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A metà stagione facciamo il punto sui secondi e terzi cast del Festival areniano 2019 |
Arena, le repliche di luglio |
servizio di Simone Tomei |
Pubblicato il 31 Luglio 2019 |
VERONA - Come è consuetudine da diversi anni la frequentazione veronese mi porta a seguire con interesse l’avvicendarsi dei cast nei titoli in cartellone del Festival areniano. Stavolta la prima incursione in terra scaligera mi vede spettatore di alcune serate di fine luglio.
Carmen – 23 luglio 2019 Subentra nel ruolo eponimo il mezzosoprano francese Géraldine Chauvet, che si disimpegna con naturalezza e charme nei panni della sigaraia di Siviglia. La perfetta padronanza della lingua madre è un valore aggiunto per un’interprete che coniuga una vocalità elegante, anzi direi sopraffina, a un gusto per la ricerca dei colori più idonei a dipingere il carattere ribelle e indipendente della donna. Il canto scorre fluente e ogni pagina è dipanata con signorile legato e affascinante gesto scenico. Di buona pasta anche la Micaela di Karen Gardeazabal: la voce è robusta, sonora e corre con facilità. A mio avviso, soprattutto nella meravigliosa aria del terzo atto (Je dis que rien ne m’épouvante) è mancato un approfondimento musicale più marcato, motivo per cui l’esecuzione risultava corretta musicalmente, ma poco emozionante. Fabio Armiliato, chiamato a sostituire l’indisposto Martin Muehle, affronta il ruolo di Don José da esperto del palco, risolvendolo vocalmente con intelligenza. Affronta le impervie note con suadente falsetto e piega la zona più centrale con emissione morbida e rotonda, interagendo ottimamente con le voci femminili in duetti di grandissimo pregio musicale. Al debutto nel ruolo, emerge senza problematiche la Frasquita di Elisabetta Zizzo, alla cui vocalità fluida e liscia si unisce quella brunita di Clarissa Leonardi nel ruolo di Mercèdès. Già prima del frizzante “duetto delle carte” nel terzo atto, ci fanno assaporare un’esecuzione eccellente del famoso quintetto, godendo della complicità di altri due bravi artisti di grande musicalità, sicurezza e nitore timbrico, ossia Nicolò Ceriani (Dancairo) e Roberto Covatta (Remendado). Alberto Gazale è un Escamillo lussureggiante, non sguaiato, che dipana la propria aria con sfrontata baldanza vocale e scenica, ricercando sempre una gamma di suoni e di intenzioni variegata. Gianluca Breda (Zuniga) e Italo Proferisce (Moralès) completano egregiamente il cast della serata.
  
Musicalmente più sottotono e sostanzialmente imprecisa la direzione del M° Daniel Oren, che fa spesso fatica a gestire la compagine orchestrale. Annega in “partenze” piuttosto imprecise (solitamente risolte nel giro di poche battute) ed in un amalgama sonoro piuttosto latitante, conferendo al tutto una sorta di pressappochismo. Lo spettacolo è firmato da Hugo de Ana, con coreografie di Leda Lojodice, luci di Paolo Mazzon e projection design di Sergio Metalli.
