Pubblicato il 27 Maggio 2024
Trenta spettacoli con molti nomi noti prossimamente al Teatro Comunale 'Claudio Abbado' di Ferrara
Prosa ecco la Stagione redatto da Athos Tromboni

20240527_Fe_00_ProsaTeatroAbbado_SoniaBergamascoFERRARA - Partecipata conferenza stampa oggi per la presentazione della Stagione di Prosa 2024/2025 del Teatro Comunale "Claudio Abbado": erano presenti e sono intervenuti l’assessore alla Cultura del Comune di Ferrara, Marco GulinelliMichele Placido, presidente della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, Moni Ovadia, direttore generale della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, Marcello Corvino, direttore artistico della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, l’attrice Ambra Angiolini, l’attrice Maria Paiato e l’attore Gianni Fantoni; alcuni protagonisti della prossima Stagione hanno inviato video di saluto: Ron, Tullio Solenghi, Rocco Papaleo e Silvio Orlando; mentre Sonia Bergamasco è intervenuta con una videochiamata.
In sintesi, sono ben 30 gli spettacoli in cartellone tra ottobre 2024 e maggio 2025, e porteranno a Ferrara volti molto noti del teatro: oltre a quelli già citati, altri nomi di prestigio sono quelli di Andrea Pennacchi, Stefania Rocca ma anche Giacomo Poretti, Federico Buffa, gli stessi Moni Ovadia e Michele Placido con loro spettacoli, Antonio Albanese e molti altri.
La campagna abbonamenti prende il via oggi, 27 maggio 2024, mentre dal 2 settembre 2024 saranno in vendita i biglietti serali singoli di tutti gli spettacoli. La stagione di Prosa è realizzata dalla Fondazione Teatro Comunale di Ferrara con il sostegno del Comune di Ferrara e Multicopia come sponsor tecnico.
«Il Teatro Abbado di Ferrara è un presidio culturale importante - ha detto l’assessore del Comune di Ferrara, Marco Gulinelli - e in questi anni abbiamo dimostrato che con la passione si ottengono risultati straordinari. Il Teatro Abbado ha saputo in questi anni investire sul futuro,. E con la nuova stagione di Prosa continuerà a farlo, prestando attenzione alla formazione del proprio pubblico.»

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«Tutto qui funziona alla perfezione, a Ferrara si possono realizzare i sogni» ha detto Michele Placido,  riferendosi alla sua opera "Passio Christi" realizzata ai tempi del Covid tra le mura del teatro e per le strade della città. Il presidente della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara debutterà nella prossima stagione di prosa 2024/25 a Ferrara con il suo spettacolo Trilogia di un visionario, in cui Michele Placido “... conduce il pubblico attraverso il labirinto delle sfumature umane, mettendo in luce il genio di Pirandello nel penetrare le complessità della psiche umana”.
«Negli anni abbiamo costruito un teatro aperto alla città - ha raccontato Marcello Corvino, direttore artistico della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara - e la Nuova Stagione di Prosa continua a guardare al presente e al futuro: 30 spettacoli - sei in più rispetto alla stagione conclusa - di cui 15 della stagione Extra; spettacoli che abbracciano i nomi più importanti e conosciuti del teatro: Ambra Angiolini, Sonia Bergamasco, Andrea Pennacchi, Rocco Papaleo, Tullio Solenghi, Maria Paiato e tanti altri.»
«Il teatro è l'unico luogo in cui l'intelligenza artificiale non può intervenire perché ha bisogno di persone vive - ha detto Moni Ovadia, direttore generale della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara -. Il teatro non soccombe alle guerre, perché è un luogo di verità per gli uomini. Mi piace ricordare le parole di Gigi Proietti: "Viva il teatro, dove tutto è finto ma niente è falso”.»
La nuova stagione si apre con “La locandiera”, classico goldoniano interpretato da Sonia Bergamasco, in scena dal 25 al 27 ottobre 2024. «Siamo davanti al primo testo italiano con protagonista una donna - spiega il regista Antonio Latella -, ma Goldoni va oltre, scardina ogni tipo di meccanismo, eleva una donna formalmente a servizio dei suoi clienti a donna capace di sconfiggere tutto l’universo maschile, soprattutto una donna che annienta con la sua abilità tutta l’aristocrazia.»
Il 29 ottobre torna al Comunale di Ferrara Andrea Pennacchi  con Una piccola Odissea”. L’attore ha pensato di restituire il sapore di racconto orale proponendo una versione a più voci del poema di Ovidio, che possa dare il giusto peso anche alla ricca componente femminile e al ritorno vero e proprio.
Il 3 novembre, Ferrara ospita “Vita bassa”, la guida di Giorgia Fumo alla scoperta della vita dei millenials, i nuovi adulti che si barcamenano con le briciole lasciate dai loro predecessori.
L’ 8 novembre l'attore Max Giusti si mette nei panni del Marchese del Grillo e porta al Teatro Abbado “Bollicine”. Pronto a dire le sue verità più scomode, racconta al pubblico quello che nella vita di tutti i giorni non direbbe nemmeno al suo migliore amico.
Il 12 e 13 novembre il Teatro Comunale accoglie il musical “Grease”. A portarlo in scena è un affiatato gruppo di diciotto giovani performer della Compagnia della Rancia che, attraverso i linguaggi del canto, della danza e della recitazione, dà nuova luce a personaggi diventati icone generazionali.
Dal 15 al 17 novembre “Ciarlatani”, con Silvio Orlando, racconta la storia di due personaggi legati al mondo del cinema e del teatro. Anna Velasco è un’attrice alla ricerca del personaggio che la farà trionfare, Diego Fontana è un regista di successo di film commerciali. Due personaggi collegati dalla figura del padre di Anna, regista di culto degli anni Ottanta, scomparso e isolato dal mondo.

