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La partitura del 1874 di Giuseppe Verdi dedicata alla memoria di Manzoni per la prima volta a Livorno |
Requiem salvato dalle voci |
servizio di Simone Tomei |
Pubblicato il 27 Ottobre 2024 |
LIVORNO - Rappresenta un debutto assoluto per il Teatro Goldoni e più in generale per i teatri livornesi l’esecuzione della Messa da Requiem di Giuseppe Verdi, uno dei più grandi e sentiti capolavori del Cigno di Busseto, che fino ad oggi aveva avuto un'unica esecuzione nella città labronica nel 1986 a Villa Mimbelli. È con questo concerto inaugurale quindi, che prende il via la stagione lirica 2024-2025 e mi piace riportare qui un piccolo estratto del comunicato stampa del Teatro a suffragio di questa scelta: «... Oltre alle motivazioni artistiche – dicono dal Goldoni – c’è sembrato quanto mai opportuno aprire la stagione lirica con quest’opera, soprattutto in un periodo come il nostro, segnato da guerre e conflitti sanguinosi: quei fortissimi e ripetuti terribili accenti del “Dies irae” (i Giorni dell’ira) del Giudizio finale che ridurranno “il mondo in cenere”, attraversano con potenza e drammaticità tutta la partitura e sono oggi più che mai un monito su un futuro quanto mai incerto e minaccioso.» Il legame tra Giuseppe Verdi e Alessandro Manzoni non è documentato da molte lettere ma esistono testimonianze che offrono uno sguardo significativo sul rispetto e l'ammirazione che il compositore nutriva per il celebre scrittore. Un esempio eloquente di questo sentimento si concretizza nella dedica della Messa da Requiem che Verdi volle dedicare a Manzoni, una scelta dettata non solo dall'intensità del loro legame spirituale ma anche da una profonda stima intellettuale. Il progetto di un Requiem, per la verità, era germogliato già qualche anno prima, in seguito alla morte di un altro grande della musica italiana: Gioachino Rossini, nel 1868. In quell’occasione, Verdi si era proposto di comporre un'opera corale dedicata al maestro pesarese, un progetto che però non giunse mai a pieno compimento. Tuttavia, fu la scomparsa di Manzoni, nel 1873, a toccare Giuseppe Verdi in maniera così profonda e personale da spingerlo a realizzare questo imponente lavoro per celebrare il poeta e romanziere milanese.
La Messa da Requiem, eseguita per la prima volta a Milano il 22 maggio 1874 nel primo anniversario della morte di Manzoni, è un'opera monumentale in cui traspare tutta l’intensità delle emozioni di Verdi. Ogni movimento e ogni nota sembrano voler comunicare il rispetto, il dolore e la commozione che la scomparsa di Manzoni suscitò nel compositore. In questo lavoro ogni frase musicale racconta una storia di passione e di sentimenti vibranti, trasformando il Requiem in un dialogo intimo e universale insieme, in cui Verdi ha riversato tutte le sfumature del proprio animo e dell’ammirazione verso il letterato. Con la Messa da Requiem, Verdi non celebra solo la memoria di Manzoni, ma riflette sull'esistenza umana, sulla fragilità della vita e sull’inevitabilità della morte, regalandoci un capolavoro che resta una delle vette della musica sacra. «... Vi sono delle nature virtuosissime che hanno bisogno di credere in Dio: altre, ugualmente perfette, che sono felici, non credendo a niente ed osservando solo rigorosamente ogni precetto di severa moralità. Manzoni e Verdi!... Questi due uomini mi fanno pensare, sono per me un vero soggetto di meditazione. Ma le mie imperfezioni e la mia ignoranza mi rendono incapace di sciogliere l’oscuro problema ...» (da una lettera di Giuseppina Strepponi a Clarina Maffei del 3 settembre dello stesso anno, nel quale i nomi di Verdi e Manzoni appaiono associati - tratta da