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L'opera di Luigi Dallapiccola al Maggio Musicale. Poi i Quattro pezzi sacri di Verdi |
Appunti su Il Prigioniero |
servizio di Simone Tomei |
Pubblicato il 20 Giugno 2018 |
FIRENZE - Nel cartellone dell'ottantunesimo Maggio Musicale Fiorentino hanno trovato albergo due titoli apparentemente distanti dal punto di vista musicale, ma decisamente entusiasmanti e diventati affini per l’originalità dell’approccio: Il Prigioniero di Luigi Dallapiccola ed I quattro pezzi sacri di Giuseppe Verdi. Il primo rappresenta quella categoria di lavori teatrali del secolo scorso in cui c'è la dissociazione tra musica e dramma in un teatro a forti tinte tragiche e personalmente sofferto, con un linguaggio musicale estremamente aggiornato per il periodo storico in cui è stato composto e denso di significato tradotto attraverso un simbolismo acuto e lungimirante. Il Prigioniero è l'opera più sofferta del compositore in cui viene tradotto il patimento vissuto in tutta la vita; dalle incomprensioni e ostilità sopportate dopo il suo trasferimento a Firenze, che non riuscirono a far mutare la direzione del suo pensiero musicale e umanistico, alle vicende storiche della guerra dove "... uno sguardo alle date è già di per sé eloquente. È l'estate del 1939 quando il compositore s'imbatte a Parigi nel racconto La torture par l'espérance, uno dei Contes cruels di Auguste de Villiers de l'Isle Adam: ne resta impressionato e, nel viaggio di ritorno, comincia a riflettere sul suggerimento ricevuto dalla moglie Laura di ricavarne un lavoro teatrale. Il precipitare degli eventi ritarda l'attuazione del progetto ma non la sua necessità: un primo abbozzo del libretto, scritto dal compositore stesso, è pronto alla fine del 1943; la stesura della musica comincia nel 1944, l'anno stesso che vedrà la liberazione di Firenze, dove il musicista vive da più di vent'anni, e la nascita di sua figlia Anna Libera. «Erano gli anni - scrive Dallapiccola - in cui l'Europa, da tempo circondata da filo spinato, con ritmo ognora crescente si riduceva a un ammasso di rovine... " (Sergio Sablich). Un componimento che fa della dodecafonia, parola ancora ignorata dai musicisti italiani del tempo e che si prestava a volgari storpiature, la ragione portante che riesce a restituire quell'unità drammatica e drammaturgica che "... è garantita dalla severa disciplina dodecafonica, basata non soltanto sulle nervature interne del contrappunto ma anche sulle rispondenze intervallari della serie, costruite in modo da consentire la massima ampiezza della gamma espressiva, fino a inglobare le tensioni del canto. Tra le varie "costellazioni dodecafoniche" che sostanziano la partitura un rilievo particolare assume il ricorrente segnale di morte costituito dai tre accordi iniziali: un gesto di pretta efficacia drammatica, che si imprime nella memoria con la forza immediata di un appello simbolico. Dal primo di questi accordi deriva la serie fondamentale dell'opera, quella che lo stesso Dallapiccola individua come «serie della preghiera» e che accompagna le fasi della vicenda, affiancata dalle serie della «speranza» e della «libertà». Un altro motivo, anch'esso collegato ai tre accordi iniziali, simboleggia «Roelandt», la campana di Gand, e lo si ritrova pertanto sia nella seconda scena sia nell'ultima, al culmine dell'esaltazione per la libertà illusoriamente intravista. Queste indicazioni del compositore rivelano un trattamento tematico ben caratterizzato nonostante il tessuto assai complesso delle elaborazioni e delle derivazioni, che si spingono non solo a tollerare bensì a richiedere scoperte relazioni tonali. Un esempio estremo di questa tendenza a risolvere con figure musicalmente pregnanti i nodi drammaturgici che vi sono sottesi si ha nell'inciso motivico che scolpisce la parola «fratello», vera chiave dell'opera, in modo affatto emozionante, indimenticabile: ogni suo ritorno sembra condensare in una formula magica quasi sottratta al divenire dell'azione l'ansia di libertà del Prigioniero, in una cosmica richiesta di appartenenza che rappresenta forse l'anelito più autentico nel suo cammino verso la speranza. Alle parole di solitudine che avevano aperto l'opera e che la chiudono, e all'interrogativo che la sospende senza risolvere, si oppone come un controcanto polifonico, anche nei momenti dell'illusione, la fede nella preghiera, con il richiamo della trascendenza. Ed è su queste parole che il dubbio del Prigioniero si placa, prima che la morte lo ghermisca: «Signore, aiutami a camminare. Così lunga è la via che mi pare di non poterla finire. Signore, aiutami a salire»" (Sergio Sablich).
