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Pubblicato il 03 Agosto 2025
Successo di pubblico per il primo concerto della rassegna musicale ''Giardino per tutti''
Ferrara Film Orchestra e la bacchetta di Ambra
servizio di Athos Tromboni
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FERRARA - La prima serata della rassegna Giardino per tutti organizzata ai piedi del grattacielo dal Comune di Ferrara con la collaborazione del Teatro Comunale "Claudio Abbado", dentro il Parco Coletta, ha fatto l'en-plein. Era in pedana la Ferrara Film Orchestra capitanata dalla bacchetta di Ambra Bianchi con un programma di musica da film di grande repertorio.
La soddisfazione per il pienone di pubblico è stata espressa sia dal presidente dell' Associazione Musicfilm, Edoardo Boselli, che dal responsabile del Centro di Mediazione del Comune di Ferrara (che ha sede ai piedi della Torre 2 del grattacielo di Ferrara), Nicola Bogo. Entrambi hanno portato il saluto delle rispettive organizzazioni; poi la parola è passata all'assessora del Comune di Ferrara, Cristina Coletti, che ha detto di essere orgogliosa di presentare a un pubblico così numeroso «... questa quinta edizione di "Giardino per tutti" che si conferma come un evento di riferimento per chi sceglie di trascorrere l'estate in città. La varietà degli spettacoli proposti testimonia la ricchezza del tessuto culturale di Ferrara e la capacità delle nostre associazioni di volontariato di creare momenti di aggregazione di alta qualità. L'evento si inserisce nel più ampio progetto Parchi Sicuri del Comune di Ferrara: grazie all'operato dell'Amministrazione comunale, il Parco Marco Coletta continua a rappresentare un simbolo della rinascita culturale del Quartiere Gad, diventando sempre più un punto di incontro per cittadini e turisti.» Dopo i saluti istituzionali, il testimone è passato alla musica: mattatrice assoluta Ambra Bianchi che, abbandonato per l'occasione il flauto, ha preso in mano la bacchetta e con impegno direttoriale e loquela da spigliata conduttrice, ha presentato di volta in volta i brani che sarebbero stati eseguiti e i film da cui erano tratti; da vera protagonista del palcoscenico, ha stimolato, incitato, guidato tutto il concerto, intessendo, tra un brano e l'altro, una dialogo di botta-e-risposta con il pubblico. E ha diretto l'esecuzione trasfondendo motivazioni e vivacità sia ai musicisti in pedana, sia al pubblico del Parco Coletta. A proposito dei titoli eseguiti: non inganni la grafia anglofona con cui venivano presentati nel programma, perché quasi tutte le canzoni (vere hit mondiali della musica leggera) sono state interpretate nella versione italiana: in pedana le voci estremamente coinvolgenti e preparate di quattro cantanti solisti (e, all'occorrenza, anche coro e vocalists) della Ferrara Film Orchestra: Valentina Piccinini, Erika Corradi, Alberto Gargioni e Michele Orsi. Sono stati eseguiti, fra gli altri, con energica determinazione e piglio, titoli noti come "Seasons of love" (tratto dal musical e film Rent), "Shallow" (dal film A star is born), "Skyfall" (dal film 007 Skyfall), "City of Stars" (dal film La La Land), "Se" (dal film Nuovo cinema Paradiso), "Gocce di memoria" (dal film La finestra di fronte), "Disco inferno" (dal film La febbre del sabato sera), " More more more encore" (dal film Moulin Rouge) e molti altri. Il pubblico ha partecipato battendo a volte le mani, altre volte dimenandosi sulle sedie accompagnando il ritmo da dance-music di tempi e ritmi staccati dall'ensemble vocale e strumentale.

Coinvolti, coinvolgenti e partecipativi tutti i musicisti della Ferrara Film Orchestra in pedana, che meritano perciò citazione: Nicolas Micheli (chitarra), Giovanni Pederzini (basso), Corrado Calessi (pianoforte), Erica Ruggiero (tastiere), Luca Faraci (violino), Danny Vommaro (viola), Emmanuela Susca (flauto), Stefano Melloni (sax contralto), Stefania Bindini (sax tenore e clarinetto) e Stefano Guarisco (batteria). La rassegna a ingresso gratuito di Giardino per tutti nel Parco Coletta del Grattacielo di Ferrara proseguirà con questi ulteriori appuntamenti: Sabato 2 agosto 2025 sarà la volta di Santa Balera, con l'Orchestra della Generazione Z del Liscio, un progetto curato da Materiali Musicali che unisce tradizione e contemporaneità. Il Jazz Club Ferrara presenterà domenica 3 agosto l'Hemon Mehari Peter Schlamb Quintet, un concerto che fonde influenze dal jazz all'R&B fino alla musica africana, promettendo di regalare al pubblico sonorità internazionali di grande qualità. Martedì 5 agosto l'Associazione Musicisti Ferrara propone Limite Acque Sicure, il gruppo rock progressivo ferrarese che si distingue per la sua ricerca di nuove soluzioni musicali, uscendo dalla "comfort zone" e sperimentando al di là dei canoni consueti. Mercoledì 6 agosto il Teatro Comunale di Ferrara presenta Jelly & Jam feat. Las Rosas, un mix coinvolgente tra swing e canzone italiana arricchito dalle performance del corpo di ballo Las Rosas.


