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Pubblicato il 07 Dicembre 2024
Il Teatro Comunale 'Claudio Abbado' di Ferrara ha aperto molto bene la stagione lirica
Un Flauto davvero magico
intervento di Athos Tromboni
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FERRARA - Ci vuole coraggio per aprire una stagione lirica di buon prestigio quale quella del Teatro Comunale "Claudio Abbado" con un capolavoro come Die Zauberflöte (Il flauto magico) di Mozart affidando i ruoli principali a giovani cantanti, allievi del corso di perfezionamento tenuto dal maestro Leone Magiera proprio a Ferrara: vero è che si tratta di promettenti artisti, selezionati a suo tempo dopo un vasto giro di audizioni, e inseriti in un’attività triennale che è stata sia di formazione che di produzione; il risultato lo si è visto venerdì sera, 6 dicembre 2024: un risultato che ha confermato una notevole crescita professionale di questi giovani. La testimonianza più probatoria del risultato è data dagli applausi a scena aperta e dalle ovazioni finali che tutti si sono meritati; un'accoglienza calorosissima del pubblico che gremiva il Teatro Abbado fino all'esaurito (sold out, si dice oggi con un inglesismo entrato nella prassi). Il che significa che il coraggio può essere addotto quando la sostanza ha fondamento dentro delle potenzialità fondamentali. Così, siccome l'onore - in questo caso - va al merito, citiamo tutto il cast come prima notizia di questa recensione: erano in scena Yulia Merkudinova (Pamina), Claudia Urru (Astrifiammante, regina della notte), Younggi Do (Tamino), Dmitrii Grigorev (Sarastro), Gianluca Failla (Papageno), Alessandra Adorno (Papagena), Gianluca Convertino (Oratore), Giulio Riccò (Primo sacerdote), Carlo Enrico Confalonieri (Secondo sacerdote), Gesua Gallifoco, Silvia Caliò e Janessa Shae O'Hearn (le Tre Dame), Khloe Kurti, Lorenzo Pigozzo e Giovanni Maria Zanini (i Tre Fanciulli - "prestati alla produzione dall'Accademia A.Li.Ve), oltre ai figuranti Francesco Ferri, Nicola Franz, Lorenzo Neri, Davide Craglietto, Michele Greco e il mimo (la mima?) Elisabetta Galli.
La messa in scena di Marco Bellussi ha percorso anche stavolta il credo artistico di questo regista che ormai da più stagioni viene incaricato di "disegnare" un'opera a Ferrara: le sue qualità sono la precisione dei movimenti scenici (solisti e coro), la pretesa della recitazione dei cantanti, l'essenzialità degli arredi e delle attrezzerie, la raffinatezza dei costumi, e un certo fare complessivo che ricorda l'eleganza poetica delle belle cose di pessimo gusto: ma belle appunto. Così il disegno del "suo" Flauto magico diventa proprio una favola immaginifica, una sorta di copula parachimica (cioè, secondo i manuali scolastici, la parte di un "composto" capace di mischiarsi con altri atomi o gruppi per dare sostanze diverse e nuove) che combina insieme le avventure di Alice nel paese delle meraviglie e le meraviglie di Harry Potter nel paese dei babbani. Per Bellussi la scena si svolge in una grande biblioteca (e dove se no?) perché è nei libri - fin dai primi incunaboli del libro dei libri, la Bibbia - che si cela la conoscenza ed è attraverso i libri che si disvela la sapienza; sapienza e conoscenza che dovranno essere scoperte dal principe Tamino nel suo viaggio attraverso i pericoli e le privazioni per assurgere al mondo degli eletti e meritarsi l'amore di Pamina. La grande biblioteca è formata da tre scaffali montati su un disco rotante che fa cambiare prospettiva alle scene a seconda che si voglia mostrare o nascondere quel che succede fra gli scaffali, davanti agli scaffali, dietro gli scaffali, sopra gli scaffali; l'effetto cercato è di rivelare comunque quel che c'è in luce e quel che c'è in ombra, il materico e l'esoterico (la scenografia è realizzata da Matteo Paoletti Franzato). Poi ci sono le videoproiezioni sugli scaffali e sui fondali del palcoscenico (curate da Fabio Massimo Iaquone) che conferiscono una sorprendente tridimensionalità alla scena, a volte inquietante, a volte rasserenante. Infine i costumi (belli, di Elisa Corbello) che imitano epoca e abbigliamento del "viandante" di Caspar David Friedrich, la sua osservazione dell'infinito e dell'immanente, che tanta poesia romantica ha ispirato per i Lieder di Schubert, Schumann, Wolf e altri. Stupende, poi, le luci di Marco Cazzola che contribuiscono a rendere suggestiva la narrazione.