 
Ubi major, minor cessat; cercare di comprendere appieno questo capolavoro del '900 non è stato facile e riportare qualche frase delle mie letture preparatorie l'ho ritenuto il miglior modo per cercare di rendere al meglio giustizia ad un compositore ancor troppo poco conosciuto ed eseguito la cui musica ascolto dopo ascolto regala delle superbe e corroboranti emozioni proprio come la visione di questo titolo all'interno del Festival del Maggio Musicale Fiorentino. Tengo a precisare che il mio resoconto è riferito alla prova generale del 17 giugno 2018 cui ho assistito per gentile permesso del Teatro del Maggio essendo impossibilitato a farlo nelle serate previste dal cartellone. Sono rimasto letteralmente colpito dalla lettura del regista e coreografo Virgilio Sieni coadiuvato per scene e costumi da Giulia Bonaldi e alle luci da Mattia Bagnoli; una lettura che ha fatto parlare oltre la musica e le parole anche i corpi degli straordinari componenti della Compagnia Virgilio Sieni che qui vale la pena di menzionare per intero: Jari Boldrini, Ramona Caia, Nicola Simone Cisternino, Lorenzo De Simone, Lucia Guarino, Maurizio Giunti, Maya Oliva, Andrea Palumbo, Asia Pucci, Sara Sguotti. Corpi che parlano, che reagiscono al suono, alle parole, ai silenzi; corpi che esaltano la sofferenza e la amplificano talora ristorandola, talora intensificandola; la lettura in una visione cristica del personaggio eponimo mi ha catapultato nelle Sacre Scritture e nell'epilogo della passione di Gesù Cristo; la parola “Fratello” pronunciata dal carceriere – in realtà l'Inquisitore mascherato – che sembra dare apparente sollievo e fiducia al Prigioniero, mi ha riportato a quel senso di illusione e di speranza – nel Vangelo letta come debolezza – del Cristo che nell'Orto dei Getsemani prega affinché il Padre possa allontanare da lui quel calice amaro. Scenicamente la storia si dipana in maniera circolare su due piani: il primo – Prologo della Madre – con una visione di “rassegnata speranza” esaltata da un velo divisorio per mezzo del quale si compongono delle immagini fatte di luci nebulose e spettri che ritorneranno alla fine nella quarta scena dove andranno ad assumere la destinazione finale del Prigioniero: ossia la sua “libertà" - che in realtà non è altro che la morte -; nelle scene intermedie invece il tutto si concretizza in uno spazio tendenzialmente vuoto in cui "parlano" soprattutto i corpi e a livello scenico vediamo solo l'apparire di un muro che rappresenta il cammino verso quella “libertà”; l'uomo lo usa come sostegno ed appoggio nel suo viaggio e ad ogni passo questo muro a contatto con il suo corpo si colora di rosso, di quel sangue che sgorga dalle ferite del condannato; una visione che impressiona, che scuote e che può essere efficacemente didascalizzata con le parole dello stesso regista.