Venerdì 8 agosto torna l'imperdibile appuntamento dei Mitici Anni 80, con l'apertura dell'Evolution 80 Live Band seguita dallo spettacolo con Eleonora LDV, Tracy Spencer, Ice Harrow, Johnson Righeira, The Twins e Nathalie Aarts, evento curato da Nada Mas Edizioni. Sabato 9 agosto dalle ore 19,00 si terrà Carino! Studio Murena, una serata dedicata a musica, cibo e socialità, organizzata da Officina Meca. Chiude la rassegna domenica 10 agosto Alinere, tribute band dei Nomadi, ancora una volta a cura di Nada Mas Edizioni. Tutti gli spettacoli iniziano alle ore 21,00 e l'ingresso è libero e gratuito. (il servizio si riferisce al concerto di venerdì 1 agosto 2025)

Crediti fotografici: Valerio Pazzi per la Ferrara Film Orchestra, ensemble in residenza alla Associazione Music Film Nella miniatura in alto: l'assessora del Comune di Ferrara, Cristina Coletti Sotto, a destra; la flautista e direttrice d'orchestra Ambra Bianchi Al centro: panoramica sull'orchestra e i cantanti in pedana per il concerto al Parco Coletta Sotto, in sequenza: le voci della Ferrara Film Orchestra, Michele Orsi, Alberto Gargioni, Erika Corradi e Valentina Piccinini; e foto ricordo della Ferrara Film Orchestra prima dell'andata in pedana al Parco Coletta In fondo: altra panoramica nello scatto di Valerio Pazzi sull'orchestra e i cantanti in pedana per il concerto al Parco Coletta
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Pubblicato il 27 Luglio 2025
L'incontro sublime e metafisico fra il Cigno di Busseto e la musica afroamericana a Fabbiano
Verdi e il jazz un dialogo
servizio di Simone Tomei
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FABBIANO, Borgonovo Val Tidone (PC) - Nella serata di sabato 26 luglio 2025, un angolo a me ancora misconosciuto della Val Tidone, la suggestiva piazzetta di Fabbiano, frazione di Borgonovo Val Tidone, si è trasformato in un crocevia di sublime audacia musicale. Il Valtidone Festival, giunto alla sua 27ª edizione e promosso dalla Fondazione Val Tidone Musica, ha offerto al pubblico un evento che non solo ha sfidato le convenzioni, ma le ha ridefinite con una grazia e un'intelligenza che lasciano il segno. Un cartellone ricco di giovani talenti e star celebrate come Stochelo Rosenberg, Osvaldo Di Dio, Antonella Ruggiero, Enrico Ruggeri, Silvia Mezzanotte, Violante Placido, Sergio Cammariere, Sergio Caputo e tanti altri, ha animato questa edizione dedicata alla memoria di Donatella Ronconi, editrice di Libertà scomparsa a gennaio e già Vicepresidente della Fondazione Val Tidone Musica, che con entusiasmo ha sempre sostenuto il progetto-musica della Val Tidone, contribuendo in modo determinante alla sua crescita.
 Sotto la sapiente direzione artistica del M° Livio Bollani, l'evento ha visto la straordinaria artista, il mezzosoprano Anna Maria Chiuri, protagonista di un'esplorazione trionfale delle arie verdiane in chiave jazz. Un coraggio artistico che merita ogni plauso, poiché ha saputo svelare nuove profondità in un repertorio che credevamo di conoscere a menadito. Al centro di questa rivoluzione sonora, il sassofonista e compositore Alessandro Bertozzi ha presentato The Verdi Sessions, un progetto innovativo nato dal desiderio di esplorare orizzonti musicali inesplorati, proiettando le opere immortali di Giuseppe Verdi in un contesto completamente nuovo. Ho avuto il privilegio di assistere a questo progetto sin dai suoi albori, un anno fa, ascoltando le prime idee, i primi "vagiti" partoriti dalla mente di Alessandro Bertozzi. Già allora mi colpirono per la loro inventiva e originalità, ma soprattutto per il profondo rispetto della musica e della melodia verdiana. Non si è trattato di una semplice rilettura, ma di una vera e propria "conversazione tra passato e presente", dove la solennità dell'opera si è intrecciata con la vivacità dell'improvvisazione jazzistica. Questa fusione non solo celebra la maestosità della tradizione verdiana, ma la rende accessibile e vibrante, capace di parlare a pubblici diversi e di suscitare emozioni inedite. Le melodie di Verdi, pur rispettando la loro essenza originaria, si sono trasformate in una nuova esperienza sonora, dove ogni nota ha raccontato una storia senza tempo. Ciò che ha reso questa serata non solo memorabile, ma paradigmatica e, a mio avviso, rivoluzionaria, è stata l'assenza di qualsiasi "contaminazione" nel senso deteriore del termine. Anna Maria Chiuri ha cantato "lirico", con la pienezza, la drammaticità e la tecnica impeccabile che la contraddistinguono come mezzosoprano di statura internazionale. La sua voce, uno strumento di rara duttilità e potenza, ha abbracciato le melodie verdiane con la stessa intensità con cui avrebbe calcato i palcoscenici dei più grandi teatri d'opera. Non un'inflessione jazzistica, non una concessione stilistica che potesse snaturare l'essenza del belcanto. La sua "insolita veste jazzly" non ha significato un'alterazione del suo stile operistico, ma una dimostrazione della sua capacità di integrarsi perfettamente in un contesto musicale diverso, mantenendo la propria identità.