Sotto il profilo musicale, il direttore Massimo Raccanelli ha confermato la sua preparazione mozartiana già da noi elogiata nella scorsa stagione per la sua conduzione di Nozze di Figaro (anche quell'opera fu messa in scena sotto la direzione musicale di Leone Magiera): ma mentre le Nozze erano su libretto in lingua italiana di Lorenzo Da Ponte, cantate prevalentemente da giovani interpreti italiani, questo Flauto magico è in tedesco, affidato a cantanti prevalentemente italiani e comunque non di madrelingua. E allora che cosa si è udito nel canto soprattutto delle parti a più voci (duetti, terzetti, concertati)? Si è udito un canto sillabico che ha sicuramente facilitato lo spelling melodizzandolo, mentre il ricorso al legato si è avuto solo nelle arie solistiche soprattutto di Pamina e Tamino. Novità (ma non novità assoluta, perché ogni tanto nei teatri, soprattutto di provincia, viene adottata): il recitato è in italiano, mentre tutto il resto, sorretto o intonato comunque da musica d'accompagnamento (recitativo, arie, parti d'assieme) rimane in tedesco con sopratitoli perfettamente sincronizzati. La parte recitata in italiano si è mostrata comunque sufficiente per dare un significato inequivocabile alla "trama" dell'opera e per favorire l'ascolto attento da parte del pubblico. Sulla concertazione di Raccanelli non ci dilunghiamo se non per dire che ci è piaciuta moltissimo. E questo marca la nostra differenza con altri colleghi critici musicali che hanno invece espresso durante l'intervallo giudizio negativo (lo scriveranno anche nelle loro corrispondenze?) sul direttore d'orchestra. Sulle voci: ottime le prestazioni di Yulia Merkudinova (Pamina), Claudia Urru (Astrifiammante) e Gianluca Failla (Papageno, il più applaudito a fine recita) e comunque pregevoli tutti, segno di una preparazione meticolosa e di un'applicazione indefessa che dimostrano come il canto lirico possa essere il nerbo, la spina dorsale, insomma l'esempio più probatorio della musica della voce. Brava l'Orchestra città di Ferrara sotto la direzione di Raccanelli. Ottimo il Coro del Teatro Comunale di Ferrara preparato da Teresa Auletta. Sorprendente il canto in lingua tedesca dei Tre Geni dell'Accademia A.Li.Ve di Verona. Soddisfatto il pubblico. Replica domenica 8 dicembre ore 16,00. (La recensione si riferisce alla recita di venerdì 6 dicembre 2024)
Crediti fotografici: Marco Caselli Nirmal per il Teatro Comunale "Claudio Abbado" di Ferrara Nella miniatura in alto: il direttore Massimo Raccanelli Sotto, in sequenza: Dmitrii Grigorev (Sarastro); Yulia Merkudinova (Pamina) e Gianluca Failla (Papageno); Janessa Shae O'Hearn, Gesua Gallifoco e Silvia Calio (le Tre Dame); una pittoresca istantanea del Teatro Abbado; i costumi del Coro e i tre scaffali della biblioteca dove s'immagina l'azione dei protagonisti Al centro: Younggi Do (Tamino) e Yulia Merkudinova fra i due Sacerdoti Carlo Enrico Confalonieri e Giulio Riccò: panoramica su scene, costumi e proiezioni Sotto: altra bella panoramica del Teatro Comunale ferrarese
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Pubblicato il 12 Ottobre 2024
L'opera giapponese di Giacomo Puccini applauditissima nel nuovo allestimento del Teatro Sociale
Butterfly piccina mogliettina
servizio di Athos Tromboni
