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Pubblicato il 27 Giugno 2022
Successo al Teatro La Fenice per la nuova produzione del capolavoro di Benjamin Britten
Peter Grimes sbarca in laguna
servizio di Giuliano Danieli
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VENEZIA - La Fenice è stata certamente fra le istituzioni europee più ricettive nei confronti della produzione di Benjamin Britten. Qui nel 1954 è stata data la prima assoluta di The Turn of the Screw, riproposto nei decenni seguenti per ben 4 volte; e nel settembre 1973 ancora la Fenice di Venezia ha ospitato la prima “continentale” di Death in Venice, l’ultima opera del compositore inglese presentata solo pochi mesi prima al festival di Aldeburgh. Sorprende quindi che, fino ad oggi, la città lagunare non avesse conosciuto Peter Grimes, capolavoro di Britten del 1945 che indiscutibilmente occupa i vertici del teatro musicale novecentesco. Bene ha fatto la Fenice a colmare questa lacuna nella corrente stagione, presentando una produzione complessivamente assai riuscita. Il regista Paul Curran, cui è stato affidato questo nuovo allestimento, ha proposto una lettura dell’opera lineare e toccante. Il concetto centrale – già espresso da Peter Pears, primo interprete di Peter Grimes, in un famoso articolo del 1946 – è che il protagonista dell’opera non sia né un eroe né un mostro, ma un uomo debole, solo e incompreso; un “diverso” che la comunità di pescatori in cui vive (“il Borgo”) marginalizza e perseguita. In questa figura di “ordinary weak person”, per citare Pears, chiunque può in qualche misura rispecchiarsi, e Curran approfondisce intelligentemente quest’idea, realizzandola con particolare efficacia nel terzo atto, quando il Borgo cerca minacciosamente Peter scrutando con la luce di alcune torce i volti del pubblico in sala. Sebbene per il regista la figura di Peter sia più ordinaria che eccezionale, la sua tragica vicenda è sapientemente sottratta ad una narrazione normalizzante dalle scene di matrice espressionista concepite da Gary McCann (pareti mobili, inclinate, dai profili irregolari) e dalle luci inquietanti, a tratti violente di Fabio Barettin. La caratterizzazione attoriale dei singoli personaggi del Borgo contribuisce a calare la storia di Peter in un ambiente alienante. I numerosi quadri di massa sono animati da controscene che ben comunicano le ossessioni degli abitanti del villaggio: ad esempio, più volte all’inizio dell’opera essi sono impegnati nell’atto di pulire tavoli, abiti e pavimenti, a suggerire una nevrotica inclinazione all’ordine della quale Peter non potrà che cadere vittima.


Il ritratto del protagonista tratteggiato da Andrew Staples appare generalmente coerente con l’impostazione registica. Il tenore tende a smussare alcune eccessive asperità vocali di Peter, restituendo una figura animata da delicata sensibilità. Quello di Staples è un Peter Grimes gentile anche nella disperazione, con il quale risulta facile simpatizzare. Su un versante quasi opposto si muove la Ellen Orford di Emma Bell. Il soprano è dotata di uno strumento potente, forse anche troppo: i suoi acuti squillanti rendono Ellen un personaggio quasi temibile, piuttosto che una figura dolce – ancorché ferma nei suoi propositi – come Britten parrebbe volerla dipingere. Più centrato appare il ritratto del Capitano Balstrode offerto da Mark Doss, che oscilla fra momenti di risoluta potenza ed altri di sentita compassione. Molto buona la prova vocale e attoriale di tutti gli altri membri del cast, fra i quali spiccano l’incalzante Swallow di Sion Goronwy, un’espressiva Sara Fulgoni nel ruolo di Auntie, e la sinistra Mrs. Sedley di Rosalind Plowright. Encomiabile la prova del coro – vero e proprio “personaggio” in quest’opera – diretto da Alfonso Caiani. Juraj Valčuha alla guida dell’orchestra della Fenice regala un’esecuzione maiuscola: la sua lettura tende ad esaltare gli insanabili contrasti che percorrono la partitura, senza però lasciare che tale materia si trasformi in caos indistinto. I tempi, le dinamiche, gli impasti sonori sono sottilmente calibrati. Anche nei momenti più esasperati l’orchestra è in equilibrio perfetto con le voci.



