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La seconda opera di Pietro Mascagni č andata in scena al festival di Livorno con poco pubblico |
L'amico Fritz fra sostenitori e detrattori |
servizio di Simone Tomei |
| Pubblicato il 15 Settembre 2025 |
LIVORNO - Dopo l’esplosione dirompente del successo di Cavalleria rusticana (1890), Pietro Mascagni si trovò davanti a una sfida tutt’altro che semplice: dimostrare di non essere l’autore “di un’opera sola”, consacrato dalla fortuna di un libretto tratto da Verga. Ed è in questo clima che nacque L’amico Fritz, andato in scena per la prima volta al Teatro Costanzi di Roma il 31 ottobre 1891. L’accoglienza fu calorosa e il successo immediato, ma presto l’opera conobbe un lento declino, fino a scomparire quasi del tutto dai cartelloni. Come spesso accade con Mascagni, anche L’amico Fritz ha suscitato reazioni critiche discordanti, oscillanti tra l’entusiasmo e la stroncatura. Una contraddittorietà che ben fotografa l’intera produzione del compositore, definita da Cesare Orselli “capace di fornire validi argomenti tanto ai propri sostenitori quanto ai propri detrattori”. Nella sua musica si alternano, spesso nello spazio di poche battute, intuizioni luminose e soluzioni convenzionali, freschezza melodica e formule stereotipate. Mancava forse quel cesello formale che contraddistingue Puccini, ma proprio questa tensione tra impeto creativo e irregolarità strutturale rappresenta il tratto più affascinante dello stile mascagnano: l’immediatezza espressiva, nutrita da una ricchezza melodica che sembra sgorgare con naturalezza.


L’opera prende spunto dal romanzo Ami Fritz di Émile Erckmann e Alexandre Chatrian. La storia del libretto fu travagliata: inizialmente affidato a Zanardini su incarico dell’editore Sonzogno, passò poi a Nicola Daspuro e infine venne rielaborato dai fidati Menasci e Targioni Tozzetti, che firmarono con lo pseudonimo “P. Suardon”. Mascagni voleva un testo semplice, quasi esile, che lasciasse pieno spazio alla musica: dopo i toni tragici e sanguigni di Cavalleria rusticana, la sua scommessa era misurarsi con un libretto leggero, di stampo idillico, dove potessero emergere lirismo e sentimento. La trama, prevedibile ma coerente con il genere, si muove nei binari della commedia sentimentale: Fritz, scapolo benestante e convinto celibe, finisce per innamorarsi della giovane Suzel, figlia di un contadino. Attorno a loro ruotano figure di contorno, come il rabbino David, che con sagacia favorisce l’unione. Non ci sono grandi colpi di scena: il fascino dell’opera sta piuttosto nei quadretti agresti e nell’atmosfera serena e idillica, in netto contrasto con il realismo drammatico di Cavalleria. Dal punto di vista musicale, Mascagni abbandona i colori forti e i contrasti violenti per una scrittura più lieve e variata, dal gusto impressionista, con orchestrazioni leggere e linee melodiche ariose. L’opera procede come una successione di bozzetti lirici, in cui spiccano la freschezza melodica e il colore orchestrale. Celebre resta il “Duetto delle ciliegie”, apparentemente ingenuo ma ricco di raffinatezze armoniche e timbriche. Mascagni predilige la proliferazione melodica e la variazione continua, evitando schemi troppo simmetrici o prevedibili: più che una costruzione rigorosa, sembra un dipinto di atmosfere. Non a caso Gustav Mahler, che diresse l’opera ad Amburgo nel 1893, ne colse la sottigliezza e la difficoltà di esecuzione, impegnandosi personalmente per imporla al pubblico.

Anche la ricezione di L’amico Fritz è rimasta sempre ambivalente. Alcuni l’hanno considerata un piccolo gioiello di grazia melodica, una partitura “per cuori buoni”, come la definì Mascagni stesso scrivendo a Sonzogno. Altri, invece, l’hanno giudicata un’opera ruffiana, costruita su melodie facili e artifici sentimentali. Ma è proprio in questa semplicità che risiede la sua originalità: L’amico Fritz disegna un mondo di buoni sentimenti, un idillio sereno che si oppone tanto al pessimismo verista di Giovanni Verga quanto alla violenza tragica di Cavalleria rusticana. La scelta di riprendere l’allestimento del centenario 1991, firmato dalla Fondazione Teatro Goldoni, conferisce a questa produzione il valore di un omaggio alla tradizione, pur nella volontà di restituire all’opera la sua freschezza originaria. La regia di Carlo Antonio De Lucia ha saputo trovare un equilibrio tra fedeltà all’impianto scenico e valorizzazione della dimensione intima della vicenda, evitando sovrastrutture concettuali e lasciando che la musica di Mascagni parlasse con la sua immediatezza lirica. Di notevole impatto il disegno luci di Michele Rombolini, capace di creare atmosfere delicate e suggestive: i chiaroscuri, calibrati con sensibilità, sottolineano i passaggi più introspettivi, mentre le aperture luminose accompagnano i momenti corali e gli slanci melodici della partitura. L’utilizzo dello spazio scenico si rivela armonioso e ben proporzionato: i movimenti degli interpreti sono fluidi e misurati, senza eccessi, e contribuiscono a mantenere l’equilibrio complessivo tra azione e musica. De Lucia ha inoltre lavorato con attenzione sulle relazioni interpersonali, delineando con cura sia le dinamiche di gruppo sia i momenti più intimi, in particolare quelli legati alla progressiva consapevolezza dei sentimenti tra Fritz e Suzel. Il cast riunito dal Teatro Goldoni ha mostrato un buon equilibrio complessivo, frutto di un riuscito incontro tra professionisti già affermati e giovani promesse provenienti dalla Mascagni Academy e dal concorso dedicato al compositore livornese. Ne è scaturito un insieme coeso, capace di restituire lo spirito dell’opera, pur con qualche disomogeneità legata all’inesperienza di alcuni interpreti. Enrico Guerra, nel ruolo del protagonista Fritz Kobus, ha offerto una prova di eleganza e misura. La sua linea di canto si è rivelata particolarmente a suo agio nella zona centrale, dove il fraseggio trovava naturalezza e la parola scenica era sempre ben collocata. Diverso il discorso per il registro acuto che ha mostrato qualche fragilità: gli attacchi non sempre risultavano perfettamente centrati e talvolta le note tendevano a calare, smorzando l’intensità del discorso musicale. Si tratta comunque di un’interpretazione costruita con intelligenza e coerenza, che ha saputo restituire al personaggio i tratti di signorile malinconia richiesti dalla scrittura mascagnana. Suzel aveva il volto e la voce di Bengisu Yaman Koyuncu, che ha portato in scena la freschezza ingenua e quasi trattenuta della giovane contadina. Il suo canto, delicato e composto, ha però sofferto di una certa uniformità espressiva: mancano ancora quelle sfumature di colore e quella maturità interpretativa che permetterebbero al personaggio di vibrare di autentica emozione. La zona grave, in particolare, ha evidenziato un vibrato molto accentuato che rendeva l’emissione talvolta un po’ stentorea, meno limpida e precisa. Ne emerge una prova corretta, ma ancora acerba, che non riesce a superare la soglia della semplice esecuzione ben preparata.