 

Dice infatti Sieni:"... Il Prigioniero apre una voragine che è anche mappa emozionale dell’uomo davanti alla tragedia. Il tempo diviene giudice di un gesto luminoso quale la speranza, affossandola per volere degli uomini. L’uomo sopraffà l’uomo e in questo spazio indicibile si assiste all’annientamento di un corpo, allo schiacciamento dell’anima. In questo Prigioniero si addensano le storie infinite di altri esseri umani, l’uno addossato all’altro, così come nel prigioniero flagellato - sostenuto nei suoi inciampi da una speranza di pura luce e attratto da un bagliore che lo trascina verso la morte come un satellite in balia delle forze gravitazionali del cosmo - o come nell’ultimo cammino di tanti uomini verso la costruzione della propria bara. Ho pensato che in quest’adiacenza di carne si potesse intuire, nonostante tutto, la bellezza dell’ultimo gesto, il paradosso emozionale dove il gesto e la figura rappresentano il crocevia di un vuoto tragico...".
 
Artisti di grande livello hanno saputo integrarsi e reagire alle forti "provocazioni" registiche in maniera sublime; nel ruolo eponimo il baritono Levent Bakirci ha sapientemente delineato sia con il fisico che con la voce il personaggio nella sua totalità; il canto si è fatto preghiera, lamento, speranza, disperazione con una partecipazione emotiva che mi ha coinvolto intensamente; ha modulato con la voce tutte le emozioni mettendo in risalto l'eleganza di un fraseggio seppur discontinuo come richiesto dalla partitura, ma anche la capacità di saper gestire con fermezza i difficili intervalli musicali non perdendo mai di vista l'obiettivo drammaturgico e le esigenze sceniche in cui ha saputo mirabilmente amalgamarsi offendo il suo corpo alla compagnia di danzatori che lo hanno fatto esprimere in maniera molto suggestiva e realistica di pari passo con la voce.

 
La madre, interpretata dal mezzosoprano Annamaria Chiuri, porta il titolo della prima scena dove diventa assoluta protagonista; il suo corpo quasi raffigurante una Maria Egiziaca, si muove spasmodicamente guidata dalle ombre sognate che rappresentano "presagi incombenti"; la sua figura come dice lo stesso Sieni è "...figura primordiale, “ghianda” di gesti fondativi, una madre dall’animo stanco e avvolta dai suoi capelli come la Maria Maddalena di Donatello e quella di Desiderio da Settignano..."; e queste nebulose immaginate sono vissute assieme ad un suo doppio che la bracca passo passo e la fa muovere nella direzione voluta; un'altra lei che le avvolge il corpo con gesti ascetici, tragici nel loro definirsi con pesantezza e al tempo stesso con lucidità; l'impegno vocale non è da meno per tradurre tanta sostanza emozionale; gli intervalli portano alla terza battuta ad un salto impervio al Si naturale in piena voce sotto una gamma orchestrale piuttosto consistente ed il dialogo con se stessa cresce misura dopo misura di pathos emozionale fino ad arrivare alla “Ballata” del prologo in cui si delineano, attraverso l'appropriato uso di intervalli – semitoni e terze minori –, i presagi femminili e materni di ciò che accadrà al figlio; il testo musicale riporta all'inizio l'indicazione di affidare questo ruolo ad un soprano drammatico; ecco che l'eleganza, la vocalità e l'esperienza dell'interprete hanno fatto sì che la sua corda mezzosopranile abbia saputo affrontare con quel piglio drammatico e feroce le impervie note; l'uniformità vocale di questa grande interprete ha fatto sì che in tutta la grande estensione del ruolo ogni nota trovasse quella giusta messa a fuoco, corretta intonazione e quella precisione ritmica da attagliarsi appieno alla scrittura musicale e alle esigenze sceniche. Voce molto interessante e precisa anche quella del tenore John Daszak nel doppio ruolo di Carceriere ed Inquisitore; squillo notevole e grande duttilità per le esigenze di partitura. A completamento del cast Primo sacerdote Antonio Garés e Secondo sacerdote Adriano Gramigni. Grande protagonista è stato infine il Coro del Teatro fiorentino diretto e preparato come sempre dal M° Lorenzo