Un pubblico numeroso ha salutato con incandescente entusiasmo questa produzione. Non resta quindi che augurarsi che Britten torni ad essere programmato con costanza a Venezia. Con la sua storia, la Fenice può restituire al teatro del compositore inglese la meritata centralità che troppo a lungo le istituzioni italiane hanno faticato a riconoscergli. (La recensione si riferisce alla recita di Domenica 26 giugno 2022)
Crediti fotografici: Michele Crosera per il Teatro La Fenice di Venezia Nella miniatura in alto: il direttore Juraj Valčuha Sotto, in sequenza, belle immagini d'assieme di Crosera su momenti salienti della recita
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Pubblicato il 18 Giugno 2022
Aperto con un successo di pubblico incontestabile il 99° Festival Arena di Verona
Carmen torna accolta dal tripudio
servizio di Athos Tromboni
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VERONA – Doveva essere kolossal per celebrare il regista Franco Zeffirelli, e kolossal lo è stata questa Carmen inaugurale dell’Arena Festival 2022 perché al di là degli esiti ricercati da puristi e “intenditori”, o da filologi e “integralisti”, per la Fondazione veronese ciò che più conta (attenzione: diciamo ciò che più conta, non ciò che solo conta) è l’esito presso il pubblico; e non v’è dubbio che l’accoglienza del kolossal da parte di un pubblico che gremiva l’anfiteatro è stata addirittura trionfale. Un tripudio vero e proprio. Niente di nuovo rispetto a una messa in scena “zeffirelliana” con decine e decine di comparse a infoltire il già pingue coro areniano, poi cavalli più volte in scena, al piccolo trotto, o in dressing guidato dai loro cavalieri, o trainanti carretti, poi muli in transito e due dozzine di ballerini ai lati, quando non al centro della scena, per coreografie dove il flamenco l’ha fatta da padrone scatenando applausi entusiatici. Eccetera. Conclusione: è uno spettacolo da vedere, criticare magari, sbertucciarlo anche, ma da vedere. La protagonista, Clémentine Margaine, era al debutto; e debuttava pure Luca Micheletti nel ruolo di Escamillo; in serata di grazia s’aggiungevano il tenore Brian Jagde (Don José) e una splendida Karen Gardeazabal nelle vesti di Micaela; poi, per completare il cast, uno stuolo di giovani interpreti dove si metteva in evidenza il baritono Gabriele Sagona (Zuniga) ma ben figuravano anche Daniela Cappiello (Frasquita), Sofia Koberidze (Mercedes), Nicolò Ceriani (Dancairo) e i veterani Carlo Bosi (Remendado) e Biagio Pizzuti (Morales). Sul podio il maestro Marco Armiliato, direttore musicale del Festival. L’allestimento ha combinato per la prima volta in scena le migliori intuizioni di Zeffirelli di allestimenti che vanno dal 1995 al 2009, integrandoli con nuovi elementi scenografici mai realizzati, ricuperati dai bozzetti originali. Costumi belli e sgargianti di Anna Anni. Alle masse Orchestra, Coro (maestro del coro Ulisse Trabaccin) e Tecnici della Fondazione Arena, si sono aggiunte le voci bianche di A.Li.Ve. preparate da Paolo Facincani; e sempre in scena o quasi, il Ballo con le coreografie originali di El Camborio riprese da Lucia Real e la Compagnia di Ballo spagnolo “Antonio Gades” (coordinatore del Ballo, Gaetano Petrosino). Perfette come sempre le luci di Paolo Mazzon. L’aria festosa della serata (non solo sul palcoscenico durante le scene d’assieme del torero toreador o della habanera, ma anche in platea e sulle gradinate) ha avuto un momento di raccoglimento quando un annuncio particolare, comunicato direttamente dal palcoscenico prima dell’avvio dell’opera dalla sovrintendente soprano Cecilia Gasdia (accolta da un lungo e affettuoso applauso) ha suscitato un silenzio rispettoso : «Ricorre quest’anno il centenario della nascita di due grandissimi artisti – ha detto la Gasdia – più volte protagonisti su questo palcoscenico; il soprano Renata Tebaldi e il baritono Ettore Bastianini.» Applausi del pubblico prima e dopo la riproduzione audio delle due “voci” nelle rispettive incisioni d’epoca di “Numi pietà” (Aida, per la Tebaldi) e di “Ah! l’amor, l’amore ond’ardo” (Il trovatore, per Bastianini).