   
Eppure, in un connubio che ha sfidato ogni aspettativa, la band ha suonato "jazz". Puro, vibrante, intriso di improvvisazione e di quella libertà ritmica e armonica che solo i grandi maestri del genere sanno evocare. Lo straordinario Alessandro Bertozzi al sassofono alto, con i suoi arrangiamenti geniali, ha creato architetture sonore che non hanno inghiottito l'opera, ma l'hanno avvolta, sostenuta, illuminata da angolazioni inattese. Il suo sax non era un mero accompagnamento, ma una voce parallela, un alter ego strumentale che dialogava con la Chiuri e con gli altri strumentisti senza mai sovrapporsi, senza mai snaturare. Come lo stesso Bertozzi ha saggiamente osservato, «... lavorare con i 3/4 verdiani non è facilissimo.» Eppure, l'inventiva di questo ensemble ha avuto la meglio su una metrica apparentemente semplice, ma nella quale sono nascoste pieghe e sfumature che stimolano l'ingegno e si trasformano in momenti original-tradizionali, un vero e proprio equilibrio tra innovazione e rispetto. Accanto a Bertozzi, una costellazione di talenti eccezionali ha contribuito a questa magia. Francesco Chebat al pianoforte ha tessuto trame armoniche di rara eleganza, con un tocco che combinava delicatezza e incisività. Riccardo Fioravanti al contrabbasso ha fornito una base solida e pulsante, con linee melodiche che erano un piacere per l'orecchio, mentre Ettore Fioravanti alla batteria ha scandito ritmi che erano pura energia e colore, mai invadenti, sempre al servizio della musica. Ogni musicista ha mantenuto la propria identità stilistica, creando un'amalgama non per fusione, ma per una coesistenza armoniosa e incredibilmente accattivante. Il risultato è stato un dialogo sublime, un incontro di giganti dove Verdi ha trovato una nuova risonanza e il jazz ha dimostrato la sua capacità di elevare e reinterpretare senza tradire. Dalle note struggenti di Su me morente esanime alle maestose cadenze del Va pensiero, ogni aria è stata un'esplorazione di questa coesistenza "non contaminata".

Una menzione particolare va all'aria di Ulrica da Un ballo in maschera, Re dell'abisso, per la quale la fantasia di Alessandro Bertozzi ha saputo rendere un momento lugubre, seppur magnetico, dell'opera, in un pezzo di assoluta e seducente sensualità. Non si è trattato di un'ibridazione, ma di una giustapposizione perfetta, dove la liricità verdiana è rimasta intatta, e il linguaggio jazzistico ha fornito un commento, un'espansione, un'eco contemporanea che ha arricchito l'esperienza senza alterarne la purezza. Questa serata a Fabbiano è stata una lezione magistrale di come l'arte possa superare i confini di genere non attraverso la mescolanza forzata, ma attraverso un profondo rispetto reciproco e una visione artistica audace. The Verdi Sessions è un progetto di altissimo livello, un gioiello che dimostra come, con musicisti di tale calibro e un'idea così chiara e coraggiosa, si possa raggiungere un'armonia perfetta tra mondi effettivamente distanti. Un'esperienza che ha deliziato l'anima e ha lasciato un'impronta indelebile, confermando la vitalità e l'inesauribile potenziale della musica.
