena un personaggio muto, un mimo dagli occhi bendati (il poliedrico Marco Caudera) che scandiva temporalmente gli avvenimenti come fosse una sorta di memoria antica degli avvenimenti stessi, e che relazionandosi con la protagonista ne sembrava quasi un suo alter ego interiore, onirico. Il cast è parso molto equilibrato a cominciare da Irina Bogdanova, una Duchessa cantata con timbrica vellutata, charme e fraseggio levigato. Emozionante il suo congedo alla fine dell’opera, forse il climax della partitura in cui Adès. Amélie Hois ha impressionato per la facilità della coloratura e l’emissione dei sovracuti. La sua interpretazione del ruolo della Cameriera (più altri cinque personaggi) è piaciuta per disinvoltura e malizia, mentre Thomas Cilluffo ha cantato i suoi cinque ruoli con timbrica sana, comunicativa e simpatia contagiosa. Voce potente e robusta quella del basso Lorenzo Mazzucchelli che ha saputo farsi apprezzare nella sua invettiva accusatoria quando ha vestito i panni del Giudice nella fondamentale sesta scena dell’opera. Naturalmente anche Mazzucchelli ha cantato più ruoli, come previsto dal libretto di Philip Hensher che ha voluto così spersonalizzare chiunque interagisse con la Duchessa, protagonista unica, vera, autentica. Successo meritato (la recensione si riferisce alla recita di sabato 18 marzo 2023)

Crediti fotografici: Andrea Macchia per il Teatro Regio di Torino Nella miniatura in alto: il direttore Riccardo Bisatti Sotto, in sequenza: scene da Powder Her Face di Thomas Adès
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Pubblicato il 27 Marzo 2023
Interessante regia di Davide Livermore (ripresa da Alessandra Premoli) nel Teatro Carlo Felice
Tosca del triangolo scaleno
servizio di Simone Tomei
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GENOVA - Ancora un successo senza se e senza ma per il Teatro Carlo Felice che ripropone dopo nove anni una fortunata edizione della Tosca di Giacomo Puccini. La regia di Davide Livermore - ripresa da Alessandra Premoli - può essere considerata una delle sue migliori “invenzioni” in quanto ha saputo trarre tutte le sfaccettature e tutte le potenzialità insite nel libretto di Giuseppe Giacosa ed Luigi Illica. Una costruzione triangolare rotante domina il palcoscenico; un triangolo scaleno come “scaleni” sono i tre personaggi dell’opera. Ognuno di loro ha un ruolo diverso sia nella società che nel pensiero politico; allo stesso modo ciascuno ha una posizione ben definita nella geometria del palcoscenico; il Barone Scarpia sempre in alto, Cavaradossi spesso al di sotto della costruzione e Tosca che si barcamena tra l’uno e l’altro. Pochi elementi scenici, ma mirati, portano a definire tutti gli ambienti della narrazione; ambienti in cui tutti sono imprigionati e dai quali nessuno uscirà vivo. Il palco ruotante conduce lo spettatore nel vortice del dramma e lo tiene sempre con il fiato sospeso, fino al coupe du thèâtre finale - che non rivelerò - che ci porta ad una riflessione sottile e non scontata. A completamento del lavoro Gianluca Falaschi confeziona costumi di pregio; per completezza di informazione Livermore cura anche luci e scene. Il M° Piergiorgio Morandi è letteralmente un fuori classe e mette a segno due recite di grande impatto emotivo; i colori hanno saputo imprimere quel carattere variegato che pervade tutta l’opera; vi sono i momenti ilari dell’inizio con il sagrestano, quelli più suadenti delle pagine amorose e quelli drammatici del potere e della violenza carnale. Dicendola con Michele Girardi: «… tale impianto narrativo richiese a Puccini un trattamento musicale diverso da quello sin lì praticato, dove l’elemento lirico aveva un rilievo molto maggiore. La tavolozza armonica è più cosparsa di dissonanze; orchestrazione, agogica e dinamica sono sovente sospinte ai limiti estremi e caricate di laceranti tensioni espressive, in ossequio a una vicenda ove, in poco più di un’ora e mezza, si succedono un’evasione, una scena di tortura, la notizia di un suicidio, un tentativo di violenza sessuale con l’uccisione dello stupratore mancato, una fucilazione e il suicidio della protagonista. L’estrema concentrazione di eventi obbligò Puccini a seguire una scansione temporale accelerata, e perciò a modificare la consolidata tecnica narrativa basata sul ricorrere di temi e reminiscenze che identificano figure e situazioni senza particolari gerarchie. Egli coordinò invece una fitta trama musicale, capace di realizzare un agile commento sonoro al frenetico succedersi dei fatti...» In tal guisa prende vita la concertazione di Morandi conferendo pieno risalto ai temi che rappresentano azioni in continuo divenire - mentre il triangolo scaleno continua a girare - e questi temi entrano in gioco vorticosamente mutando da una terza minore ad una terza maggiore o ingigantendo la strumentazione per evidenziare un colpo di scena. Veniamo adesso alle due recite seguite.