Aida – 24 luglio 2019 Cambio integrale del cast rispetto alla “prima” del 22 giugno (potete leggere la recensione qui). Krzysztof Bączyk è un Re piuttosto timoroso, che esplicita il ruolo con una vocalità alquanto incerta e spesso titubante dal suono poco nitido e sovente ingolato. Invece Anna Maria Chiuri si rivela una grande Amneris. Non è solo la voce a renderla un’interprete d’eccezione in questo ruolo, bensì i gesti, gli sguardi e le movenze. Sensuale, graffiante, amorosa, infida e poi rassegnata: un turbinio di sentimenti affiancati sempre da analoghe intenzioni, cui non manca mai il supporto di una salda vocalità dal colore brunito e dal sapore metallico che, come una lama affilata, lancia sicuri fendenti. Ottima sotto ogni punto di vista pure l’Aida di Tamara Wilson, un soprano che ascolto per la prima volta e del quale porto a casa un ottimo ricordo. O cieli azzurri (l’aria del terzo atto che prelude ai due meravigliosi duetti) è davvero una pagina memorabile, in cui l’eleganza del canto si libra nelle impervie note regalandoci un’esecuzione mirabile. Un Radamès tutto basato sulla forza quello di Misha Sheshaberidze, che riesce a fatica a trovare una gestione accorta delle dinamiche richieste. Più tenero nel duetto finale, dove la ricerca di un suono elegante non ha deluso le intenzioni. Si rivela sempre una sponda sicura il basso Giorgio Giuseppini, che affronta lo ieratico personaggio di Ramfis con voce sonora, eloquente, egregiamente interlocutoria, cesellando con carattere gli interventi del gran sacerdote. Elegante l'Amonasro di Sebastian Catana che non fatica a dominare la parte con alterna baldanza per mezzo di una vocalità salda e squisitamente raffinata. Riuscita eccellente anche per il Messaggero di Francesco Pittari, che traduce le proprie note con nitidezza e luminosità. Completava il cast l’onorevole Sacerdotessa di Yao Bo Hui. Come il vino pregiato, Francesco Ivan Ciampa migliora di volta in volta. Anche in Arena ha dato prova di saper tenere con mano sicura l’intera compagine artistica con gesto perentorio e un’elasticità di percorso, che dalle roboanti scene d’assieme conduce all’intimità dell’animo dei protagonisti. Lo spettacolo porta la firma di Gianfranco De Bosio, con luci di Paolo Mazzon e coreografe di Susanna Egri in cui emergono elegantemente i primi ballerini Petra Conti, Mick Zeni e Alessandro Macario.
  
La Traviata – 25 luglio 2019 Torna sul palcoscenico areniano il titolo di apertura di questa stagione, in cui Massimo Luconi (regista collaboratore), Carlo Centolavigna (scenografo collaboratore) fanno da spalla all’idea di Franco Zeffirelli, che figura come autore dello spettacolo. Il che mi porta ad una riflessione forse ormai superflua, ma a cui penso dalla serata inaugurale. Confrontando questo allestimento “zeffirelliano” con gli altri regolarmente proposti in Arena (si pensi a Il Trovatore e Turandot), si evince che è possibile scorgere solamente una vaga idea della sua mano e che forse qualche nota del regista fiorentino può aver aiutato i concreti esecutori. I movimenti delle masse e alcune comparsate di dubbio gusto fanno capire allo spettatore più attento che manca totalmente la “mano creativa” di colui che era l’amante del particolare (risultando talvolta ridondante) e che, soprattutto, sapeva gestire i movimenti artistici con tale maestria da rendere ogni spettacolo una corroborante visione. Qui si è cercato di emularne lo stile, ma il risultato è ancora distante da quello che l’eredità di tale nome meriterebbe. Completano la parte visiva i costumi di Maurizio Millenotti (assistito da Edoardo Russo), le coreografie di Giuseppe Picone (in cui emerge amabilmente la prima ballerina Petra Conti) e le luci di Paolo Mazzon. Note positive per il rinnovo del cast, che vede in primo piano l’intensa interpretazione di Irina Lungu nel ruolo di Violetta Valéry. Nonostante un primo atto in cui si trova a minor agio con le richieste musicali verdiane, nei due successivi emergono con grande perentorietà una vocalità morbida e pastosa, unita a un’eleganza scenica istrionica e convincente. Il migliore in assoluto della serata è sicuramente il baritono veronese Simone Piazzola nel ruolo di Giorgio Germont. Complici il grande legato e la forte pregnanza vocale nel dare corpo e vita alla parola scenica, ha saputo modulare la propria vocalità all’esigenza cinica e quasi beffarda del secondo atto per poi acquisire il tono pacato delle ultime pagine, in cui l’intenzione paterna commuove e affascina. Ritroviamo ancora Pavel Petrov nel ruolo di Alfredo Germont, inadatto al ruolo per vocalità e maturità. Altro non conviene dire.

