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Straordinaria e partecipata presenza di pubblico nelle prime due serate del 101° Festival |
Doppia inaugurazione in Arena |
servizio di Angela Bosetto |
Pubblicato il 09 Giugno 2024 |
VERONA - Negli anni Novanta, il celebre spot di un altrettanto famoso gelato affermava che «Du gust is megl che one», quindi dato che l’estate è alle porte e ci sono ben due cose da festeggiare (il riconoscimento della pratica del canto lirico italiano come Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO e il centenario della scomparsa di Giacomo Puccini), anche l’Arena di Verona decide di inaugurare il proprio 101° Festival Lirico con una doppia apertura: da una parte, l’evento in mondovisione La Grande Opera Italiana Patrimonio dell’Umanità (trasmesso dalla RAI e condotto da Cristiana Capotondi, Luca Zingaretti e Alberto Angela), dall’altra l’opera pucciniana prediletta dal pubblico areniano, ovvero Turandot, che, con le sue centocinquanta recite (dal 1928 a oggi), occupa stabilmente la quarta posizione fra i titoli più rappresentati nella storia dell’anfiteatro veronese.
La Grande Opera Italiana Patrimonio dell’Umanità - 7 giugno 2024 Prima di iniziare, è necessario fornire un po’ di numeri. Non in relazione alle migliaia di spettatori che hanno riempito l’Arena, allo share televisivo (secondo i comunicati, il Gala è stato seguito da 80 milioni di persone in tutto il mondo) o alle autorità governative (dall’applauditissimo Presidente Segio Mattarella alle maggiori cariche dello stato, dai rappresentanti delle varie istituzioni culturali agli ambasciatori dei Paesi UNESCO), bensì a coloro che hanno reso possibile La Grande Opera Italiana Patrimonio dell’Umanità.
Al concerto hanno partecipato due direttori d’orchestra (Riccardo Muti e Francesco Ivan Ciampa), due étoile della danza (Roberto Bolle e Nicoletta Manni), una ventina di solisti (sebbene “alla cantata” sia mancata la diva Anna Netrebko), 160 professori d’Orchestra e 300 coristi (preparati dal sempre encomiabile Roberto Gabbiani) provenienti, oltre che da Fondazione Arena, dalla Scala di Milano, dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, dal Petruzzelli di Bari, dal Comunale di Bologna, dal Lirico di Cagliari, dal Maggio Musicale Fiorentino, dal Carlo Felice di Genova, dal San Carlo di Napoli, dal Massimo di Palermo, dall’Opera di Roma, dal Regio di Torino, dal Verdi di Trieste, dalla Fenice di Venezia e dai Teatri di Tradizione aderenti all’ATIT. E a queste cifre vanno aggiunte tutte le maestranze areniane, visibili e invisibili, che tanto si sono prodigate affinché il gigantesco ingranaggio funzionasse per oltre quattro ore senza incepparsi. Certo, l’evento è stato concepito soprattutto per il pubblico “a casa” (a partire dall’amplificazione, purtroppo fastidiosa, ma necessaria alla ripresa televisiva), il cartellone era forse fin troppo denso (con effetto indigestione dietro l’angolo), certe scelte si sono rivelate opinabili (tipo proporre una coreografia decorativa sulle note del Dies Irae) e chi era nell’anfiteatro non ha potuto apprezzare le due esecuzioni trasmesse in differita dalla Casa di Giulietta (dove Mariangela Sicilia ha intonato “Oh! quante volte, oh quante”, da I Capuleti e i Montecchi di Vincenzo Bellini) e dal Ponte di Castelvecchio, sfondo dell’invettiva di Rigoletto (Luca Salsi) in “Cortigiani, vil razza dannata”. Ma tutte queste