PIACENZA - Aprile 2020. Nel corso di un pomeriggio domenicale, mentre cerco di godere di qualche timido raggio di sole in questi giorni di “quarantena”, scambio alcuni messaggi con il mezzosoprano Anna Maria Chiuri. Visto che la conversazione si protrae e diventa ben più corposa di un semplice scambio di saluti e amenità, optiamo per una prosecuzione telefonica. Siamo due fiumi in piena – del tutto normale per dei ciacoloni come noi – e alla fine, di comune accordo, decidiamo di rendervi partecipi di questa conversazione, i cui contenuti spaziano dalla musica all’arte, dalle gioie alle sofferenze, dalle emozioni di vita vissuta in una modalità alla quale non eravamo abituati fino a un’iniziativa culturale di cui la stessa Anna Maria mi ha messo a conoscenza.
Come si è adattato il tuo vivere dopo oltre un mese di “reclusione”?
Un artista, solitamente, considera il Teatro la propria casa. Noi viviamo la maggior parte del nostro tempo “reclusi volontariamente” in sala prove oppure in palcoscenico, dove proviamo e costruiamo il nostro prossimo spettacolo. Non siamo soli, ma viviamo una situazione di promiscuità obbligata che ci piace. Adesso, invece, siamo soli davvero. Quando siamo soli vogliamo stare con gli altri e quando siamo con gli altri vogliamo stare soli... In fondo, gli esseri umani sono un po’ tutti così no? Oppure siamo tutti artisti.
Tu abiti a Piacenza, zona una limitrofa al comune di Codogno, primo focolaio italiano: che conseguenze ha prodotto questa vicinanza?
Piacenza è un capoluogo di provincia, situato sul fiume Po all’estremità nord-occidentale dell’Emilia Romagna e collegata alla Lombardia da quatto ponti (due ferroviari e due stradali). Ho sempre amato la geografia: spiega molte cose senza essere polemica.
La nostra città soffre ancora molto a causa del virus. Codogno dista solo dodici chilometri e fra i due territori c’è da sempre continuo scambio: lavoratori e studenti pendolari arrivavano ogni giorno da quella che poi è diventata la zona rossa. Quando l’ospedale di Codogno non ha potuto più supportare a pieno la situazione ricoveri, il nucleo di raccolta dei casi è passato a Piacenza. Tutto ciò è accaduto molto velocemente, purtroppo. Quindi, a tutti gli effetti, eravamo anche noi zona rossa. Ancora oggi abbiamo il più alto numero di decessi giornalieri.
L’Emilia Romagna e in particolare la tua provincia sono state colpite ferocemente da questa pandemia. Perché non si avverte un’eco mediatica così insistente, come succede invece per le zone lombarde?
Non credo sia facile gestire le notizie in questo periodo. In un primo momento c’è stata una corsa allo sdrammatizzare: la paura fa paura. Milano è il capoluogo lombardo ma anche la capitale economica italiana: vi confluiscono persone da tutto il mondo grazie sia a due grandi aeroporti internazionali, sia agli snodi ferroviari e autostradali. C’è tutto un hinterland attivo ed in continuo movimento e Piacenza gli gravita attorno. Forse troppe emergenze e priorità hanno messo in ombra situazioni che poi sono state dimenticate.
In che modo la città e le Istituzioni locali hanno affrontato la situazione?
Le istituzioni si sono mobilitate subito e hanno seguito le direttive del governo e della provincia. Il nostro sindaco Patrizia Barbieri è rimasta contagiata dal virus, ma, dopo qualche giorno di isolamento totale, ha ripreso a lavorare in quarantena e non si è mai fermata. Anche l’Ospedale Guglielmo da Saliceto non si è mai risparmiato ed è ancora in allarme attivo.
Tu sei piacentina d’adozione: che carattere ha il Piacentino doc?
