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Diari dei Cronisti
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Il 31 marzo 1990 Claudio Abbado portō i Berliner Philharmoniker a Ferrara e fu un evento storico |
30 anni e non li dimostra |
Athos Tromboni |
Pubblicato il 31 Marzo 2020 |
FERRARA - Io c'ero. È così che si dice per solennizzare un momento storico? Per nobilitare sé stessi di fronte ad un avvenimento storico? Per vanità che affiora e mette in primo piano l'io narrante nel contesto di un appuntamento storico? Sì, è così che si dice. Perché non c'è modo migliore di dirlo. Ebbene sì, io c'ero! Certo, il ritorno in Italia, a Ferrara, dei Berliner Philharmoniker è stato, per il mondo della musica "forte" o "classica" che dir si voglia, un fatto storico. La famosa orchestra tedesca, la più importante del mondo, in perenne competizione artistica con i Wiener Philharmoniker per il primato della "migliore", avendo scelto Ferrara anziché i palcoscenici della Scala, o di Santa Cecilia in Roma, o del Maggio Musicale Fiorentino, o della Fenice di Venezia, o del Teatro di San Carlo di Napoli, originava un fatto che sembrava incredibile, inconcepibile. Ma nel Teatro Comunale della città estense il chefdirigent (letteralmete primo direttore) dei Berliner, Claudio Abbado, era fondatore e presidente onorario dell'Associazione Ferrara Musica; ed era diventato da meno di un anno anche il primo direttore dei Berliner, dopo sua maestà Herbert von Karajan. E la competizione "Berliner vs Wiener" pur non dichiarata, era più che mai presente nella pancia dei melomani italiani ed europei, ma (direi) di tutto il mondo occidentale e orientale, Asia compresa. Berlino vs Vienna. La cultura musicale viva e attiva della capitale tedesca vs la cultura viva e attiva della capitale austriaca. Del resto se Abbado portava i Berliner a Ferrara, Riccardo Muti avrebbe portato i Wiener Philharmoniker a Ravenna, nel festivalone creato e gestito da sua moglie, Cristina Mazzavillani.
Allora ecco il fatto storico per il mondo della musica "forte": la provincia italiana comincia sfidare le capitali italiane della musica. E batte un colpo. Furono anni, quelli dell'ultimo decennio del secolo scorso, ricchi di effervescenza ed entusiasmi per tutti i melomani della provincia. Ferrara, per chi vive qui e non lo ricordasse, oltre alla neonata Associazione Ferrara Musica e al Teatro Comunale (oggi Teatro "Claudio Abbado") aveva un festival estivo di eccellenza, Aterforum, con concerti dislocati nei palazzi storici, medievali e rinascimentali della città.
Aterforum andò avanti con qualche interruzione fino al 2008, poi fu soppresso. Ma quando vennero i Berliner, Aterforum era una chicca che poche città italiane avrebbero potuto vantare: fra i personaggi di statura mondiale del concertismo riportati alla conoscenza diffusa e popolare da Aterforum ne cito uno solo: Glenn Gould, omaggio postumo a uno dei più grandi pianisti di tutti i tempi. E fra i compositori contemporanei offerti al giudizio delle masse ne cito due: John Cage e Morton Feldman. Poi i minimalisti, tutti i più importanti, novità assoluta per l'epoca. Questo era il quadro della Ferrara anni '90. Roba da suscitare le più struggenti nostalgie, non solo perché all'epoca avevo (avevamo) trent'anni di meno, ma soprattutto perché fu una stagione che (all'occhio della ragion critica di oggi) si è dimostrata inimitabile e irripetibile. Le belle cose perdute che mi hanno (ci hanno) arricchito la vita e che ora sono dentro il deposito, anzi nello scrigno, dei ricordi. Non scrivo, qui, io, la cronistoria di quel concerto dei Berliner a Ferrara. Accolgo nel mio diario il comunicato stampa dell'Associazione Ferrara Musica, diffuso oggi. Eccolo:
«Sono passati trent'anni da quel 31 marzo 1990, quando Claudio Abbado e i Berliner Philharmoniker tennero al Teatro Comunale di Ferrara uno storico concerto, che segnò il ritorno in Italia di quella che era ed è tuttora considerata l'orchestra più importante del mondo. Va ricordato che nell'anno precedente, il 1989, il grande direttore milanese e fondatore di Ferrara Musica era stato eletto a succedere a Herbert von Karajan sul podio dei Berliner, e questa nomina aveva acceso ancora di più l'interesse del pubblico e della critica italiani nei suoi confronti. L'evento, che portò Ferrara alla ribalta della cronaca nazionale, tenne banco per diversi mesi sui giornali, scatenando un'incredibile caccia al biglietto, assegni con importo in bianco inviati in biglietteria, code sotto i portici di Corso Martiri della Libertà, l’organizzazione di proiezioni in diretta nel maxi schermo allestito in Piazza Trento e Trieste e in alcuni cinema del centro. Quella sera erano presenti, tra gli altri, Raoul Gardini, Giorgio Napolitano e Francesco Cossiga; il concerto venne ripreso dalla Rai e c'erano a "coprire" l'avvenimento tutti i più importanti quotidiani nazionali. Per l’occasione venne acquistata grazie al contributo dell’Unione Industriali di Ferrara ed installata, la camera acustica che tuttora è in dotazione e in uso al Teatro Comunale. Il concerto del 1990 divenne storico perché fu il primo di diversi tenuti da Claudio Abbado e dai Berliner Philharmoniker a Ferrara, nell'ambito di un percorso musicale ben preciso che si chiarì e si sviluppò negli anni successivi. Quella sera vennero eseguiti sei brani dall'Opera 6 di Anton Webern, la Sinfonia n.8 "Incompiuta" di Franz Schubert e la Settima Sinfonia di Ludwig van Beethoven. Ferrara Musica ricorda quel concerto con alcune delle straordinarie immagini che il fotografo Marco Caselli Nirmal scattò allora e che ha estratto per l'occasione dal suo archivio.»
Io c'ero. Ricordo l'emozione grande di tutti noi giornalisti nel palco al secondo ordine del Teatro Comunale, ma direi di tutto il pubblico, quando il presidene della Repubblica, Francesco Cossiga, scese dal palco centrale del Prefetto e delle autorità locali e si avviò a stringere la mano a Claudio Abbado e al primo violino dei Berliner. E ricordo le ovazioni del pubblico, cosa mai vista prima a Ferrara da me, giornalista e critico musicale della testata locale per la quale ho fatto servizi e scritto recensioni per 27 anni ininterrottamente (La Nuova Ferrara). Ricordo la pioggia di fiori dal loggione. Ricordo le code interminabili di chi si metteva in fila all'ingresso del botteghino fin dalle 4 del mattino, perché allora non c'era la possibilità di acquistare i biglietti in internet: e noi cronisti della cultura e della cronaca, io, Mauro Alvoni, Alessandro Taverna, Giorgio Chiappini, come gli altri colleghi della testata concorrente (il Resto del Carlino-Carlino Ferrara) in fila anche noi dalle prime luci del mattino, non per il biglietto d'ingresso, ma per intervistare chi stava facendo la fila per l'acquisto del biglietto.
Io non feci la recensione di quel concerto dei Berliner Philharmoniker, perché al Teatro Comunale seguivo l'opera lirica e a volte anche il balletto classico e la danza: la recensione per la nostra testata la fece Alessandro Taverna e credo che ancora oggi quello sia uno degli scritti dove Alessandro ha toccato l'assoluto. Quel servizio del mio collega, cioè l'assoluto, stimolò ancor di più in me lo spirito di emulazione/competizione nello scrivere di musica: io e Alessandro; io vs Alessandro... due colleghi della stessa testata, solidali; ma anche galli nel pollaio. Tempi memorabili, quelli: il ricordo, come il concerto, compie 30 anni e non li dimostra. Ebbene sì, io c'ero!
Crediti fotografici: Marco Caselli Nirmal per Ferrara Musica/Teatro Comunale di Ferrara Nella miniatura in alto: il maestro Claudio Abbado Sotto: Abbado sul podio dei Berliner Philharmoniker a Ferrara il 31 marzo 1990 Al centro: l'on. Giorgio Napolitano e il presidente Francesco Cossiga In fondo: Piazza Trento e Trieste a Ferrara dove fu allestito il maxischermo per la diretta
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