Fratini; in questo primo componimento il suo ruolo è relegato a personaggio fuori scena con funzione direi quasi liturgica cui sono affidati i due intermezzi ed il finale concertato con il Grande Inquisitore ed il protagonista; la precisione stilistica del Coro è stata un fiore all'occhiello di questa produzione in cui è emerso in tutta la sua professionalità e con una cura particolare dei colori e delle intenzioni. La direzione del M° Michael Boder si è perfettamente inserita in questo contesto così corroborante e coinvolgente ed è riuscita ad amalgamare appieno le esigenze del palcoscenico con quelle della buca orchestrale che si avvale di numerosi mezzi tecnici; così scrive Massimo Venuti ne “Il Teatro di Dallapiccola”: "... l'impiego di un organico esteso è compiuto solo in funzione dell'apertura verso la possibilità, cioè della non preclusione a certi mezzi che l'espressività impone. Se la disponibilità di tali elementi esiste, allora appare necessario che il senso della dosatura e della scelta coerente e consapevole sia fondamentale per non cadere nell'effetto, ovvero nella quantità e nella materialità del suono. Questa lucidità dell'impiego dei mezzi che continuamente evita il facile effettismo è perfettamente presente in Dallapiccola, e qui ancor più che in Volo di notte; il senso del colore infatti, pur essendo usato secondo nature strumentali sempre variate è comunque compiuto organicamente, non sorprende o aggredisce mai l'orecchio: è, insomma, coerente.." e coerente è stato l'uso che Boder ne ha fatto rispettando musica, strumentisti e palcoscenico. La seconda parte del concerto ha visto in campo ancora il complesso corale del Maggio che con grande eleganza e preparazione ha affrontato il componimento estremo del Cigno di Busseto. I Quattro Pezzi Sacri si sono succeduti intervallati ed accompagnati da una coreografia sempre curata da Virgilio Sieni e realizzata dalla compagnia eponima in cui i danzatori, truccati a mo' di uomini di terracotta hanno fatto da preludio e accompagnamento ad ogni singolo brano mettendo in evidenza gli aspetti della nostra società malata e povera; sul palcoscenico ci sono oggetti del quotidiano: un uomo che cerca da mangiare nei cassonetti dell’immondizia simbolo di una povertà materiale, un gommone simbolo dell'uomo in fuga, un triciclo, simbolo di una fanciullezza violata dalla guerra; uomini di terracotta, fragili e vulnerabili in questo mondo dove "... fermando i corpi nell’immagine della terracotta rinascimentale di Niccolò dell’Arca, così come appare nel Compianto di Cristo morto, ogni scena si sospende in un tempo che non è mai accaduto ma è sempre. Lo spazio è racchiuso in un fazzoletto e torna in mente La zattera della medusa di Théodore Géricault. Corpi vicini, a volte ammassati e sovrapposti, corpi, deboli, fragili, stremati..." Vorrei qui riproporvi per finire un altro pensiero di Sieni di cui una personale sintesi potrebbe far perdere il significato profondo che porta in sé: "... Nell’Ave Maria una donna anziana è colta nel momento in cui, ricurva su se stessa, raccoglie dei frutti per terra in un mercato appena sgomberato e tutt’intorno le presenze si levano a un momento di fragilità e umiltà del gesto. Lo Stabat Mater mostra dei naufraghi sorretti dai loro compagni: due grandi travi (come nella quarta scena de Il Prigioniero) danno misura a ogni passaggio del quadro, diventando il luogo di un groviglio tragico. Una sospensione che si origina dal ricordo dell’affresco aretino di Piero della Francesca La Regina di Saba in adorazione del sacro legno nel ciclo Storia della Vera Croce. Laudi alla Vergine include il rannicchiamento doloroso di donne e uomini in somma liturgia di fronte ai corpi perduti. Nel Te Deum infine la morte; l’azione è marcata da alcuni oggetti che vediamo nelle tragedie quotidiane, fatti che avvengono nei nostri mari o nell’esplosione di bombe in terre anch’esse vicine (tricicli, passeggini, palle, gommoni), giochi e oggetti che riguardano i bambini e che marcano inesorabilmente lo scorrere di questo quadro.

