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Le due opere ''newyorkesi'' di Giacomo Puccini in scena con successo nel Teatro Alighieri di Ravenna |
Il dittico del Trittico |
servizio di Attilia Tartagni |
Pubblicato il 06 Febbraio 2020 |
RAVENNA - Il Puccini del Trittico su versi di Giovachino Forzano, che debuttò a New York nel 2018, non è quello di Bohème o di Tosca dove imperano le grandi arie espansive: per i più, questo, è un Puccini minore; ma per i musicologi è un Puccini di maggior respiro europeo. Al Teatro Alighieri il 31 gennaio e il 2 febbraio 2020, di quel Trittico, sono andati in scena Suor Angelica orientata verso il mondo sonoro di Debussy , musica fluida e tempo sospeso, e Gianni Schicchi che risente del fenomeno Stravinskij nel ritmo frenetico e nella satirica caratterizzazione dei personaggi.
Dunque due atmosfere completamente diverse e una sola aria di grande popolarità, “Oh mio babbino caro” dello Schicchi, modulata dalla deliziosa Francesca Longari nei panni di Lauretta. Entrambe le opere sono assai affollate: nella prima si impone la forma corale della comunità religiosa; nella seconda una schiera di probabili eredi, del tutto incuranti del morto, si agitano per entrare in possesso dei suoi beni terreni. Le due storie si collocano lontano nel tempo: la prima in un convento senese di fine Seicento, la seconda nella lussuosa residenza fiorentina di Buoso Donati nel 1299 in un episodio riportato da Dante Alighieri nella prima cantica della Divina Commedia. Il finale registico porta Gianni Schicchi, ottimamente interpretato dal baritono Marcello Rosiello, dopo avere truffato gli ingordi parenti a beneficio proprio, della figlia Lauretta e del suo fidanzato Rinuccio, a interpellare il pubblico fuori dal sipario: «… Per questa bizzarria / m’han cacciato all’inferno e così sia; ma, con licenza del gran padre Dante / se stasera vi siete divertiti /concedemi voi…… / l’attenuante!» Il regista Denis Krief, creatore anche di costumi e luci, ha ideato un’unica ambientazione sbilenca e asettica con poche variabili riconducibili al convento e alla casa lussuosa fiorentina, tutto sommato accettabile. Ciò che non è accettabile sono i costumi da film realista post-seconda guerra mondiale che invocano un’attualità impossibile per le due vicende, estremamente caratterizzate dal tempo e dallo spazio. Suor Angelica, come la monaca di manzoniana memoria per motivi ereditari, viene obbligata dai parenti ad accettare la vita monastica per avere concepito un bimbo fuori del matrimonio: la sua unica ragione di vita, nell’inevitabile perdita di identità dei sistemi comunitari, è coltivare piante illudendosi che un giorno rivedrà il proprio amatissimo figlio, ma l’implacabile Zia Principessa (la legnosa e incisiva Isabel De Paoli, che nel secondo cameo è Zita la Vecchia) arriva in convento per spogliarla di ogni bene residuo e per portarle la notizia che il bambino è morto di una grave malattia. Senza più alcuna ragione di sopravvivenza, Angelica si avvelena con le sue stesse erbe, salvo, spaventata, chiedere alla Signora Celeste di perdonarla, cosa che la Madonna farà, ricongiungendola con suo figlio morto, come si evince dal libretto e non certo dalla regia di Krief. Puccini aveva una sorella suora e dunque del convento conosceva bene le dinamiche che ha tradotto ottimamente in musica. Ma è evidente che una vicenda come questa non può essere assoggettata a trasposizioni temporali. Lode alla musica dalla partitura fluida, che in un crescendo inesorabile, sfocia nella commozione empatica per il dramma profondamente femminile.
Gianni Schicchi, quanto ad avidità parentale, potrebbe collocarsi tranquillamente in qualsiasi tempo e particolarmente nella contemporaneità. Allora perché, fra tanti esagitati in abiti contemporanei, Ser Amantio di Nicolao, notaro, si presenta imparruccato di bianco e imbalsamato in un abito da damerino del Milletrecento? Daniel Krief è un regista di fama internazionale che afferma: «Le regie non si spiegano, si guardano !»... con ciò rivendicando un potere che al regista non compete, quello dello spaesamento del pubblico trascinato lontano nel tempo e nello spazio.