Frank Walker, L’uomo Verdi). Esiste una distinzione profonda tra religiosità e spiritualità, due concetti che spesso vengono confusi ma che possono, invece, divergere notevolmente. Per comporre un'opera come questa è necessario attingere a una dimensione spirituale autentica, che non implica necessariamente un percorso di fede tradizionale o un'adesione al dogma religioso. Questo è evidente anche in un’altra lettera di Giuseppina Strepponi, moglie di Verdi e devota credente, indirizzata al medico veneziano Cesare Vigna. Nella lettera ella riflette sul rapporto tra spiritualità e positivismo, rispondendo proprio a un libro inviatole dal dottor Vigna. Questo scambio epistolare mette in luce il dialogo aperto tra differenti visioni del mondo: da un lato, il positivismo scientifico e razionale di Vigna; dall'altro la sensibilità spirituale della Strepponi, che pur essendo profondamente religiosa, comprende l'approccio laico e spirituale del marito. Questo scritto rivela come la spiritualità possa rappresentare un terreno comune, indipendente dal dogma religioso, capace di unire riflessioni profonde su fede e scienza. «... Verdi è artista, tutti s’accordano nell’accordargli il dono divino del genio; una perla d’onest’uomo, capisce e sente ogni delicato, ed elevato sentimento, con tutto ciò, questo brigante si permette d’essere, non dirò ateo, ma certo poco credente, e ciò con una ostinazione ed una calma da bastonarlo. Io ho un bel parlargli delle meraviglie del cielo, della terra, del mare, etc. etc. Mi ride in faccia e mi gela in mezzo del mio entusiasmo tutto divino col dirmi: siete matti! e sfortunatamente lo dice in buona fede …»
In questa musica risplende una profonda spiritualità, ma c’è molto di più: qui si manifesta il Genio. Ogni nota, intrecciata con la parola in modo magistrale, diventa veicolo di un’immensità che si trasforma in un dono generoso di emozioni, trasmesse attraverso le voci dei protagonisti di questa serata. È un’esperienza che trascende la semplice esecuzione musicale, offrendo al pubblico un viaggio intenso e toccante, in cui l’arte si fa messaggera di sentimenti universali e senza tempo. Le parole sono belle, ma i fatti livornesi da un punto di vista prettamente strumentale, tradiscono quanto la partitura vuole rappresentare. La direzione del M° Eric Lederhandler alla guida dell’Orchestra del Teatro Goldoni sembra aver travisato lo spirito autentico del Requiem. Nonostante la partitura di Verdi esiga un’esecuzione ricca di pathos e sfumature, la scelta di tempi eccessivamente accelerati, le sonorità bandistiche talvolta imprecise - soprattutto nella sezione degli ottoni - e un gesto direttoriale squadrato e impersonale hanno restituito un’esecuzione rigida e meccanica, impoverendo la naturale fluidità espressiva dell’opera. L’approccio di Lederhandler freddo e scandito da un metronomo quasi implacabile ha puntato su dinamiche sonore eccessivamente roboanti, oscurando la tensione drammatica e la profondità emotiva volute da Verdi. I momenti lirici e intimisti, che richiederebbero un tocco delicato e sfumato, sono stati sacrificati in favore di un impeto eccessivo che ha impedito agli interpreti di comunicare appieno l’intensità dei sentimenti. L’esecuzione della Messa da Requiem è avvenuta in un’ora e quindici minuti… mi pare un po’ pochino. Nonostante questi limiti da me riscontrati nell’agogica direttoriale, vengo adesso a dire dei bravi interpreti vocali. Il soprano Marianna Mappa ha messo in luce una vocalità brunita dal timbro robusto e ricco di sfumature, alternando con eleganza accenti poderosi a delicati cammei che hanno conferito all’esecuzione una cifra di finezza ed espressività. L’altra voce