Sabato 25 febbraio 2023 - cast alternativo Nel ruolo eponimo Monica Zanettin si rivela un’interprete eccellente; gli accenti sono ben calibrati, la voce è salda e il fraseggio ineccepibile. Tosca è fuoco, passione, femminilità e tutte queste caratteristiche scaturiscono nota dopo nota affascinando l’orecchio del pubblico che non lesina il suo contento specialmente dopo l’aria del secondo atto. Note molto dolenti invece per Sergio Escobar che non riesce a centrare nessuna caratteristica del pittore Cavaradossi; sin dall’aria di sortita si ascoltano suoni fibrosi e incerti che culminano in un acuto poco centrato e traballante. Non va meglio andando avanti, anzi… sempre più emergono mende di emissione - soprattuto negli acuti - che inficiano il buon risultato della prova. Il Barone Scarpia di Stefano Meo emerge per physique du rôle e vocalità schietta e nitida. Gli accenti sono ben calibrati e l’ampiezza dei fiati e del fraseggio disegnano le frasi musicali con opportuno impatto drammaturgico. I personaggi di fianco superano a pieni voti il cimento. Ottimo l’Angelotti di Dongho Kim per voce cavernosa e possente. Matteo Peirone è una belva da palcoscenico e riesce a conferire all’ilare personaggio del Sagrestano quel carattere inconfondibile formato da un misto di ingenuità e bigottismo. Manuel Pierattelli è un bravo Spoletta; egregio lo Sciarrone di Claudio Ottino, preciso Franco Rios Castro come Un Carceriere ed Eliana Uscidda brilla nei panni di Un pastore. Centra egregiamente il proprio "bersaglio" il Coro preparato e diretto dal M° Claudio Marino Moretti; come pure il coro delle voci bianche guidato dal M° Gino Tanassini. Pienone in ogni ordine e grado e festanti applausi alla fine.
Domenica 26 febbraio 2023 - primo cast Il soprano Maria José Siri (Tosca) è un’artista affidabile in questo ruolo; lei sa trarre da ogni parola il giusto peso vocale e drammaturgico. Il suo "Vissi d’Arte”, denota partecipazione emotiva molto forte e nonostante il momento di preghiera riflessivo non viene meno l’andamento narrativo, che rimane serrato e vorticoso. Il Cavaradossi di Riccardo Massi brilla di luce proprio per una voce nitida e scintillante; le due arie sono affrontate con sicumera vocale e interpretativa in cui legato e messa di voce sono preziosi cammei; non da meno sono i momenti di veemenza: “La vita mi costasse” e “Vittoria, vittoria” - tenuti all’inverosimile - mettono in luce una vocalità possente e salda.


Amartuvshin Enkhbat quale Barone Scarpia, mette in evidenza una splendida voce, piena di armonici e con ottima proiezione, difettando però di un certo charme scenico che si richiederebbe maggiormente per tutto il dramma ad un personaggio così scaltro e topico. Roberto Conti è un puntuale Carceriere; e nei panni di Un Pastore Maria Guano fa una splendida figura. Anche per questa recita il teatro era al completo e gli applausi sentiti all'indirizzo di tutto il cast.
Crediti fotografici: Ufficio stampa del Teatro Carlo Felice di Genova Nella miniatura in alto: la regista Alessandra Premoli Al centro: Maria José Siri grande interprete diTosca Sotto, in sequenza: panoramiche sul triangolo "scaleno" ideato dalla regia
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Abbiamo la Turandot dei prossimi 20 anni
intervento di Athos Tromboni FREE
SPOLETO – Il Teatro Lirico Sperimentale “A.Belli” ha messo in scena la Turandot di Giacomo Puccini come ultima opera della sua stagione lirica. Due le note salienti da mettere in rilievo: la prima, che l’allestimento ha scelto il finale di Luciano Berio rispetto a quello tradizionale di Franco Alfano; e la seconda, che nel ruolo della Principessa di Ghiaccio - la sera del 15 settembre al Teatro Nuovo - ha cantato la giovane Suada Gjergji e con essa il mondo del melodramma ha trovato la Turandot dei prossimi 15 – 20 anni, poi diremo perché. Ma partiamo dalla prima nota saliente: il finale di Berio. È talmente bello musicalmente che meriterebbe di essere “espunto” dall’opera per costituire un brano a sé, di Puccini-Berio se proprio lo si dovesse cointestare. Fior di musicologi hanno spiegato e scritto perché Berio abbia rispettato più di Alfano gli appunti lasciati da Puccini morto prima di concludere l’opera.