Poi la bacchetta precisa e attenta di Marco Armiliato ha dato l’avvio, con la trascinante Ouverture di Carmen, all’avvenimento inaugurale del 99° Festival Arena di Verona. Dobbiamo segnalare, a titolo di cronaca, che tutto il primo atto è stato cantato senza i sovratitoli elettronici per un presumibile guasto all’impianto. Poi nel secondo e terzo/quarto atto (questi ultimi due fatti di seguito senza intervallo, solo una breve pausa per il cambio scena) i sovratitoli sono ricomparsi… “zoppicando” perché il maxivideo sulla sinistra del pubblico oscuravano qualche sillaba sia del testo italiano, sia del testo inglese, mentre quello sulla destra del pubblico funzionava a meraviglia ed essendo montato anche più in basso dell’altro (o comunque meno lontano dal palcoscenico e dalla platea) la leggibilità era eccellente. Che dire dell’esecuzione? Coro molto ben preparato, orchestra attentissima alle indicazioni del podio, mai prevaricante il canto. Bravi gli intepreti, sufficienza piena, con un doppio più per la Gardeazabal (Micaela) e un meno meno per la debuttante nel ruolo (Margaine). Ottimo anche il tenore Jagde e in pieno phisique-du-role il debuttante Micheletti (Escamillo). Marco Armiliato, come detto, ha diretto con scrupolo e capacità, diventando addirittura sublime nella concertazione del quintetto del secondo atto “Nous avons en tête une affaire”. Le repliche di questa Carmen sono in calendario per il 24 e 30 giugno; 14, 21, 31 luglio; 11,14 e 27 agosto. Le altre “prime” del Festival 2022 sono: Aida (18 giugno), Nabucco (25 giugno), La traviata (2 luglio), Roberto Bolle and Friends (25 luglio), Turandot (4 agosto), Carmina Burana (12 agosto) e Placido Domingo in “Verdi Opera Night” (25 agosto) con arie e duetti da Macbeth, Don Carlo, Aida.
  


(La recensione si riferisce alla recita di venerdì 17 giugno 2022)
Crediti fotografici: Ennevi Foto per la Fondazione Arena di Verona Nella miniatura in alto: Clémentine Margaine nel ruolo di Carmen Sotto: sempre la Margaine nel primo atto dell’opera, con Gabriele Sagona (Zuniga) Al centro in sequenza: Cecilia Gasdia sul palco durante la comunicazione della dedica dello spettacolo ai centenari di Renata Tebaldi e di Ettore Bastianini; Brian Jagde (Don José); Luca Micheletti (Escamillo) Sotto: la bravissima Karen Gardeazabal in Micaela In fondo: bella panoramica di Ennevi Foto sull’allestimento kolossal 2022 di Carmen
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Pubblicato il 11 Giugno 2022
Conclusa la stagione del Teatro Verdi di Trieste con le opere di Leoncavallo e Respighi
Pagliacci e Al Mulino dittico interessante
servizio di Rossana Poletti
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TRIESTE - Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”. Un dittico interessante quello proposto dal Teatro Verdi di Trieste, ultima rappresentazione della stagione, con i Pagliacci di Ruggiero Leoncavallo e Al mulino di Ottorino Respighi, quest’ultima un’incompiuta del maestro, che completata si presenta quindi in prima esecuzione mondiale. I Pagliacci mancavano da quasi vent’anni al lirico triestino; studiosi del settore affermano che storicamente l’opera non piacque mai molto al pubblico locale, che spesso ne contestò la validità, frequentemente critico col verismo musicale. Non così è accaduto a questa prima molto apprezzata e applaudita, anche nel corso dell’esecuzione. La brillante regia di Victor Garcia Sierra riempie