Crediti fotografici: Ufficio stampa Valtidone Festival Nella miniatura in alto: il saxofonista Alessandro Bertozzi Sotto: panoramica sulla piazza di Fabbiano sede del concerto jazz-lirico di Valtidone Festival Al centro in sequenza: Ettore Fioravanti, Francesco Chebat, Riccardo Fioravanti, Alessandro Bertozzi con Ettore Fioravanti In fondo: il mezzosoprano Anna Maria Chiuri in pedana con il quartetto jazz
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Pubblicato il 11 Luglio 2025
Il Gruppo dei 10 al secondo concerto del ciclo ''Tutte le direzioni in Summer Time 2025''
La notte degli Oscar
servizio di Athos Tromboni
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VIGARANO MAINARDA (FE) - La "Notte degli Oscar" del Gruppo dei 10 idea uscita dalla testa di Alessandro Mistri (così come Pallade Atena uscì dalla testa di Zeus, ci racconta il poeta greco Esiodo) ha visto una nutrita partecipazione di pubblico allo Spirito di Vigarano Mainarda. Non poteva essere altrimenti perché fra gli Oscar di nome e di fatto c'era - presente alla serata - anche Oscar Massei, a cui nel 2007 la città di Ferrara ha conferito la cittadinanza onoraria: oriundo nato in Argentina, ma con origini italiane (maceratesi in particolare), Massei arriva in Italia, e in particolare all’Inter, negli anni Cinquanta del secolo scorso. Di lì, è l’ascesa. Non solo per lui, ma anche per la Spal di Paolo Mazza, a cui Massei viene ceduto nel 1959, avviando quella che, per la squadra ferrarese, sarebbe stata la miglior stagione in assoluto. Il capitano dell’impresa? Proprio Oscar Massei. Ieri sera tutti i presenti allo Spirito sapevano che in questi ultimi tempi la Spal si era caparbiamente ma altrettanto fortunosamente salvata all'ultimo giorno di campionato riuscendo a rimanere in Serie C, e che ora si trova in stato prefallimentare: il succo è che di fatto non parteciperà a nessun campionato di calcio, neanche a quello di Eccellenza per il quale non è stata effettuata l'iscrizione di prassi. In questo momento di crisi profonda del calcio estense, la municipalità si è mossa e ha favorito il progetto di rilancio di una squadra ferrarese: per i nostri lettori non ferraresi, si sappia che anche in Serie C lo stadio "Paolo Mazza" - di proprietà del Comune - a volte nelle gare importanti si riempiva con 10 - 11 mila spettatori, cosa mai vista in quel campionato minore.
 E, sempre per i nostri lettori non ferraresi, si sappia che l'acronimo S.P.A.L. deriva dallo storico nome dato nel 1908 dai preti Salesiani alla loro creatura, la Società Polisportiva Ars et Labor, da cui la trasformazione dell'acronimo in nome semplificato di Spal. Ma sia l'acronimo che il nome semplificato sono di proprietà del presidente in carica, un avvocato americano che non l'ha iscritta né al campionato di Serie C, né al campionato di Eccellenza: da qui l'ipotesi di probabile fallimento che sta facendo discutere la stampa locale e la tifoseria ferrarese. A questo punto la reazione della Ferrara sportiva: ci sarà una nuova società calcistica che disputerà il campionato di Eccellenza (cioè un girone non professionistico) e si chiamerà Ars et Labor Ferrara, in attesa che il nodo dei diritti sul nome venga sciolto e la nuova società calcistica ferrarese venga in qualche modo in possesso dell'acronimo e del nome semplificato Spal. Quel che ieri non era ancora ufficiale è che la nuova proprietà della Ars et Labor Ferrara se l'è aggiudicata una cordata di imprenditori capeggiati da un oriundo argentino, Juan Martin Molinari. Ieri sera allo Spirito, Oscar Massei non si è sbilanciato sul cosiddetto "affaire Spal", ma durante tutta la cena e anche durante il concerto non potevano sfuggire il suo sorriso compiaciuto e i suoi modi sicuri e pacati: vero è che uno degli "Oscar" di quella notte era proprio lui, ma altrettanto vero è che Oscar Massei, ieri sera, era tornato "il capitano" del più glorioso periodo della sua Spal. La notizia che Ars et Labor Ferrara poteva avere uno staff dirigente con a capo un argentino è diventata di pubblico dominio in un baleno. E si è riverberata nell'intervento che Oscar Massei ha fatto - tirato per la lingua da Mistri - ieri sera allo Spirito: «L'attuale situazione della Spal rischia di far dimenticare quello che abbiamo fatto noi, quando la nostra squadra era corsara e temuta anche dalle grandi di Serie A. Però guardiamo al futuro...» Così è oggi: il calcio ferrarese ha potuto contare su un oriundo argentino, Massei, e potrà contare in futuro su un altro oriundo argentino, Molinari. Prima del concerto in programma nel dopocena è stato anche presentato brevemente il libro di Enrico Menegatti, Oscar Massei, l'oriundo, il capitano, l'esempio, dal quale Andrea Maggi ha letto una pagina interessante. E proprio la lettura di Maggi ha introdotto la seconda parte della serata, quella dedicata a Oscar Wilde, secondo "Oscar" della scaletta: assieme a Maggi si sono resi lettori delle massime e degli aforismi dello scrittore inglese (tradotto in Italia dall'attore e regista Alberto Rossatti, presente alla serata) anche Paolo Zamboni, Andrea Veronese e Cristiano Bendin.