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Il 10 dicembreDrusilla Foer porta a Ferrara “Venere nemica”, una dea che oggi vive a Parigi, dove, lontano dall’Olimpo e dai suoi parenti capricciosi e vendicativi, può permettersi di essere imperfetta.
Il 19 dicembre, Elio è protagonista di “Quando un musicista ride”, regia e drammaturgia di Giorgio Gallione. Uno spettacolo per giocare e ridere con la musica e le canzoni, impresa facile per Elio e la sua band di giovanissimi virtuosi.
Dal 20 al 22 dicembre 2024 sarà Gianni Fantoni a portare in scena “Fantozzi. Una tragedia”, regia di Davide Livermore. Fantozzi, Fracchia, Krantz, e poi la moglie Pina, la figlia Mariangela, i colleghi Fracchia, Filini, Calboni, la signorina Silvani sono maschere di una rinnovata commedia dell’arte, con cui Paolo Villaggio ha dato voce a una categoria umana oscillante tra opportunismo e cattiveria, tra piaggeria e violenza, tra disincanto e feroce arrivismo.
Il 15 gennaio 2025, Claudio Casadio propone “L’Oreste. Quando i morti uccidono i vivi”. Grazie alla mano dell’illustratore Andrea Bruno e alla collaborazione con il Lucca Comics, lo spettacolo funziona con l’interazione continua tra teatro e fumetto animato. Sogni, incubi desideri ed errori di una vita tutta sbagliata trasformano la scenografia e il teatro drammatico in un caleidoscopio di presenze.
Dal 17 al 19 gennaioStefania Rocca, che cura anche regia e adattamento, porta in scena un dramma classico ma attuale, “La madre di Eva”, dal romanzo di Silvia Ferreri. Un ragazzo nato in un corpo femminile in cui si sente prigioniero intende intraprendere un percorso di transizione per raggiungere finalmente la serenità e di una madre che non vuole vedere, vede ma non comprende, non capisce ed alla fine accetta.
Il 20 gennaio è tempo di “Elena, la matta” con Paola Minaccioni. Elena Di Porto era un’abitante del ghetto di Roma, nata nel 1912 da un’umile famiglia ebraica, dal carattere particolare: dichiarata pazza dal regime, non lo era affatto.