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ROVIGO - Il Teatro Sociale ha inaugurato la propria stagione d'opera con l'attesa nuova produzione di Madama Butterfly coprodotta con il Teatro Verdi di Padova e il Teatro "Mario Del Monaco" di Treviso. Tutto affidato alle risorse locali venete, che vanno dal regista Filippo Tonon al direttore d'orchestra Francesco Rosa, alla costumista Carla Galleri (sarda di nascita, ma veneziana di formazione), all'Orchestra di Padova e del Veneto, al Coro Lirico Veneto istruito dal veronese Matteo Valbusa. Fin dall'aprirsi del sipario si capisce immediatamente che il regista ha la mano pratica (e convincente) per dare a Giacomo Puccini ciò che è di Puccini: fedeltà al testo dei librettisti Illica e Giacosa e rispetto di quanto il compositore lucchese aveva studiato e realizzato per la sua "opera esotica" scritta tra il 1901 e il 1904; fedeltà al punto da mettere in scena (da parte di Tonon) non l'harakiri di Cio-Cio-San (cioè lo sventramento suicida che è entrato nell'immaginario collettivo quando si parla di rituali dei samurai), ma bensì il taglio della carotide che era il rituale del suicidio d'onore per le donne, passato nella letteratura documentaria con il termine jigai. Quindi Madama Butterfly, a Rovigo, si sgozza in scena (non dietro il paravento come nelle tante rappresentazioni del Novecento che abbiamo visto nei filmati), offrendo un impatto emotivo pertinente rispetto a quella che era con ogni probabilità la scelta drammaturgica preferita da Giacomo Puccini, non si sa quanto rispettata dagli allestimenti del suo tempo...
Per questo bisogna dire "bravo!" a Tonon in questa circostanza. Ma non solo questo: per il regista la "casa a soffietto" è veramente tale, la geisha che danza durante il famoso coro a bocca chiusa porta l'obi (cioè la cintura a fiocco legata in vita nel kimono) dietro la schiena e non sul davanti... e non ha il viso dipinto di bianco (caratteristica delle prostitute giapponesi che le distingueva dalla geishe le quali erano musiciste, danzatrici e intrattenitrici, non puttane); poi i costumi e l'impianto scenico stupendamente essenziale fanno respirare l'aria delle giapponeserie che erano di moda a fine Ottocento, quando il Giappone da paese misterioso si aprì ai traffici commerciali e alla cultura dell'occidente facendo conoscere le sue tradizioni. Queste insistite puntualizzazioni del recensore, fatte commentando la regia, hanno un significato: la casa a soffietto deve avere le ante che scorrono, le geishe non lavorano nei postriboli, lo jigai è un suicidio con la lama che squarcia al gola e non un colpo di pistola alla tempia, lo zio Bonzo è un officiante (sacerdote?) della tradizione religiosa giapponese non un nazista che perseguita tutte le culture che differiscono dalla "splendida" cultura ariana, Suzuki è dama di compagnia integrata nei costumi della sua nazione e non una servetta in minigonna e traversina ricamata. Se noi, ad ogni livello, volessimo affidare a strumenti e travestimenti - fatti simbolo della rappresentazione - la funzione di una "realtà aumentata" (si dice così oggigiorno di ogni realtà che interpreta non l'oggettività delle cose, quindi le cose stesse, ma l'interpretazione fantasiosa e fuorviante della loro natura effettiva) finiremmo col tradire non solo l'oggettività delle cose, ma anche il significato del messaggio. Altroché "realtà aumentata"! Sarebbe la invece una bugia approfondita. Sia detto con tutto il rispetto (eventualmente lo meritasse) per le innovazioni registiche con spostamenti di epoche, costumi e ambientazioni: e a proposito della modernità e della volontà di "rinnovare l'opera"... quanto è bello che l'opera rimanga quel che è, cioè una testimonianza del proprio tempo, e non diventi un'interpretazione filosofica forzata e nichilisticamente barattata come "libertà d'espressione".