femminile, il mezzosoprano Irene Molinari, si è messa in luce per un’interpretazione di spessore affrontando con cura le complesse pagine a lei affidate; ottimo è stato anche l’equilibrio nei brani d’insieme, dando prova di grande sensibilità nel dialogo musicale con gli altri interpreti. Particolarmente riusciti il "Liber scriptus", in cui ha brillato per potenza espressiva, e il sublime "Recordare", dove la fusione delle due voci femminili ha generato una preghiera musicale di rara dolcezza e profondità emotiva. Il tenore Raffaele Tassone si è distinto per una freschezza vocale notevole e un’eccezionale capacità di adattamento alle sfumature richieste dalla partitura. Nel celebre e impegnativo "Ingemisco" ha saputo passare con agilità da momenti di grande intensità a passaggi più eterei e riflessivi, mostrando padronanza tecnica e sensibilità interpretativa. Di grande rilievo l’approccio musicale del basso Yongheng Dong che ha dimostrato di possedere una vocalità di ragguardevole timbro e potente proiezione. Fiore all’occhiello della sua interpretazione è stato il fraseggio nobile ed elegante che gli ha permesso di affrontare con sicurezza sia le note più impervie quanto i passaggi nell’avello del registro grave. Il suo bel legato e la capacità di interagire con sensibilità con gli altri artisti hanno conferito alla sua esecuzione una signorilità espressiva emersa in ogni momento musicale. Il Coro del Teatro Goldoni preparato e diretto dal M° Maurizio Preziosi - in una formazione rinforzata per l’occasione - ha offerto una prestazione di tutto rispetto, caratterizzata da precisione e compattezza musicale. La qualità della preparazione si è rivelata evidente in ogni intervento corale, ma l’equilibrio complessivo è stato a tratti compromesso da un’orchestra troppo sonora e poco attenta alle esigenze delle voci che ha finito spesso per vanificare parte degli sforzi corali. Nonostante queste difficoltà il Coro ha mantenuto una buona quadratura musicale, confermando la validità del lavoro di studio svolto. Teatro abbastanza gremito ma non affollato; il pubblico ha chiamato più volte i protagonisti alla ribalta con applausi sentiti. (La recensione si riferisce al concerto di sabato 26 ottobre 2024)
Crediti fotografici: Foto Team Bizzi per il Teatro Goldoni di Livorno Nella miniatura in alto: il direttore Eric Lederhandler Al centro e sotto in sequenza: panoramiche su soli orchestra e coro
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Parliamone
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Un Flauto davvero magico
intervento di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Ci vuole coraggio per aprire una stagione lirica di buon prestigio quale quella del Teatro Comunale "Claudio Abbado" con un capolavoro come Die Zauberflöte (Il flauto magico) di Mozart affidando i ruoli principali a giovani cantanti, allievi del corso di perfezionamento tenuto dal maestro Leone Magiera proprio a Ferrara: vero è che si tratta di promettenti artisti, selezionati a suo tempo dopo un vasto giro di audizioni, e inseriti in un’attività triennale che è stata sia di formazione che di produzione; il risultato lo si è visto venerdì sera, 6 dicembre 2024: un risultato che ha confermato una notevole crescita professionale di questi giovani. La testimonianza più probatoria del risultato è data dagli applausi a scena aperta e dalle ovazioni finali che tutti si sono meritati; un'accoglienza calorosissima del pubblico che gremiva il Teatro Abbado fino all'esaurito (sold out, si dice oggi con un inglesismo entrato nella prassi). Il che significa che il coraggio può essere addotto quando la sostanza ha fondamento dentro delle potenzialità fondamentali.