cose passano in secondo piano davanti alla volontà di restituire all’opera la sua dimensione più popolare e farla arrivare al maggior numero di persone possibile. La parte iniziale del programma, orientata sul versante sinfonico-corale e ad appannaggio esclusivo di Muti, ha subito alzato l’asticella a un livello altissimo con la caleidoscopica Ouverture rossiniana del Guillaume Tell, la raffinata Sinfonia della Norma belliniana, lo struggente coro “Patria oppressa” dal Macbeth verdiano, la palpitante Sinfonia e l’immancabile “Va, pensiero” da Nabucco, l’evocativo Intermezzo di Manon Lescaut e il magnetico Preludio con coro da Mefistofele di Arrigo Boito. La grandezza del Maestro (capace di condurre i musicisti verso punte di autentica eccellenza) non si può definire a parole: va ascoltata, tenendo bene a mente che, se (come afferma lui stesso) «... la lirica è un’arte seria», il riconoscimento UNESCO «non è un punto di arrivo, ma un impegno per il futuro. Che ci coinvolge tutti, per tramandare al meglio questo patrimonio che merita di stare nell’olimpo della musica di tutti i tempi.» Per la sfilata delle star dell’opera, la bacchetta è passata nelle mani del M° Ciampa, che ha retto con solidità ed efficienza i due terzi rimanenti della serata. Complice il centenario pucciniano, la maggioranza del programma è stata dedicata al Sor Giacomo ed ecco quindi Tosca (“E lucevan le stelle” del tenorissimo Jonas Kaufmann e il monumentale “Te Deum” intonato con perizia da Luca Salsi), La Bohème (dalla dolcezza disarmante di Juan Diego Flórez in “Che gelida manina” alla voluttuosa Musetta di Juliana Grigoryan in “Quando men vo”, passando per la “Vecchia zimarra” del bravo Gianluca Buratto), Madama Butterfly (la poetica danza di Bolle e Manni sul Coro a bocca chiusa e la trepida esecuzione di “Un bel dì vedremo”, per lucente voce di Eleonora Buratto), Gianni Schicchi (ancora Mariangela Sicilia, emozionata ed emozionante in “O mio babbino caro”) e Turandot (con l’intensità di Rosa Feola in “Tu che di gel sei cinta” e la spavalderia di Vittorio Grigolo in “Nessun dorma”). Ma non potevano mancare Giuseppe Verdi (la Marcia trionfale di Aida, “La donna è mobile” affidata all’ottimo Flórez, “Di quella pira” al promettente Galeano Salas e il brindisi della Traviata alla coppia Grigolo-Feola), Gioachino Rossini (Nicola Alaimo ha riproposto il suo spumeggiante Barbiere di Siviglia in “Largo al factotum”), Pietro Mascagni (l’Intermezzo di Cavalleria rusticana, danzato dal divo Bolle), Ruggero Leoncavallo (“Vesti la giubba” del vigoroso Brian Jagde), Gaetano Donizetti (quando si vuole “Una furtiva lacrima”, si chiama Francesco Meli), Vincenzo Bellini (l’eterea “Casta Diva” di Jessica Pratt) e Umberto Giordano (“Nemico della patria” intonato con classe da Ludovic Tézier). C’è stato spazio persino per un titolo non italiano, ma areniano al cento per cento: Carmen di Georges Bizet, assegnata alla rivelazione Aigul Akhmetshina, affiancata da Sofia Koberidze e Daniela Cappiello ne “Les tringles des sistres tintaient”. Naturalmente, gli applausi sono stati tantissimi e per tutti. Non sappiamo ancora se questo tipo di serata diventerà (come auspicato dai conduttori) un appuntamento fisso annuale, ma di sicuro la prossima estate le Terme di Caracalla ospiteranno un evento analogo, imperniato sul tema del “Sacro nell’Opera” e inserito nel corollario delle celebrazioni del Giubileo 2025.