Dunque la Madama Butterfly di Rovigo è nel senso della tradizione. Anche per questo a fine recita la rappresentazione si è guadagnata più di 10 minuti di applausi e ovazioni da parte del pubblico di provincia che non ha la puzza sotto il naso e vive con spontaneità le proprie emozioni. E veniamo alle considerazioni sull'esecuzione: Francesco Rosa dal podio rallenta i tempi forse un po' troppo sia nel recitativo che nelle arie: personalmente non condividiamo la sua scelta. All'apprezzamento per la regia di Tonon e per i costumi disegnati dal regista in collaborazione con Carla Galleri, si è unita in noi la delusione per una Butterfly precisa ma slentata. Anche il Coro Lirico Veneto non ha brillato: impreciso negli attacchi, ha soddisfatto il recensore solo durante l'esecuzione del coro a bocca chiusa; l'impressione, sentendolo eseguire la parte che gli compete, era di poche prove fatte. Buono invece il cast, con una Francesca Dotto musicalissima nel ruolo del titolo; non ha usato la veemenza che le riconosciamo e che non avrebbe guastato in alcuni passaggi vocali, forse perché era in scena col pancione ben manifesto della gravidanza. Forse. Comunque è stata una perfetta "piccina mogliettina" per Pinkerton, con piena identificazione nel phisique du role. Affidabile come sempre nei ruoli spinti il tenore Fabio Sartori (F.B. Pinkerton) che ha avuto l'applauso più lungo a fine serata, quando è comparso sul proscenio. Sartori ha offerto una mezza voce stupenda, in maschera, nella parte solistica particolarmente impegnativa del duetto di fine primo atto. Ottimo il baritono Biagio Pizzuti (il console Sharpless) dotato di un magnifico velluto quando ammorbidisce il canto e di una solida lama quando lo rinforza. Eccellente la Suzuki di Francesca Di Sauro capace di cantare e muoversi con sicurezza e credibilità nella parte di dama di compagnia della protagonista Dotto. Bravo anche Roberto Covatta nella parte del sensale Goro e di buon livello le prestazioni dei comprimari: William Corrò (Principe Yamadori), Cristian Saitta (Zio Bonzo), Aleksandra Meteleva (Kate Pinkerton), Francesco Milanese (Commissario Imperiale), Francesco Toso (Ufficiale del Registro) e il piccolo Federico Rosa in scena nel ruolo del figlioletto soprannominato Dolore. Replica domenica alle ore 16. (la recensione si riferisce alla recita di venerdì 11 ottobre 2024)
Crediti fotografici: Nicola Boschetti per il Teatro Sociale di Rovigo Nella miniatura in alto: il soprano Francesca Dotto (Cio-Cio-San) Sotto, panoramica sul secondo atto: da sinistra Francesca Dotto, Biagio Pizzuti (Sharpless), Roberto Covatta (Goro) e William Corrò (Yamadori) Al centro in sequenza: Francesco Rosa e Francesca Dotto; Fabio Sartori (Pinkerton); Francesca Di Sauro (Suzuki) In fondo: panoramica sui costumi del Coro e saluti finali
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Pubblicato il 23 Settembre 2024
La Compagnia Artemis Danza di Monica Casadei porta in scena quattro eroine di Giacomo Puccini
Voci di donne e suoni dissonanti
intervento di Athos Tromboni
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FERRARA - Dopo il successo di pubblico della rassegna estiva Interno Verde Danza il Teatro Comunale "Claudio Abbado" ha aperto la rassegna del Festival di danza contemporanea con la prima esecuzione mondiale di Puccini's Opera - Voci di donne della coreografa e regista Monica Casadei. Prima dello spettacolo, fissato per le ore 18 di ieri, uno sciopero/presidio davanti all'ingresso del Teatro Abbado, indetto dalla Cgil, ha ritardato fino alle 18,30 la prima mondiale di Puccini's Opera della Casadei. Lo sciopero/presidio si è svolto pacificamente, con slogan e interventi degli attivisti del sindacato, e non si è reso necessario l'intervento della Polizia di Stato e dei Carabinieri che sorvegliavano molto discretamente la manifestazione. In un volantino diffuso ai numerosi presenti in attesa dell'ingresso a teatro si legge: «La collega Morena dell'Ufficio Comunicazione, con contratto a tempo determinato, non è stata confermata dopo 30 anni di lavoro; siamo qui per testimoniare la nostra solidarietà alla collega che da 18 anni è anche la nostra rappresentante sindacale Slc-Cgil. Vi chiediamo comprensione e di stare con noi dalla parte della nostra collega e di tutti i lavoratori della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara e dell'Associazione Ferrara Musica.» La mobilitazione sindacale della Cgil non si esaurirà con lo sciopero/presidio di ieri: un bel grattacapo per il neo-dirigente della Fondazione Teatro Comunale, avvocato Carlo Bergamasco, che ha lasciato la vicepresidenza ricoperta nel quinquennio 2019/2024 per assumere l'incarico di direttore generale del Teatro Abbado, subentrando a Moni Ovadia.