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Eventi
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Il Torrione del jazz riparte
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - La 25.ma edizione della stagione del Jazz Club Ferrara si aprirà nel Torrione San Giovanni di Corso Porta Mare 112 venerdì 6 ottobre 2023 e si protrarrà fino al 30 aprile 2024. Oggi è stato reso noto dal presidente Federico D’Anneo e dal direttore artistico Francesco Bettini alla presenza dell’assessore alla Cultura del Comune di Ferrara, Marco Gulinelli
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Jazz Pop Rock Etno
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Ares Tavolazzi riceve il premio Tutte le Direzioni
redatto da Athos Tromboni FREE
VIGARANO MAINARDA (FE) - «Seduto in quel caffè io non pensavo a te e tutta la città…» è una parafrasi in questo caso; ma qui, questa, che è una delle più belle canzoni di Lucio Battisti e Mogol ci può stare, perché proprio il 29 settembre torna al Ristorante Spirito di Vigarano Mainarda la grande musica dal vivo: prende il via infatti la nuova stagione di
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Eventi
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Interno Verde Danza al via
redatto da Athos Tromboni FREE
FERRARA - Venerdì 8 settembre 2023 è il giorno dell’inaugurazione con la festa delle scuole di danza: per la nuova edizione sono 12 le realtà del territorio che presenteranno le loro coreografie a Teatro. Sabato 9 e domenica 10 settembre si entra nel vivo di Interno Verde Danza, in scena in cinque veri e propri scrigni di bellezza, da Palazzo dei
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Opera dall Estero
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Summerfest 2023 ottimo cartellone
servizio di Ramón Jacques FREE
SAN DIEGO, California (USA) - Dal 1986 si tiene ogni anno nella città di San Diego un importante festival estivo di musica da camera, prestigioso per la quantità e la qualità dei musicisti che vi si sono esibiti nel corso degli anni. Il cosiddetto "Summerfest", nella sua edizione 2023, della durata di un mese, ha offerto un'ampia e interessante
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Opera dal Centro-Nord
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Un Silvano da rivalutare
servizio di Simone Tomei FREE
LIVORNO - Talune realtà che incontriamo hanno tra i grandi pregi quello di metterci davanti alla nostra ignoranza stimolando allo studio e all’approfondimento. Per quello che mi riguarda lo scontro con il Festival Mascagni 2023 è stato un “colpo allo stomaco” in quanto mi ha messo di fronte ad un buco nero riguardo alle mie reali conoscenze
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Personaggi
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I sogni sono il motore...
intervista di Simone Tomei FREE
TORRE DEL LAGO (LU) - Durante il suo impegno torrelaghese al Festival Puccini in Turandot (nel ruolo di Pong) e nell’imminenza del debutto al Festival Mascagni di Livorno come protagonista nella quasi sconosciuta opera Silvano del compositore livornese, ho incontrato il tenore leccese Marco Miglietta per farmi raccontare qualcosa della sua vita privata e
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Opera dal Centro-Sud
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Lucia e Traviata belle e antitetiche
servizio di Simone Tomei FREE
MACERATA - Tornare allo Sferisterio per il Macerata Opera Festival dopo alcuni anni di assenza è stato un vero piacere. Ho potuto assistere a due delle tre produzioni della stagione estiva 2023 del M.O.F. Entrambe estremamente accattivanti anche se realizzate dai rispettivi registi in due modi completamente antitetici nel concepire il dramma
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Opera dal Nord-Est
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Quattro serate in Arena
servizio di Nicola Barsanti FREE
VERONA - Diamo conto delle repliche nella prima settimana d'agosto di quattro serate all'Arena di Verona dove abbiamo assistito a rappresentazioni sia con artisti delle "prime" di giugno e luglio, sia con l'esibizione di nuovi interpreti subentrati nei ruoli principali.