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Dal 24 al 26 gennaio arriva “L’ispettore generale” di Nikolaj Gogol, adattamento e regia di Leo Muscato. Protagonista è Rocco Papaleo che porta all’Abbado la divertente commedia satirica che si prende gioco delle piccolezze morali di chi detiene il potere.
Dal 31 gennaio al 2 febbraio debutta in Prima nazionale “Trilogia di un visionario” di Michele Placido. Un viaggio emozionante nel mondo visionario di Luigi Pirandello, che abbraccia tre delle opere più iconiche del grande drammaturgo italiano: Lettere a MartaL’uomo dal fiore in bocca e La carriola. La sua visione regala al pubblico un’opportunità rara: immergersi nelle profondità dell’animo umano attraverso le parole incisive e intrise di pathos dello scrittore premio Nobel.
Il 4 e 5 febbraio va in scena “Condominio mon amour”, di e con Giacomo Poretti e Daniela Cristofori e di Marco Zoppello. Da oltre 30 anni, il custode Angelo svolge il proprio lavoro con dedizione all’interno di un condominio della “Milano-bene”. Quand’ecco che irrompe nella sua vita un imprevisto. Caterina, un’affascinante signora attraversa di volata l’atrio, spalanca la porta d’ingresso e si para di fronte a lui per annunciargli che è licenziato. La sua presenza non è più richiesta e verrà presto sostituito da un’app.
Dal 7 al 9 febbraio, Valter Malosti e Anna Della Rosa sono “Antonio e Cleopatra”. Protagonisti delle grande tragedia scritta da William Shakespeare tra il 1607 e il 1608. L’opera, come ci suggerisce Gilberto Sacerdoti, è un prisma ottico: “Visto di fronte è la storia di amore e di politica narrata da Plutarco. Visto di sbieco ci spinge a decifrare “l’infinito libro di segreti della natura”.
Il 10 febbraio arriva “Chi è di scena. Dialogo tra un cantautore e uno specchio”, con Ron e Marco Caronna. Va in scena qui un dialogo cantato, una forma di teatro canzone, un recital inedito che porta in giro le parole e le canzoni di Ron.
Il 13 febbraioPaolo Crepet propone “Mordere il cielo”. Viviamo tra nuove guerre, migrazioni di massa, povertà che si ammassano nelle grandi città, vecchie e nuove droghe dilagano, ansie e angosce trovano inconsuete espressività. Per tornare a “mordere il cielo” occorre ritrovare il coraggio di nuove eresie, rinnovare ribellioni per inseguire le nostre unicità, diffidando di quella grigia normalità dietro la quale si nasconde il sinistro rumore della neutralizzazione dell’anima.
Dal 14 al 16 febbraio è in scena “Boston Marriage” di David Mamet con Maria Paiato, Mariangela Granelli, Ludovica D’Auria e la regia di Giorgio Sangati. Stati Uniti, fine Ottocento, un salotto, due dame e una cameriera. Tutto farebbe pensare a una trama convenzionale, un incontro tra amiche un po’ affettate, ma alla forma non corrisponde la sostanza: nella conversazione dal vocabolario ricercato fioccano volgarità e veniamo a sapere che le due sono state un tempo una coppia molto affiatata. L’espressione «Boston Marriage», infatti, era in uso nel New England a cavallo tra il XIX e il XX secolo per alludere a una convivenza tra donne economicamente indipendenti da uomini.
Dal 7 al 9 marzo arriva “Sior Todero Brontolon” di Carlo Goldoni, con Franco Branciaroli. Non è raro incappare in un “brontolòn” come il Todero di Goldoni che precedeva la commedia racchiudendo queste riflessioni ne “L’autore a chi legge” e si stupiva di come un lavoro incentrato su un personaggio tanto odioso e negativo potesse aver ricevuto dal pubblico un tale successo.
L’ 11 e 12 marzo, Antonio Albanese è in scena con “Personaggi”. La realtà diventa teatro attraverso Epifanio, L'Ottimista, il Sommelier, Cetto La Qualunque, Alex Drastico e Perego, maschere e insieme prototipi della nostra società, visi conosciuti che si ritrovano nel vicino di casa, nell'amico del cuore, in noi stessi.
Dal 14 al 16 marzoGalatea Ranzi è “Anna Karenina” di Lev Tolstoj. Una delle storie più belle del mondo messa in scena da un cast di livello che parte da una delle migliori attrici italiane per il ruolo di Anna e la regia di Luca De Fusco.
Il 18 marzo il Teatro Comunale Abbado ospita “La storia cantata di Maradona e Mercedes Sosa”, uno spettacolo di e con Cosimo Damiano Damato e con Simona Molinari. Hasta Siempre Maradona y Mercedes. Un dialogo visionario fra Diego Armando Maradona e Mercedes Sosa. La Negra y El Pelusa rivelano il loro genio, l’arte e allo stesso tempo i valori, i sentimenti, le lotte, le vittorie e le sconfitte. L’immortalità.
Dal 4 al 6 aprile, Valerio Binasco, che cura anche la regia, porta a Ferrara “Sei personaggi in cerca d’autore” di Luigi Pirandello. Nella storia di questa famiglia spezzata, Binasco ritrova gli elementi che caratterizzano la propria poetica: arte e vita, umanità e maschere si fondono in un nucleo di interrogativi e riflessioni sul valore della rappresentazione e della nostra identità.
Il 9 aprileFederico Buffa ritorna al Teatro Comunale con “RivaDeAndrè”. È il 14 settembre del 1969, dopo una partita a Genova di un Cagliari che proprio quell’anno avrebbe vinto l’unico, storico scudetto. Gigi Riva va a trovare Fabrizio De André nella sua casa di Genova. Sembra un incontro tra due mondi lontanissimi e invece, nel silenzio che caratterizza la prima parte della serata, scorrono i pensieri di due randagi che, in campi e in modo diversi, hanno sempre scelto di stare dalla parte degli altri randagi…
Dall’ 11 al 13 aprile, Ambra Angiolini è “Oliva Denaro”, dal romanzo di Viola Ardone, regia e drammaturgia di Giorgio Gallione. Franca Viola, a metà degli anni ’60 del Novecento fu la prima, dopo aver subito violenza, a rifiutare il cosiddetto “matrimonio riparatore”. Il romanzo prende spunto da quella vicenda, la evoca e la ricostruisce. All’inizio Oliva è una quindicenne che nell’Italia di quegli anni, dove la legge stabiliva che se l’autore del reato di violenza carnale avesse poi sposato la “parte offesa”, avrebbe automaticamente estinto la condanna, cerca il suo posto nel mondo. E, in un universo che sostiene che “la femmina è una brocca, chi la rompe se la piglia”, Oliva ci narra, ormai adulta, la sua storia a ritroso, da quando ragazzina si affaccia alla vita fino al momento in cui, con una decisione che suscita scandalo e stupore soprattutto perché inedita e rivoluzionaria, rifiuta la classica “paciata” e dice no alla violenza e al sopruso.
Dal 25 al 27 aprile, Tullio Solenghi - che cura anche la regia - porta in scena “Pignasecca e Pignaverde” di Emerico Valtinetti. Una commedia degli equivoci dalla drammaturgia elaborata e ambiziosa, incentrata su un tema classico del teatro comico: l’avarizia. Un piccolo Molière “alla genovese”.
Dal 2 al 4 maggio è in scena “Moby Dick” di Herman Melville. La storia di un’ossessione epica che ha la fisionomia di una tragedia shakespeariana, tale è il senso drammatico dei suoi personaggi. Moby Dick non è una balena, è una condanna, una maledizione che diventa sfida tra uomini. Con Moni Ovadia e cast in via di definizione, adattamento di Micaela Miano, regia di Guglielmo Ferro.
Il 20 e 21 maggio arriva al Teatro Comunale Abbado “La più strana delle meraviglie”, scritto e diretto da Roberto Mercadini. L’attore e divulgatore parlerà di Shakespeare con le frasi che lui ha usato per parlare di tutti noi. Quelle frasi che sembrano già dire ogni cosa. E di fronte alle quali si pensa, a volte, “il resto è silenzio” (che, per l’appunto, è un’altra frase di Shakespeare).
Dal 23 al 25 maggio 2025 chiudono la stagione con “Hokuspokus” i protagonisti Fabian Baumgarten, Anna Kistel, Sarai O’Gara, Benjamin Reber, Hajo Schüler, Mats Süthoff e Michael Vogel. Lo spettacolo nasce dal concetto di creazione per arrivare a raccontarci la storia di una vita. 