Ma torniamo a Puccini's Opera - Voci di donne: "prima della prima" mondiale, Monica Casadei ha incontrato il pubblico nel Ridotto del teatro: intervistata dal critico di danza Carmelo Zapparrata ha spiegato perché ha scelto le quattro eroine pucciniane (Mimì della Bohème, Turandot, Cio-Cio-San della Madama Butterfly e Tosca) per rappresentare quattro aspetti diversi del rapporto donna/uomo, donna/amore e donna/sopruso, affidando i quattro "quadri" del lavoro alla sua Compagnia Artemis Danza (18 danzatori/danzatrici) rimpinguata da otto giovani danzatori/danzatrici della locale scuola Jazz Studio Dance fondata e diretta da Silvia Bottoni.
Ecco in sintesi quanto spiegato nella pubblicistica dello spettacolo e nelle parole della coreografa/regista: «... in Puccini’s Opera - Voci di donne, ritroviamo la mia lettura personale sul tema del femminile posto al centro di un processo di reinterpretazione coreografica, visiva e musicale. Le protagoniste di Puccini’s Opera sono donne tanto diverse quanto legate da un fil-rouge di storie attuali e senza tempo. In La bohème il tema della morte viene esplorato attraverso un approccio quasi installativo in cui i danzatori incarnano un corpo smembrato e fatto a pezzi. La rivisitazione in chiave contemporanea dell’aria più celebre dell'opera accentua l'intimità e il dolore di questo cameo, creando un tableaux malinconico ed evocativo. Con Turandot il tema della violenza viene affrontato con struggente lucidità tramite le coreografie ispirate a tecniche di combattimento e training marziale di ispirazione orientale. Una storia di abuso e rivendicazione, in cui i danzatori esprimono il tumulto interiore e la resilienza della protagonista attraverso movimenti potenti e schemi complessi. In Madama Butterfly domina il tema dell’attesa, un’atmosfera sospesa intrisa di desiderio e struggimento che anticipa l’inevitabile, tragico finale in un mondo inquieto dove ogni attimo sembra eterno. Il rapporto tra vittima e carnefice in Tosca è rappresentato con crudezza e profondità emotiva. Le dinamiche di potere e sottomissione sono messe in scena attraverso movimenti energici e drammatici, mentre un gioco di luci e ombre ne amplifica il conflitto emotivo ...» Monica Casadei, oltre a coreografare il lavoro, ha curato anche regia, luci e costumi. Il pamphlet musicale dello spettacolo si compone di parti tratte dalle quattro opere di Giacomo Puccini, a cui si affiancano le tracce elettroniche di Luca Vianini per Madama Butterfly e Tosca; e di Fabio Fiandrini per La bohème e Turandot. Uno spettacolo nello spettacolo, perché i due compositori contemporanei hanno saputo trovare le note e le percussioni, i sibili e le lamentazioni strazianti, capaci di creare uno spazio sonoro avvolgente e a tratti apocalittico; a nostro avviso, la partitura inventata da Fiandrini per La bohème (tutta giocata sullo spezzettamento-ricomposizione dei versi di Giuseppe Giacosa, "Che gelida manina se la lasci riscaldar") e quella di Vianini per gli interludi dissonanti che uniscono senza soluzione di continuità le melodie e le parti originali delle arie di Tosca, sono decisamente musiche belle e coinvolgenti, dal deciso sapore emotivo, più futuristico che contemporaneo; tanto che potrebbero reggersi da sole come suite di musica per Puccini' Opera, voci di donne e suoni dissonanti in un tutt'uno. Eccellente la performance della Compagnia Artemis Danza; il gesto negli assolo delle quattro protagoniste e dei relativi partner maschili e il movimento del tutti sono condotti su dinamiche e tempi sostenuti: non c'è pausa riflessiva, c'è energia cinetica che corrobora i sentimenti e le situazioni; molto bello il frequente effetto di congiunzione-disgiunzione del tutti con le danzatrici impegnate nelle parti solistiche; molto emozionanti i passi di coppia (un tempo, nella danza classica, era l'attese passo-a-due; che si è rinnovato nella danza contemporanea rimanendo pietra angolare dell'intera costruzione coreografica). Bravissimi i giovani artisti della scuola Jazz Studio Dance che hanno avuto spazi pensati per loro, oltre che essere a volte partecipi al tutti.