la scena di popolo festante all’arrivo della compagnia di attori, un teatro nel teatro; vestiti di bianco in una scena di mille colori e luci, quella realizzata da Paolo Vitale, che la allestisce con luminarie e scritte moderne in un contesto di festa del paese, con carretti e piccole finte mongolfiere, con donne barbute e trampolieri, con immagini di scena e locandine sparse su tante quintature e sul fondo una grande ruota da Lunapark, al centro un rialzo che diventerà il palco della rappresentazione. Adulti e bambini in coro, quello del Verdi diretto da Paolo Longo e “I Piccoli cantori della città di Trieste” di Cristina Semeraro. Tutto parte dal prologo che annuncia cosa accadrà, il personaggio che l’interpreta, sarà poi Tonio/Taddeo, l’ottimo baritono Devid Cecconi, mette i puntini sulle i: «... l’autore ha cercato invece pingervi uno squarcio di vita. Egli ha per massima sol che l’artista è un uom e che per gli uomini scrivere ei deve. Ed al vero ispiravasi.» Il vero è un fatto accaduto in Calabria dove Leoncavallo visse per un periodo. L’incipit è ben piantato in quello che sarà il successo dell’opera. Cecconi lo racconta talmente bene da riscuotere da subito un caloroso e lungo applauso. Anche il tenore Amadi Lagha, che interpreta Canio/Pagliaccio, si destreggia perfettamente nella sua parte. Esegue la famosa aria “Vesti la giubba” con grande realismo, riempiendo le note di umanità profonda, come nelle intenzioni dell’autore, nella quale si evince la sofferenza dell’uomo che sulla scena dovrà recitare il dramma che sta vivendo nella vita vera.


Il soprano Valeria Sepe, nei panni di Nedda/Colombina, è straordinaria nella gestualità del personaggio, dotata di voce potente e flessuosa, difetta soltanto nel fraseggio. L’orchestra è diretta da Valerio Galli, appassionato amante di Ruggiero Leoncavallo e dei Pagliacci, che scorge in Trieste la libertà del mare, della sua Viareggio, terra di compositori veristi; ricorda come Leoncavallo ammirasse Wagner, del quale il coro del primo atto contiene alcuni echi. Un’opera difficile, contrariamente a quanto si pensa, con variazioni e cambi improvvisi. Balgoj Nacoski (Peppe/Arlecchino) e Min Kim (Silvio) completano il quadro dei protagonisti principali ai quali si affiancano Damiano Locatelli e Francesco Paccorini nella parte di due contadini. Dopo il femminicidio di Nedda e l'omicidio di Silvio, quasi Leoncavallo vivesse l’oggi, un lungo intervallo permette un drastico cambio delle scene per la rappresentazione di Al mulino di Ottorino Respighi, con il quale ci si cala invece in quella profonda greve realtà russa, che ancor più oggi ci sconvolge per la guerra che stiamo vivendo. Questa è stata la seconda opera del compositore bolognese, che in Russia visse un breve periodo, venendo in contatto con l’animo di quel popolo, troppo spesso piegato al potere, fosse quello dello zar o di qualsiasi altro dittatore che arrivò dopo. Paolo Rosato ha messo mano alla orchestrazione della parte incompiuta dall’autore, un quarto dell’opera: «Rimasi il più possibile vicino al pensiero musicale di Respighi - ha dichiarato - egli si muove con grande libertà e fantasia… non voglio dire che il timbro sia estraneo alla descrizione delle emozioni, delle situazioni drammatiche, ma che probabilmente non c’è correlazione fissa tra gli elementi dei due campi. Lo stesso avviene per i leitmotiv ricorrenti, che assumono veste orchestrale sempre diversa.»