TEATRO NO LIMITS
L’accesso alla cultura è un diritto di tutti. Teatro No Limits nasce proprio per garantire questo diritto e accrescere la fruizione del patrimonio culturale da parte degli spettatori non vedenti e ipovedenti, ciò è possibile grazie alla realizzazione di supporti audiodescrittivi. Gli spettacoli della Stagione di Prosa 24/25 audiodescritti saranno: La LocandieraAntonio e CleopatraBoston Marriage e Hokuspokus

SPETTACOLI EXTRA
Gli spettacoli Extra della stagione sono: “Una piccola Odissea” di e con Andrea Pennacchi, “Vita bassa” con Giorgia Fumo, “Bollicine” con Max Giusti, “Grease” con Compagnia della Rancia, “Venere Nemica” con Drusilla Foer, “Quando un musicista ride” con Elio, “L’Oreste. Quando i morti uccidono i vivi con Claudio Casadio, “Elena, la matta” con Paola Minaccioni, “Condominio Mon Amour” con Giacomo Poretti e Daniela Cristofori, “Chi è di scena” con Ron e Marco Caronna, “Mordere il cielo” con Paolo Crepet, “Personaggi” con Antonio Albanese, “La storia di Maradona e Mercedes Sosa” con Cosimo Damiano Damato e Simona Molinari, “RivaDeAndrè” con Federico Buffa, “La più strana delle meraviglie” con Roberto Mercadini.
Questi spettacoli non rientrano nella campagna abbonamenti.

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INCONTRI CON LA COMPAGNIA
Sono previsti gli incontri con la compagnia, alle ore 18 del sabato in cui è in programma lo spettacolo, per i seguenti titoli: “La locandiera” con Sonia Bergamasco e il resto della compagnia (26 ottobre); “Ciarlatani” con Silvio Orlando (16 novembre); “Fantozzi. Una tragedia” con Gianni Fantoni e il resto della compagnia (21 dicembre); “La madre di Eva” con Stefania Rocca e il resto della compagnia (18 dicembre); “L’ispettore generale” con Rocco Papaleo e il resto della compagnia (25 gennaio); “Trilogia di un visionario” con Michele Placido (1 febbraio); “Antonio e Cleopatra” con Valter Malosti e Anna Della Rosa (8 febbraio); “Boston Marriage” con Maria Paiato e il resto della compagnia (15 febbraio), “Sior Todero Brontolon” con Franco Branciaroli (8 marzo);  “Anna Karenina” con Galatea Ranzi  e il resto della compagnia (15 marzo); “Sei personaggi in cerca d’autore” con Valerio Binasco e il resto della compagnia (5 aprile); “Oliva Denaro” con Ambra Angiolini (12 aprile), “Pignasecca e Pignaverde” con Tullio Solenghi e il resto della compagnia (26 aprile); “Moby Dick” con Moni Ovadia e il resto della compagnia (3 maggio); “Hokuspokus” con Fabian Baumgarten e il resto della compagnia (24 maggio).

CAMPAGNA ABBONAMENTI E VENDITE BIGLIETTI
La campagna abbonamenti, con tre turni (turno A: recita del venerdì; turno B: recita del sabato; turno C: recita della domenica) di 15 spettacoli, sarà in vendita da oggi, 27 maggio 2024, mentre dai prossimi giorni sarà disponibile l’opzione del carnet di 8 spettacoli (per gli ex abbonati dall’8 giugno, per i nuovi dal 15 giugno). Dal 2 settembre, invece, saranno in vendita i biglietti di tutti gli spettacoli, compresi gli spettacoli inseriti nella “Stagione Extra”. Da oggi sono già disponibili i biglietti per i seguenti spettacoli: “Grease”, “Quando un musicista ride”, “Mordere il cielo” e “Personaggi”.

LA BIGLIETTERIA: ORARI DI APERTURA E RECAPITI
La biglietteria in corso Martiri della Libertà 21 Ferrara è aperta lunedì, martedì, mercoledì, venerdì e sabato (ore 10-13 e 16-19), giovedì mattina (ore 10-13) e domenica (ore 10-13 e 15-17). Nei giorni di programmazione è aperta fino all’inizio dello spettacolo.
Per informazioni e vendite: biglietteria@teatrocomunaleferrara.it   tel. 0532 202675.
Biglietti acquistabili anche sul sito del Teatro che su Vivaticket.

Crediti fotografici: Marco Caselli Nirmal e Ufficio stampa del Teatro Comunale "Claudio Abbado" di Ferrara
Nella miniatura in alto: l'attrice Sonia Bergamasco che aprirà la Stagione di Prosa il 25 ottobre 2024 con La Locandiera di Goldoni
Sotto: foto di gruppo per gli intervenuti alla conferenza stampa
Al centro e a fondo pagina in sequenza: Andrea Pennacchi, Giorgia Fumo, Max Giusti, Silvio Orlando, Drusilla Foer, Elio, Claudio Casadio, "Grease" della Compagnia della Rancia; Stefania Rocca, Paola Minaccioni, Rocco Papaleo, Michele Placido, Daniela Cristofori e Giacomo Poretti; Anna Della Rosa e Valter Malosti, Ron, Paolo Crepet, Maria Paiato, Franco Branciaroli, Antonio Albanese, Galatea Ranzi e Paolo Serra; Cosimo Damiano Damato e Simona Molinari; Moni Ovadia, Ambra Angiolini, Tullio Solenghi, Valerio Buffa; "Sei personaggi in cerca d'autore" con Valeria Binasco; "Hokuspokus" spettacolo finale del cartellone di Prosa 2024/2025





Pubblicato il 05 Giugno 2023
Il Teatro Comunale Claudio Abbado ha programmato una stagione di Prosa con grandi protagonisti
Apertura nel nome di Franca Rame servizio di Athos Tromboni

