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Il dramma di Richard Strauss č un thriller fra gli specchi per il regista Mariusz Treliński

La donna senz'ombra

servizio di Ramón Jacques

Pubblicato il 13 Novembre 2023

20231113_Lyon_00_DieFrauOhneSchatten_SaraJakubiak_phBertrandStoflethLYON (Francia) - 25 ottobre 2023 Opera de Lyon. Nel 1911, otto anni prima della première dell’opera, Hugo von Hofmannsthal mostrò a Richard Strauss i primi schizzi di quello che sarebbe stato il libretto della sua nuova opera. Il lavoro creativo svolto tra il librettista e il compositore, iniziato alla fine del 1913 e conclusosi nell'agosto del 1916, ha dato vita a Die Frau ohne Schatten (La donna senz'ombra), opera in tre atti, opus 65 di Richard Strauss , che ha visto la sua prima messa in scena all'Opera di Stato di Vienna il 10 ottobre 1919.
Centoquattro anni dopo quella data, l'opera arriva per la prima volta sul palcoscenico dell'Opera di Lione, come primo titolo di un’altra stagione variegata. Una prima molto tardiva se si considera che il teatro d'opera della città della Gallia si concentra da diversi anni sulla proposta di opere contemporanee o opere raramente rappresentate del repertorio; anche se sembra che il rapporto tra questo titolo e i teatri francesi non sia stato in generale molto stretto quando si consideri che l'opera è andata in scena per la prima volta in Francia nel 1965, al Teatro Municipale di Strasburgo, e non è regolarmente programmata in sedi importanti. La sua esecuzione più recente infatti è quella in versione da concerto nel febbraio 2020 al Théâtre des Champs-Élysées di Parigi.
D'altra parte, la sfida e le esigenze di proporre un titolo come questo si sono evidenziate quando, la mattina del giorno di questa quarta rappresentazione, su sei in totale, il teatro annunciava che il soprano Sara Jakubiak, che aveva cantato il ruolo dell'Imperatrice nelle prime rappresentazioni, così come il tenore Vincent Wolfsteiner, che aveva fatto lo stesso come Imperatore, erano indisposti per quella recita e che sarebbero stati sostituiti dal soprano Miriam Clark e dal tenore tedesco Burkhard Fritz.
Miriam Clark, che ha poi sostenuto il ruolo dell'Imperatrice, ha dovuto viaggiare dalla Germania a Lione lo stesso giorno della recita per la quale l'avevano chiamata d'urgenza: alla fine, e con qualche minuto di ritardo, è iniziato lo spettacolo in cui la indisposta Sara Jakubiak e l'indisposto Vincent Wolfsteiner hanno interpretato sulla scena i loro personaggi come nelle recite precedenti, mentre i sostituti cantavano le parti con lo spartito in mano alle due estremità del palco, senza alterare né influenzare la performance con distrazioni per il pubblico.
Vocalmente si è udito un cast solido ed omogeneo, con la voce sontuosa e profonda, chiara, tagliente ma mai stridente che Miriam Clark prestava al personaggio dell’Imperatrice, così come la ricchezza di mezzi vocali che Burkhard Fritz ha offerto dando voce all’Imperatore.
Il basso baritono Josef Wagner impersonava Barak, un personaggio cupo, intrattabile, bellicoso e sessualmente compulsivo come richiesto dalla regia; Josef Wagner ha mostrato buoni mezzi vocali, così come il soprano Ambur Braid con una buona recitazione e interpretazione vocale nel ruolo della Moglie di Barak, rappresentata come una donna stanca, maltrattata e dall'aspetto non in linea con gli altri personaggi (con i suoi pantaloncini di jeans strappati).
Da parte sua, il mezzosoprano americano Linsday Ammann ha dato rilevanza al personaggio della Nutrice, elegante nel canto e nell'aspetto, e per l'espressività e il calore che trasmetteva con sfumature e colori. Con quella del tenore Burkhard Fritz ha offerto la performance vocale migliore e più emozionante.

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Il resto dei protagonisti che erano rappresentati da personaggi mostruosi, loro alter-ego immaginario, hanno cantato correttamente le loro parti, come il soprano Giulia Scopelliti che era la voce del falco e il guardiano del tempio, il tenore Robert Lewis che ha prestato la sua voce al bel giovane e al gobbo, il baritono Julian Ohrlishausen nel ruolo del messaggero, il baritono Pawel Trojak nel ruolo dell'uomo con un occhio solo, il basso baritono Pete Thanapat nel ruolo dell'uomo con un braccio solo e il mezzosoprano Thandiswa Mpongwaga come voce dall’alto. Celestiale e chiara si è sentita l'interpretazione dei soprani nei panni dei bambini non nati e corretta quella dei bassi come guardiani notturni, senza dimenticare gli interventi del coro.
La dimensione della buca del teatro di Lione ha costretto l'orchestra a ridurre il numero degli strumenti richiesti dalla partitura, che dopo un inizio un po' accidentato, sotto la direzione del M° Daniele Rustioni, ha emesso un suono morbido, preciso e ricco, come richiesto dalla musica di Richard Strauss, di cui si sentivano i leitmotiv, e l'abilità degli strumentisti, insieme e singolarmente, di un'orchestra abituata anche ad eseguire il repertorio sinfonico, oltre a quello operistico.
La parte visiva dello spettacolo è stata curata dal cineasta e regista polacco Mariusz Treliński, con un allestimento realizzato per questa première locale che si è concentrato sulla parte metaforica e freudiana dell'opera e che descriveva la condizione mentale dell'Imperatrice, personaggio che vive in un mondo magico e che ha perso interesse per la vita, non avendo né famiglia, né figli, e nemmeno alcun contatto con la realtà, ritrovandosi smarrita e sola in un labirinto di pensieri.
Alla ricerca dell'ombra dell'Imperatrice e prendendo ispirazione dal film «Persona» di Ingmar Bergman, Treliński confronta l'Imperatrice, attraverso uno specchio, con una donna che vive nel mondo reale, ma che, come lei, non riesce a dare un senso alla propria esistenza. Realizzando uno scambio di personalità e sensazioni tra entrambe, il regista ha ideato una sorta di thriller psicologico in stile cinematografico per l'importanza delle immagini e dei personaggi che emergono dall'oscurità.
L'azione inizia con una donna che tenta il suicidio nel suo bagno di marmo nero e si conclude con una donna vecchia, sola, che contempla una bambola sul bordo del letto. La trama si svolge quindi solo nell'immaginazione dell’Imperatrice, oppure è ciò che lo spettatore osserva in scena?
Treliński è riuscito a catturare e sviluppare molto bene questa idea.

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Le scenografie del designer Fabien Lédé erano impattanti, con una casa rotante sul palco che da un lato mostrava l'opulenza di una dimora in marmo nero, appartenente a un mondo immaginario, e dall'altro l'interno di una casa appartenente al mondo reale, pieno di difetti, che si integrava secondo l'idea scenica.
Alcune proiezioni video, ideate da Bartek Macias, con i chiaroscuri e le luci sobrie di Marc Heinz, e il buon lavoro del reparto trucco del teatro hanno contribuito al successo della parte teatrale e visiva dello spettacolo.
(la recensione si riferisce alla recita di mercoledì 25 ottobre 2023)

Crediti fotografici: Bertrand Stofleth per il Teatro dell'Opera di Lione (Francia)
Nella miniatura in alto:
Sara Jakubiak (nel ruolo della Imperatrice)






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