Vivo a Piacenza da 1993. I piacentini sono persone discrete: vivono in una città sontuosa, bella ma non appariscente. Sono laboriosi e non sono esibizionisti. Per qualcuno Piacenza è una “città poco rumorosa e vivibile”, complici la piccola dimensione e la vicinanza alla campagna. Il fascino di Piacenza è legato alla “posizione di confine”: un po’ ligure, molto lombarda, ma anche emiliana. Io sono nata sul confine, in Alto Adige: forse “la gente di confine” si somiglia.
Il tuo ricordo più drammatico di questi giorni?
Il suono continuo delle sirene, giorno e notte.
E quello più bello?
Non posso dire di avere un ricordo bello. Forse il silenzio quando gli intervalli fra una sirena e l’altra si sono allungati.
Domenica 26 aprile 2020 alle ore 18, nella Basilica Minore di Santa Maria di Campagna a Piacenza, terrai un “Concerto per Piacenza” assieme all’organista piacentino Federico Perotti. Che valenza avrà l’evento?
Sarà un concerto per la città: per i piacentini che sono reclusi in casa e per quelli che non si sono mai fermati un attimo. Per coloro che fanno i turni negli ospedali e per coloro che guidano le ambulanze. Per la Croce Rossa e per la Protezione Civile. Per chi ha viaggiato (Piacenza è uno snodo importante per il trasporto su strada) per rifornire i supermercati, per le forze dell'ordine, per i corrieri che non si sono bloccati neppure la domenica e per i volontari che hanno portato la spesa agli anziani. Per tutti coloro che hanno fede. Per coloro che credono nell’uomo e lo rispettano. Per quelli che, di mestiere, devono decidere per il bene di tutti.
Sarà un momento di breve pausa da tutto, per dare alle persone la possibilità di godere quanto di bello e rassicurante ci può essere nell’arte e nella musica: un tempo per trovare noi stessi e per perderci nello stesso momento.
Proprio in relazione a questo evento, ti domando: che ruolo ha un Artista lirico in questi momenti di isolamento e di chiusura totale di ogni attività culturale?
Un artista deve poter e saper gettare un seme nel cuore degli altri, non importa se attecchisce o meno. Il mio intento è solo “il dono”, affinché ciascuno possa coltivare un piccolo spazio di speranza.
Dove nasce l’idea di questo momento di musica?
Ho pensato che il primo luogo scenico del teatro musicale medievale è stato la Chiesa. Durante le funzioni religiose, si cominciarono a mettere in scena i passi del Vangelo commentati dal sacerdote.
Giuseppe Verdi disse: “Tornate all’antico, sarà un progresso.” Adesso più che mai abbiamo bisogno di andare avanti senza dimenticare chi siamo stati.
Con che spirito affronti questa iniziativa?
Sono felice di poter donare qualcosa che amo fare e che mi ha dato tanto. Il mio hashtag è: #felicediesserealmondo: nulla di sdolcinato o melodrammatico per carità. Speriamo sia contagioso, nel senso più positivo del termine.
Come sarà organizzata la serata dal punto di vista tecnico?
Il concerto sarà in diretta streaming accompagnato da immagini sia della Basilica con i suoi capolavori, sia di Piacenza e dei suoi luoghi più belli... per noi piacentini e per chiunque vorrà seguirci.
Tutto questo con l’aiuto di Cravedi Produzione Immagini, società che si occupa di produzione di filmati e servizi fotografici nel campo del giornalismo e della comunicazione; questa società fu fondata nel 1990 da Prospero Cravedi (storico fotografo di Piacenza e mio caro amico) con i figli Gianni ed Ettore. La città vuota sarà un’attrice davvero unica ed eccezionale.
Che programma verrà eseguito?
Il programma è di musica sacra. Inizia con «Virgam virtutis tuae emittet Dominus ex Sion» (Lo scettro del tuo potere stende il Signore da Sion) dal Dixit Dominus di Georg Friedrich Händel. Poi passa a Johann Sebastian Bach con due brani tratti dal Magnificat: «Et exultavit spiritus meus in Deo salutari meo» (E il mio Spirito esulta in Dio mio salvatore) e «Quia respexit humilitatem ancillae suae» (Perché ha guardato all’umiltà della sua serva). Quindi Federico Perotti proporrà la Sonata K 262 di Domenico Scarlatti.