20230605_Fe_00_Prosa2023-2024_Presentazione_MoniOvadiaFERRARA - Mattinata intensa quella trascorsa nel Teatro Comunale "Claudio Abbado" per la presentazione della stagione di Prosa 2023-2024. Assieme al direttore generale Moni Ovadia, c'erano il direttore artistico Marcello Corvino, il vicepresidente del teatro, Carlo Bergamasco, l'assessore alla Cultura del Comune di Ferrara, Marco Gulinelli, e tre ospiti speciali: Mattea Fo, nipote di Dario Fo e Franca Rame, Tullio Solenghi e Massimo Lopez. Sono ben 24 gli spettacoli in cartellone che per la nuova stagione di Prosa del Teatro Comunale “Claudio Abbado”, tra ottobre 2023 e maggio 2024, porteranno a Ferrara i volti più noti del teatro, tra i più amati dal pubblico. Oggi stesso, 5 giugno, si è aperta la campagna abbonamenti e dal 12 settembre partirà la vendita dei singoli biglietti serali.
Aprendo la conferenza stampa il direttore artistico Marcello Corvino ha presentato i risultati della gestione post-Covid del Comunale Abbado che fanno registrare un aumento degli incassi da botteghino rispetto alle precedenti stagioni pre-Covid e il raggiungimento degli obiettivi fissati dal bilancio preventivo per quanto riguarda gli incassi. Ed ha espresso un pensiero già manifestato e ripreso sulla stampa locale, a proposito del "mestiere" dei teatranti: «Si chiede sempre ai lavoratori dello spettacolo - ha ribadito Corvino, accennando anche le polemiche sorte a proposito del recente concerto di Bruce Springsteen - di sospendere le attività in concomitanza con le calamità naturali, senza considerare che la realizzazione di uno spettacolo coinvolge decine e a volte centinaia di lavoratori tutti impegnati nella realizzazione dell'evento o degli eventi programmati. »
Successivamente Corvino ha presentato i 24 spettacoli in cartellone nella prossima stagione di Prosa, che prenderà avvio il 6 ottobre 2023, terminando con l'ultima replica dell'ultimo spettacolo il 4 maggio 2024.

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Nel suo messaggio di saluto a nome di tutto lo staff del teatro, il vicepresidente Carlo Bergamasco, ringraziando le maestranze per l'impegno e la professionalità, ha ricordato ai presenti che (dati del Ministero dello Spettacolo) il Teatro Comunale "Claudio Abbado" di Ferrara è collocato meritoriamente al secondo posto fra i teatri di tradizione italiani, per quanto riguarda la qualità artistica delle stagioni.
L'assessore Marco Gulinelli ha espresso la soddisfazione dell'amministrazione comunale per i risultati conseguiti dal teatro cittadino e, nel ringraziare Tullio Solenghi e Massimo Lopez, nonché Mattea Fo, per la loro presenza in conferenza stampa, ha aggiunto: «... è una grande emozione vedere oggi questa numerosa presenza di pubblico. Perché il teatro è la piazza della comunità.»
Anche il direttore generale Moni Ovadia ha messo in rilievo la professionalità e la passione delle maestranze del teatro ferrarese: «Il teatro è patrimonio del pubblico che lo frequenta - ha detto Ovadia - e nel nostro caso la scelta è stata quella di favorire l'incontro fra le generazioni, prestando attenzione ai giovani artisti ma coinvolgendo anche grandi personaggi di teatro come è nel caso del nostro presidente onorario, Leone Magiera, impegnato a preparare musicalmente giovani e giovanissimi che si esibiranno nelle nostre programmazioni operistiche.»
Ovadia ha poi ringraziato per la loro presenza in sala, Tullio Solenghi e Massimo Lopez, citando anche la compiante Anna Marchesini, al che è scattato un applauso lunghissimo per Anna da parte dei presenti che gremivano il Ridotto del teatro in entrambe le sale.
Mattea Fo dal canto suo ha detto che si sentiva felice e onorata che Ferrara, prima fra tutte le città, avesse deciso di «... onorare il decennale della scomparsa di Franca Rame ponendo in apertura della stagione di Prosa ben 3 eventi, frutto di un progetto coordinato con il Teatro Abbado (ndr. Com'è essere figlio di Dario Fo e Franca Rame, 6 ottobre ore 11, mattina; Coppia aperta quasi spalancata, 6-8 ottobre; Mistero buffo, parti femminili, 7 e 8 ottobre mattina).»
Infine il microfono è passato a Tullio Solenghi e Massimo Lopez e la conferenza stampa è diventata... una improvvisazione scoppiettante come uno spettacolo pirotecnico, ricco di ironia, comicità, aneddotica, con grande divertimento del folto pubblico calorosamente impegnato a sottolineare con applausi la performance dei due celebri attori.
Ecco in sintesi la stagione di prosa 2023-2024: apertura con una tripla dedica a Franca Rame, a 10 anni dalla sua scomparsa, e a Dario Fo. Tre saranno infatti gli spettacoli dedicati a una delle coppie più belle e importanti del Novecento italiano. Il 6 ottobre 20923 (alle 11) inaugura la stagione Jacopo Fo con Com’è essere figlio di Dario Fo e Franca Rame. Il testo, nato per essere un libro, è poi diventato uno spettacolo che raccoglie racconti e ricordi tendenti a rispondere alla domanda che in assoluto è stata fatta più volte allo stesso Jacopo nel corso della sua attività di scrittore, attore e regista.
Dal 6 all’8 ottobre Chiara Francini e Alessandro Federico portano in scena Coppia aperta, quasi spalancata, indimenticabile favola tragicomica di Dario Fo e Franca Rame che racconta cosa vuol dire stare in coppia, e le differenze tra psicologia maschile e femminile.
Il 7 e 8 ottobre, Ferrara ospita poi Mistero Buffo, parti femminili, sempre scritto dai due grandi artisti del teatro italiano. In scena un’attrice di grazia e spessore come Lucia Vasini, considerata, a ragione, una delle eredi naturali della storia teatrale di comicità, narrazione e impegno civile. Per questo omaggio a Franca Rame, messo in scena la prima volta in occasione dei 50 anni di Misero Buffo nel 2019, Jacopo Fo ha scritto ad hoc i prologhi che presentano il racconto della Nascita di Eva e lo storico monologo di Maria alla croce. La tre giorni ferrarese fa parte della rassegna di eventi "Un anno per Franca Rame" promossa dalla Fondazione Dario Fo e Franca Rame per i 10 anni dalla scomparsa di Franca che ricorre il 29 maggio 2023.
Il 10 ottobre Vinicio Capossela porta al Teatro Abbado Con i tasti che ci abbiamo, che, come anticipa il cantautore, andrà «... nell’essenzialità della musica.»
Con lui ci sarà una formazione di musicisti e musiciste, per un repertorio a scaletta libera incentrato sul perno di tredici canzoni.
Dal 10 al 12 novembre il Teatro Abbado accoglie il debutto di Dove eravamo rimasti, il nuovo, attesissimo show di Tullio Solenghi e Massimo Lopez, scritto in collaborazione con Giorgio Cappozzo e con la partecipazione della Jazz Company diretta dal M° Gabriele Comeglio. Prodotto da International Music & Arts, lo spettacolo sarà ospitato in prima nazionale proprio a Ferrara. «Questo nostro nuovo spettacolo - hanno spiegato Lopez e Solenghi - proporrà numeri, sketch, brani musicali, contributi video, con alcuni picchi di comicità come una lectio magistralis di Sgarbi/Lopez, un affettuoso omaggio all’avanspettacolo, l’inedito Renato Zero di Solenghi o il confronto Mattarella/Berlusconi, inseriti nella nostra ormai collaudata dimensione dello Show. La band del maestro Gabriele Comeglio sarà ancora una volta con noi sul palco, irrinunciabile "spalla" della cornice musicale. L'intento è quello di stupire ed emozionare ancora una volta quei meravigliosi "parenti" - ovvero il pubblico, che per loro è come se fosse parte della famiglia - seduti giù in platea.»