Di pregio tutti i comprimari tra cui si annovera l’ingresso di Clarissa Leonardi quale elegante Flora. Completano la locandina Carlo Bosi come Gastone, Nicolò Ceriani come Barone Douphol, Daniela Mazzucato come fedele Annina, Max René Cosotti come Giuseppe, Daniel Giulianini come Marchese d’Obigny, Romano Dal Zovo come Dottor Grenvil, Stefano Rinaldi Miliani come Domestico e Commissionario. Una serata totalmente diversa da quella di due giorni prima per il M° Daniel Oren, che sembra aver ritrovato lo smalto e la giusta coesione d’assieme. I colori si esplicitano in pennellate sonore in una cura per il particolare degne delle grandi interpretazioni.
Il Trovatore – 26 luglio 2019 Si rinnova nei ruoli principali il cast di Il Trovatore di Giuseppe Verdi, proposto nell’allestimento di Franco Zeffirelli che può esser considerato un “must” fra le produzioni areniate. Giunto alla maggiore età, non sente assolutamente i segni del tempo e lo spettro dei colori che avvolgono le maestose scenografie è un piacere per gli occhi. Il Conte di Luna è Alberto Gazale, la cui voce risulta imponente e perentoria, senza lesinare però sulla sua vena più morbida per far emergere i sentimenti amorosi del personaggio. Il canto corre morbido con un fraseggio elegante e un legato suadente, impreziosito da accenti veementi e virili. Leonora, contesa tra i due amori, è interpretata con grande stile dal soprano Anna Pirozzi. In lei si ammira la capacità di affrontare ruoli vicini al repertorio belcantista accanto ad impegni vocali più impegnativi per tempra e nerbo. Ecco quindi che come sempre non manca di portare a casa un ottimo risultato con un’emissione piena di fascino e calda, sempre adeguata nell’intenzione e precisa nell’intonazione. Anche Violeta Urmana si conferma una grande Azucena: il mestiere non mente e lei conosce bene tutti i risvolti del personaggio. Non manca di farci sentire i temerari accenti del doloroso ricordo, né di regalarci pagine di tenero affetto rivolto al figlio Manrico, interpretato dal tenore Murat Karahan, forse non in una delle sue serate migliori, considerando la precarietà nell’intonazione, la scarsa attenzione ai colori e le imprecisioni nella pronuncia. Ottimo e sicuro il Ferrando di Riccardo Fassi, affiancato da eccellenti comprimari: Elena Borin come Ines, Carlo Bosi come Ruiz, Dario Giorgelé come Vecchio zingaro, Antonello Ceron come Messo. La direzione di Piergiorgio Morandi non delude e sa trarre dall’orchestra dell’Arena di Verona una tavolozza di colori encomiabile con una perfetta intesa con il palcoscenico.Al termine di queste serate abbiamo la conferma di una compagine corale di tutto rispetto, guidata come sempre dal M° Vito Lombardi, che non perde occasione per far emergere la propria preparazione e la propria bravura, conferendo a ogni situazione il colore appropriato (fuoco, vendetta, guerra, narrazione e goliardia) per mostrarci un quadro di assoluta bellezza.
  
Ci rivedremo ad agosto per altre avventure liriche nella città scaligera.
Crediti fotografici: Foto Ennevi per la Fondazione Arena di Verona Nella prima miniatura: Géraldine Chauvet (Carmen) Sotto in sequenza: ancora la Chauvet; Alberto Gazale (Escamillo); e Fabio Armiliato (Don José) Nella seconda miniatura: Tamara Wilson (Aida) Sotto in sequenza: la Wilson con Annamaria Chiuri (Amneris) e con Misha Sheshaberidze (Radames); ancora la Chiuri nel secondo atto dell’opera Nella terza miniatura: Irina Lungu (Violetta Valery) Sotto: panoramica di Foto Ennevi sul finale primo atto della Traviata Nella quarta miniatura: il direttore Piergiorgio Morandi Sotto in sequenza: Violeta Urmana (Azucena); Murat Karahan (Manrico); Anna Pirozzi (Leonora)
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Abbiamo la Turandot dei prossimi 20 anni
intervento di Athos Tromboni FREE
SPOLETO – Il Teatro Lirico Sperimentale “A.Belli” ha messo in scena la Turandot di Giacomo Puccini come ultima opera della sua stagione lirica. Due le note salienti da mettere in rilievo: la prima, che l’allestimento ha scelto il finale di Luciano Berio rispetto a quello tradizionale di Franco Alfano; e la seconda, che nel ruolo della Principessa di Ghiaccio - la sera del 15 settembre al Teatro Nuovo - ha cantato la giovane Suada Gjergji e con essa il mondo del melodramma ha trovato la Turandot dei prossimi 15 – 20 anni, poi diremo perché. Ma partiamo dalla prima nota saliente: il finale di Berio. È talmente bello musicalmente che meriterebbe di essere “espunto” dall’opera per costituire un brano a sé, di Puccini-Berio se proprio lo si dovesse cointestare. Fior di musicologi hanno spiegato e scritto perché Berio abbia rispettato più di Alfano gli appunti lasciati da Puccini morto prima di concludere l’opera.