   
Poi la serata è entrata nel pieno gaudio degli astanti per il terzo "Oscar" in scaletta, Oscar Peterson, pianista canadese considerato uno dei più grandi del jazz nella seconda metà del Novecento: per onorare Peterson (nato a Montrèal nel 1925 e morto a Mississauga nel 2007) erano in pedana nientemeno che Dado Moroni (pianoforte), Riccardo Fioravanti (contrabbasso) e Stefano Bagnoli (batteria). Pianista dei 2 Mondi, quello americano e quello europeo, famoso per il suo eccellente trio piano, contrabbasso (o chitarra) e batteria, Peterson impersonò il musicista colto ed eclettico, quello che ha fatto studi classici e non lo ha dimenticato, quello che sa aprirsi a collaborazioni che passano dall'hard bop al funky indifferentemente, perché l'importante non è il "genere" ma la musica nel suo fluire; né bisogna dimenticare che il groove della sua musica è a volte fantasioso e terribilmente virtuosistico, a volte meditativo e ricercato, quasi debussyano per le trame che sa trarre dai tasti e dai pedali. E - infine - non va dimenticato che il suo maestro di riferimento (non di scuola pianistica, ma di riferimento estetico) era un certo Art Tantum... E possiamo dire che Moroni ha reso grande giustizia alla musica di Peterson, con brani divenuti ormai evergreen jazzistici, quali City Lights, Nachtingale, Falling in love with Cole, Blues in the closet (quest'ultimo di un contrabbassista danese che collaborò felicemente con Peterson, Niels-Henning Orsted Pedersen), e nel fine serata con un ispirato Li'l Darlin' uscito dalla penna di Count Basie, che Dado Moroni in trio ha voluto eseguire facendo spegnere tutti i microfoni, chiudendo il coperchio del pianoforte e chiamando i suoi sidemen a un «... raccoglimento acustico, un'atmosfera come se fossimo in casa.» Perfetto l'amalgama del pianoforte con il contrabbasso di Fioravanti e il drumming di Bagnoli.

Una bella serata, "notte degli Oscar" soprattutto per la musica eccellente che è stata eseguita, ma anche per il messaggio beneaugurante (e in fondo tranquillizzante) che il primo degli "Oscar" in scaletta ha lanciato alla Ars et Labor Ferrara, destinata a diventare la nuova Spal. Il concerto allo Spirito si è tenuto in collaborazione con la Libreria Le Querce del Lido degli Estensi. (il servizio si riferisce al concerto di giovedì 10 luglio 2025)
Crediti fotografici: Fototeca gli Amici della Musica Uncalm Nella miniatura in alto: il pianista Dado Moroni Sotto: Oscar Massei e la copertina del libro di Enrico Menegatti Al centro, in sequenza: Paolo Zamboni, Andrea Veronese, Andrea Maggi e Cristiano Bendin durante le letture dei testi di Oscar Wilde In fondo: Dado Moroni (pianoforte), Riccardo Fioravanti (contrabbasso) e Stefano Bagnoli (batteria)
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Pubblicato il 07 Luglio 2025
Inaugurata con successo di pubblico la rassegna ''Tutte le direzioni in summer time 2025''
De Silva amore che vieni amore che vai
servizio di Athos Tromboni
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COMACCHIO (FE) - Ha preso il via ieri sera con una nutrita partecipazione di pubblico il ciclo di sei concerti del "Gruppo dei 10" versione estiva: Tutte le direzioni in summer time 2025. Ospite per l'apertura era il Trio Malinconico formato da Diego De Silva (voce e chitarra acustica), Stefano Giuliano (sax alto) e Aldo Vigorito (contrabbasso). Prima della performance musicale il direttore artistico del "Gruppo dei 10", Alessandro Mistri ha brevemente introdotto la presentazione del libro "Ieri a Comaccchio" curato da Gianni Persanti, di cui lo stesso Mistri ha scritto la prefazione. Persanti ha raccolto e raccontato in questo volume testi, manifesti e fotografie di diverse stagioni culturali della cittadina lagunare, a partire dal 1977 anno di prima edizione del festival jazzistico nella piazzetta dei Trepponti, illustrando metodicamente la logica amministrativa che guidava le amministrazioni locali quando "si faceva programmazione culturale pluriennale"; e sostenendo, in un accenno passionale ma anche polemico, che non era come oggi che a Comacchio si amministra senza neanche sapere cosa sia la programmazione culturale di medio e lungo termine. A ricordare l'eccellenza di scelte artistiche e culturali di Comacchio, è intervenuto anche Lucio Scardino, giornalista, critico d'arte e editore, citando alcuni eventi che hanno caratterizzato quella Comacchio che ha voluto evolversi con merito e successo dall'immagine di comune italiano balneare, perla appena entroterra dei famosi sette lidi. Infine Mistri ha brevemente intervistato anche lo scrittore Diego De Silva per questo suo ritorno a capo del Trio Malinconico dopo l'apprezzamento conseguito un paio di anni fa nella programmazione invernale del Gruppo dei 10: in sostanza, De Silva ha annunciato che la performance della serata sarebbe stata incentrata non tanto sulla letteratura che l'ha reso famoso (la serie dei romanzi poliziesco/giudiziari di Vincenzo Malinconico "avvocato d'insuccesso" ) quanto piuttosto in un percorso letterario che - attraverso racconti o romanzi brevi - intende esplorare "l'amore quando finisce": che succede, cioè, dopo che una coppia si è detta addio? Quali scelte alternative e individuali rispetto alla solitudine sentimentale? Quali speranze e quali pentimenti? Come nasce e come finisce l'amore?