Un quadro della nostra vita e del mondo che ci circonda; un quadro, anzi più quadri, per riflettere e per cercare anche attraverso la bellezza ed il ristoro della musica di migliorare noi stessi e per diventare portatori di quella "pace" che non è solo assenza di guerra, ma una pace dell'animo, del cuore e delle intenzioni che avvolga l'umanità in un abbraccio tanto silente quanto assordante ed al contempo ristoratore, per porre le basi di un domani migliore più altruista e soprattuto più giusto. E per aiutarci in questo la musica con il canto del Coro ed i suoni dell'Orchestra del Maggio amalgamati dal direttore Michael Boder hanno sicuramente contribuito nell'intento affrontando queste pagine con partecipate intenzioni e con la ricerca di bellezza e di pura emozione nel suono; una sola parola: eccellenti. Queste sono state le “emozioni” in un afoso pomeriggio di giugno.
Crediti fotografici: Ufficio stampa del Maggio Musicale Fiorentino - Teatro dell'Opera di Firenze Nella miniatura in alto: il direttore Michael Boder
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Rigoletto adesso è un clown
intervento di Ramón Jacques FREE
LOS ANGELES (Usa), Dorothy Chandler Pavilion 12 giugno 2025 - È impossibile essere amanti della musica e rimanere indifferenti al piacere di ascoltare le note di Rigoletto dal vivo in un teatro. Sebbene non sia trascorso molto tempo dalla sua ultima rappresentazione al Dorothy Chandler Pavillion, sede della compagnia di Los Angeles "LA Opera" (l'ultimo Rigoletto andò in scena nel 2018), non si tratta di un titolo rappresentato con frequenza in questo luogo. Le uniche altre produzioni degne di nota sono state quelle delle stagioni 1993, 2000 e 2010. Quest’opera in tre atti, con musica di Giuseppe Verdi (1813-1901) e libretto di Francesco Maria Piave, è tratta da "Le roi s’amuse" di Victor Hugo. Considerata uno dei primi capolavori del periodo centrale del compositore, Rigoletto si scontrò con la censura austriaca che controllava i teatri dell’Italia settentrionale al momento della sua prima rappresentazione alla Fenice di Venezia dove ebbe la sua prima assoluta l’11 marzo 1851. Ironia della sorte, le ragioni della sua censura
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Opera dal Nord-Est
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Blue Traviata in Arena
servizio di Angela Bosetto FREE
VERONA – “È spenta!” Quando la tonante voce di Giorgi Manoshvili risuona nell’Arena, segnando il termine della prima Traviata stagionale, si viene quasi colti da un senso di sorpresa. Per quanto chiunque frequenti il teatro lirico conosca a menadito il libretto di Francesco Maria Piave, è inevitabile chiedersi da quanto tempo non si assisteva
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Opera dal Centro-Nord
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Matrimonio in camera da letto
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - L'allestimento di Il matrimonio segreto di Domenico Cimarosa su libretto di Giovanni Bertati ha chiuso la stagione d'opera del Teatro Comunale "Claudio Abbado" con un vero successo di pubblico: sia per la presenza di tanti spettatori in platea e nei palchi, sia per il calore con cui è stata salutata la recita a fine serata. La produzione era il
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Opera dal Nord-Est
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Tosca sugli spalti di San Giusto
servizio di Rossana Poletti FREE