Turandot – 8 giugno 2024 Assemblato nel 2010 e impreziosito dai costumi del Premio Oscar Emi Wada, l’allestimento areniano di Turandot firmato da Franco Zeffirelli si conferma uno di quegli esempi di “usato sicuro” che continuano a fare la fortuna dell’anfiteatro veronese. Chi non ha mai assistito a una delle repliche, vuole (giustamente) rimediare e chi conosce già lo spettacolo lo rivede sempre con piacere. Si può discutere quanto si vuole sull’horror vacui zeffirelliano (fra schiere di comparse e profluvi di dettagli preziosi) e sulla creazione di una Cina poco “storicamente attendibile” (ma non era il libretto a dire “al tempo delle favole”?...), nonché sul fatto che il modo di fare teatro sia cambiato, ma al momento dell’apertura della reggia imperiale (scena clou del secondo atto) anche lo spirito più polemico è costretto a tacere per un momento e a riconoscere di essere davanti a qualcosa di fantastico. Fantastico nel senso letterale del termine, ossia capace di trascendere la realtà in quanto frutto di un immaginario avulso dalle limitazioni del nostro mondo. Dopo l’apertura mediatica della sera precedente, tocca dunque a Turandot il compito di inaugurare il 101° Festival nel modo più classico. Sul podio arenano debutta il giovane Michele Spotti (classe 1993 e Direttore musicale dell’Opera e dell’Orchestra Filarmonica di Marsiglia), che supera brillantemente la sua prima concertazione in uno spazio tanto vasto, mantenendo saldamente le fila vocali e strumentali e meritandosi un lungo applauso non solo da parte del pubblico, ma degli orchestrali stessi. Coadiuvato dall’eccellente lavoro di preparazione svolto sul Coro da Roberto Gabbiani, Spotti può ricamare sulle lucentezze e i colori (anche più cupi) dell’Incompiuta, esaltandone la forza appassionata e la dimensione iniziatico-fiabesca. Nei panni della Principessa di Gelo, troviamo Ekaterina Semenchuk, la quale, a pochi mesi dal debutto come Turandot al Liceu di Barcellona, rimarca come il ruolo possa essere affidato anche a un mezzosoprano con adeguate doti vocali e drammatiche. La sua caratterizzazione del personaggio risulta giocata sulla dimensione dell’incanto, che la rende prima una sorta di Grazia crudele e che viene poi rotta dal bacio di Calaf, svelandone così la natura più fragile e vulnerabile. Ormai beniamino del pubblico areniano, Yusif Eyvazov ripropone il suo ardente Calaf , riuscendo a dimostrare (ancora una volta) come la preparazione musicale, la padronanza scenica e l’intelligenza interpretativa possano surclassare un timbro che non è certo stato favorito da Madre Natura.
Il cuore va però a Mariangela Sicilia e alla sua meravigliosa Liù, all’apparenza dolente eppure fieramente combattiva, capace di prodursi sia in filati di eterea dolcezza, sia in slanci tragici dal forte impatto emotivo. Più che meritata l’ovazione dopo il suo commovente sacrificio. La morte della “piccola Liù” permette inoltre a Riccardo Fassi di congedarsi dal suo Timur con un’ultima, straziante scena, dando così pieno compimento a una performance nobilmente solida.
