Pubblicato il 10 Settembre 2025
La regia di Pedro Salazar per il capolavoro di Giuseppe Verdi rende Violetta pių vicina a noi nel tempo
Una Traviata trasposta nel Novecento servizio di Ramón Jacques

20250910_00_Bogota_LaTraviata_JuliaMuzychenko_phJuanDiegoCastilloBOGOTÀ (Colombia) - 24 agosto 2025, Teatro Mayor Julio Mario Santo Domingo.
In occasione della quindicesima stagione del Teatro Mayor Julio Mario Santo Domingo, attualmente il palcoscenico più importante della Colombia, si è tenuta una nuova rappresentazione di La traviata. L’opera, in tre atti, è stata composta da Giuseppe Verdi (1813-1901) su libretto di Francesco Maria Piave (1810-1876), collaboratore e amico del compositore. Si tratta della ripresa della messa in scena originale, presentata per la prima volta nel luglio 2024 e riproposta in occasione del quindicesimo anniversario del teatro, a seguito del successo riscosso tra il pubblico. La produzione ha visto la partecipazione degli stessi solisti del 2024 e, prima delle due rappresentazioni a Bogotá, ha fatto tappa al Teatro Municipal di Lima in Perù, dove è stata rappresentata in tre occasioni.
La traviata è un’opera emblematica e popolare del repertorio operistico, la cui trama, incentrata sulla tragica vita e la fine della cortigiana Violetta Valery, è ormai nota a tutti gli appassionati. La popolarità dell’opera risiede nella sua atemporalità, che la rende attuale e le permette di affrontare temi sempre presenti, come l’amore, il sacrificio e la ricerca del riscatto.
È proprio in questa atemporalità che Pedro Salazar, direttore della compagnia teatrale colombiana La Compañía Estable, regista di questo spettacolo e ideatore del concept, ha deciso di ambientare la storia e la trama in un’epoca intorno agli anni Venti o Trenta del secolo scorso. L’approccio di Salazar è stato quello di evidenziare e approfondire la psiche di ogni personaggio, isolandolo a tratti dal resto della scena.

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Lo spettacolo si apre infatti con il sipario che si alza su una Violetta seduta su una poltrona accanto al camino, mentre sullo sfondo una tenda bianca trasparente e sottile la separa dai festeggiamenti che si svolgono nella sua villa. Similmente, la scena finale la vede sola nel suo letto, con la stessa tenda che la separa dal mondo esterno, oppure Alfredo in un giardino, non all’interno del salone come è consuetudine nella maggior parte delle produzioni, che riflette sul perché ha perso Violetta.
La scena finale, con un raggio di luce bianca splendente su un palcoscenico completamente buio, vede Alfredo portare il corpo di Violetta, senza alcuna esclamazione o recitazione esagerata, creando una scena estetica e drammaticamente attraente.
Il merito di Salazar è che la sua esperienza teatrale gli ha permesso di realizzare un buon lavoro di recitazione, conferendo ai personaggi un tocco di umanità, e di amalgamare canto e musica senza ostacolarli o intralciarli. Spostare l’azione all’inizio del secolo scorso non è un’idea inedita per La traviata (ricordo quella che fece qualche anno fa Marta Domingo con Anna Netrebko all'Opera di Los Angeles, riproposta a San Francisco), ma in questo caso ha funzionato grazie alla sua originalità e alle scenografie ideate da Julián Hoyos, che evocavano l’atmosfera di una fiaba, composta da immagini e scene che si susseguivano come in una sequenza di quadri. L’uso delle proiezioni sullo sfondo del palcoscenico, con immagini di quadri opulenti e di una foresta pluviale, ha contribuito a creare un’atmosfera suggestiva.

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Nella scena del terzo atto, i colori rossi e viola, insieme alle luci di Jheison Castillo, hanno evocato l’ambiente di un cabaret o bordello, esaltato dalle coreografie esotiche e audaci delle zingare e dei toreri.
I costumi d’epoca, ideati da Sandra Diaz, erano particolarmente curati: eleganti gli abiti maschili e raffinati, in seta e tonalità pastello chiaro, quelli di Violetta.
Il punto di forza di questa rappresentazione di La traviata è stato indubbiamente il lavoro di casting, che ha permesso di individuare voci adeguate a rendere giustizia a ogni personaggio.
Nel ruolo di Violetta, il soprano russo Julia Muzychenko ha mostrato una voce ferma, consistente, corposa e ben proiettata, che ha saputo gestire con intelligenza, sensibilità e ammirevole duttilità, soprattutto nell’emissione di acuti piacevoli, penetranti e musicali. Scenicamente, ha mostrato personalità, sicurezza e presenza.
Fabián Veloz, nel ruolo di Giorgio Germont, si è distinto per la sua performance vocale: la sua voce da baritono, robusta, ferma, vigorosa e musicale, si è rivelata particolarmente adatta a questo repertorio. Nonostante io non avessi mai avuto modo di ascoltarlo dal vivo, poterlo ascoltare ora, il baritono argentino mi ha confermato le recensioni che lo descrivono come un cantante di ottimo livello, con una brillante carriera internazionale in ascesa.
Il ruolo di Alfredo Germont è stato ben interpretato e cantato dal tenore italiano Paolo Fanale, che ha cantato con un timbro chiaro, brillante, e virile ed elegante nel fraseggio. Sebbene in alcuni passaggi, soprattutto nell’ultimo atto, abbia mostrato qualche difficoltà nella proiezione e nella tenuta, ciò non ne ha compromesso la competenza e la capacità di tenore.
Il mezzosoprano venezuolano Ana Mora ha interpretato Flora Bervoix con una voce ricca e brunita; il baritono messicano Tomás Castellanos ha offerto un’eccellente interpretazione del Barone Dauphol, entrambi catturando l'attenzione del pubblico verso personaggi che generalmente passano inosservati.. Il resto del cast, composto da artisti colombiani, ha contribuito alla riuscita della serata con interpretazioni convincenti e ottime doti vocali: il tenore Hans Mogollón nel ruolo di Gastón, il baritono Juan David González nel ruolo del Marchese di Obigny, il soprano Alejandra Prada, intensa e coinvolgente nel ruolo di Annina, il basso Hyalmar Mitrotti, apprezzato per la profondità della voce e la caratterizzazione umana del Dottor Grenvil, e per i suoi brevi ma significativi interventi; il tenore Luis Carlos Danilo Jiménez nella breve parte di Giuseppe, servitore di Violetta, il basso-baritono Carlos Durán Rincón e il baritono Julián Usamá Figueroa, questi ultimi tre fanno parte del coro.
Il Coro Nazionale della Colombia, diretto da Diana Carolina Cifuentes, si è distinto per la partecipazione e l’impegno scenico, offrendo un canto professionale e omogeneo.
L’Orchestra Sinfonica Nazionale della Colombia ha eseguito la partitura con maestria dall’inizio alla fine, regalando momenti emozionanti e una combinazione di precisione e raffinatezza, come nei Preludi del primo e del terzo atto, caratteristiche di orchestre abituate al repertorio sinfonico. La direzione è stata affidata al giovane ma già esperto direttore locale Johann-Sebastián Guzman, che ha offerto una lettura attenta a ogni dettaglio orchestrale e alla simbiosi con le voci, elegante e pacato nei movimenti e sicuro in questo impegno.