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Dall’ 8 al 10 dicembre Simone Cristicchi è Franciscus. Il folle che parlava agli uccelli. Scritto insieme a Simona Orlando. Tra riflessioni, testimonianze personali e canzoni inedite, Simone Cristicchi indaga e racconta il "Santo di tutti": il labile confine tra follia e santità, la ricerca della perfetta letizia, la spiritualità universale, l'utopia necessaria di una nuova umanità che riesca a vivere in armonia con il creato.
Dal 15 al 17 dicembre Alessandro Haber è protagonista di La coscienza di Zeno romanzo di Italo Svevo ironico e di affascinante complessità e attualità, per la regia di Paolo Valerio. Il capolavoro della letteratura del Novecento celebra nel 2023 i cent’anni dalla pubblicazione.
Il 20 dicembre Andrea Pennacchi porta a Ferrara il suo Pojana, un demone, piccolo, non privo di saggezza, che usa la verità per i suoi fini e trova divertenti cose che non lo sono, e che è dentro ognuno di noi.
Il 27 dicembre 2023 è il momento di TUTTORIAL, la guida contromano alla contemporaneità proposto dagli Oblivion che, con il virtuosismo dei loro arrangiamenti e gli effetti sonori più avveniristici, incantati dal richiamo suadente del Metaverso, si proiettano nello spazio-tempo con questo nuovo spettacolo: dalle tendenze musicali del momento alle serie TV più blasonate fino ad arrivare alla satira di costume, alla politica e all’attualità, sarà un viaggio nelle follie e nelle stranezze legate alla civiltà digitale dove ritrovare a sorpresa anche grandi miti del passato in un imprevisto ritorno al futuro.