Certo i sentimenti umani non sono cambiati o almeno non lo sono al punto di rendere incomprensibile quello che parole, musica e azioni raccontano. La mancanza dei sovratitoli non ha aiutato il pubblico, purtroppo non tutto collegato con lo smartphone alla piattaforma informatica Lyri per il testo. L’Orchestra di Toscana, diretta dal M° Marco Guidarini con appassionata partecipazione, ha certamente valorizzato le partiture, purtroppo sovrastando spesso il cantato almeno per quanto concerne la mia postazione. Una schiera di bravi interpreti ha omaggiato le due facce di Puccini, in Suor Angelica dando rilievo assoluto al canto, in Gianni Schicchi puntando più sul ritmo frenetico della recitazione (tanti interpreti maschili, nessuno particolarmente brillante, escluso Schicchi/Rosiello). Ottima la performance del Coro Ars Lyrica diretto da Elena Pierini, sostenuto dal Coro ravennate di voci bianche Ludus Vocalis diretto da Elisabetta Agostini.
La Suor Angelica di Alida Berti è stata appropriata e coinvolgente, affiancata fra l’altro dai soprani Antonella Biondo, Consuelo Gilardoni e Francesca Longari, brave nel cambio di passo fra un’opera e l’altra, in questo nuovo allestimento del Teatro Lirico di Cagliari in coproduzione con il Teatro del Giglio di Lucca e Teatro Alighieri di Ravenna e in collaborazione con il Maggio Musicale Fiorentino dove interpretazione musicale e canora sono stati i punti di forza.
Crediti fotografici: Filippo Brancoli Pantera per il Teatro Alighieri di Ravenna Nella miniatura in alto e al centro: il soprano Alida Berti (Suor Angelica) da sola; e con Isabel De Paoli (Zia Principessa) Sotto: il baritono Marcello Rosiello (Gianni Schicchi) in una panoramica con tutto il cast
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Il Turco conquista Rovigo
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ROVIGO - Una sorta di "esegesi" aveva preceduto l'andata in scena di Il turco in Italia, libretto di Felice Romani musica di Gioachino Rossini; e l'interprete critico della verità rivelata era stato il regista Roberto Catalano che aveva comunicato in una nota di regia che «... la necessità è stata quella di intercettare nel ruolo di Fiorilla il tratto universale di un'umanità vittima di stimoli costanti, per cercare di dare al suo personaggio non l'eccezione dell'essere umano "guasto" che va aggiustato, ma quella di una vittima perfetta sulla cui fragilità è possibile lucrare. Ecco perché in questa drammaturgia il personaggio del Poeta (Prosdocimo, ndr) a caccia della sua storia "sfruttando" le vite degli altri, vestirà i panni di un creativo senza scrupoli ...» Ci sarà riuscito il regista, nel Teatro Sociale di Rovigo, a dimostrare questa sua "esegesi"? O tutto è rimasto sulla carta, come sua e personale testimonianza d'intenti e basta? Oggi, nelle regie cosiddette moderne, il capovolgimento del paradigma è ormai una costante
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Eventi
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Opera dall Estero
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LUCCA – Al Teatro del Giglio approda con grande apprezzamento del pubblico la versione bresciana di Madama Butterfly di Giacomo Puccini (datata 28 maggio 1904) dopo che il clamoroso fiasco del Teatro alla Scala di qualche mese prima, indusse il compositore a rimettere le mani sulla partitura. La scelta dell’adattamento bresciano per il Teatro del
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Jazz Pop Rock Etno
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Jazz e altro allo Spirito
redatto da Athos Tromboni FREE
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Jazz Pop Rock Etno
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Jazz Club Ferrara 45 concerti
redatto da Athos Tromboni FREE
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Un Barbiere un po' cosė...
servizio di Simone Tomei FREE
LUCCA - Il Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini si veste di attualità, attraverso una lettura piuttosto singolare, ma non del tutto dissonante dalle intenzioni musicali e librettistiche, nell’allestimento andato in scena al Teatro del Giglio di Lucca con la firma registica di Luigi De Angelis che ha curato anche scene e luci. In un condominio stile Le Courboisier
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Opera dal Nord-Est
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La Bohčme dei ponteggi
servizio di Athos Tromboni FREE
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Eventi
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Ecco la stagione 2024 del Filarmonico
redatto da Athos Tromboni FREE
VERONA - Teatro Filarmonico: dal 21 gennaio al 31 dicembre 2024, sono in programma 5 opere e 10 concerti sinfonici, con grandi interpreti internazionali. Attesissimo il ritorno del balletto, in scena anche nella sera di San Silvestro. Sarà - inoltre - l’anno delle prime assolute e dei grandi omaggi: il 2024 porterà sul palcoscenico del Filarmonico
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