Ben assortite, vocalmente efficaci e amabilmente complici le tre maschere, anche se, fra il Ping di Youngjun Park e il Pong di Matteo Macchioni, emerge il Pang di Riccardo Rados, artista in continua crescita a cui andrebbe offerta qualche opportunità in più. Chiamato a sostituire all’ultimo come Imperatore Altoum (al posto dell’annunciato Piero Giuliacci), Carlo Bosi si conferma quel “salvatore della patria” che i teatri rischiano di dare per scontato. Completano con professionalità il cast Hao Tian (Mandarino), Eder Vincenzi (Principe di Persia), Grazia Montanari e Mirca Molinari (ancelle di Turandot). Lodevole anche al Coro di voci bianche A.d’A.Mus, ben guidato da Elisabetta Zucca. Arena nuovamente gremita, pubblico festante, ovazioni per tutti… e lanci di fiori per il M° Spotti. (il servizio si riferisce alle serate di venerdì 7 giugno e sabato 8 giugno 2024)
Crediti fotografici: Ennevi Foto per la Fondazione Arena di Verona Nella miniatura in alto: il direttore Francesco Ivan Ciampa Sotto in sequenza: una bella panoramica dell'Arena gremita di pubblico; Riccardo Muti sul podio dell' orchestra della "Grande Opera Italiana Patrimonio dell’Umanità" Nella miniatura al centro: il direttore Michele Spotti sul podio della Turandot Sotto in sequenza: la scena della reggia disegnata da Franco Zeffirelli; Ekaterina Semenchuk (Turandot) e Yusif Eyvazov (Calaf); Mariangela Sicilia (Liù); le tre maschere Youngjun Park, Matteo Macchioni e Riccardo Rados con Yusif Eyvazov; scena del funerale di Liù con un addolorato Timur interpretato da Riccardo Fassi
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Un Flauto davvero magico
intervento di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Ci vuole coraggio per aprire una stagione lirica di buon prestigio quale quella del Teatro Comunale "Claudio Abbado" con un capolavoro come Die Zauberflöte (Il flauto magico) di Mozart affidando i ruoli principali a giovani cantanti, allievi del corso di perfezionamento tenuto dal maestro Leone Magiera proprio a Ferrara: vero è che si tratta di promettenti artisti, selezionati a suo tempo dopo un vasto giro di audizioni, e inseriti in un’attività triennale che è stata sia di formazione che di produzione; il risultato lo si è visto venerdì sera, 6 dicembre 2024: un risultato che ha confermato una notevole crescita professionale di questi giovani. La testimonianza più probatoria del risultato è data dagli applausi a scena aperta e dalle ovazioni finali che tutti si sono meritati; un'accoglienza calorosissima del pubblico che gremiva il Teatro Abbado fino all'esaurito (sold out, si dice oggi con un inglesismo entrato nella prassi). Il che significa che il coraggio può essere addotto quando la sostanza ha fondamento dentro delle potenzialità fondamentali.
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Personaggi
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E il Regio si prende Battistoni
redatto da Athos Tromboni FREE
TORINO - «Il Teatro Regio di Torino è lieto di annunciare la nomina di Andrea Battistoni a Direttore musicale, un momento fondamentale per il Teatro e il suo futuro. Battistoni, figura di spicco nel panorama musicale internazionale, entrerà in carica ufficialmente dal 1° gennaio 2025, con un mandato che abbraccerà le prossime due Stagioni.» È la
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Echi dal Territorio
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Torna il Comitato per i Grandi Maestri
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Il Comitato per i Grandi Maestri fondato e diretto dal prof. Gianluca La Villa, dopo un periodo di pausa, riprenderà nel 2025 l'attività con una serie di appuntamenti musicali principalmente a Ferrara, nel salone nobile di Palazzo Roverella (Circolo dei Negozianti), ma anche a Lucca, nella Chiesa dei Servi. Si tratta di cinque concerti
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Vocale
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Vissi d'arte. Vissi per Maria
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Non è facile evocare il mito di Maria Callas portando in scena uno spettacolo che la racconta, senza sporcare o comunque pasticciare impropriamente i contenuti di quella che fu la vita turbinosa e la virtù artistica della grande cantante. Ci hanno provato i componenti del trio Ensemble Musica Civica con Dino De Palma (violino), Luciano
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Eventi
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La stagione sinfonica 2025 dei felsinei
redatto da Athos Tromboni FREE