Altra responsabilità nel debutto di un’opera è stata quella del regista, Daniele Piscopo, che ha “scelto la via dell’impressionismo, dove attraverso i contrasti di luci e ombre viene rappresentato lo stato d’animo dei diversi personaggi: «Mai avrei pensato di dover raccontare una storia che potesse ripresentarsi oggi, ciò che sembrava lontano nel tempo è divenuto paradossalmente vicino. All’orizzonte ci sono la guerra e i suoi orrori, non si può non fare i conti con questo.» Il libretto dell’opera lo fa con forza, in quel mulino la donna Aniuska arriverà ad un epilogo disarmante. Ucciderà, aprendo con forza l’acqua del ruscello che va al mulino, i persecutori e l’amato Sergio, per non permettere a costoro di perseguitarlo ancora. L’acqua simbolo di purificazione, diventa simbolo di morte. Il suo innamorato si è ribellato ai soprusi degli uomini dello zar, la ragazza è maltrattata dal padre Anatolio e da Nicola, che innamorato non è ricambiato e consegnerà così Sergio ai suoi aguzzini. L’orchestra, diretta da Fabrizio Da Ros, sfodera toni possenti e minacciosi. La musica è tetra, trasporta lo spettatore in un mondo di angoscia e terrore, un tempo lungo nel quale poco avviene se non il dipanarsi dell’orrore a cui è sottoposta la donna. Il finale è dirompente e in qualche modo disarmante. I protagonisti Afag Abbasova-Budagova (Aniuska) e Zi Zhao Guo (Sergio) sono tutti convincenti nei loro ruoli drammatici, a cui si aggiunge il tratto subdolo di Domenico Balzani (Nicola). Altrettanto efficaci i coprotagonisti in scena: Cristian Saitta (Pope), Min Kim (Anatolio), Anna Evtekhova (Maria), Blagoj Nacoski (ufficiale), Francesco Cortese (Solo) e Giuliano Pelizon (soldato). Un Respighi inedito, su cui valeva la pena soffermarsi. Funzione dei teatri è anche di non abituare il pubblico a seguire sempre gli stessi e sempre meno titoli. Una diminutio culturale a cui non vogliamo abituarci.
Crediti fotografici: Fabio Parenzan per il Teatro Verdi di Trieste Nella miniatura in alto: il tenore Amadi Lagha (Canio) Al centro: panoramica di Fabio Parenzan sull'allestimento triestino di Pagliacci; e, in sequenza, il baritono Devid Cecconi (Tonio) e Valeria Sepe (Nedda); ancora Valeria Sepe con Amadi Lagha Sotto: altra panoramica di Fabio Parenzan su Al Mulino; i saluti del cast di Al Mulino al termine della rappresentazione
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Parliamone
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Pipistrello bello ma non tutto fila
intervento di Rossana Poletti FREE
TRIESTE - Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”. L’operetta è genere brillante ma impervio. Richiede grandi doti canore, perché i compositori che vi ci sono cimentati non risparmiano salite verticali a soprani e tenori e altrettante discese. Per riuscire esige dagli artisti qualcosa di più, il sapere stare in scena, con molto brio e con una recitazione piuttosto eccellente, in molti ruoli anche recitazione comica, e saper far ridere è sempre difficile. L’operetta, che è indubbiamente tanta musica con alcune arie straordinarie e Il Pipistrello scritto da Johann Strauss jr.né è uno dei massimi esempi, in Italia è considerata dal FUS (Fondo unico per lo spettacolo) alla stregua di commedia, musicale ma pur sempre commedia, e non viene riconosciuta nei programmi dei teatri lirici, che pur hanno orchestre, coro e balletto,
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Personaggi
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Alessandra Volpe si confida
intervista di Ramón Jacques FREE
Con una lunga e interessante carriera che l'ha portata a calcare importanti palcoscenici di vari paesi europei come Italia, Spagna, Germania, Svizzera, Norvegia, Inghilterra, Portogallo eccetera, e in Nord America negli Stati Uniti, Canada o Messico, in ruoli diversi nel belcanto, nei ruoli verdiani e rossiniani, solista in varie opere orchestrali, e soprattuttocon la Carmen di Bizet
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Opera dal Centro-Sud
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Tappe dell'opera: l'Ottocento e il Novecento
servizio di Giuliano Danieli FREE
MARTINA FRANCA (TA) - Facciamo seguito alle precedenti recensioni già publicate su questa testata giornalistica on-line (per leggere il servizio premere qui), pubblicando la seconda parte delle nostre cronache musicali dal Festival della Valle d'Itria di Martina Franca.