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Nella versione del 2024 l'orchestra era stata diretta da Andrés Orozco-Estrada, il direttore colombiano, attualmente titolare dell'Orchestra della Rai di Torino, che non era disponibile in questa occasione.
(la recensione si riferisce alla recita di domenica 24 agosto 2025 )

Crediti fotografici: Juan Diego Castillo / Teatro Mayor Julio Mario Santo Domingo
Nella miniatura in alto: il soprano Julia Muzychenko (Violetta Valery)
Sotto: panoramica sulla festa del primo atto in casa di Flora
Al centro, in sequenza: Momenti del terzo atto con Julia Muzychenko e Paolo Fanale (Alfredo Germont)
In fondo: belle panoramiche di Juan Diego Castillo sulle scene finali della Traviata





Pubblicato il 01 Luglio 2025
Buona esecuzione del capolavoro di Mozart sotto la direzione del maestro Eun Sun Kim
Idomeneo a San Francisco servizio di Ramón Jacques

20250701_00_SanFrancisco_Idomeneo_MatthewPolenzani_phCoryWeaverSAN FRANCISCO (USA) War Memorial Opera House - Sebbene Idomeneo, l’opera seria in tre atti di Wolfgang Amadeus Mozart (1756–1791), abbia avuto la sua prima americana il 4 agosto 1947 al Berkshire Music Festival di Tanglewood, nel Massachusetts (ora sede estiva della Boston Symphony Orchestra), fu la San Francisco Opera a catapultare quest’opera nel repertorio dei principali palcoscenici del paese. L’opera fu rappresentata, ad esempio, nei teatri di Chicago, New York, Los Angeles e Houston.
La compagnia di San Francisco è legata a Idomeneo fin dalla sua prima messa in scena qui il 10 settembre 1977. La produzione, ancora in corso oggi, fu diretta dal regista e scenografo francese Jean Pierre Ponelle, con la direzione musicale del maestro inglese Sir John Pritchard.
Pritchard, primo direttore musicale dell’orchestra del teatro (prima del 1986 non esisteva questa posizione nel teatro), fu un fervente difensore non solo di Idomeneo, ma anche di altre opere del compositore austriaco. Il cast di quella prima nella City by the Bay comprendeva il tenore svizzero Éric Tappy nel ruolo del titolo (che, curiosamente, è scomparso l’11 giugno dello scorso anno, quasi in coincidenza con questa prima), il mezzosoprano Maria Ewing nel ruolo di Idamante, il soprano francese Christiane Edda Pierre in quello di Ilia e il soprano Carol Neblett che cantò il ruolo di Elettra.
Nella stagione 1989, Pritchard riprese Idomeneo, questa volta con la revisione di Mozart, in cui il ruolo di Idamante sarebbe stato cantato da un tenore (interpretato dal tenore tedesco Hans Peter Blochwitz). Come aneddoto e curiosa coincidenza in merito a quelle rappresentazioni, poche ore prima della recita del 17 ottobre, un violento terremoto si verificò nell’area della baia (noto come Loma Prieta, dal suo epicentro), causando danni a diverse strutture cittadine. La rappresentazione fu annullata e, giorni dopo, una versione semi-scenica fu eseguita al Masonic Auditorium.
Subito dopo l’ultima recita di Idomeneo, al War Memorial Opera House (che aveva subito alcuni danni al soffitto della sala), il Maestro Pritchard morì improvvisamente nella sua casa nel quartiere di Daly City a San Francisco; pertanto, nell’ultima produzione della stagione (Die Frau ohne Schatten), l’orchestra eseguì la “Marcia dei Sacerdoti” da Idomeneo in suo onore. Infine, è doveroso menzionare il cast della produzione del 1999 in questo teatro, ricordata ancora oggi (la compagnia ha utilizzato estratti registrati in quelle rappresentazioni per promuovere lo spettacolo): il tenore svedese Gösta Winbergh interpretava Idomeneo, Vesselina Kasarova Idamante, Barbara Bonneye Anna Netrebko si alternavano nel ruolo di Ilia e Carol Vaness quello di Elettra, sotto la direzione musicale di Donald Runnicles.
La trama dell’opera ha inizio durante una terribile tempesta, nella quale Idomeneo promette al dio Nettuno di sacrificare la prima persona che incontrerà se lui e il suo equipaggio sopravviveranno alle acque tempestose. Una volta giunto sulla riva, il suo sollievo si trasforma in orrore nel ritrovare il proprio figlio, Idamante, prima persona da lui incontrata.
Idomeneo è angosciato dalle avversità che deve affrontare, mentre Idamante corteggia la principessa Ilia, e al contempo è perseguitato dalla gelosa e volubile Elettra. La trama enfatizza quindi la tensione tra i personaggi e il loro ambiente, in particolare con le forze della natura, che diventano sempre più insostenibili man mano che Idomeneo si arrende alla sua promessa.