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Opera dal Nord-Est
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Pigmalione cattura l'attenzione
servizio di Athos Tromboni FREE
ROVIGO - Il 16 ottobre 1714 il poeta e librettista veneto Francesco Passarini (da non confondere con l'omonimo compositore bolognese vissuto nel secolo precedente) scrisse una dedica al Podestà di Rovigo: «... Eccellenza, è un debito indispensabile del mio reverendissimo ossequio il consacrare alla grandezza di Vostra Eccellenza questo mio
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Opera dal Centro-Nord
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Le guerre di Ulisse raccontano
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Il Teatro Comunale "Claudio Abbado" era gremito sabato 2 dicembre 2023, per l'opera contemporanea Le guerre di Ulisse, musica di Marco Somadossi, libretto di Patrizio Bianchi, ex rettore dell'Università di Ferrara ed ex Ministro della Pubblica Istruzione, oggi professore emerito di Economia Applicata, presso il "suo" ateneo.
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Opera dal Centro-Nord
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Eccola di nuovo: La bohème
servizio di Nicola Barsanti FREE
FIRENZE - Al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino torna La bohème nella classica e tradizionale regia firmata da Bruno Ravella (già vista e recensita nel 2017 che potete leggere qui), in quest’occasione ripresa da Stefania Grazioli con ottima cura, e come allora si apprezzano le luci di D. M. Wood, qua riprese da Emanuele Agliati.
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Opera dal Centro-Nord
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La Turandot viene dall'oriente
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - La nuova Stagione d’Opera e Balletto del Teatro Comunale "Claudio Abbado" si è inaugurata con la messa in scena della Turandot di Giacomo Puccini, coproduzione tra la coreana Daegu Opera House e la Fondazione Teatro Comunale di Ferrara. Tutto esaurito, sia per la "prima" che nella replica della domenica
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Opera dall Estero
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La donna senz'ombra
servizio di Ramón Jacques FREE
LYON (Francia) - 25 ottobre 2023 Opera de Lyon. Nel 1911, otto anni prima della première dell’opera, Hugo von Hofmannsthal mostrò a Richard Strauss i primi schizzi di quello che sarebbe stato il libretto della sua nuova opera. Il lavoro creativo svolto tra il librettista e il compositore, iniziato alla fine del 1913 e conclusosi nell'agosto del 1916
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Opera dal Nord-Est
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Des Grieux non dà l'acqua a Manon
servizio di Rossana Poletti FREE
TRIESTE - Teatro Verdi. La Manon Lescaut di Giacomo Puccini, in scena in questi giorni al Teatro Verdi di Trieste, avrebbe potuto essere rappresentata come concerto sinfonico, togliendo cantanti, coro, comparse e tenendo solo la musica. A ragione si afferma da parte degli autorevoli critici musicali che questa è un’opera “sinfonica”
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Vocale
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Bella Betulia Liberata
servizio di Simone Tomei FREE
GENOVA - Un nuovo appassionante concerto per la stagione sinfonica del Teatro Carlo Felice di Genova - all’interno del ciclo “Mozart l’italiano” - ha visto l’esecuzione dell’oratorio sacro in due parti La Betulia liberata K.118 di Wolfgang Amadeus Mozart. La commissione di questo lavoro avvenne a Padova dove Mozart fece sosta dopo il successo di Mitridate
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Opera dal Centro-Nord
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Ottimo Don Carlo
servizio di Nicola Barsanti FREE
MODENA - Reduce dal grande successo riscontrato nell’esecuzione in forma di concerto (avvenuta in epoca pandemica), torna vincente sul palcoscenico del Teatro Comunale di Modena l’opera monumentale di Giuseppe Verdi: Don Carlo. Eseguita nella versione di Milano (che esclude il primo atto nella foresta di Fontainebleau), l’opera mantiene
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Personaggi
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Celebrando Corelli si lanciano i giovani
di Simone Tomei FREE