AIDA (recita di mercoledì 2 agosto 2023)
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Classica
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Concerto per l'Italia a Siena
servizio di Nicola Barsanti FREE
SIENA - Nella meravigliosa cornice di Piazza del Campo, in seguito al progetto “Il Maggio Metropolitano” ospitati dall’Accademia Musicale Chigiana approda l’orchestra dell’omonimo Teatro Fiorentino, che sempre sotto la direzione del Maestro Daniele Gatti, dopo il successo riscontrato nel ciclo dedicato interamente alle sinfonie di Tchaikovsky svoltosi
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Echi dal Territorio
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Brock suona il Grande Dittatore
servizio di Attiglia Tartagni FREE
LUGO (RA) - Il Pavaglione di Lugo di Romagna si č confermato anche quest?anno la cornice ideale per i film di Charlie Chaplin accompagnati dalla musica dal vivo: una pratica che ci riporta agli esordi del cinema ispirando nuove emozionanti letture della pellicola. Il grande dittatore, pellicola-capolavoro del 1940, parodia del Nazismo e del suo
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Jazz Pop Rock Etno
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La Musica secondo Melozzi
servizio di Attilia Tartagni FREE
RUSSI (RA) - Enrico Melozzi, direttore d’orchestra e produttore teramano, troppo eclettico per confinarsi nel perimetro della musica classica e con una formazione troppo classica per transitare definitivamente alla musica pop dove peraltro ha lasciato un’importate traccia in alcune star musicali del momento, ama passare dalle pagine classiche
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Classica
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Ritorno a Ferrara di Riccardo Muti
servizio di Edoardo Farina FREE
FERRARA - Un’anteprima simbolica e una straordinaria inaugurazione estiva per la stagione di Ferrara Musica 2023/2024 ove venerdì 21 luglio al Teatro Comunale “Claudio Abbado” è tornato a Ferrara a tre anni dalla sua prima e unica esibizione in città, il grande direttore Riccardo Muti sul podio dell’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini” per un
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Opera dal Centro-Nord
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Turandot un po' dimessa
servizio di Athos Tromboni FREE
TORRE DEL LAGO (LU) - Ripescaggio dell'allestimento 2021 per il secondo titolo del Festival Puccini 2023: Turandot. Nel Gran teatro all'aperto sul Lago di Massaciuccoli è stato riproposto infatti l'allestimento curato da Daniele Abbado, regista di fama internazionale, riconosciuto per la capacità di sviluppare progetti innovativi nel
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Opera dall Estero
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Madama Butterfly e i ricordi di Dolore
servizio di Ramón Jacques FREE
SAN FRANCISCO (USA) - War Memorial Opera House, 18 Giugno 2023. Madama Butterfly di Giacomo Puccini non è entrata nel repertorio della San Francisco Opera nel 1923, anno della fondazione della compagnia, ma nella stagione seguente quando ha debuttato il 26 settembre 1924, però è stata inclusa nella stagione
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Nuove Musiche
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Fantasma dell'Opera č Karimloo
servizio di Rossana Poletti FREE
TRIESTE – Politeama Rossetti. Il fantasma dell'Opera è probabilmente lo spettacolo musicale più complesso che mai sia stato prodotto dal Teatro Stabile del FVG di Trieste. Certo è una coproduzione internazionale tra lo Stabile giuliano e Broadway Italia, che sfoggia grandi mezzi e soprattutto la ricomparsa in scena di colui che ha fatto la
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Dischi in Redazione
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Barocco francese per La Chapelle
recensione di Ramón Jacques FREE
Les Fables de la Fontaine – La Chapelle Harmonique Opere di Louis-Nicolas Clérambault, François Couperin, Etienne Moulinié, Louis de Caix d'Hervelois, Gabriel Bataille, Michel Lambert, Jean-Baptiste Lully (1632-1687), Antoine Boësset. Solisti: Marie-Claude Chappuis, mezzosoprano; Thierry Peteau, attore;
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Opera dall Estero
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Aci Galatea e Polifemo
servizio di Ramón Jacques FREE
CITTÀ DEL MESSICO - Teatro delle Arti del Centro Nazionale delle Arti, Città del Messico. Georg Friedrich Händel ha visto eseguire per la prima volta in Mexico la sua cantata drammatica, Acis, Galatea e Polifemo HWV 272 o serenata a tre, su libretto di Niccola Giuvo; la cantata fu eseguita in prima assoluta il 19 luglio 1708 a Napoli, nell'ambito dei
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Personaggi
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Di Matteo principe della lirica
intervista a cura di Simone Tomei FREE
TORRE DEL LAGO PUCCINI (LU) - Ho incontrato il basso Antonio Di Matteo - artista di grande talento e in piena carriera - una delle voci fra le più interessanti nel panorama lirico attuale. Di lui si è letto che è dotato di voce “di rara bellezza” e che incarna la figura di un artista completo. Definito il Principe della lirica, ha lavorato e lavora a fianco di