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La storia e la parte scenica di questa sublime opera mozartiana, ricca di intensità e vivide caratterizzazioni, sono state pensate all’interno di un nuovo concept scenico dalla regista australiana Lindy Hume, che ha ambientato la storia e la scena nella Tasmania odierna, Australia, dove risiede.
Le scenografie di Michael Yeargan, presentate per la prima volta all’Australian Opera di Melbourne nel 2023 e replicate a Sydney nel 2024, si caratterizzavano per una semplicità austera, incorniciando il palcoscenico, un’ampia sala con pareti bianche e suggestive porte in stile dorico sul fondo e sui lati. Le pareti, in realtà schermi, proiettavano immagini delle torbide acque marine, della fauna, della vegetazione e delle coste rocciose, dei litorali e delle spiagge dell’isola australiana. A queste si alternavano intense notti stellate a tinte blu e rosse, brillanti e soffocanti, che accentuavano la tensione drammatica della storia, rappresentando la furia della natura e creando al contempo scene di calma e quiete.
La realizzazione tecnica è stata curata da David Bergman e dalla direttrice della fotografia Catherine Pettman, fondatrice della casa di produzione australiana Sheoak Films. Le luci, essenziali in questo caso, sono state progettate da Verity Hampson. I costumi moderni di Anna Cordingley, perfetti per l’occasione, presentavano alcuni elementi ispirati ai Pelawa Pakana, i primi coloni e custodi di Lutruwita, in Tasmania (dove sono state realizzate le registrazioni viste qui). Si notava, ad esempio, il piumaggio sulle spalle del cappotto nero indossato da Idomeneo, che poi lo applicava su Idamante, in segno dimaestà e grandezza. Degni di nota anche i costumi scuri del coro i quali contenevano anche piume che alludevano a quegli abitanti, che nella scena finale regge rami di eucalipto.

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Il lavoro della Hume è stata interessante e, con commovente eloquenza, scavava a fondo nell’anima di ogni personaggio, esplorando le loro gioie e i loro dolori. La costante era la musica quasi celestiale della brillante partitura di Mozart. L’unico svantaggio scenico, che rovinava un po’ l’opera della Hume, era l’incessante uso delle proiezioni, che diventava una distrazione e un inconveniente per la visione e la concentrazione dello spettatore. Inoltre, la scena era inutilmente appesantita dall’inspiegabile aggiunta di sedie, che per una parte dell’esecuzione venivano risistemate dal coro ai lati del palco o al centro, come in un auditorium, su un palcoscenico che ruotava costantemente con un movimento circolare. Questi dettagli apparentemente superflui contrastavano con la storia, servivano a ben poco in relazione all’attento lavoro registico.
Il cast vocale, buono in generale, ha mostrato alti e bassi e interpretazioni discontinue. Il tenore Matthew Polenzani, che ha interpretato innumerevoli volte il ruolo di Idomeneo su palcoscenici importanti e per il quale possiede la voce e la profondità necessarie, ha dimostrato un’innegabile presenza e padronanza del ruolo. Tuttavia, nel corso dell’esecuzione, è emersa una certa perdita di elasticità e colore, soprattutto nel registro acuto. La sua importante aria “Fuor del mar”, nella sua versione più lunga e integrale, suonava strozzata e poco raffinata. Polenzani è un cantante notevole, apparentemente alle prese con un ruolo che potrebbe essere oggi al di là delle sue capacità.
Il mezzosoprano Daniela Mack, nonostante una indisposizione annunciata dal teatro, ha interpretato il ruolo di Idamante con intensità, elasticità e colori gradevoli con il suo strumento brunito, sebbene la sua proiezione vocale sia stata penalizzata.
Il tenore Alek Shrader ha incarnato un Arbace credibile, con l’aspetto di un filosofo piuttosto che di un confidente. Il suo timbro era chiaro ed elegante ma gli acuti non sono parsi sempre a fuoco, soprattutto nell’aria “Se il tuo duol”, solitamente omessa ma inclusa in questa versione.
Al suo debutto locale, il soprano cinese Ying Fang ha recitato e cantato in modo sorprendente il ruolo di Ilia. Commovente, passionale e accattivante sul palco, ha conferito al ruolo la qualità amorevole e delicata che gli è propria. Vocalmente, si è distinta per la dolcezza e la musicalità che ha apportato al suo canto, con la sua colorazione timbrica leggera ma raffinata, oltre alla sua dizione e alla sua espressione.
Il soprano sudafricana Elza van der Heever ha interpretato un’Elettra intensa, penetrante e perspicace, ma anche convincente. Ha infuso al suo canto la necessaria drammaticità, emozione e forza con la sua voce omogenea, luminosa e accattivante.
Il cast era completato da cantanti provenienti dall’accademia del teatro (conosciuta come Adler San Francisco Adler Fellowship) come il basso-baritono Jongwon Han, imponente nel ruolo dell’ Oracolo; i soprani Georgiana Adams e Mary Hoskins in quelli delle Donne cretesi; il tenore lirico Samuel White nei ruoli del Sommo Sacerdote, Nettuno e di Un Troiano; e il baritono Olivier Zerouali, Un altro Troiano.
Il Coro del teatro, diretto dal Maestro John Keene, è stato molto attivo e partecipe, dimostrandosi un ensemble coeso, professionale e competente nei suoi significativi interventi.
L’orchestra ha suonato bene sotto la direzione del suo  direttrice principale, Eun Sun Kim, ed è riuscita a trovare coesione con gli strumentisti, evidenziando la musicalità tipicamente mozartiana, con pause, sicurezza, libertà e leggerezza. Il continuo al clavicembalo è stato radioso. Nonostante l’eliminazione di quasi tutti i recitativi e la musica per balletto, la maratona è durata oltre tre ore e mezza, ma il pubblico ha accolto l’esecuzione e i suoi interpreti con entusiasmo.