FORTE DEI MARMI (LU) – Premetto che questo scritto non è una recensione bensì il semplice resoconto di un pomeriggio musicale che si è tenuto a Forte dei Marmi nella splendida cornice del Giardino d’inverno di Villa Bertelli. L’Associazione Kreion Versilia di cui sono vice presidente ha organizzato domenica 29 ottobre 2023 - all’interno della sua
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Opera dal Centro-Nord
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Una Bohème minimalista
servizio di Simone Tomei FREE
LUCCA - La Bohème di Giacomo Puccini, comunque la si voglia interpretare, è una storia di morte già dal primo atto. La spensieratezza dei quattro spiantati giovani parigini ha il sapore amaro della povertà, delle ristrettezze e di una vita vissuta tra donnine allegre e un po’ d’amor in cui l’instabilità delle relazioni e degli affetti diventa un elemento
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Opera dal Nord-Ovest
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Meraviglioso Sogno di una notte
servizio di Simone Tomei FREE
GENOVA - Il Teatro Carlo Felice ha inaugurato la stagione lirica 2023-2024 con il capolavoro di Benjamin Britten scritto nel 1960 con la collaborazione del librettista e suo compagno di vita Peter Pears tratto dall’omonima commedia shakesperiana: A Midsummer Night’s Dream. Non è sicuramente il primo compositore a tradurre in musica quel
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Opera dal Centro-Nord
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I Lombardi alla prima crociata
servizio di Angela Bosetto e Nicola Barsanti FREE
PARMA - Nell’ottica di uno spettatore contemporaneo, I Lombardi alla prima crociata è (insieme alla sua versione francese, Jérusalem) il titolo verdiano forse più problematico da mettere in scena, dal momento che è impossibile ignorare due dati chiave: la nostra concezione delle Crociate è radicalmente cambiata (per quanto il libretto di Temistocle
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Classica
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La Creazione dello stupore
servizio di Simone Tomei FREE
GENOVA - La creazione del mondo attraverso la musica: ecco l’idea di Franz Joseph Haydn di mettere nero su bianco sullo spartito musicale il monumentale capolavoro Die Schöpfung (La Creazione). È così che ha preso il via la stagione sinfonica del Teatro Carlo Felice di Genova con un concerto inaugurale dal quale sono uscito mentalmente e
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Echi dal Territorio
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Girolamo Frescobaldi fa 440
servizio di Edoardo Farina FREE
FERRARA - Dopo il prestigioso concerto di Riccardo Muti con l’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini” - che ne ha chiuso la stagione 2022/2023 - Ferrara Musica ha aperto quella successiva 2023/2024 con un’anteprima: è stata la straordinaria inaugurazione estiva del cartellone, il 13 settembre, con il clavicembalista Francesco Corti, presso
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Opera dal Centro-Nord
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Una Fedora di gran lusso
servizio di Simone Tomei FREE
PIACENZA - Umberto Giordano rimase folgorato sia da Victorien Sardou - drammaturgo francese - sia da Sarah Bernhardt quando nel 1889 ebbe modo di assistere al Teatro Bellini di Napoli alla rappresentazione di "Fedora". Alla richiesta di Giordano al commediografo francese di poter musicare il suo capolavoro, la risposta sembra sia stata «Si
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Echi dal Territorio
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Archos Quartet suona D'Ambrosio
nota di Gianluca La Villa FREE
TORINO - Infine giunse a Torino, nella bella sala ricca di spettatori di Palazzo Barolo, domenica 8 ottobre 2023 alle 17, il debutto torinese sia del Quartetto Archos sia della bella pagina di Alfredo D'Ambrosio per il suo Quartetto in Do minore op.42: un debutto in Italia, può dirsi, per questo Quartetto op.42 dato che la sua ultima esecuzione
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Opera dal Centro-Nord
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Lombardi coinvolgenti con bella regia
servizio di Simone Tomei FREE
PARMA - Bianco e nero sono due facce della stessa medaglia e ne assumono significati antitetici: bene e male, buoni e cattivi, vincitori e vinti e così via... È in questo modo che il regista Pier Luigi Pizzi - curatore di regia, scene, costumi e video - ha inteso mettere in scena al Festival Verdi di Parma I Lombardi alla prima crociata, opera giovanile