TRIESTE – Castello di San Giusto. Non è l’Arena di Verona e men che meno Castel Sant’Angelo, ma gli spalti di San Giusto, le pietre antiche che contornano il grande piazzale delle Milizie, suscitano nella Tosca di Giacomo Puccini, in scena a Trieste, il senso di incombenza del pericolo, della morte che la musica del grande compositore regala al pubblico,
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Echi dal Territorio
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Torna la rassegna Tutte le Direzioni Estate
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Torna l'estate e, come ogni anno, torna anche la programmazione "balneare" del Gruppo dei 10: Tutte le direzioni in summertime 2025, la canonica rassegna estiva conterà quest'anno sei appuntamenti, dal 6 luglio al 12 settembre che si svolgeranno per due concerti nella consolidata location del Bar Ragno di Comacchio in via Cavour 1
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Opera dal Nord-Est
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Candide da Voltaire a Bernstein
servizio di Rossana Poletti (13 giugno 2025) FREE
TRIESTE - Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”. Per quale motivo Leonard Bernstein scelse il romanzo filosofico “Candide” di Voltaire per scrivere un’opera che lo proiettasse nel mondo lirico? Il primo motivo è certamente la questione politica. Nel dopoguerra l’America è dominata dal Maccartismo (un po’ come oggi dal trumpismo, ma guarda
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Opera dall Estero
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L'Incoronazione di Poppea piace
servizio di Ramón Jacques FREE
BOGOTÁ (Colombia), Teatro Mayor Julio Mario Santo Domingo - L’Incoronazione di Poppea (SV 308) è l’ultima composizione operistica di Claudio Monteverdi (1567–1643), autore italiano a cui si attribuisce il merito di aver contribuito alla nascita dell’opera lirica. La sua lunga carriera, che lo vide impegnato come direttore di coro (fu maestro di cappella
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Opera dall Estero
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Tannhäuser torna a Houston
servizio di Ramón Jacques FREE
HOUSTON (USA) - Grand Opera. Wortham Theatre Center. La Houston Grand Opera ha concluso con successo un’altra stagione con Tannhäuser, un’opera in tre atti con musica e libretto in tedesco di Richard Wagner (1813-1883). Come la maggior parte delle sue opere, Tannhäuser trae ispirazione da leggende medievali tedesche. La quinta opera
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Opera dal Centro-Nord
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Der junge Lord ovvero l'antitesi
servizio di Simone Tomei FREE
FIRENZE - In occasione dell'87° Festival del Maggio Musicale Fiorentino, abbiamo avuto l'opportunità di immergerci nell'intrigante universo di Der junge Lord, un'opera in due atti che porta la firma di Hans Werner Henze. Composta su libretto di Ingeborg Bachmann, liberamente ispirato alla novella di Wilhelm Hauff Der Affe als Mensch ("La scimmia come
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Eventi
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Festival Puccini 2025 e... 2026
servizio di Athos Tromboni FREE
TORRE DEL LAGO (LU) - Nel rinnovato e suggestivo giardino della Villa Puccini sulle rive del Lago di Massaciuccoli, accolti da Patrizia Mavilla, direttrice della Fondazione "Simonetta Puccini", si è tenuta la presentazione del 71° Festival Puccini che inaugurerà la stagione il 18 luglio 2025 con Tosca, per concludersi il 6 settembre con Manon Lescaut.