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Dopo una pausa, la San Francisco Opera riprenderà le sue attività a settembre prossimo con una nuova stagione che prevede la ripresa, a 25 anni dalla sua prima mondiale su questo palcoscenico, dell’opera Dead Man Walking di Jake Heggie e Terrence McNally, del Parsifal di Wagner e la prima mondiale dell’opera The Monkey King del compositore cinese Huang Ruo.
(la recensione si riferisce alla recita di sabato 14 giugno 2025)

Crediti forografici: Cory Weaver / San Francisco Opera
Nella miniatura in alto: il tenore Matthew Polenzani (Idomeneo)
Sotto, in sequenza; ancora Polenzani con Ying Fang (Ilia) e Alek Shrader (Idamante); con Ying Fang; Elza van der Heever (Elettra); ancora Polenzani con Ying Fang e Alek Shrader
Al centro e sotto, in sequenza: panoramiche di Cory Weaver su luci e scene dell'allestimento





Pubblicato il 12 Giugno 2025
L'ultima opera di Claudio Monteverdi messa in scena con successo dal regista Pedro Salazar
L'Incoronazione di Poppea piace servizio di Ramón Jacques

20250612_00_Bogota_LIncoronazioneDiPoppea_PedroSalazarBOGOTÁ (Colombia), Teatro Mayor Julio Mario Santo Domingo - L’Incoronazione di Poppea (SV 308) è l’ultima composizione operistica di Claudio Monteverdi (1567–1643), autore italiano a cui si attribuisce il merito di aver contribuito alla nascita dell’opera lirica. La sua lunga carriera, che lo vide impegnato come direttore di coro (fu maestro di cappella nella Basilica di San Marco a Venezia), strumentista ad arco e, soprattutto, come compositore prolifico di musica profana e sacra (con i suoi libri di madrigali, le sue opere religiose di grande portata come il Vespro della Beata Vergine, oltre a tre opere liriche), lo rende una figura di spicco nella transizione dal Rinascimento al Barocco nella storia della musica. In particolare, si distingue per il suo contributo allo sviluppo della forma e della melodia attraverso l’uso della tecnica del basso continuo, caratteristica dell’esecuzione della musica barocca.
L’opera L’Orfeo (1607) è considerata la più antica del genere e viene ancora rappresentata nei teatri, sebbene non con la frequenza che meriterebbe. Fu durante il suo soggiorno veneziano che compose L’Incoronazione di Poppea, dramma musicale in un prologo e tre atti su libretto italiano del poeta veneziano del XVII secolo Giovanni Francesco Busenello (1598–1659); Busenello era noto sulla scena operistica veneziana perché, oltre a collaborare con Monteverdi, scrisse libretti anche per altri noti compositori, tra cui Francesco Cavalli (1602–1676).
L’Incoronazione di Poppea debuttò a Venezia nel 1643 al Teatro Santi Giovanni e Paolo.
In occasione del quindicesimo anniversario del Teatro Mayor Julio Mario Santo Domingo, inaugurato il 26 maggio 2010, e con un ampio programma di eventi musicali, di danza e teatrali in programma per  l’occasione, questo titolo monteverdiano è stato presentato per la prima volta in Colombia.
L’opera non viene messa in scena con la stessa frequenza di L’Orfeo e, almeno negli ultimi dieci anni, è stata rappresentata più spesso nei teatri italiani (in particolare, il ciclo operistico di Monteverdi messo in scena da Robert Wilson al Teatro alla Scala di Milano), ma soprattutto in vari teatri francesi. Non sorprende quindi che questa produzione sia stata una collaborazione tra Francia e Colombia, che ha coinvolto l’ensemble francese di strumenti antichi Le Poème Harmonique, diretto da Vincent Dumestre, e il gruppo teatrale colombiano La Compañía Estable, diretto dal suo fondatore Pedro Salazar, che, oltre a realizzare diverse produzioni teatrali, ora è impegnato anche nell’opera, soprattutto in questo teatro.