  

Dal punto di vista letterario - si è detto - la serata è stata stimolante; e dal punto di vista musicale la serata è stata ricchissima di spunti: brani strumentali in chiara atmosfera cool (cioè, sì, il raffinato jazz stile Kansas City) hanno fatto da cornice alle ballads proposte dallo scrittore nella sua veste di chansonnier: De André, De André, ancora e sempre De André, cantato con ispirazione da De Silvia in alcune composizioni meno note del cantautore genovese, ma le più ricche di poesia e di solidarietà verso gli ultimi e pertinenti alla tematica del "laboratorio" (che succede quando l'amore finisce?): da Verranno a chiederti del nostro amore a Amore che vieni amore che vai; da La domenica delle salme a Se ti tagliassero a pezzetti.

Eccellente la parte solo strumentale, con il sax alto di Giuliano che richiamava alla memoria, nelle sue volute riflessive (e - appunto - cool) il fraseggio lirico di maestri del sax alto quali Paul Desmond e Lee Konitz ma anche la testardaggine poetica dell'indimenticabile (e indimenticato) Massimo Urbani. Da parte sua Aldo Vigorito, autore dei brani strumentali, ha eseguito al contrabbasso sia il suono pizzicato, sia il suono con l'arco, colorando la voce scura del suo strumento non di cavernose risonanze, ma di sfumature sentimentali legate nei tempi lenti e di vigore asciutto e perentorio nei tempi più mossi. Successo acquisito, a Comacchio, al Bar Ragno, e curiosità accesa e stimolante per quello che sarà lo spettacolo teatrale prossimo, oltre il "laboratorio".
Crediti fotografici: Fototeca gli Amici della Musica Uncalm Nella miniatura in alto: lo scrittore Diego De Silva Sotto, in sequenza: Gianni Persanti con Alessandro Mistri; Lucio Scardino e ancora Diego De Silva con Mistri In fondo: panoramiche sulla performance a Comacchio
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Il matto Nanof e l'altro
intervento di Athos Tromboni FREE
SPOLETO - Morbus sine materia. È una forma letterale medica per definire quelle patologie che non manifestano degenerazioni organiche di una parte del corpo colpito dalla malattia. La pazzia, per esempio, è un morbo senza materia: non ci sono riversamenti di sangue, gonfiori, purulenze, catarri, eccetera. Il corpo rimane intonso; la mente no, va per conto proprio "deviando" il comportamento da quello stato che viene definito "normale" verso momenti e anche movimenti a volte inconsueti; e può indurre il corpo a gesti e posture che modellano il "disagio" al punto che esso si ripercuote visivamente negli atteggiamenti. Proprio di questo è stata specchio l'opera in un atto Nanof, l'altro con la quale il Teatro Lirico Sperimentale "A. Belli" ha inaugurato, venerdì 8 agosto la propria settantanovesima stagione lirica nel Teatro Caio Melisso di Piazza del Duomo: musica di Antonio Agostini, libretto di Chiara Serani con la collaborazione di Davide Toschi. Si è trattato di una prima esecuzione assoluta e l'opera è stata presentata alla stampa
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L'amico Fritz fra sostenitori e detrattori
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LIVORNO - Dopo l’esplosione dirompente del successo di Cavalleria rusticana (1890), Pietro Mascagni si trovò davanti a una sfida tutt’altro che semplice: dimostrare di non essere l’autore “di un’opera sola”, consacrato dalla fortuna di un libretto tratto da Verga. Ed è in questo clima che nacque L’amico Fritz, andato in scena per la prima volta al
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Cantami o Diva gli intrighi...