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Dal 5 al 7 gennaio Monica Guerritore, che ha anche curato regia e adattamento, propone “Ginger e Fred”, capolavoro trasognante di Federico Fellini magistralmente interpretato al cinema da Giulietta Masina e Marcello Mastroianni. A trasporlo sul palcoscenico ci saranno Monica Guerritore e Claudio Casadio, che restituiranno al pubblico la riflessione dolce e malinconica di «due fantasmi che vengono dal buio e nel buio se ne vanno...»
Dal 12 al 14 gennaio 2024 Giacomo Poretti (del trio comico Aldo Giovanni e Giacomo) e Daniela Cristofori sono in scena con Funeral Home. Due anziani, un uomo e una donna, sono seduti nel salotto di una casa funeraria. Sono lì perché il loro migliore amico se ne è andato. L'uomo vorrebbe essere in qualsiasi luogo tranne che in quello e non sopporta l’idea di dover parlare della morte, mentre la donna tratta la cosa come un buon argomento di conversazione.
Dal 19 al 21 gennaio è tempo di Il cacciatore di nazisti con Remo Girone, per la regia e la drammaturgia di Giorgio Gallione. A cavallo tra un avvincente thriller di spionaggio e l’indagine storica, rivissuta con umana partecipazione e un tocco di caustico umorismo ebraico, racconta l’avventurosa vita di Simon Wiesenthal, che dopo essere sopravvissuto a cinque diversi campi di sterminio dedica il resto della sua esistenza a dare la caccia ai responsabili dell’Olocausto.
Dal 2 al 4 febbraio arriva Un curioso accidente di Carlo Goldoni: Gabriele Lavia torna al Teatro Abbado con la divertente commedia degli equivoci scritta nel 1760 e rapidamente diventata una delle più tradotte in lingua straniera. Racconta «... un fatto vero, verissimo, accaduto, molto tempo fa, in Olanda», avverte lo stesso autore, e «... che quantunque vero, parea inverisimile, e tutta la mia maggiore fatica fu di renderlo più credibile, e meno romanzesco.»
Il 9 e 10 febbraio la regista Andrée Ruth Shammah torna a Ferrara, questa volta con lo spettacolo La Maria Brasca di Giovanni Testori, autore di personaggi femminili indimenticabili. Con quest’opera Testori grida al mondo la potenza della passione, l’amore per la vita vissuta fuori da ogni costrizione, convenzione, compromesso. In scena Marina Rocco, Mariella Valentini, Luca Sandri e Filippo Lai.
Il 20 febbraio va in scena Orlando Furioso, scritto e diretto da Roberto Mercadini, affabulatore, autore, attore, scrittore, divulgatore, "poeta parlante". L’opera di Ludovico Ariosto è per Mercadini «...un libro torrenziale, labirintico, cangiante, per certi versi, si potrebbe dire, impossibile da raccontare, ossia impossibile da intrappolare in una narrazione teatrale. Eppure la sfida mi attraeva in modo irresistibile.»
Il 24 e 25 febbraio Geppi Cucciari è Perfetta. L’attrice, infatti, si confronta con l’ultimo monologo teatrale scritto da Mattia Torre, tra i drammaturghi più influenti e attivi nella scena televisiva e teatrale italiana, recentemente scomparso, nel quale si racconta un mese della vita di una donna, scandito dalle quattro fasi del ciclo femminile. Perfetta è un monologo nel quale trovano spazio sferzate di comicità e satira di costume, ma anche riflessioni più amare e profonde, in un delicato tentativo di consapevolezza e di empowerment femminile di cui sembra esserci un grande bisogno nel nostro tempo.
Il 29 febbraio arriva La milonga del fùtbol, intreccio di storie potenti, intrise di romanticismo e italianità, raccontate dalla voce di Federico Buffa. Da Renato Cesarini, funambolo del gol, che scoprì Omar Sivori, talentuoso e irriverente che incantava l’Argentina degli anni ’50 nel pieno del boom economico, a Diego Armando Maradona, el pibe de oro, il più grande di sempre.
Dall’1 al 3 marzo è in cartellone un altro grande classico della letteratura, Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand con l’adattamento e regia di Arturo Cirillo. Tutto parte da uno spettacolo visto a Napoli da ragazzino, con le musiche di Domenico Modugno. Cirillo riporta in scena la vicenda di Cyrano, trentacinque anni dopo, «... accentuandone - come egli racconta - più il lato poetico e visionario e meno quello di uomo di spada ed eroe della retorica, con delle rielaborazioni di quelle musiche, ma anche con elaborazioni di altre musiche, da Édith Piaf a Fiorenzo Carpi.»
Dall’8 al 10 marzo è in scena Assassinio nella cattedrale di Thomas Stearns Eliot. Rappresentato nel 1935, ritrae l'uccisione dell'Arcivescovo Thomas Becket avvenuta dopo un alterco coi cavalieri reali nella Cattedrale di Canterbury nel 1170, durante il regno di Enrico II d’Inghilterra. L'autore si basò in gran parte sugli scritti di Edward Grim, un monaco testimone oculare dell'evento. Regia di Guglielmo Ferro con Moni Ovadia, Marianella Bargilli e cast in via di definizione.
Dal 15 al 17 marzo arriva Amore di Pippo Delbono, un viaggio musicale e lirico attraverso una geografia esterna – oltre al Portogallo, l’Angola, Capo Verde – e una interna, quella delle corde dell’anima che vibrano al minimo colpo della vita.
Dal 12 al 14 aprile è in scena La buona novella di Fabrizio De André con Neri Marcorè (drammaturgia e regia di Giorgio Gallione). Il progetto teatrale su La buona novella (primo concept-album dell’autore genovese che dà voce a molti personaggi) unisce prosa e musica, ed è pensato come una sorta di Sacra Rappresentazione contemporanea che alterna e intreccia le canzoni del cantautore con i brani narrativi tratti dai Vangeli apocrifi cui lo stesso autore si è ispirato.
Dal 26 al 28 aprile Claudio Bisio interpreta La mia vita raccontata male di Francesco Piccolo. Un po’ romanzo di formazione, un po’ biografia divertita e pensosa, un po’ catalogo degli inciampi e dell'allegria del vivere, lo spettacolo segnala che se è vero che ci mettiamo una vita intera a diventare noi stessi, quando guardiamo all'indietro la strada è ben segnalata da una scia di scelte, intuizioni, attimi, folgorazioni e sbagli, spesso tragicomici o paradossali.
Il 3 e 4 maggio è un Delirio a due con il duo Nuzzo-Di Biase. Piccolo capolavoro del Teatro dell'Assurdo, irresistibile scherzo teatrale tipico del miglior Ionesco, in questa commedia domina il paradosso e il grottesco e la perenne, futile, incessante lite tra Lui e Lei, ridicole marionette umane imprigionate nella ragnatela di un ménage familiare annoiato e ripetitivo. La cornice comica e beffarda e il funambolismo verbale fanno trasparire una società che affoga nella tragedia quotidiana e nella sconcertante gratuità dei comportamenti, e dove il linguaggio, invece di essere strumento di comunicazione, è un ostacolo che allontana e divide.
Infine, dal 10 al 12 maggio 2024 Umberto Orsini torna al Teatro Abbado con Le memorie di Ivan Karamazov, regia di Luca Micheletti. Nella ricchezza d’un linguaggio penetrante quanto immediato e dell'avvicendarsi degli stati psicologici d’un personaggio amletico e imprendibile, Orsini è il grande protagonista di un inedito viaggio nell’umana coscienza che non teme di affrontare tabù antichi e moderni (la morte del padre, l’esasperato vitalismo, l’incontro con il diavolo…)
Ivan Karamazov precipita nel suo personale "sottosuolo" dal quale egli compone delle allucinate eppure lucidissime memorie, quarant’anni dopo le vicende del romanzo di Dostoevskij.