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Tra le tre opere sopravvissute della carriera operistica di Claudio Monteverdi, L’Incoronazione di Poppea è quella che ha suscitato maggiore sorpresa, poiché la trama (ispirata all’antichità) si discosta da temi puramente mitologici per incorporare personaggi umani.
L’opera affronta anche temi di forte attualità, come l’autorità e i suoi abusi, l’ego e il tradimento, visti attraverso la conquista del potere da parte dell’amante di Nerone, Poppea, che non esita a commettere crimini per raggiungere i propri obiettivi. La storia è efficace anche dal punto di vista teatrale e drammatico, così come nelle scene comiche intervallate nella partitura, senza dimenticare la sontuosa musica di Monteverdi.
Nella sua concezione scenica, Pedro Salazar ha cercato di esplorare l’esistenza, come la definisce lui, dei “Nerone”, che, dal suo punto di vista, non hanno mai cessato di esistere e sono sempre stati presenti, come lo sono oggi, soprattutto in America Latina. La proposta mirava a trasmettere un messaggio politico e una denuncia dei vizi, degli eccessi e della corruzione che caratterizzano questi personaggi.
In termini di recitazione, i personaggi erano umani e vicini alla realtà familiare al pubblico, e la produzione, pur essendo contemporanea, presentava alcuni riferimenti al passato.
La scenografia, di Julián Hoyos, si è avvalsa di pochi elementi scenici, costituiti da figure geometriche, cubi, statue e colonne che entravano e uscivano a ogni cambio di scena. Sul fondale, creando un effetto visivamente interessante, un sipario riproduceva la cupola interna del Pantheon di Agrippa a Roma, con l’oculus rivolto verso il cielo. Occasionalmente, il fondale si apriva per rivelare personaggi come Amore, oltre a sipari con disegni geometrici o manifesti di propaganda politica.
Le luci, curate da Humberto Hernández, sono state eccellenti.
I costumi, realizzati da Sandra Diaz, erano affascinanti e vistosi: abiti variopinti e tuniche di seta, una combinazione che mescolava elementi del passato con il presente; in particolare, l’abito e il minaccioso berretto militare del personaggio di Nerone lo facevano apparire come un dittatore.
Il cast vocale univa l'esperienza alla gioventù e sono stati scelti solo cantanti provenienti dai paesi del Cono Sud, aggiunti e selezionati dallo stesso Vincent Dumestre per l'occasione. Il mezzosoprano svedese-cileno Luciana Mancini si è distinto per la sua interpretazione di Nerone. Cantante di grande esperienza nel repertorio di musica antica, ha mostrato sicurezza, aderenza allo stile, tonalità brillanti e buon gusto in fioriture e ornamenti. Sul palco si è presentata come un imperatore superbo e altezzoso.

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Ottima anche la performance del mezzosoprano colombiano Andrea Niño, artista di grande esperienza che ha mostrato chiarezza e nitidezza nel canto, conferendo al personaggio di Poppea quel mix di stravaganza, vanità, pretenziosità e fragilità.
Il giovane controtenore uruguaiano Agustín Pennino, già noto per il suo lavoro in importanti produzioni di musica antica e con una carriera in crescita, ha dato vita all’esasperato e vendicativo Ottone con un timbro cupo e una voce morbida.

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Il mezzosoprano colombiano Yeraldin León si è distinto per la sua interpretazione, conferendo personalità ai ruoli di Ottavia e Virtù.
Notevole anche il talento vocale del soprano brasiliano Luanda Siqueira nei ruoli di Fortuna e Drusilla, così come quello del soprano locale Lina Marcela López, che si è distinta nel ruolo di Amore (ha interpretato anche Valleto). Da segnalare anche il basso venezuelano Álvaro Carrillo nel ruolo del solido Seneca. Il cast è stato completato da artisti che hanno svolto un lavoro degno di nota: il controtenore venezuelano Fernando Escalona nel ruolo di Arnalta e il tenore colombiano Luis Hernández Luque in quello di Nutrice (entrambi interpretando i rispettivi personaggi en travesti), oltre ad altri tre cantanti locali: Camilo Delgado nei ruoli di Lucano, Soldato I e Familiare I, il tenore Andrés Silva nei ruoli di Liberto e Soldato II, e il baritono Jacobo Ochoa che ha impersonato i personaggi di Mercurio, Littore, Consoli e Familiare II.
In buca, Vincent Dumestre ha guidato il piccolo gruppo di strumentisti de Le Poème Harmonique con sicurezza, competenza e vigore, estraend un suono compatto, commovente ma al tempo stesso abbagliante e luminoso, dando priorità al testo, alle dinamiche e ai silenzi drammatici. Sebbene la partitura sia estesa e le versioni più note siano quelle realizzate per Venezia e Napoli, quanto ascoltato qui si basava su un’edizione parigina del XVII secolo con il duetto Partiam, che contiene la melodia di Pur ti miro, uno dei passaggi più noti dell’opera. Sebbene non ascoltato in scena, è stato cantato come bis a fine serata, dopo gli applausi.
Inoltre, nella parte lirica la stagione di celebrazioni del teatro prevede la messa in scena di La Traviata e Nabucco di Giuseppe Verdi. Un altro evento importante della stagione in corso sarà la presenza di Les Arts Florissants, che, sotto la direzione di William Christie, offrirà una versione scenica della semi-opera di Henry Purcell (1691-1695) in un prologo e cinque atti, The Fairy Queen, z. 629 (1691).
(La recensione si riferisce alla recita di sabato 24 maggio 2025)

Crediti fotografici: Juan Diego Castillo / Teatro Mayor Julio Mario Santo Domingo
Nella miniatura in alto: il regista Pedro Salazar
Sotto, in sequenza: Lina Marcela López (Amore e Valleto); Andrea Niño (Poppea) e Luciana Mancini  (Nerone); Panoramica su scene e costumi
Al centro: L'incoronazione di Poppea da parte di Nerone
In fondo: ancora Lina Marcela López brava mezzosoprano di Bogotà






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Porto in scena le parole che non scrisse
servizio di Ludovica Zambelli FREE

20250927_Fe_00_IntervistaAlessioBoni_OmaggioAPucciniDiEliosLippiFERRARA - Al Teatro Abbado andrà in scena lo spettacolo Concerto a due per Puccini, con Alessio Boni e Alessandro Quarta, regia di Boni stesso e Francesco Niccolini ("prima" lunedì 29 settembre, replica sabato 30 settembre 2025 ore 20,30); è uno spettacolo con  parole e musica, che si incontrano per restituire la complessità di un compositore che
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Echi dal Territorio
Ferrara in Jazz si parte!
redatto da Athos Tromboni FREE