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Opera dal Nord-Ovest
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Carmen delle parole e delle note
servizio di Simone Tomei FREE
GENOVA – Con Carmen di Georges Bizet, l’Opera Carlo Felice di Genova ha proseguito la sua Stagione Lirica 2024-2025 mandando in scena l’ottavo titolo in cartellone. Opéra-comique in quattro atti, su libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy tratto dalla novella di Prosper Mérimée, Carmen è tra i titoli più celebri e popolari dell’intero repertorio
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Opera dall Estero
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Giulio Cesare a Berkeley
servizio di Ramón Jacques FREE
BERKELEY (California, USA), Zellerbach Hall - Nel corso della tournée annuale negli Stati Uniti dell’ensemble inglese The English Concert, è stata eseguita con grande successo l’opera seria in tre atti Giulio Cesare in Egitto, HWV 17 di George Friedrich Händel (1685-1759). La rappresentazione si inserisce nel prestigioso ciclo Cal Performances di danza,
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Vocale
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La Veneziani e la Messa K.427
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Il settantesimo anniversario dell'Accademia Corale "Vittore Veneziani" si è celebrato in queste settimane con diverse iniziative che hanno coinvolto la corale stessa e, naturalmente, la città. E in tutte le circostanze la città (artisti locali, istituzioni e pubblico) ha manifestato la propria simpatia verso "la Veneziani" come viene chiamata
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Opera dal Centro-Nord
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Giselle around Le Villi
servizio di Simone Tomei FREE
LUCCA - Sabato 17 maggio 2025, il Teatro del Giglio ha chiuso la sua stagione lirica con la prima nazionale di Giselle around Le Villi, un evento che ha trasceso la semplice rappresentazione per divenire un'operazione artistica di profonda risonanza. Non un mero spettacolo, ma una narrazione avvincente che ha saputo intessere due capolavori apparentemente
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Opera dal Nord-Est
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Enkbath grande Rigoletto
servizio di Rossana Poletti FREE
TRIESTE - Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”. E’ stato un Rigoletto come non lo si vedeva da anni, quello andato in scena al Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste. Un cast eccezionale ha animato il palcoscenico del debutto. Daniel Oren ha diretto l’Orchestra del Verdi con straordinaria maestria, attento a tutte le sfumature della splendida musica del
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Classica
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Zangiev/Gadijev accoppiata vincente
servizio di Nicola Barsanti FREE
FIRENZE - Due opere monumentali della musica russa, lontane nel linguaggio ma accomunate da una tensione emotiva profonda, si incontrano in un’unica serata: il Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 di Sergej Prokof’ev e la Sesta sinfonia di Pëtr Il’ič Tchaikovsky, la celebre Patetica. Da un lato, un’esplosione di energia, una scrittura virtuosistica al
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Classica
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Ferrara Musica nuova Stagione
redatto da Athos Tromboni FREE
FERRARA - Presentata la Stagione 2025/2026 di Ferrara Musica: sono quattordici gli appuntamenti con le migliori orchestre italiane e internazionali, guidate da grandi direttori, tra i quali spiccano il nome di Sir Antonio Pappano sul podio della Chamber Orchestra of Europe e quello di Michele Mariotti alla guida della Filarmonica della
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Nuove Musiche
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Torna miXXer
FREE
FERRARA - Il Festival miXXer, ideato e organizzato dal Conservatorio "Girolamo Frescobaldi" di Ferrara, giunge alla XVIII edizione e avrà luogo il 15, 16 e 17 maggio 2025 presso Palazzo Naselli Crispi, Ridotto del Teatro Comunale, giardino di Palazzo Giulio D’Este, Torrione Jazz Club, Pinacoteca Nazionale di Ferrara e loggiato di Palazzo dei
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Eventi
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Il nuovo cartellone del Regio
redatto da Simone Tomei FREE
TORINO - Il Teatro Regio di Torino si prepara a inaugurare una stagione 2025/2026 ricca di appuntamenti imperdibili, all'insegna di un rinnovato slancio artistico e culturale. Dieci titoli operistici, che spaziano dalle vette del repertorio classico a gemme preziose del Novecento, quattro nuove produzioni che promettono di lasciare
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Opera dal Centro-Nord
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Un Falstaff maturo e autoritario
servizio di Simone Tomei FREE
