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In scena il capolavoro buffo di Rossini realizzato dall'Accademia dell?Opera Carlo Felice |
Il Barbiere dei giovani |
servizio di Simone Tomei |
Pubblicato il 18 Giugno 2024 |
GENOVA - La stagione operistica del Teatro Carlo Felice di Genova chiude i battenti con l'attesa rappresentazione di Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini in una produzione datata 2005 del Teatro del Maggio Fiorentino. Non sono nuovo nella visione di questo allestimento scenico che vede la firma registica e dell’impianto scenico di Damiano Michieletto, (ripresa a Genova da Andrea Bernard), costumi di Carla Teti, luci di Luciano Novelli. Ho già scritto in passato il mio pensiero in merito a questa “mascherata” e rimando il lettore all’articolo fiorentino che potete leggere qui (8 settembre 2015). Cito solo dal comunicato stampa le idee espresse dallo stesso Michieletto che, ora come allora, non sono riuscite a convincermi: «È una produzione incentrata sugli stilemi della commedia dell’arte, della quale riprendo le maschere, che diventano i personaggi (immaginando ad esempio Don Bartolo come Pantalone, Figaro come Arlecchino, Rosina come Colombina). Nei costumi non c’è niente che si riferisca esplicitamente alle maschere, il riferimento è piuttosto nell’impostazione del gioco teatrale, nel registro. Il tono è volutamente naïf, mi sono concentrato sulle dinamiche teatrali con un linguaggio semplice. Lo spettacolo va alla radice e punta alla comicità, non vuole veicolare messaggi ma trasmettere il ritmo drammatico e dargli forza con un gioco di interpretazione non scontato e con una messa in scena molto semplice.» Questa volta oltre ad un generale fastidio nel percepire una presenza troppo marcata di elementi inutili e disturbanti è sopraggiunta anche la noia - condivisa con altri spettatori - che, se non fosse stato per la musica, sarebbe rimasto l’unico ricordo di questo pomeriggio musicale.
E come dicevo, la musica è stata eccellentemente servita dal M° Giancarlo Andretta alla guida dell’Orchestra del Teatro Carlo Felice. Nelle sue note di direzione il M° Andretta ha dimostrato attenzione e amore particolari per il cigno di Pesaro: «... Riaprire la partitura del Barbiere di Siviglia e tornare a studiare Rossini con assoluta cura e sempre nuovo amore è un momento di vera “salute”, come tornare dal dottore per un’efficace cura di pulizia direttoriale. Ora sta accadendo per questa produzione dell’Opera Carlo Felice Genova in cui due ottimi cast di giovani cantanti dell'Accademia dell'Opera preparano il loro debutto nel Barbiere di Siviglia. Insieme ai giovani artisti ci siamo posti l'obiettivo di evitare qualunque routine, abitudini e consuetudini che non arrivano da Rossini e che certamente non lo avrebbero reso felice. Sappiamo che bisogna prepararsi come se fosse per la première del 20 febbraio 1816. Siamo ora nel vivo delle prove, e siamo fiduciosi di far sorridere il Maestro Rossini che da Lassù ci controlla, per creare e donare ore di pura gioia musicale e teatrale.» E così abbiamo ascoltato una lettura asciutta, essenziale, con precise agogiche interpretative coerenti con lo spirito rossiniano. Avendo a disposizione cantanti preparati, ma ancora “in erba”, non ha fatto mai mancare il sostegno necessario con il gesto e con tempi appropriati, creando un’intesa sana e virtuosa tra buca e palcoscenico. Come accennato in questo contesto, la compagnia di canto era formata dagli allievi che hanno frequentato l’Accademia di alto perfezionamento e inserimento professionale per cantanti lirici dell’Opera Carlo Felice, nell’ambito di un progetto finalizzato sia alla formazione dei giovani talenti della lirica - sotto la direzione artistica di Francesco Meli, il coordinamento di Serena Gamberoni e la direzione musicale di Davide Cavalli - sia al loro effettivo debutto. Senza dubbio tutti gli interpreti hanno mostrato una buona preparazione scenica affrontando le bizzarrie registiche con verve e scaltrezza. Vocalmente si rendono però necessari alcuni distinguo. Carlo Sgura è un Figaro spigliato e baldanzoso che non teme il ruolo, anzi è talvolta temerario e paga questa audacia con la restituzione di un canto non sempre curato e con alcuni affanni negli acuti; la voce è di buona fattura, ma Figaro è Figaro e richiede un tantino in più di maturità vocale che non dubito possa arrivare con il tempo. Anche la Rosina di Greta Carlino sconta poca dimestichezza con il ruolo e con il palcoscenico restituendo un personaggio poco conforme alla sua natura scaltra e viperina. La voce non straborda e nelle agilità spesso il suono si impasta.