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Eventi
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Manon Lescaut apre la lirica 2024
redatto da Athos Tromboni FREE
BOLOGNA - È costruita su misura della “casa temporanea” del Teatro Comunale, il Comunale Nouveau di Piazza della Costituzione a Bologna, la Stagione d’Opera 2024. Molti degli allestimenti proposti sono infatti totalmente inediti e pensati tenendo conto delle caratteristiche del palcoscenico della nuova sede, già ampiamente
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Vocale
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Quei Quattro fanno per otto
servizio di Svevo Antonutti FREE
STOCCARDA (Germania) - Un richiamo storico assai esplicito e riconoscibile, così come un’invenzione brillante figlia della fantasia di chi da anni ormai anima l’affiatatissimo gruppo di lavoro attivo presso la Berger Kirche di Stoccarda, sono le felici impressioni che si è portato a casa chi era presente domenica 25 giugno 2023 a Quartetto, opera in
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Opera dall Estero
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Adriana Mater e l'amore materno
servizio di Ramón Jacques FREE
SAN FRANCISCO (USA) - Davies Symphony Hall, 10 giugno 2023. Adriana Mater, opera in due atti e sette scene su libretto in francese, è la seconda opera lirica della compositrice finlandese Kaija Saariaho, il cui libretto è stato scritto dal suo collaboratore, lo scrittore e giornalista franco-libanese Amin Maalouf . L'opera, che fu rappresentata
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Opera dal Nord-Est
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Orfeo all'inferno nel night club
servizio di Rossana Poletti FREE
TRIESTE - Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”. L’operetta nacque in Francia con il compositore Jacques Offenbach. Alcuni sostengono che già Mozart con il singspiel potesse essere considerato l’iniziatore del genere, ma sarà bene seguire l’idea diffusa che affida ad Offenbach tale onore. Siamo a metà dell’Ottocento e Parigi vive il Secondo Impero di
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Eventi
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Al via Emilia Romagna Festival 2023
redatto da Athos Tromboni FREE
IMOLA - Emilia Romagna Festival 2023, dopo le due anteprime (21 giugno nel Giardino storico del Palazzo Vescovile di Imola, con il duo padre e figlio Fulvio e Gabriele Fiorio, il cui ricavato è andato a favore del Museo Carlo Zauli di Faenza gravemente danneggiato dall’alluvione del 17 maggio; e 26 giugno al Chiostro di Francesco di Cesena
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Opera dall Estero
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L'ultimo sogno di Frida e Diego
servizio di Ramón Jacques FREE
SAN FRANCISCO (USA) - War Memorial Opera House, 13 giugno 2023. Come ultimo titolo della sua stagione del centenario, la San Francisco Opera ha offerto la prima locale di El Último sueño de Frida y Diego (L'ultimo sogno di Frida e Diego) un'opera in due atti della compositrice Gabriela Lena Frank, su libretto del drammaturgo cubano Nilo Cruz,
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Opera dall Estero
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Successo per Die Frau ohne Schatten
servizio di Ramón Jacques FREE
SAN FRANCISCO (USA) - War Memorial Opera House (10 giugno 2023). Die Frau ohne Schatten, opera in tre atti di Richard Strauss (1864-1949) su libretto di Hugo von Hofmannsthal, è indubbiamente un grande capolavoro del repertorio operistico, che viene però raramente rappresentata nei teatri non europei; ma la San Francisco Opera l'ha
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Classica
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Quartetto e Quintetto a Casa Romei
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Se la lettera pubblicata da Arrigo Boito sul giornale «il Pungolo» il 21 maggio 1868 in polemica con l'allora Ministro dell'Istruzione Pubblica, fosse indirizzata oggi da un musicista qualunque al nostro Ministro dell' Istruzione, o a quello della Università e Ricerca, o a quello della Cultura, sembrerebbe scritta nel 2023 e non 155
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Approfondimenti
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Solo un Canto
servizio di Barbara Gasperoni Lanconelli FREE
BOLOGNA - La melodia vive e respira solo se scorre nel tempo e trova spazio per diventare memorabile. Il tema del canto per memorizzare è trasversale in più discipline. Mettere a memoria un testo teatrale complesso è un’attività di processo che richiede tempo e pazienza. Suonare senza partitura un brano musicale può essere difficilissimo
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Echi dal Territorio
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Ravel secondo Bartoli
FREE
GENOVA - Organizzata dagli Amici del Teatro Carlo Felice e del Conservatorio N.Paganini si è tenuta a Palazzo Spinola il 23 giugno 2023 la presentazione del compact-disc di Cinzia Bartoli con l’incisione integrale delle musiche pianistiche di Maurice Ravel. La prestigiosa sala nobile del museo ha accolto non molti spettatori (il pomeriggio
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