20250926_Fe_00_FerraraInJazz2025-2026_FedericoDAnneoFERRARA - È giunta alla 27.esima edizione la stagione del Jazz Club Ferrara, presso il Torrione San Giovanni di via Rampari di Belfiore incrocio di via Porta Mare: a partire da venerdì 3 ottobre 2025, proprio il Torrione riapre le porte di Ferrara in Jazz con il programma della prima parte di stagione (ottobre-dicembre 2025), dove sono in calendario
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Classica
Saccon-Genot e fanno tre
servizio di Athos Tromboni FREE

20250925_Fe_00_ConcertoSacconGenotPerLuigiCostatoFERRARA - Il Comitato per i Grandi Maestri fondato e presieduto da Gianluca La Villa ha organizzato un concerto cameristico a Palazzo Roverella, sede del Circolo Negozianti di Ferrara, in memoria del prof. Luigi Costato: protagonisti del concerto sono stati due musicisti già noti e molto apprezzati nella città estense, il violinista Christian Joseph
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Ballo and Bello
Ecco le Stanze della Danza
FREE

20250924_Ro_00_LeStanzeDellaDanza_ClaudioRondaROVIGO - Per due giorni, sabato 27 e domenica 28 settembre 2025, Rovigo diventa una finestra sul panorama della danza contemporanea. È stato presentato il 19 settembre scorso allo spazio Fs del Censer, in conferenza stampa, la prima edizione del festival Le stanze della Danza, un itinerario di performance che si inaugurerà alle ore 17,00 di
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Opera dal Centro-Nord
Una perla i Pescatori di perle
servizio di Simone Tomei FREE

20250923_Fi_00_IPescatoriDiPerle_JavierCamarena_phMicheleMonastaFIRENZE - La perfezione, si sa, non è di questo mondo. Eppure l’arte, nei suoi momenti più ispirati, ci consente di sfiorarne il mistero, in quella rara alchimia che fa dialogare la forza arcana della musica, la purezza del canto e la poesia della scena. È questa, precisamente, la sensazione che ho provato uscendo dal Teatro del Maggio Musicale
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Pagina Aperta
Un luogo dove il cuore rimane giovane
redatto da Athos Tromboni FREE

20250920_Ro_00_Stagione2025-2026_ValeriaCittadinROVIGO - La platea del Teatro Sociale per la prima volta si è trasferita in piazza Giuseppe Garibaldi: l’evento dal titolo Sotto il cielo di Rovigo – Cult dove il cuore rimane giovane, a cura della regista Anna Cuocolo, ha voluto essere un incontro speciale della autorità locali e del management del teatro con il pubblico, per celebrare insieme a tutta la città,
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Echi dal Territorio
Lucca nuova stagione d'Opera
redatto da Simone Tomei FREE

20250918_Lu_00_StagioneOpera2025-2026_AngelaMiaPisanoLUCCA - È stata presentata il 17 settembre 2025, nel Ridotto del Teatro del Giglio "Giacomo Puccini", la Stagione lirica 2025-2026 della quale vi portiamo a conoscenza attraverso il comunicato stampa dell’ente lucchese. La Stagione Lirica del Teatro del Giglio "Giacomo Puccini" si presenta, per il 2025-2026, come un’autentica celebrazione del
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Vocale
Concerto degli allievi di Magiera
FREE

20250917_Fe_00_ConcertoStagioneLiricaEDanza2025-2026_LeoneMagieraFERRARA - La presentazione della Stagione di Opera & Danza 2025/2026 del Teatro Comunale "Claudio Abbado" - avvenuta nella mattinata di martedì 16 settembre - ha avuto il suo epilogo alle ore 20,00 con un concerto lirico nel Ridotto del teatro, dove si sono esibiti i giovani allievi del corso di perfezionamento tenuto dal maestro Leone Magiera
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Eventi
Ferrara nuova stagione d'Opera e Danza
redatto da Athos Tromboni FREE

20250916_Fe_00_StagioneLiricaEDanza2025-2026_StefanoRanzani_phAlfredoTabocchiniFERRARA - Un "Concerto a due per Puccini" e dodici spettacoli di opera, danza, musical, sono la dote della Stagione d'Opera & Danza 2025/2026 del Teatro Comunale "Claudio Abbado" che si aprirà il prossimo 29 settembre per concludersi il 24 maggio del prossimo anno.

La conferenza-stampa
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Opera dal Centro-Nord
L'amico Fritz fra sostenitori e detrattori
servizio di Simone Tomei FREE

20250915_Li_00_LAmicoFritz_BengisuYamanKoyuncuLIVORNO - Dopo l’esplosione dirompente del successo di Cavalleria rusticana (1890), Pietro Mascagni si trovò davanti a una sfida tutt’altro che semplice: dimostrare di non essere l’autore “di un’opera sola”, consacrato dalla fortuna di un libretto tratto da Verga. Ed è in questo clima che nacque L’amico Fritz, andato in scena per la prima volta al
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Personaggi
Cantami o Diva gli intrighi...
intervista a cura di Athos Tromboni FREE

20250915_Personaggi_00_MassimoCrispi_CantamiODivaMassimo Crispi è un tenore particolare, ribelle per molte cose e dal repertorio quanto mai vario. Vive una parte dell'anno a Palermo e l'altra parte dell'anno a Firenze. Vario - si diceva - il suo repertorio, ma varia è anche la sua maniera di essere artista. Da sempre ha infatti coltivato la scrittura, in ogni campo, e, oggi, non frequentando più
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Echi dal Territorio
Frescobaldi Day a Palazzo Schifanoia
FREE

20250914_Fe_00_FrescobaldiDay_MarinaDeLisoFERRARA - Marina De Liso, mezzosoprano e docente di musica antica nel Conservatorio "Girolamo Frescobaldi" nonché coordinatrice del "Concentus Musicus Fe' Antica"  ha presentato ieri nella bella e confortevole sala pubblica di Palazzo Schifanoia il primo concerto della stagione 2025/26 di Ferrara Musica: quest'anno l'associazione concertistica
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Vocale
Dalla romanza alla canzone napoletana
servizio di Simone Tomei FREE