Puccini's Opera - Voci di donne è uno spettacolo della durata di 80 minuti che va visto e meditato. Uno spettacolo che - come altri lavori della Casadei - lascerà il segno nel panorama della danza d'inizio Terzo Millennio. Osannante il pubblico al termine, prodigo di prolungati applausi e ovazioni all'indirizzo soprattutto della coreografa e regista al suo apparire sul proscenio. (la recensione si riferisce allo spettacolo di Domenica 22 settembre 2024)
Crediti fotografici: Fototeca gli Amici della Musica Uncalm e Ufficio stampa Artemis Danza Nella miniatura in alto: Monica Casadei durante la presentazione di Puccini's Opera nel Ridotto del Teatro Comunale "Claudio Abbado" di Ferrara Sotto, in sequenza: cinque gesti significativi della coreografia creata dalla Casadei per le eroine pucciniane
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Un Flauto davvero magico
intervento di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Ci vuole coraggio per aprire una stagione lirica di buon prestigio quale quella del Teatro Comunale "Claudio Abbado" con un capolavoro come Die Zauberflöte (Il flauto magico) di Mozart affidando i ruoli principali a giovani cantanti, allievi del corso di perfezionamento tenuto dal maestro Leone Magiera proprio a Ferrara: vero è che si tratta di promettenti artisti, selezionati a suo tempo dopo un vasto giro di audizioni, e inseriti in un’attività triennale che è stata sia di formazione che di produzione; il risultato lo si è visto venerdì sera, 6 dicembre 2024: un risultato che ha confermato una notevole crescita professionale di questi giovani. La testimonianza più probatoria del risultato è data dagli applausi a scena aperta e dalle ovazioni finali che tutti si sono meritati; un'accoglienza calorosissima del pubblico che gremiva il Teatro Abbado fino all'esaurito (sold out, si dice oggi con un inglesismo entrato nella prassi). Il che significa che il coraggio può essere addotto quando la sostanza ha fondamento dentro delle potenzialità fondamentali.
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Personaggi
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E il Regio si prende Battistoni
redatto da Athos Tromboni FREE
TORINO - «Il Teatro Regio di Torino è lieto di annunciare la nomina di Andrea Battistoni a Direttore musicale, un momento fondamentale per il Teatro e il suo futuro. Battistoni, figura di spicco nel panorama musicale internazionale, entrerà in carica ufficialmente dal 1° gennaio 2025, con un mandato che abbraccerà le prossime due Stagioni.» È la
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Echi dal Territorio
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Torna il Comitato per i Grandi Maestri
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Il Comitato per i Grandi Maestri fondato e diretto dal prof. Gianluca La Villa, dopo un periodo di pausa, riprenderà nel 2025 l'attività con una serie di appuntamenti musicali principalmente a Ferrara, nel salone nobile di Palazzo Roverella (Circolo dei Negozianti), ma anche a Lucca, nella Chiesa dei Servi. Si tratta di cinque concerti
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Vocale
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Vissi d'arte. Vissi per Maria
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Non è facile evocare il mito di Maria Callas portando in scena uno spettacolo che la racconta, senza sporcare o comunque pasticciare impropriamente i contenuti di quella che fu la vita turbinosa e la virtù artistica della grande cantante. Ci hanno provato i componenti del trio Ensemble Musica Civica con Dino De Palma (violino), Luciano
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Eventi
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La stagione sinfonica 2025 dei felsinei
redatto da Athos Tromboni FREE
BOLOGNA - Ventuno concerti costituiscono l’ampia e variegata offerta sinfonica, che caratterizza la stagione 2025 del Teatro Comunale di Bologna, in programma dal 12 gennaio all’11 dicembre 2025 all’Auditorium Manzoni, alle 20.30 nei giorni feriali e alle 17.30 la domenica. Sono ben 20 gli appuntamenti in abbonamento, che spaziano dal
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Opera dal Nord-Est
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La Traviata dello sballo
servizio di Rossana Poletti FREE