Seguiranno altri tre pezzi vocali: «Queste lagrime e sospiri» di Alessandro Stradella (dall’Oratorio di San Giovanni Battista), «Piango, gemo» di Antonio Vivaldi (Cantata RV 675) e «Laudate Dominum» di Wolfgang Amadeus Mozart (Vesperae Solennes de Confessore).
All’organo verrà successivamente eseguita la Sonata in Re maggiore di Padre Davide da Bergamo. Poi sarà la volta di «Eja Mater» e di «Fac ut portem» (dallo Stabat Mater di Giovanni Battista Pergolesi) e dell’«Agnus Dei», dalla Petite Messe Solennelle di Gioachino Rossini.
A seguire, la Sonata all’organo per l’Offertorio di Vincenzo Antonio Petrali.
Il concerto finirà con le note di Giuseppe Verdi: l’Aria da Camera «Deh, pietoso, oh Addolorata» e «Liber scriptus» dal Requiem.
Anche lo strumento ha una sua importanza peculiare.
Per rispondere a questa domanda, ho chiesto lumi a Federico Perotti (colui che mi accompagnerà all’organo), che mi ha fatto dono di questo suo intervento:
«L’organo di Santa Maria di Campagna è uno degli strumenti Serassi più importanti oggi conservati; e lo è per la sua concezione e progettazione, fatta da padre Davide da Bergamo. Gli organi a canne da sempre riflettono la cultura e la società in cui si trovano. Così il Serassi di Santa Maria di Campagna, costruito nel 1825.
È un organo pieno di varietà timbrica e di colori sgargianti, che imitano le orchestre rossiniane e verdiane. L’opera non solo si trovava nei teatri, ma, attraverso gli organi, poteva essere suonata anche in Chiesa. In quegli anni la musica sacra assorbiva sempre di più il linguaggio della musica operistica. Padre Davide da Bergamo, compagno di studi di Donizetti, fu sicuramente il più famoso compositore di musica per questo tipo di strumenti e di repertorio. Si trattava di una vera star: durante alcune celebrazioni in cui il frate suonava l’organo, fuori dalla Basilica si trovavano i gendarmi, che bloccavano la folla accorsa per ascoltarlo.»
Un augurio per la tua città e per il mondo.
Piacenza è una bella signora di 2.238 anni, “Primogenita d’Italia” grazie al plebiscito del 1858, tramite il quale chiese l’annessione al nascente Regno italico. Piacenza ha donne in posizioni di responsabilità, tra cui vorrei ricordare nuovamente il nostro sindaco Patrizia Barbieri.
I piacentini sono profondamente legati alla città e al territorio e, in questo momento storico, si sono rimboccati le maniche e hanno lavorato sodo senza ricevere alcun aiuto. Personalmente, non voglio augurare nulla di preciso… forse la cosa migliore del futuro è che arriva solo un giorno alla volta.
Non resta dunque che attendere domenica 26 aprile 2020 alle ore 18.00 per assaporare attimi di armonie musicali e intime riflessioni assieme ad Anna Maria Chiuri e Federico Perotti, che sapranno regalarci un’oasi serena in cui cullare il nostro Spirito.
Tutti potremo assistere collegandoci alla seguente pagina facebook:
https://www.facebook.com/succedeapiacenza/
Buon ascolto e un grande in bocca al lupo ai due artisti.
Crediti fotografici: foto fornite dall'Artista
Nella miniatura in alto: il mezzosoprano Anna Maria Chiuri
Al centro in sequenza: panoramiche di Piacenza con il sindaco Patrizia Barbieri; e dell'interno della Basilica Minore di Santa Maria di Campagna. All'organo Federico Perotti
Sotto: la locandina dell'evento culturale