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Vocale
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Commovente Nabucco a Fidenza
servizio di Simone Tomei FREE
FIDENZA (Pr) - Anche quest’anno il Festival Verdi esce dalle mura storiche del Teatro Regio di Parma e sposta alcune delle produzioni nei Comuni limitrofi della città nell’intento di coinvolgere altre realtà monumentali come il Teatro Magnani di Fidenza, un piccolo gioiello incastonato nella cittadina parmense che, nonostante l’esigua capienza, vanta
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Opera dal Centro-Nord
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Trovatore non al top
servizio di Nicola Barsanti FREE
PARMA - L’ennesima distorsione di uno dei massimi capolavori del Cigno di Busseto che in quest’occasione vede la prima rappresentazione di Il Trovatore nell’ambito del XXIII Festival Verdi di Parma potrebbe essere riassunta con due sentimenti: amarezza e delusione. Se l’amarezza è dovuta ad una rappresentazione
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Opera dall Estero
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La (R)evoluzione di Steve Jobs
servizio di Ramón Jacques FREE
SAN FRANCISCO (USA), War Memorial Opera House, 22 settembre 2023. È stata finalmente presentata sul palcoscenico della San Francisco Opera la nuova opera The (R)evolution of Steve Jobs, un ambizioso progetto commissionato dai teatri americani di Santa Fe, Seattle e San Francisco, che ha avuto la sua prima assoluta nell'estate del 2017 al teatro
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Eventi
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Il Torrione del jazz riparte
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - La 25.ma edizione della stagione del Jazz Club Ferrara si aprirà nel Torrione San Giovanni di Corso Porta Mare 112 venerdì 6 ottobre 2023 e si protrarrà fino al 30 aprile 2024. Oggi è stato reso noto dal presidente Federico D’Anneo e dal direttore artistico Francesco Bettini alla presenza dell’assessore alla Cultura del Comune di Ferrara, Marco Gulinelli
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Classica
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Ottime voci per il Verdi sacro
servizio di Nicola Barsanti FREE
PARMA - Terrore e dubbio: i caratteri salienti della Messa da Requiem di Giuseppe Verdi. La direzione di questo capolavoro sinfonico-corale è affidata al direttore ucraino Oksana Lyniv che nella prima parte, fino al terzetto Quid sum miser trasmette ad hoc l’intensità drammatica della partitura, mentre assume un carattere meno intenso e quasi
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Jazz Pop Rock Etno
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Ares Tavolazzi riceve il premio Tutte le Direzioni
redatto da Athos Tromboni FREE
VIGARANO MAINARDA (FE) - «Seduto in quel caffè io non pensavo a te e tutta la città…» è una parafrasi in questo caso; ma qui, questa, che è una delle più belle canzoni di Lucio Battisti e Mogol ci può stare, perché proprio il 29 settembre torna al Ristorante Spirito di Vigarano Mainarda la grande musica dal vivo: prende il via infatti la nuova stagione di
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Vocale
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Ottimo recital di Lise Davidsen
servizio di Ramón Jacques FREE
SANTA MONICA, California 17 settembre 2023 - Il giovane soprano norvegese Lise Davidsen ha debuttato a Los Angeles sul palco del Teatro Broadstage, situato nel sobborgo di Santa Monica, il cui ciclo intitolato 'Celebrity Opera Recital Series' si è consolidato negli anni come tappa imprescindibile, quasi obbligata, per la presentazione,
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Pagina Aperta
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La ricca stagione del Bonci
redatto da Edoardo Farina FREE
CESENA - Conferenza stampa del Teatro Comunale “Alessandro Bonci“ in data 7 settembre 2023: è stata definita la programmazione della stagione invernale 2023/2024 caratterizzata da un’ ampia scelta intesa come luogo di confronto, esplorazione e dialogo, ovvero filtro e racconto del nostro vivere, offrendo ancora una volta una visione
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