BOLOGNA - Ventuno concerti costituiscono l’ampia e variegata offerta sinfonica, che caratterizza la stagione 2025 del Teatro Comunale di Bologna, in programma dal 12 gennaio all’11 dicembre 2025 all’Auditorium Manzoni, alle 20.30 nei giorni feriali e alle 17.30 la domenica. Sono ben 20 gli appuntamenti in abbonamento, che spaziano dal
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Opera dal Nord-Est
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La Traviata dello sballo
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TRIESTE - Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”. La Traviata, che ha aperto la stagione lirica del Verdi, denota subito un tratto lampante della regia di Arnaud Bernard: l’evidenziare in maniera sguaiata la licenziosità dei costumi. Di fatto parliamo di una mantenuta che, se anche moralmente riscattata nel finale da Alfredo, come pure dal padre di lui,
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Opera dal Nord-Ovest
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Don Pasquale č un vaudeville
servizio di Athos Tromboni FREE
BERGAMO - La sorpresa più lieta, arrivando a teatro per la "prima" del Don Pasquale del Festival Donizetti 2024, è stata che abbiam trovato disponibile un libretto (anzi, un libro) a stampa come succedeva nei migliori anni del secondo Novecento e come non succede quasi più in nessun teatro, specie se di provincia. Il libretto (anzi, il libro) contiene
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Opera dall Estero
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Madama Butterfly ciak si gira
servizio di Ramón Jacques FREE
LOS ANGELES (USA), Dorothy Chandler Pavilion - Il mese di settembre segna l'inizio di quasi tutte le stagioni dei teatri d'opera americani, e la Los Angeles Opera, uno dei teatri più importanti del Paese, che propone un'interessante offerta di titoli, ha inaugurato il proprio ciclo con la già celebrata e apprezzata Madama Butterfly di Giacomo Puccini
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Vocale
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Requiem salvato dalle voci
servizio di Simone Tomei FREE
LIVORNO - Rappresenta un debutto assoluto per il Teatro Goldoni e più in generale per i teatri livornesi l’esecuzione della Messa da Requiem di Giuseppe Verdi, uno dei più grandi e sentiti capolavori del Cigno di Busseto, che fino ad oggi aveva avuto un'unica esecuzione nella città labronica nel 1986 a Villa Mimbelli. È con questo concerto inaugurale
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Opera dal Centro-Nord
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Il paradigma č un cavallo
servizio di Simone Tomei FREE
PARMA - Nel 1849 Giuseppe Verdi presenta a Roma La Battaglia di Legnano, un'opera in quattro atti con libretto di Salvatore Cammarano. Ambientata nel 1176, durante la celebre battaglia in cui la Lega Lombarda sconfisse l'imperatore Federico Barbarossa, l'opera va oltre la semplice rievocazione storica, riflettendo profondamente
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Echi dal Territorio
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Miracolo al soglio di sor Giacomo
FREE
TORRE DEL LAGO (LU) - È l’avvocato Fabrizio Miracolo il nuovo presidente della Fondazione Festival Pucciniano nominato dal sindaco di Viareggio, Giorgio Del Ghingaro, alla guida della stessa Fondazione; il neo presidente si dice «... profondamente onorato per la fiducia ricevuta dal primo cittadino. È un incarico – ha poi proseguito – che rappresenta
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Opera dal Centro-Nord
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Appunti dal Festival Verdi
servizi di Angela Bosetto e Nicola Barsanti FREE
PARMA - Era il 10 ottobre 1813 quando, alle Roncole di Busseto, Luigia Uttini diede alla luce Giuseppe Fortunino Francesco Verdi, colui che, citando Gabriele D’Annunzio, avrebbe dato voce alla speranza e ai lutti, pianto e amato per tutti. Tradizione vuole dunque che, nell’ambito del Festival Verdi di Parma e Busseto, il decimo giorno del
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Opera dall Estero
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Ballo in maschera di stelle
servizio di Ramón Jacques FREE
SAN FRANCISCO (USA), War Memorial Opera House - Ci sono alcune opere liriche che hanno un legame o un significato speciale con alcuni teatri, e una di queste è Un Ballo in Maschera di Giuseppe Verdi con la San Francisco Opera, titolo scelto dalla compagnia per avviare la nuova stagione, la 102 ̊ della propria storia. Quest'opera verdiana ebbe
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Opera dal Nord-Ovest
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Giro di vite diversamente fatto