TRIESTE - Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”. La Traviata, che ha aperto la stagione lirica del Verdi, denota subito un tratto lampante della regia di Arnaud Bernard: l’evidenziare in maniera sguaiata la licenziosità dei costumi. Di fatto parliamo di una mantenuta che, se anche moralmente riscattata nel finale da Alfredo, come pure dal padre di lui,
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Opera dal Nord-Ovest
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Don Pasquale č un vaudeville
servizio di Athos Tromboni FREE
BERGAMO - La sorpresa più lieta, arrivando a teatro per la "prima" del Don Pasquale del Festival Donizetti 2024, è stata che abbiam trovato disponibile un libretto (anzi, un libro) a stampa come succedeva nei migliori anni del secondo Novecento e come non succede quasi più in nessun teatro, specie se di provincia. Il libretto (anzi, il libro) contiene
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Opera dall Estero
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Madama Butterfly ciak si gira
servizio di Ramón Jacques FREE
LOS ANGELES (USA), Dorothy Chandler Pavilion - Il mese di settembre segna l'inizio di quasi tutte le stagioni dei teatri d'opera americani, e la Los Angeles Opera, uno dei teatri più importanti del Paese, che propone un'interessante offerta di titoli, ha inaugurato il proprio ciclo con la già celebrata e apprezzata Madama Butterfly di Giacomo Puccini
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Vocale
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Requiem salvato dalle voci
servizio di Simone Tomei FREE
LIVORNO - Rappresenta un debutto assoluto per il Teatro Goldoni e più in generale per i teatri livornesi l’esecuzione della Messa da Requiem di Giuseppe Verdi, uno dei più grandi e sentiti capolavori del Cigno di Busseto, che fino ad oggi aveva avuto un'unica esecuzione nella città labronica nel 1986 a Villa Mimbelli. È con questo concerto inaugurale
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Opera dal Centro-Nord
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Il paradigma č un cavallo
servizio di Simone Tomei FREE
PARMA - Nel 1849 Giuseppe Verdi presenta a Roma La Battaglia di Legnano, un'opera in quattro atti con libretto di Salvatore Cammarano. Ambientata nel 1176, durante la celebre battaglia in cui la Lega Lombarda sconfisse l'imperatore Federico Barbarossa, l'opera va oltre la semplice rievocazione storica, riflettendo profondamente
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Echi dal Territorio
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Miracolo al soglio di sor Giacomo
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TORRE DEL LAGO (LU) - È l’avvocato Fabrizio Miracolo il nuovo presidente della Fondazione Festival Pucciniano nominato dal sindaco di Viareggio, Giorgio Del Ghingaro, alla guida della stessa Fondazione; il neo presidente si dice «... profondamente onorato per la fiducia ricevuta dal primo cittadino. È un incarico – ha poi proseguito – che rappresenta
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Opera dal Centro-Nord
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Appunti dal Festival Verdi
servizi di Angela Bosetto e Nicola Barsanti FREE
PARMA - Era il 10 ottobre 1813 quando, alle Roncole di Busseto, Luigia Uttini diede alla luce Giuseppe Fortunino Francesco Verdi, colui che, citando Gabriele D’Annunzio, avrebbe dato voce alla speranza e ai lutti, pianto e amato per tutti. Tradizione vuole dunque che, nell’ambito del Festival Verdi di Parma e Busseto, il decimo giorno del
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Opera dall Estero
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Ballo in maschera di stelle
servizio di Ramón Jacques FREE
SAN FRANCISCO (USA), War Memorial Opera House - Ci sono alcune opere liriche che hanno un legame o un significato speciale con alcuni teatri, e una di queste è Un Ballo in Maschera di Giuseppe Verdi con la San Francisco Opera, titolo scelto dalla compagnia per avviare la nuova stagione, la 102 ̊ della propria storia. Quest'opera verdiana ebbe
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Giro di vite diversamente fatto
servizio di Simone Tomei FREE