20250913_00_PonteAMoriano_Concerto_AntonioCiprianiPONTE A MORIANO (LU) - La serata del 12 settembre 2025 al Teatro Idelfonso Nieri di Ponte a Moriano si è chiusa l’edizione di "Un Teatro Sempre Aperto", confermando ancora una volta la qualità e la coerenza di una rassegna che, pur in assenza della storica sala cittadina del Teatro del Giglio, ha saputo mantenere viva la propria presenza sul
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Opera dall Estero
Una Traviata trasposta nel Novecento
servizio di Ramón Jacques FREE

20250910_00_Bogota_LaTraviata_JuliaMuzychenko_phJuanDiegoCastilloBOGOTÀ (Colombia) - 24 agosto 2025, Teatro Mayor Julio Mario Santo Domingo.
In occasione della quindicesima stagione del Teatro Mayor Julio Mario Santo Domingo, attualmente il palcoscenico più importante della Colombia, si è tenuta una nuova rappresentazione di La traviata. L’opera,
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Opera dal Centro-Nord
Ode a Leopardi e Medium prova generale
servizio di Simone Tomei FREE

20250901_Li_00_OdeALeopardi_Mascagni Festival2025LIVORNO – In un Mascagni Festival sempre più attento al dialogo fra memoria storica e ricerca espressiva, la serata del dittico Ode a Leopardi di Pietro Mascagni e The Medium di Gian Carlo Menotti, presentata agli Hangar Creativi, ha offerto un accostamento insolito ma fecondo tra due poetiche distanti eppure unite dalla tensione verso il mistero
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Eventi
ROF bilancio 2025 e programma 2026
redatto da Athos Tromboni FREE

20250901_Ps_00_ROF-Bilancio2025Programma2026PESARO - A Pesaro si dichiarano soddisfatti per i risultati non solo artistici del Rossini Opera Festival 2025. Ecco qui sotto, in sintesi, la valutazioni che illustrano sommariamente gli obiettivi raggiunti e anche le anticipazioni per l'edizione 2026.

I numeri che contano
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Opera dal Centro-Nord
Manon Lescaut fra le sculture blu
servizio di Simone Tomei FREE

20250831_TorreDelLago_00_ManonLescaut_MariaJoseSiri_phGiorgioAndreuccettiTORRE DEL LAGO (LU) - Il 71° Festival Puccini si avvia alla conclusione con l’ultimo debutto operistico della stagione in una serata di fine agosto molto suggestiva: Manon Lescaut è tornata al Gran Teatro sulle sponde del Massaciuccoli nella produzione di Igor Mitoraj del 2003, ripresa con cura nella regia di Daniele De Plano, scene di Luca Pizzi
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Classica
SummerFest grande musica da camera
servizio di Ramón Jacques FREE

20250831_00_SanDiego_SummerFest2025_ReneFleming_phKenJacquesSAN DIEGO (USA) - SummerFest 2025, The Baker-Baum Concert Hall. Il festival di musica da camera SummerFest, che si tiene ogni estate a San Diego, California dal 1986 ed è organizzato dall'associazione musicale locale La Jolla Musical Society (LJMS), è diventato un appuntamento imperdibile per gli amanti della musica cameristica (nel sud
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Vocale
Giovane Scuola al Mascagni Festival
servizio di Simone Tomei FREE

20250929_Li_00_ GalaVerismo_FestivalMascagni_PietroMascagniLIVORNO - Il Mascagni Festival 2025, nell’anno dell’ottantesimo della scomparsa del compositore, si conferma laboratorio vivo di idee più che semplice contenitore di eventi: una geografia del suono disseminata tra Livorno, la provincia e luoghi simbolici d’Italia e del mondo, capace di intrecciare concerti, opere, letture sceniche e creazioni originali
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Opera dal Centro-Nord
Sepe una delicata Butterfly
servizio di Nicola Barsanti FREE

20250825_00_TorreDelLago_MadamaButterfly_AntoninoFogliani_phGiorgioAndreuccettiTORRE DEL LAGO (LU) – Diamo conto ai nostri lettori della replica del quarto titolo in cartellone nell’ambito del 71° Festival Puccini: Madama Butterfly. Per regia, scene e costumi rimandiamo alla recensione della prima rappresentazione che potete consultare qui .
La principale differenza rispetto al debutto riguarda il ruolo
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Eventi
Turandot e le altre
redatto da Athos Tromboni FREE

20250824_TorreDelLago_00_FestivalPuccini2026_TurandotiELeAltre_DisegnoDiEliosLippiTORRE DEL LAGO (LU) -  Questa volta si parte in largo anticipo: è ormai definitivo - infatti - il programma della 72.esima edizione del Festival Puccini di Torre del Lago (Viareggio) che si svolgerà nel Gran Teatro all’aperto sul Lago di Massaciuccoli nell’estate 2026 e che era stato anticipato nella conferenza stampa dello scorso maggio dal presidente
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Opera dal Centro-Nord
Alina Tkachuk la rivelazione
servizio di Nicola Barsanti FREE

202516_TorreDelLago_00_Turandot_AlinTkachukTORRE DEL LAGO (LU) - La rappresentazione di Turandot al Gran Teatro Giacomo Puccini, nell’ambito del 71° Festival Puccini, propone una lettura scenica affidata alla regia di Alfonso Signorini, la cui impronta visiva rimanda all’articolo della prima rappresentazione che potete trovare qui. L’allestimento conferma la forza visiva e simbolica dell’opera, ma
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Opera dal Nord-Est
Rigoletto, Nabucco e Aida
servizio di Nicola Barsanti FREE