servizio di Simone Tomei FREE
GENOVA - Due teatri genovesi, il Nazionale ed il Carlo Felice, hanno avuto un’idea innovativa e affascinante per l’apertura della nuova stagione 2024-2025, proponendo un duplice spettacolo che unisce prosa e opera, presentato al Teatro Ivo Chiesa. È la prima volta in Italia che il pubblico può assistere a un dittico in cui viene messo in scena lo
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Eventi
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Spiegato il cartellone col concertone
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - È stata presentata ieri la nuova stagione 2024/2025 di Opera e Danza del Teatro Comunale "Claudio Abbado": sono 14 i titoli in programma al via il 19 novembre prossimo con lo spettacolo performativo Vissi d'arte. Vissi per Maria dedicato e incentrato sulla figura della divina Maria Callas. Otto spettacoli saranno realizzati dal Teatro
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Opera dal Centro-Nord
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Schicchi nelle Stanze dell'Opera
servizio di Simone Tomei FREE
AREZZO - Si è “consumata” nel Teatro Petrarca della città toscana una lodevole iniziativa locale che ha portato alla messinscena di un capolavoro pucciniano facente parte del celeberrimo Trittico: il Gianni Schicchi. L’iniziativa ha annoverato due aspetti interessanti e particolari. In primis nel cast erano presenti molti talenti del progetto di
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Tutte le direzioni in Fall
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VIGARANO MAINARDA (FE) - La programmazione autunno-vernina del Gruppo dei 10 riparte dallo Spirito di Vigarano Mainarda con l'ormai classico appuntamento di Tutte le direzioni in Fall. Gli otto eventi, che si svolgeranno da venerdì 11 ottobre a giovedì 26 dicembre 2024, sono stati presentati alla stampa e ai soci del Gruppo dei 10 oggi
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Eventi
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Il Filarmonico 2025 inizia con Salieri
servizio di Athos Tromboni FREE
VERONA - Il giornalista e critico musicale Alberto Mattioli è stato il mattatore della presentazione della stagione lirica e sinfonica 2025 del Teatro Filarmonico, Arena di Verona. La conferenza stampa, aperta al pubblico, si è tenuta oggi nella Sala Maffeiana dello stesso teatro veronese e Mattioli ha raccontato storia e aneddoti legati ai titoli d'opera
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Jazz Pop Rock Etno
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Ferrara in Jazz si comincia...
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - La 26.esima edizione di Ferrara in Jazz è stata presentata oggi nella Sala dell'Arengo del Municipio dal presidente del Jazz Club, Federico D'Anneo, dal direttore artistico Francesco Bettini, dall'Assessore alla cultura del Comune di Ferrara, Marco Gulinelli, e dalla direttrice del Conservatorio di Musica "Girolamo Frescobaldi", Annamaria
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Vocale
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Donne nelle arie di Puccini
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FERRARA - Il Teatro Comunale "Claudio Abbado" ha inaugurato il Festival di danza contemporanea con una prima esecuzione mondiale dello spettacolo Puccini's Opera - Voci di donne realizzato dalla coreografa e regista Monica Casadei con la sua Compagnia Artemis Danza di Parma. Nell'ambito della giornata dedicata a
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Opera dal Centro-Nord
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La solita bella Cenerentola
servizio di Simone Tomei FREE
FIRENZE - È tornata in scena al Teatro del Maggio Fiorentino La Cenerentola di Gioachino Rossini nell’ormai storico allestimento della regista Manu Lalli, scene di Roberta Lazzeri, costumi di Gianna Poli e luci di Vincenzo Apicella riprese da Valerio Tiberi. Ho parlato di questa mise-en-scene in due precedenti visioni del 2017 e 2018 alle quali vi rimando
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Opera dal Centro-Nord
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Cavalleria e Schicchi buon cast mala regia
servizio di Simone Tomei FREE
LIVORNO - Il Festival Mascagni di Livorno 2024 si è chiuso con la rappresentazione delle opere Cavalleria rusticana e Gianni Schicchi, portando sul palco due compositori toscani di spicco: Pietro Mascagni e Giacomo Puccini. Per quale motivo si è scelto di accostare due opere così distanti tra loro? Lo spiega il direttore artistico del Festival, Marco Voleri
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