LIVORNO - Con Falstaff, ultimo capolavoro di Giuseppe Verdi, si è conclusa la stagione lirica 2024-25 del Teatro Goldoni, regalando ai livornesi un ritorno atteso da più di un secolo. L’opera, infatti, era stata rappresentata nella città toscana soltanto una volta in oltre cento anni. La messinscena è frutto di una prestigiosa collaborazione
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Echi dal Territorio
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Vivaldi e il mandolino
servizio di Edoardo Farina FREE
FERRARA - La programmazione invernale 2024/primaverile 2025 di “Ferrara Musica al Ridotto” - Giovani interpreti e rare occasioni d’ascolto attraverso l’organizzazione artistica di Dario Favretti autore anche delle varie ed esaustive note di sala allegate a ogni concerto della domenica mattina presso la sala Stemma del Teatro Comunale “Claudio
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Echi dal Territorio
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Garcia e i cantanti del Frescobaldi
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Voluto dalla direttrice del Conservatorio "Girolamo Frescobaldi", Annamaria Maggese, e realizzato dai docenti Alessandro Patalini, Marina De Liso, Manolo Da Rold, Monica Benvenuti e Susanna Guerrini, si è svolto ieri nel Ridotto del Teatro Comunale "Claudio Abbado" un concerto sotto il titolo “Manuel Garcia 1775-2025, due secoli e mezzo
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Opera dall Estero
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Ainadamar a Los Angeles
servizio di Ramón Jacques FREE
LOS ANGELES (USA), Dorothy Chandler Pavilion - Ainadamar, opera prima in tre atti e tre scene composta dal compositore argentino Osvaldo Golijov (nato nel 1960), è uno dei titoli in programma nella stagione in corso della Los Angeles Opera che si concluderà a giugno con una produzione di Rigoletto e i recital del tenore Joshua Guerrero
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Personaggi
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Parla Leone Magiera
redatto da Athos Tromboni FREE
FERRARA - Quasi duecento giovani cantanti lirici provenienti da tutto il mondo stanno partecipando, in più giorni, alle audizioni presso il Teatro Comunale "Claudio Abbado" di Ferrara per le nuove produzioni liriche rossiniane di La Cenerentola e Il barbiere di Siviglia, in programma nelle prossime stagioni d'Opera del teatro ferrarese. Vogliono mettere
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Opera dall Estero
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Così fan tutte alti e bassi
servizio di Ramón Jacques FREE
LOS ANGELES CA, USA, Dorothy Chandler Pavilion - Le nuove e più dinamiche programmazioni dei teatri americani, che si concentrano sulla messa in scena di opere contemporanee, prevalentemente di compositori americani e di alcuni stranieri (il prossimo titolo in programma sarà Ainadamar del compositore argentino Osvaldo Golijov - 1960), nonché di
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Classica
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Saccon Génot ritorno a Ferrara
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Pubblico come sempre numeroso nel salone d'onore del Circolo Negozianti in Palazzo Roverella, ieri, vigilia di Pasqua, per il secondo concerto cameristico promosso dal Comitato per i Grandi Maestri fondato e diretto da Gianluca La Villa. Dopo i saluti del presidente del sodalizio, Paolo Orsatti, sono entrati i due cameristi già conosciuti e
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Opera dal Nord-Ovest
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Danae di rara opulenza
servizio di Simone Tomei FREE
GENOVA - In un panorama operistico spesso dominato da titoli consolidati, emerge con prepotente originalità la produzione di Die Liebe der Danae, Op. 83 di Richard Strauss al Teatro Carlo Felice di Genova. Quest'opera, lungi dall'essere un mero reperto archeologico, si rivela un'esplorazione complessa e affascinante delle dicotomie umane, incastonata
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Opera dal Nord-Ovest
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Dama scolpita dalla luce
servizio di Simone Tomei FREE
TORINO - Il Teatro Regio ha riportato in scena La dama di picche di Pëtr Il'ič Chajkovskij, in una nuova coproduzione con la Deutsche Oper di Berlino. L'opera si è rivelata un'autentica descente aux enfers, un'immersione nelle zone più oscure e tormentate dell'animo umano. L'allestimento, ideato da Graham Vick e portato a termine con
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Nuove Musiche
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Conti Cavuoto Santini il trio
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Ferrara Musica al Ridotto è una rassegna "parallela" e si affianca alla programmazione maggiore di quella Ferrara Musica fondata da Claudio Abbado nel 1989. La rassegna maggiore ha il pregio di proporre i grandi interpreti (solisti, direttori, orchestre) in un cartellone che mira alto; la rassegna "parallela" si assume invece il compito di valorizzare
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