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Personaggi
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E il Regio si prende Battistoni
redatto da Athos Tromboni FREE
TORINO - «Il Teatro Regio di Torino è lieto di annunciare la nomina di Andrea Battistoni a Direttore musicale, un momento fondamentale per il Teatro e il suo futuro. Battistoni, figura di spicco nel panorama musicale internazionale, entrerà in carica ufficialmente dal 1° gennaio 2025, con un mandato che abbraccerà le prossime due Stagioni.» È la
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Echi dal Territorio
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Torna il Comitato per i Grandi Maestri
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Il Comitato per i Grandi Maestri fondato e diretto dal prof. Gianluca La Villa, dopo un periodo di pausa, riprenderà nel 2025 l'attività con una serie di appuntamenti musicali principalmente a Ferrara, nel salone nobile di Palazzo Roverella (Circolo dei Negozianti), ma anche a Lucca, nella Chiesa dei Servi. Si tratta di cinque concerti
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Vocale
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Vissi d'arte. Vissi per Maria
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Non è facile evocare il mito di Maria Callas portando in scena uno spettacolo che la racconta, senza sporcare o comunque pasticciare impropriamente i contenuti di quella che fu la vita turbinosa e la virtù artistica della grande cantante. Ci hanno provato i componenti del trio Ensemble Musica Civica con Dino De Palma (violino), Luciano
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Eventi
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La stagione sinfonica 2025 dei felsinei
redatto da Athos Tromboni FREE
BOLOGNA - Ventuno concerti costituiscono l’ampia e variegata offerta sinfonica, che caratterizza la stagione 2025 del Teatro Comunale di Bologna, in programma dal 12 gennaio all’11 dicembre 2025 all’Auditorium Manzoni, alle 20.30 nei giorni feriali e alle 17.30 la domenica. Sono ben 20 gli appuntamenti in abbonamento, che spaziano dal
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Opera dal Nord-Est
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La Traviata dello sballo
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TRIESTE - Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”. La Traviata, che ha aperto la stagione lirica del Verdi, denota subito un tratto lampante della regia di Arnaud Bernard: l’evidenziare in maniera sguaiata la licenziosità dei costumi. Di fatto parliamo di una mantenuta che, se anche moralmente riscattata nel finale da Alfredo, come pure dal padre di lui,
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Opera dal Nord-Ovest
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Don Pasquale č un vaudeville
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BERGAMO - La sorpresa più lieta, arrivando a teatro per la "prima" del Don Pasquale del Festival Donizetti 2024, è stata che abbiam trovato disponibile un libretto (anzi, un libro) a stampa come succedeva nei migliori anni del secondo Novecento e come non succede quasi più in nessun teatro, specie se di provincia. Il libretto (anzi, il libro) contiene
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Opera dall Estero
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Madama Butterfly ciak si gira
servizio di Ramón Jacques FREE
LOS ANGELES (USA), Dorothy Chandler Pavilion - Il mese di settembre segna l'inizio di quasi tutte le stagioni dei teatri d'opera americani, e la Los Angeles Opera, uno dei teatri più importanti del Paese, che propone un'interessante offerta di titoli, ha inaugurato il proprio ciclo con la già celebrata e apprezzata Madama Butterfly di Giacomo Puccini
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Requiem salvato dalle voci
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Il paradigma č un cavallo
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PARMA - Nel 1849 Giuseppe Verdi presenta a Roma La Battaglia di Legnano, un'opera in quattro atti con libretto di Salvatore Cammarano. Ambientata nel 1176, durante la celebre battaglia in cui la Lega Lombarda sconfisse l'imperatore Federico Barbarossa, l'opera va oltre la semplice rievocazione storica, riflettendo profondamente
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Miracolo al soglio di sor Giacomo
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TORRE DEL LAGO (LU) - È l’avvocato Fabrizio Miracolo il nuovo presidente della Fondazione Festival Pucciniano nominato dal sindaco di Viareggio, Giorgio Del Ghingaro, alla guida della stessa Fondazione; il neo presidente si dice «... profondamente onorato per la fiducia ricevuta dal primo cittadino. È un incarico – ha poi proseguito – che rappresenta
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Appunti dal Festival Verdi