Vincenzo Bellini
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Opera dal Centro-Sud
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Tappe dell'opera: il Barocco e il Settecento
servizio di Giuliano Danieli FREE
MARTINA FRANCA (TA), 21-27 luglio 2022 – Per la prima edizione del Festival della Valle d’Itria sotto la sua egida, il direttore artistico Sebastian F. Schwarz ha selezionato cinque titoli rari o inediti in grado di rappresentare alcune delle tappe fondamentali della storia dell’opera, dal Seicento ai giorni nostri. Questa scelta asseconda con giusto rispetto le logiche decennali di una rassegna
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Personaggi
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Anja Harteros compie cinquant'anni
servizio di Fabiana Crepaldi FREE
Questo 23 luglio 2022, Anja Harteros, uno dei più grandi soprani dell'inizio di questo secolo, compie cinquant'anni. L'appuntamento è scandito dal silenzio della diva, sempre discreta nella sua vita personale, ma sempre sfolgorante sul palco. Figlia di padre greco e madre tedesca, Anja Harteros è nata a Bergneustadt, in Germania, nella regione di Colonia. La sua
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Nuove Musiche
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Concerto Grosso per Luis Bacalov
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Un celebre compositore di canzoni e musica da film e due donne protagoniste del revival che lo riguarda: questo il sunto dello spettacolo musicale Concerto Grosso per Luis Bacalov che il Teatro Comunale “Claudio Abbado” ha prodotto coinvolgendo l’Orchestra Città di Ferrara (primo violino concertante e direttore Antonio Aiello) e il gruppo un po’ pop, un po’ rock
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Eventi
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Lirica danza concerti Venezia riparte
redatto da Giuliano Danieli FREE
VENEZIA - La Stagione Lirica e Balletto e la Stagione Sinfonica 2022-2023 del Teatro La Fenice sono state presentate mercoledì 13 luglio 2022 dal sovrintendente e direttore artistico Fortunato Ortombina e dal direttore generale Andrea Erri. Così il sovrintendente Ortombina: «Quattordici titoli d’opera, due di balletto e diciotto appuntamenti sinfonici
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Operetta and Musical
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Qualcosa di marcio Shakespeare!
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA – Trionfo di pubblico nel Teatro Comunale “Claudio Abbado” per il musical Qualcosa di Marcio (Something Rotten), libretto di Karey Kirkpatrick e John O’Farrell, musica di Wayne Kirkpatrick, in scena per la prima europea proprio sul palcoscenico di Ferrara con tre rappresentazioni: la sera di sabato 9 luglio 2022 e due repliche oggi, domenica 10 luglio (ore 16 e 21).
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Prosa
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Destinatario sconosciuto ossia la rivalsa
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Quattro modi per scrivere lettere. Quattro appuntamenti nel cortile e nel parco della Biblioteca Ariostea di via Scienze 17. Si tratta di una rassegna teatrale ideata da Ferrara Off, con testi scelti da Giulio Costa, Monica Pavani e Margherita Mauro. In pratica è un modo (riuscito) di fare teatro affidandosi solamente a dialoghi epistolari.