20250814_Vr_00_Rigoletto_phEnneviFotoVERONA - L’anfiteatro Arena, con i suoi duemila anni di storia e le gradinate che custodiscono memoria e suggestione, si conferma il più imponente palcoscenico a cielo aperto dedicato all’opera lirica. Ogni estate l’antico anfiteatro romano si trasforma in una cassa armonica naturale, dove le note dei grandi compositori si fondono con l’energia collettiva
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Opera dal Centro-Nord
Butterfly e la simbologia degli alberi
servizio di Simone Tomei FREE

20250809_TorreDelLago_00_MadamaButterfly_MariaAgresta_phGiorgioAndreuccettiTORRE DEL LAGO (LU) - Madama Butterfly di Giacomo Puccini è il quarto titolo a susseguirsi sul palcoscenico del Festival Puccini di quest’anno. Per la sua 71ª edizione, la rassegna ha affidato la regia a Manu Lalli, che propone una lettura capace di andare oltre la mera rappresentazione scenica, trasformando il linguaggio visivo e simbolico in un elemento
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Opera dal Centro-Nord
La bohčme disegnata da Scola
servizio di Simone Tomei FREE

20250808_TorreDelLago_00_LaBoheme_CarloRaffaelli_phGiorgioAndreuccetti.JPGTORRE DEL LAGO (LU) - Tra i capolavori pucciniani La Bohème occupa un posto di privilegio per la sua capacità di fondere realismo e poesia, leggerezza giovanile e dramma struggente. Dal debutto del 1º febbraio 1896 al Teatro Regio di Torino, sotto la bacchetta di un giovane Arturo Toscanini, questo dramma lirico in quattro quadri - tratto dalle
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Jazz Pop Rock Etno
Ferrara Film Orchestra e la bacchetta di Ambra
servizio di Athos Tromboni FREE

20250803_00_GiardinoPerTutti_FerraraFilmOrchestra_CristinaColettiFERRARA - La prima serata della rassegna Giardino per tutti organizzata ai piedi del grattacielo dal Comune di Ferrara con la collaborazione del Teatro Comunale "Claudio Abbado", dentro il Parco Coletta, ha fatto l'en-plein. Era in pedana la Ferrara Film Orchestra capitanata dalla bacchetta di Ambra Bianchi
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Opera dal Centro-Nord
Buratto bel debutto in Tosca
servizio di Simone Tomei FREE

20250802_TorreDelLago_00_Tosca_EleonoraBuratto_phGiorgioAndreuccettiTORRE DEL LAGO PUCCINI (LU) - Nel terzo fine settimana del 71° Festival Puccini di Torre del Lago, la seconda recita di Tosca ha riproposto uno degli allestimenti più attesi di questa edizione. La produzione, firmata da Alfonso Signorini in veste di regista e costumista, si è presentata con una veste visiva marcatamente simbolica, ricca di richiami
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Opera dal Nord-Est
Nabucco Carmen La traviata
servizio di Angela Bosetto FREE

20250731_Vr_00_Nabucco_StefanoPodaVERONA – Anna Netrebko, Anita Rachvelishvili e Rosa Feola, ovvero Abigaille, Carmen e Violetta Valéry. Sono loro le tre grazie musicali che, dal 17 al 19 luglio 2025, hanno acceso l’Arena, rendendo ciascuna rappresentazione meritevole di grande interesse in virtù della propria peculiarità. Per il soprano russo si trattava del debutto italiano come figlia
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Jazz Pop Rock Etno
Verdi e il jazz un dialogo
servizio di Simone Tomei FREE

20250727_Fabbiano_00_ValtidoneFestival_AlessandroBertozziFABBIANO, Borgonovo Val Tidone (PC) - Nella serata di sabato 26 luglio 2025, un angolo a me ancora misconosciuto della Val Tidone, la suggestiva piazzetta di Fabbiano, frazione di Borgonovo Val Tidone, si è trasformato in un crocevia di sublime audacia musicale. Il Valtidone Festival, giunto alla sua 27ª edizione e promosso dalla
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Opera dal Centro-Nord
Ecco la Bohčme che ti aspetti
servizio di Athos Tromboni FREE

20250720_TorreDelLago_00_LaBoheme_PierGiorgioMorandi_phGiorgioAndreuccettiTORRE DEL LAGO PUCCINI (LU) - Un po' meno pubblico per La bohème rispetto alla Tosca della sera precedente, nel Gran Teatro all'aperto sul Lago di Massaciuccoli. Comunque una buona presenza (diciamo a spanne, oltre 2 mila spettatori?) per un ritorno, quello della regia "cinematografica" di Ettore Scola del 2014 ripresa da
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Opera dal Centro-Nord
Un magico Elisir
servizio di Simone Tomei FREE

20250716_Fi_00_LElisirDAmore_AntonioMandrrillo_phMicheleMonastaFIRENZE - L'elisir d'amore di Gaetano Donizetti è un capolavoro senza tempo che, a quasi due secoli dalla sua prima rappresentazione, continua a incantare e commuovere. Definito "melodramma giocoso", fonde mirabilmente la profondità patetica con l'arguzia dell'opera buffa italiana, creando una "commedia agrodolce" capace di strappare
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Echi dal Territorio
79 anni di emozioni
redatto da Athos Tromboni FREE

20250715_Spoleto_00_Stagione2025_AntonioAgostini_phRomboniDalleLucheSPOLETO (PG) - Partirà il 7 agosto 2025 per concludersi il 24 settembre la nuova Stagione lirica del Teatro Lirico Sperimentale "A. Belli" giunta al lodevole traguardo della 79.ma edizione. Gli spettacoli, oltre che nella città spoletina, andranno in scena anche nei principali teatri dell'Umbria: «79 anni di emozioni, una stagione da vivere!» è lo slogan
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