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PARMA - Era il 10 ottobre 1813 quando, alle Roncole di Busseto, Luigia Uttini diede alla luce Giuseppe Fortunino Francesco Verdi, colui che, citando Gabriele D’Annunzio, avrebbe dato voce alla speranza e ai lutti, pianto e amato per tutti. Tradizione vuole dunque che, nell’ambito del Festival Verdi di Parma e Busseto, il decimo giorno del
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Opera dall Estero
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Ballo in maschera di stelle
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SAN FRANCISCO (USA), War Memorial Opera House - Ci sono alcune opere liriche che hanno un legame o un significato speciale con alcuni teatri, e una di queste è Un Ballo in Maschera di Giuseppe Verdi con la San Francisco Opera, titolo scelto dalla compagnia per avviare la nuova stagione, la 102 ̊ della propria storia. Quest'opera verdiana ebbe
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Giro di vite diversamente fatto
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GENOVA - Due teatri genovesi, il Nazionale ed il Carlo Felice, hanno avuto un’idea innovativa e affascinante per l’apertura della nuova stagione 2024-2025, proponendo un duplice spettacolo che unisce prosa e opera, presentato al Teatro Ivo Chiesa. È la prima volta in Italia che il pubblico può assistere a un dittico in cui viene messo in scena lo
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Spiegato il cartellone col concertone
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FERRARA - È stata presentata ieri la nuova stagione 2024/2025 di Opera e Danza del Teatro Comunale "Claudio Abbado": sono 14 i titoli in programma al via il 19 novembre prossimo con lo spettacolo performativo Vissi d'arte. Vissi per Maria dedicato e incentrato sulla figura della divina Maria Callas. Otto spettacoli saranno realizzati dal Teatro
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AREZZO - Si è “consumata” nel Teatro Petrarca della città toscana una lodevole iniziativa locale che ha portato alla messinscena di un capolavoro pucciniano facente parte del celeberrimo Trittico: il Gianni Schicchi. L’iniziativa ha annoverato due aspetti interessanti e particolari. In primis nel cast erano presenti molti talenti del progetto di
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VIGARANO MAINARDA (FE) - La programmazione autunno-vernina del Gruppo dei 10 riparte dallo Spirito di Vigarano Mainarda con l'ormai classico appuntamento di Tutte le direzioni in Fall. Gli otto eventi, che si svolgeranno da venerdì 11 ottobre a giovedì 26 dicembre 2024, sono stati presentati alla stampa e ai soci del Gruppo dei 10 oggi
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Il Filarmonico 2025 inizia con Salieri
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VERONA - Il giornalista e critico musicale Alberto Mattioli è stato il mattatore della presentazione della stagione lirica e sinfonica 2025 del Teatro Filarmonico, Arena di Verona. La conferenza stampa, aperta al pubblico, si è tenuta oggi nella Sala Maffeiana dello stesso teatro veronese e Mattioli ha raccontato storia e aneddoti legati ai titoli d'opera
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Ferrara in Jazz si comincia...
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FERRARA - La 26.esima edizione di Ferrara in Jazz è stata presentata oggi nella Sala dell'Arengo del Municipio dal presidente del Jazz Club, Federico D'Anneo, dal direttore artistico Francesco Bettini, dall'Assessore alla cultura del Comune di Ferrara, Marco Gulinelli, e dalla direttrice del Conservatorio di Musica "Girolamo Frescobaldi", Annamaria
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FERRARA - Il Teatro Comunale "Claudio Abbado" ha inaugurato il Festival di danza contemporanea con una prima esecuzione mondiale dello spettacolo Puccini's Opera - Voci di donne realizzato dalla coreografa e regista Monica Casadei con la sua Compagnia Artemis Danza di Parma. Nell'ambito della giornata dedicata a
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La solita bella Cenerentola
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FIRENZE - È tornata in scena al Teatro del Maggio Fiorentino La Cenerentola di Gioachino Rossini nell’ormai storico allestimento della regista Manu Lalli, scene di Roberta Lazzeri, costumi di Gianna Poli e luci di Vincenzo Apicella riprese da Valerio Tiberi. Ho parlato di questa mise-en-scene in due precedenti visioni del 2017 e 2018 alle quali vi rimando
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Cavalleria e Schicchi buon cast mala regia
servizio di Simone Tomei FREE
LIVORNO - Il Festival Mascagni di Livorno 2024 si è chiuso con la rappresentazione delle opere Cavalleria rusticana e Gianni Schicchi, portando sul palco due compositori toscani di spicco: Pietro Mascagni e Giacomo Puccini. Per quale motivo si è scelto di accostare due opere così distanti tra loro? Lo spiega il direttore artistico del Festival, Marco Voleri
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