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La Biglietteria in Corso Martiri della Libertà 21 è aperta lunedì, martedì, mercoledì, venerdì e sabato (ore 10-13 e 16-19), giovedì mattina (ore 10-13) e domenica (ore 10-13 e 15-17). Nei giorni di programmazione è aperta fino all’inizio dello spettacolo.
Per informazioni e vendite: biglietteria@teatrocomunaleferrara.it  -  tel. 0532.202675
Tutte le altre info su www.teatrocomunaleferrara.it

Crediti fotografici: Fototeca gli Amici della Musica Uncalm
Nella miniatura in alto: Moni Ovadia, che sarà protagonista di Assassinio nella cattedrale l' 8, 9 e 10 marzo 2024
Sotto: il tavolo della conferenza stampa. Da sinistra: Carlo Bergamasco, Moni Ovadia, Marco Gulinelli, Marcello Corvino, Tullio Solenghi, Massimo Lopez e Mattea Fo
Al centro: primo piano per Corvino, Solenghi, Lopez e Mattea Fo
Sotto: ancora Solenghi e Lopez; Alessandro Federico e Chiara Francini; Mattea Fo
In fondo: panoramica sul pubblico presente nel Ridotto





Pubblicato il 10 Marzo 2023
Nel Teatro Alighieri di Ravenna 'Solo the Legend of Quick Change' fa esaurito
Brachetti l' 8 marzo rutilante servizio di Attilia Tartagni

20230310_Ra_00_ArturoBrachetti_Solo_phPaoloRanzaniRAVENNA - Il Teatro Alighieri ha accolto nella sua dorata e storica cornice lo spettacolo "Solo – The Legend of Quick Change", l’ultimo successo di Arturo Brachetti, novanta rutilanti minuti di colpi di scena da fruire tutto d’un fiato, biglietti sold out in pochi giorni.
Classe 1957, fisico asciutto, irriverente e mobile come la creatura di un cartoonist, il sessantacinquenne trasformista fornisce l’ennesima prova di  un talento e di una professionalità che, anziché riposare sugli allori di una carriera quasi quarantennale, si spingono su terreni inespressi aperti dalle  moderne tecnologie.
Quasi a fare concorrenza a Internet dove chiunque si fa regista e interprete di flash visivi fugaci e vuoti, questo funambolico artista padroneggia contesti mutevoli e incalzanti coniugando artigianato e tecnologia.
Arturo Brachetti, lo sappiamo, è  baciato da un sorprendente talento che va dal velocissimo cambio d’abito alla mobilità narrante della pittura con la sabbia, dal teatro delle ombre cinesi agli esercizi di magia e di prestidigitazione, una sequenza ininterrotta di emozioni, evocazioni, allusioni a fatti e a personaggi impressi nell’immaginario collettivo,  tutto finalizzato a stupire, divertire, strappare applausi al pubblico partecipe del teatro. Visione e suono,  ma anche odori, effetti speciali, voli pindarici e non, raggi laser: il reale si confonde con le immagini filmiche, i libri si animano e  Brachetti muta alla velocità della luce confermandosi il più grande trasformista vivente.

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Incalzanti si susseguono i contesti. Le stagioni, mutuate dai  maestri della pittura, il pubblico se le sente addosso nei mulinelli di neve, mentre la pioggia lo punge come l’uomo con l’ombrello di Matisse,  la gioia esplode estiva nei girasoli  di Van Gogh e l’ebbrezza della primavera respira nelle ninfee di Monet, che poi scaturiranno purpuree, reali e inesauribili da un cartoccio che l’artista tiene fra le mani.  Brachetti ha mutuato la sua arte da grandi come Fregoli, ma anche da artigiani della magia spicciola come l’anziano montanaro francese che gli insegnò il trucco della moltiplicazione dei fiori, un’invenzione che sopravvive grazie all’allievo.  Il filo conduttore è la casa  natale, con le fiabe e con i  giochi, con  i timori e con le ansie dell’infanzia, perché in Brachetti convivono passato e presente nel continuo affastellarsi di conquiste, esperienze, incontri. Egli passa ironicamente dal mondo reale a quello dei media divenendo personaggio dei fumetti, delle fiction, del cinema, dello star system e della musica fra vecchi e nuovi trucchi destinati a coinvolgere sempre più lo spettatore e contaminando il teatro con piogge di coriandoli e stelle di luce.  Nella suggestione dello spettacolo c’è una filosofia di vita. Pillole di saggezza su fantomatici bigliettini  voleranno via come farfalle impazzite senza trasformare l’eterno Peter Pan in un uomo maturo. “Facciamo vivere il bambino che è in ognuno di noi” proclama Brachetti, mentre si dona al pubblico a cui intende regalare felicità spingendo l’immaginazione dovunque lo consentano le possibilità umane e tecnologiche e trasformando una serata a teatro in un viaggio di  bellezza e meraviglia.  Vietato fotografare,  come ci ammonisce la voce dell’artista prima dell’inizio, geloso dei suoi segreti, lo spettacolo va goduto dal vivo e annoverato fra le cose buone dell’esistenza. “Solo” nel suo sconfinato talento, Brachetti è accompagnato dall’attore Kevin Michael Moore nel ruolo della sua ombra e da otto collaboratori fra le quinte che appaiono nel finale. La vocazione di Brachetti, il ciuffetto impertinente dritto sulla testa rasata, quasi un redivivo Macario o una creatura di fantasia (ma quanta fatica gli costerà conservare quell’eterna giovinezza), è risvegliare il bambino che è in noi e almeno per una sera c’è riuscito perfettamente.
(la recensione si riferisce allo spettacolo di mercoledì 8 marzo 2023)

Crediti fotografici: Paolo Ranzani per il Teatro Alighieri di Ravenna






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Fin dall'aprirsi del sipario si capisce immediatamente che il regista ha la mano pratica (e convincente) per dare a Giacomo Puccini ciò che è di Puccini: fedeltà al testo dei librettisti Illica e Giacosa e rispetto di quanto il compositore lucchese aveva studiato e realizzato per la sua "opera esotica" scritta tra il 1901 e il 1904; fedeltà al punto da mettere in scena (da parte di Tonon) non l'harakiri di Cio-Cio-San
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