intervista a cura di Athos Tromboni FREE
Massimo Crispi è un tenore particolare, ribelle per molte cose e dal repertorio quanto mai vario. Vive una parte dell'anno a Palermo e l'altra parte dell'anno a Firenze. Vario - si diceva - il suo repertorio, ma varia è anche la sua maniera di essere artista. Da sempre ha infatti coltivato la scrittura, in ogni campo, e, oggi, non frequentando più
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Echi dal Territorio
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Frescobaldi Day a Palazzo Schifanoia
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FERRARA - Marina De Liso, mezzosoprano e docente di musica antica nel Conservatorio "Girolamo Frescobaldi" nonché coordinatrice del "Concentus Musicus Fe' Antica" ha presentato ieri nella bella e confortevole sala pubblica di Palazzo Schifanoia il primo concerto della stagione 2025/26 di Ferrara Musica: quest'anno l'associazione concertistica
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PONTE A MORIANO (LU) - La serata del 12 settembre 2025 al Teatro Idelfonso Nieri di Ponte a Moriano si è chiusa l’edizione di "Un Teatro Sempre Aperto", confermando ancora una volta la qualità e la coerenza di una rassegna che, pur in assenza della storica sala cittadina del Teatro del Giglio, ha saputo mantenere viva la propria presenza sul
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Butterfly e la simbologia degli alberi
servizio di Simone Tomei FREE
TORRE DEL LAGO (LU) - Madama Butterfly di Giacomo Puccini è il quarto titolo a susseguirsi sul palcoscenico del Festival Puccini di quest’anno. Per la sua 71ª edizione, la rassegna ha affidato la regia a Manu Lalli, che propone una lettura capace di andare oltre la mera rappresentazione scenica, trasformando il linguaggio visivo e simbolico in un elemento
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Opera dal Centro-Nord
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La bohčme disegnata da Scola
servizio di Simone Tomei FREE
TORRE DEL LAGO (LU) - Tra i capolavori pucciniani La Bohème occupa un posto di privilegio per la sua capacità di fondere realismo e poesia, leggerezza giovanile e dramma struggente. Dal debutto del 1º febbraio 1896 al Teatro Regio di Torino, sotto la bacchetta di un giovane Arturo Toscanini, questo dramma lirico in quattro quadri - tratto dalle
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Jazz Pop Rock Etno
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Ferrara Film Orchestra e la bacchetta di Ambra
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - La prima serata della rassegna Giardino per tutti organizzata ai piedi del grattacielo dal Comune di Ferrara con la collaborazione del Teatro Comunale "Claudio Abbado", dentro il Parco Coletta, ha fatto l'en-plein. Era in pedana la Ferrara Film Orchestra capitanata dalla bacchetta di Ambra Bianchi
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Opera dal Centro-Nord
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Buratto bel debutto in Tosca
servizio di Simone Tomei FREE
TORRE DEL LAGO PUCCINI (LU) - Nel terzo fine settimana del 71° Festival Puccini di Torre del Lago, la seconda recita di Tosca ha riproposto uno degli allestimenti più attesi di questa edizione. La produzione, firmata da Alfonso Signorini in veste di regista e costumista, si è presentata con una veste visiva marcatamente simbolica, ricca di richiami
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Opera dal Nord-Est
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Nabucco Carmen La traviata
servizio di Angela Bosetto FREE
VERONA – Anna Netrebko, Anita Rachvelishvili e Rosa Feola, ovvero Abigaille, Carmen e Violetta Valéry. Sono loro le tre grazie musicali che, dal 17 al 19 luglio 2025, hanno acceso l’Arena, rendendo ciascuna rappresentazione meritevole di grande interesse in virtù della propria peculiarità. Per il soprano russo si trattava del debutto italiano come figlia
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Jazz Pop Rock Etno
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Verdi e il jazz un dialogo
servizio di Simone Tomei FREE
FABBIANO, Borgonovo Val Tidone (PC) - Nella serata di sabato 26 luglio 2025, un angolo a me ancora misconosciuto della Val Tidone, la suggestiva piazzetta di Fabbiano, frazione di Borgonovo Val Tidone, si è trasformato in un crocevia di sublime audacia musicale. Il Valtidone Festival, giunto alla sua 27ª edizione e promosso dalla
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Opera dal Centro-Nord
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Ecco la Bohčme che ti aspetti
servizio di Athos Tromboni FREE
TORRE DEL LAGO PUCCINI (LU) - Un po' meno pubblico per La bohème rispetto alla Tosca della sera precedente, nel Gran Teatro all'aperto sul Lago di Massaciuccoli. Comunque una buona presenza (diciamo a spanne, oltre 2 mila spettatori?) per un ritorno, quello della regia "cinematografica" di Ettore Scola del 2014 ripresa da
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Opera dal Centro-Nord
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Un magico Elisir
servizio di Simone Tomei FREE
FIRENZE - L'elisir d'amore di Gaetano Donizetti è un capolavoro senza tempo che, a quasi due secoli dalla sua prima rappresentazione, continua a incantare e commuovere. Definito "melodramma giocoso", fonde mirabilmente la profondità patetica con l'arguzia dell'opera buffa italiana, creando una "commedia agrodolce" capace di strappare
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Echi dal Territorio
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79 anni di emozioni
redatto da Athos Tromboni FREE
SPOLETO (PG) - Partirà il 7 agosto 2025 per concludersi il 24 settembre la nuova Stagione lirica del Teatro Lirico Sperimentale "A. Belli" giunta al lodevole traguardo della 79.ma edizione. Gli spettacoli, oltre che nella città spoletina, andranno in scena anche nei principali teatri dell'Umbria: «79 anni di emozioni, una stagione da vivere!» è lo slogan