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Opera dal Centro-Nord
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Don Giovanni domatore tra le fiere
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Il Don Giovanni di Mozart ha debuttato al Teatro Comunale "Claudio Abbado" venerdì 1 luglio, 2022 con replica domenica 3 luglio. Entrambe le rappresentazioni hanno visto il teatro gremito fino al tutto esaurito. Il progetto partiva da lontano: affidare al maestro Leone Magiera il compito di selezionare e preparare giovani cantanti per
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Eventi
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La Filarmonica di Suvereto ha due secoli
FREE
SUVERETO (LI) - Si inaugurano sabato 9 luglio 2022 alle 21.30 nel giardino della Rocca Aldobrandesca le celebrazioni per il Bicentenario della Società Filarmonica di Suvereto, a cura dell’Ente Musicale e Culturale Filarmonica “G. Puccini”, che ne raccoglie la storia e l’identità. È, infatti, proprio dal 1823 che la Società Filarmonica lavora
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Jazz Pop Rock Etno
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Omaggio a Franco Battiato
servizio di Attilia Tartagni FREE
RAVENNA - Al Pala De Andrè il 2 luglio 2022 si è compiuto un riuscito “Omaggio a Franco Battiato” con l’evocazione di una delle sue tante anime spese nella Musica, quella più intima e profonda dell’artista siciliano nato nel 1945 e scomparso nel 2021. Come ha dichiarato fra una canzone e l’altra il poliedrico Simone Cristicchi che se ne ritiene
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Echi dal Territorio
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Notte rosa in Certosa
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Quando si parla di Piazza San Pietro a Roma e del colonnato del Bernini si dice che quel semicerchio architettonico significhi un grande abbraccio. Anche la Certosa di Ferrara, col suo austero tempio di San Cristoforo e lo sviluppo laterale a semicerchio delle ali, può essere inteso come un grande abbraccio. In più (diciamo in più, non
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Eventi
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Prosegue con successo il Varignana Festival
FREE
VARIGNANA (BO) - Si sono conclusi tra gli applausi dei numerosi spettatori i primi due appuntamenti dell'VIII edizione del Varignana Music Festival, andati in scena presso la Terrazza Belvedere e l'Anfiteatro sul Lago di Palazzo di Varignana il 29 e 30 giugno 2022. Protagonisti del tradizionale Grand Opening l'Orchestra e il Coro del
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Classica
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Iván Fischer bacchetta che incanta
servizio di Attilia Tartagni FREE
RAVENNA -La Budapest Festival Orchestra con il concerto del 28 giugno al Pala De André ha confermato, se mai ve ne fosse bisogno, l’importanza della presenza delle grandi orchestre nella manifestazione ravennate, dando vita a un concerto di qualità e gradevolezza incentrato su due classici: la Terza Sinfonia di Johannes Brahms e la
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Opera dal Nord-Est
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Peter Grimes sbarca in laguna
servizio di Giuliano Danieli FREE
VENEZIA - La Fenice è stata certamente fra le istituzioni europee più ricettive nei confronti della produzione di Benjamin Britten. Qui nel 1954 è stata data la prima assoluta di The Turn of the Screw, riproposto nei decenni seguenti per ben 4 volte; e nel settembre 1973 ancora la Fenice di Venezia ha ospitato la prima “continentale” di Death
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Opera dal Centro-Nord
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In principio era ŦLe Willisŧ
servizio di Simone Tomei FREE
LUCCA - Il genio compositivo giovanile di Giacomo Puccini si cimentava nel concorso Sonzogno con un libretto di Fernando Fontana dal sottotitolo “Le Willis - leggenda in un atto e due parti”. Il componimento teatrale del venticinquenne compositore lucchese non fu ritenuto all’altezza di figurare tra i cinque lavori degni di menzione; ebbero
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Nuove Musiche
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Let's Prog che spettacolo!
servizio di Attilia Tartagni FREE
RAVENNA - Non l’avevamo dimenticata, l’invasione della città nel Ravenna Festival 2016 a opera di una schiera di violoncellisti ossessionati dal proprio strumento con cui coinvolgere e trascinare il pubblico donando emozioni e creando nuove sensibilità. A volte ritornano e chissà se sono ancora gli stessi di sei anni fa. Di certo non sono cambiati
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Soci Uncalm
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Saccon e Génot un gioiello di esecuzione
servizio di Gianluca La Villa FREE
LUCCA - Chiesa dei Servi, 18 giugno 2022. Raramente abbiamo partecipato e assistito a un concerto per violino e pianoforte con un programma così fascinoso, coinvolgente, stimolante il duo degli artisti a realizzare una naturale e viva comunicazione al pubblico della loro arte. È successo con il violinista Christian Joseph Saccon e il
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Opera dal Nord-Est
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Carmen torna accolta dal tripudio
servizio di Athos Tromboni FREE
VERONA – Doveva essere kolossal per celebrare il regista Franco Zeffirelli, e kolossal lo è stata questa Carmen inaugurale dell’Arena Festival 2022 perché al di là degli esiti ricercati da puristi e “intenditori”, o da filologi e “integralisti”, per la Fondazione veronese ciò che più conta (attenzione: diciamo ciò che più conta, non ciò che solo conta)
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Ballo and Bello
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Interno Verde e Interno con Traviata
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Presentato oggi il Festival di Danza Contemporanea 2022 del Teatro Comunale "Claudio Abbado" che prosegue anche per la prossima stagione nel solco delle novità e delle riconferme: negli anni questo Festival ferrarese è divenuto un punto di riferimento per tutto il panorana di danza italiano ed europeo, essendosi distinto proprio per
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Opera dal Nord-Est
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Pagliacci e Al Mulino dittico interessante
servizio di Rossana Poletti FREE
TRIESTE - Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”. Un dittico interessante quello proposto dal Teatro Verdi di Trieste, ultima rappresentazione della stagione, con i Pagliacci di Ruggiero Leoncavallo e Al mulino di Ottorino Respighi, quest’ultima un’incompiuta del maestro, che completata si presenta quindi in prima esecuzione mondiale.