Paolo Nevi è un interessante Conte di Almaviva la cui voce gode di squillo argentino che arriva in sala in maniera nitida e cristallina; come il suo Maestro di Accademia tende talvolta a gigionare sulle note impervie con risultati non sempre corretti e talvolta fuori stile. Voce interessante quella di Gianpiero Delle Grazie nei panni di un convincente Don Bartolo, a mio avviso il migliore in campo. Il timbro bass-baritonale non fatica ad emergere ed ho notato nel canto una particolare cura dell’emissione, un fraseggio curato e una padronanza piena del ruolo. Anche Davide Sabatino (Don Basilio) non è stato da meno seppur la sua voce, a mio avviso, sia più tendente al baritono che non al basso; unica pecca la puntata non propriamente opportuna - comunque ben riuscita - in acuto nel finale dell’aria. Ottima la Berta di Gabriella Ingenito; voce potente, intenzioni ottime e grande scena attoriale.§ Ernesto de Nittis è un corretto Fiorello e Angelo Parisi emerge nella piccola parte di Un Ufficiale.
Il Coro con le sole sezioni maschili preparato e diretto dal M° Claudio Marino Moretti - relegato in buca per non disturbare le fantasie registiche - ha assolto il suo dovere con precisione. Bravi i mimi che hanno coadiuvato la scena e dopo il piroettare di palloncini giganti sul finale dell’opera il pubblico genovese tributa ovazioni per tutti.
In conclusione cito un pensiero del Presidente ad interim della Regione Liguria Alessandro Piana quale sintesi di una fortunata stagione teatrale: «... una Stagione lirica intensa quella dell’Opera Carlo Felice Genova, con scelte capaci di osare unite a grandi classici, come dimostrano compiutamente l'apertura e la chiusura. L'inaugurazione del 13 ottobre scorso con A Midsummer Night’s Dream di Benjamin Britten ha saputo stupire, mentre la chiusura di questi giorni attira il pubblico con un titolo notissimo di Rossini e con i talenti dell'Accademia di alto perfezionamento e inserimento professionale per cantanti lirici dell’Opera Carlo Felice. Non ci poteva essere elemento migliore per dare l’idea di uno sguardo proteso al futuro, ai prossimi eventi che verranno così come ai nomi di domani. Una scelta premiante e dall’alto valore simbolico, molto importante per Genova e per tutta la Liguria.» Mi unisco alle gratificanti parole di Piana e concordo con la grande professionalità e lungimiranza del Sovrintendente Claudio Orazi e del direttore artistico Pierangelo Conte. In attea di conoscere i titoli della futura stagione, come corrispondente vorrei ringraziare la Sovrintendenza - in particolare la Sig.ra Delfina Figus - per la gentile e calorosa accoglienza che l’ha sempre contraddistinta. Alle prossime avventure nella “Superba”. (La recensione di riferisce alla recita di domenica 16 giugno 2024)
Crediti fotografici: Ufficio stampa del Teatro Carlo Felice di Genova Nella miniatura in alto: il direttore Giancarlo Andretta Sotto: Paolo Nevi (Conte d'Almaviva) e Greta Carlino (Rosina) Al centro in sequenza: Greta Carlino e Carlo Sgura (Figaro); Angelo Parisi (Un Ufficiale); ancora Greta Carlino; Gianpiero Delle Grazie (Don Bartolo) In fondo: panoramica sui costumi e saluti finali del cast
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