GENOVA - Due teatri genovesi, il Nazionale ed il Carlo Felice, hanno avuto un’idea innovativa e affascinante per l’apertura della nuova stagione 2024-2025, proponendo un duplice spettacolo che unisce prosa e opera, presentato al Teatro Ivo Chiesa. È la prima volta in Italia che il pubblico può assistere a un dittico in cui viene messo in scena lo
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Spiegato il cartellone col concertone
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - È stata presentata ieri la nuova stagione 2024/2025 di Opera e Danza del Teatro Comunale "Claudio Abbado": sono 14 i titoli in programma al via il 19 novembre prossimo con lo spettacolo performativo Vissi d'arte. Vissi per Maria dedicato e incentrato sulla figura della divina Maria Callas. Otto spettacoli saranno realizzati dal Teatro
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Opera dal Centro-Nord
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Schicchi nelle Stanze dell'Opera
servizio di Simone Tomei FREE
AREZZO - Si è “consumata” nel Teatro Petrarca della città toscana una lodevole iniziativa locale che ha portato alla messinscena di un capolavoro pucciniano facente parte del celeberrimo Trittico: il Gianni Schicchi. L’iniziativa ha annoverato due aspetti interessanti e particolari. In primis nel cast erano presenti molti talenti del progetto di
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Echi dal Territorio
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Tutte le direzioni in Fall
servizio di Athos Tromboni FREE
VIGARANO MAINARDA (FE) - La programmazione autunno-vernina del Gruppo dei 10 riparte dallo Spirito di Vigarano Mainarda con l'ormai classico appuntamento di Tutte le direzioni in Fall. Gli otto eventi, che si svolgeranno da venerdì 11 ottobre a giovedì 26 dicembre 2024, sono stati presentati alla stampa e ai soci del Gruppo dei 10 oggi
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Eventi
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Il Filarmonico 2025 inizia con Salieri
servizio di Athos Tromboni FREE
VERONA - Il giornalista e critico musicale Alberto Mattioli è stato il mattatore della presentazione della stagione lirica e sinfonica 2025 del Teatro Filarmonico, Arena di Verona. La conferenza stampa, aperta al pubblico, si è tenuta oggi nella Sala Maffeiana dello stesso teatro veronese e Mattioli ha raccontato storia e aneddoti legati ai titoli d'opera
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Jazz Pop Rock Etno
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Ferrara in Jazz si comincia...
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - La 26.esima edizione di Ferrara in Jazz è stata presentata oggi nella Sala dell'Arengo del Municipio dal presidente del Jazz Club, Federico D'Anneo, dal direttore artistico Francesco Bettini, dall'Assessore alla cultura del Comune di Ferrara, Marco Gulinelli, e dalla direttrice del Conservatorio di Musica "Girolamo Frescobaldi", Annamaria
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Vocale
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Donne nelle arie di Puccini
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FERRARA - Il Teatro Comunale "Claudio Abbado" ha inaugurato il Festival di danza contemporanea con una prima esecuzione mondiale dello spettacolo Puccini's Opera - Voci di donne realizzato dalla coreografa e regista Monica Casadei con la sua Compagnia Artemis Danza di Parma. Nell'ambito della giornata dedicata a
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La solita bella Cenerentola
servizio di Simone Tomei FREE
FIRENZE - È tornata in scena al Teatro del Maggio Fiorentino La Cenerentola di Gioachino Rossini nell’ormai storico allestimento della regista Manu Lalli, scene di Roberta Lazzeri, costumi di Gianna Poli e luci di Vincenzo Apicella riprese da Valerio Tiberi. Ho parlato di questa mise-en-scene in due precedenti visioni del 2017 e 2018 alle quali vi rimando
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Cavalleria e Schicchi buon cast mala regia
servizio di Simone Tomei FREE
LIVORNO - Il Festival Mascagni di Livorno 2024 si è chiuso con la rappresentazione delle opere Cavalleria rusticana e Gianni Schicchi, portando sul palco due compositori toscani di spicco: Pietro Mascagni e Giacomo Puccini. Per quale motivo si è scelto di accostare due opere così distanti tra loro? Lo spiega il direttore artistico del Festival, Marco Voleri
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