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Eventi
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Luglio a teatro 2022
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Finite le stagioni tradizionali di lirica, prosa, concertistica, danza, il Teatro Comunale Claudio Abbado non si ferma neanche a luglio; un po' per dare continuità a una stagione ricca di serate e novità, un po' per sperimentare anche il nuovo impianto di climatizzazione che l'amministrazione comunale, su insistenza del Teatro
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Prosa
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A teatro vive il sogno illuminista
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - È stata presentata la stagione di prosa 2022-2023 del Teatro Comunale "Claudio Abbado": saranno 12 spettacoli in abbonamento che spaziano dai grandi classici, agli autori internazionali, alle nuove drammaturgie. A questi appuntamenti (in programma il venerdì e il sabato alle 20,30 e di domenica alle ore 16), si aggiungono anche i
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Echi dal Territorio
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Omaggio ad Anna Lolli
servizio di Attilia Tartagni FREE
BAGNARA DI ROMAGNA (RA) - È stato un vero piacere domenica 29 maggio 2022 alle 17,30 ritrovarsi come prima della pandemia nell’Auditorium di Bagnara di Romagna, noi abituali frequentatori del decentrato tempio della lirica e un bel numero di giovani, per il primo omaggio ufficialmente dedicato alla bagnarese Anna Lolli (10 settembre
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Pagina Aperta
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Le immagini parlanti di Costantini
servizio di Attilia Tartagni FREE
RAVENNA - Da almeno due anni Ravenna Manifestazioni si augurava “il ritorno alla normalità”. E la normalità è tornata con la consuetudine della presentazione in presenza del 23 maggio 2022 della brochure in formato tascabile del calendario della XXXIII edizione del Ravenna Festival, impreziosita dalle immagini parlanti di Gianluca Costantini.
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Approfondimenti
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Progetto Lauter per i giovani
servizio di Edoardo Farina FREE
FERRARA - Ultimo appuntamento della Stagione concertistica 2021-2022 di “Ferrara Musica” nel Teatro Comunale “Claudio Abbado”: dopo lo strepitoso concerto tenuto dall’Orchestre de Paris sotto la direzione di Esa-Pekka Salonen dodici giorni prima, il 10 maggio 2022 è tornato sul palcoscenico il “Progetto Lauter”, fortunata formazione
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Opera dal Nord-Est
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Rigoletto ottimo il cast, ma...
servizio di Rossana Poletti FREE
TRIESTE - Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”. Rigoletto è un uomo buono e cattivo allo stesso tempo. Un profondo cambiamento da quel cliché, che vuole che bene e male siano ben distinti, avviene per mano delle scelte musicali e di libretto da parte di Verdi con quest’opera. Il melodramma vive una svolta grazie al compositore di Busseto che osa,
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Ballo and Bello
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Les nuits barbares ou premiers matins
servizio di Attilia Tartagni FREE
RAVENNA - Secondo e ultimo appuntamento della stagione ravennate “Opera-Danza” 2021-2022 con le sorprendenti creazioni del coreografo franco algerino Hervè Koubi, nominato nel 2015 Chevalier des Ars et des Lettres per la visione innovativa introdotta con il suo progetto coreutico. I quattordici danzatori si muovono in scena con potenza
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