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Jazz Pop Rock Etno
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La notte degli Oscar
servizio di Athos Tromboni FREE
VIGARANO MAINARDA (FE) - La "Notte degli Oscar" del Gruppo dei 10 idea uscita dalla testa di Alessandro Mistri (così come Pallade Atena uscì dalla testa di Zeus, ci racconta il poeta greco Esiodo) ha visto una nutrita partecipazione di pubblico allo Spirito di Vigarano Mainarda. Non poteva essere altrimenti
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Jazz Pop Rock Etno
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De Silva amore che vieni amore che vai
servizio di Athos Tromboni FREE
COMACCHIO (FE) - Ha preso il via ieri sera con una nutrita partecipazione di pubblico il ciclo di sei concerti del "Gruppo dei 10" versione estiva: Tutte le direzioni in summer time 2025. Ospite per l'apertura era il Trio Malinconico formato da Diego De Silva (voce e chitarra acustica), Stefano Giuliano (sax alto) e Aldo Vigorito (contrabbasso). Prima della
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Eventi
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Opera tra tradizione e novitā
redatto da Simone Tomei FREE
GENOVA - È un viaggio simbolico e culturale quello che il Teatro Carlo Felice di Genova propone per la stagione 2025-2026, presentata ufficialmente alla stampa lo scorso 2 luglio. Un viaggio che coinvolge artisti e pubblico come naviganti di una stessa rotta, guidati da una bussola che punta al repertorio lirico più amato, ma non rinuncia a
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Opera dal Nord-Est
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L'Aida di cristallo č tornata
servizio di Simone Tomei FREE
VERONA - Quando l’Aida di Giuseppe Verdi risuona all’Arena di Verona non si tratta di una semplice replica, è un rito collettivo, un appuntamento simbolico che scandisce il calendario della lirica estiva. Questa nuova ripresa dell’allestimento firmato da Stefano Poda, definito “di cristallo” per le sue trasparenze e gli inediti giochi di luce, ha riaperto il sipario
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Opera dall Estero
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Idomeneo a San Francisco
servizio di Ramón Jacques FREE
SAN FRANCISCO (USA) War Memorial Opera House - Sebbene Idomeneo, l’opera seria in tre atti di Wolfgang Amadeus Mozart (1756–1791), abbia avuto la sua prima americana il 4 agosto 1947 al Berkshire Music Festival di Tanglewood, nel Massachusetts (ora sede estiva della Boston Symphony Orchestra), fu la San Francisco Opera a
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Opera dal Nord-Est
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Blue Traviata in Arena
servizio di Angela Bosetto FREE
VERONA – “È spenta!” Quando la tonante voce di Giorgi Manoshvili risuona nell’Arena, segnando il termine della prima Traviata stagionale, si viene quasi colti da un senso di sorpresa. Per quanto chiunque frequenti il teatro lirico conosca a menadito il libretto di Francesco Maria Piave, è inevitabile chiedersi da quanto tempo non si assisteva
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Opera dal Centro-Nord
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Matrimonio in camera da letto
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - L'allestimento di Il matrimonio segreto di Domenico Cimarosa su libretto di Giovanni Bertati ha chiuso la stagione d'opera del Teatro Comunale "Claudio Abbado" con un vero successo di pubblico: sia per la presenza di tanti spettatori in platea e nei palchi, sia per il calore con cui è stata salutata la recita a fine serata. La produzione era il
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Opera dal Nord-Est
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Tosca sugli spalti di San Giusto
servizio di Rossana Poletti FREE
TRIESTE – Castello di San Giusto. Non è l’Arena di Verona e men che meno Castel Sant’Angelo, ma gli spalti di San Giusto, le pietre antiche che contornano il grande piazzale delle Milizie, suscitano nella Tosca di Giacomo Puccini, in scena a Trieste, il senso di incombenza del pericolo, della morte che la musica del grande compositore regala al pubblico,
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Opera dal Centro-Nord
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Aida nella palestra
servizio di Nicola Barsanti FREE
FIRENZE – Opera emblema del grande repertorio verdiano, Aida è spesso associata all’idea di spettacolarità, grandi masse corali, scene sontuose e sontuosi costumi esotici. Tuttavia, dietro la patina dell’epico e del monumentale, si cela un’anima intimista, quasi cameristica: Aida è, in fondo, una tragedia dell'amore e del potere, fatta di sguardi, silenzi,
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Echi dal Territorio
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Torna la rassegna Tutte le Direzioni Estate
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Torna l'estate e, come ogni anno, torna anche la programmazione "balneare" del Gruppo dei 10: Tutte le direzioni in summertime 2025, la canonica rassegna estiva conterà quest'anno sei appuntamenti, dal 6 luglio al 12 settembre che si svolgeranno per due concerti nella consolidata location del Bar Ragno di Comacchio in via Cavour 1
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Opera dal Nord-Est
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Candide da Voltaire a Bernstein
servizio di Rossana Poletti (13 giugno 2025) FREE
TRIESTE - Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”. Per quale motivo Leonard Bernstein scelse il romanzo filosofico “Candide” di Voltaire per scrivere un’opera che lo proiettasse nel mondo lirico? Il primo motivo è certamente la questione politica. Nel dopoguerra l’America è dominata dal Maccartismo (un po’ come oggi dal trumpismo, ma guarda
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