Un tocco di poesia lo ha portato in scena Arlene Miatto Albeldas, nei panni di Beppe, ruolo en travesti dalla natura lirica e simbolica. La sua vocalità, più vicina a mio avviso al registro del soprano che a quello del mezzosoprano, ben si adattava a questa parte ibrida, che da sempre lascia spazio a interpretazioni differenti. La linea di canto è stata sempre intonata e a fuoco, con una resa scenica spontanea e convincente: un piccolo cameo, capace però di illuminare i momenti in cui Beppe irrompe in scena con la sua leggerezza quasi pastorale. Su tutti ha primeggiato Stavros Mantis, un David il Rabbino di grande carisma, in grado di riempire la scena con la sola presenza. La sua vocalità, ampia, sonora e al tempo stesso nitida, si è sposata con un fraseggio elegante e incisivo, che ha conferito al rabbino amico di Fritz una profonda autorevolezza morale e una dimensione quasi paterna. La sua interpretazione è stata un punto fermo della serata, il più solido riferimento sia vocale che drammaturgico. Anche i ruoli minori sono stati tratteggiati con cura: Orlando Polidoro (Federico), Davide Chiodo (Hanezò) e Virginia Moretti (Caterina) hanno dato vita a caratterizzazioni ben delineate, sempre al servizio della coralità dell’opera. Hanno contribuito a creare quell’equilibrio d’insieme che, in una partitura come questa, dove i toni idilliaci e pastorali prevalgono sul dramma, risulta fondamentale. Un cenno merita anche il lavoro del Coro, preparato e diretto dal M° Maurizio Preziosi. Resta inspiegabile l’assenza del coro al termine del primo atto – scelta che rimane un piccolo “mistero” e che ha sottratto un momento di coralità all’economia drammaturgica dell’opera. Per il resto, nella sua collocazione fuori scena, il complesso ha saputo inserirsi con misura e proficuità all’interno del melodramma, restituendo quei brevi ma significativi squarci di partecipazione collettiva che contribuiscono a definire l’atmosfera pastorale e comunitaria dell’opera mascagnana. Alla guida dell’Orchestra del Teatro Goldoni “Massimo de Bernart”, il M° Stefano Vignati ha offerto una lettura che si è mossa lungo coordinate in parte divergenti rispetto all’essenza più intima dell’opera. L’amico Fritz, per sua natura, è un esercizio di sottrazione, un microcosmo pastorale dove la delicatezza orchestrale e la linearità descrittiva prevalgono sulle tensioni drammatiche. Mascagni, in questa partitura, predilige un registro lirico e contemplativo: il celebre duetto delle ciliegie nel secondo atto non rappresenta un culmine narrativo in senso tradizionale, bensì un passaggio poetico che, con grazia e semplicità, illumina l’intero intreccio. È qui che emerge la sua maestria armonica e timbrica, in un tessuto musicale che sembra evocare tanto il leitmotiv wagneriano quanto le raffinate sfumature impressionistiche di area francese, prossime a Debussy e Fauré. L’approccio del direttore, tuttavia, ha privilegiato un piglio più energico e talvolta roboante, che ha finito per sacrificare quelle sottili perle disseminate nella scrittura, piccoli dettagli timbrici e dinamici che costituiscono l’anima segreta dell’opera. Se lo spazio più sinfonico dell’introduzione e del celebre intermezzo è stato gestito con chiarezza e una certa brillantezza orchestrale, meno convincente è parso l’accompagnamento nelle sezioni con canto: qui il tessuto strumentale, invece di farsi diafano sostegno, è risultato talvolta troppo denso, fino a sommergere frasi e inflessioni dei cantanti, creando un effetto di impasto sonoro che ha penalizzato la trasparenza della scrittura. Ne è emersa dunque una concertazione che, pur solida nella tenuta complessiva, non sempre ha saputo restituire quella leggerezza drammaturgica che fa dell’opera mascagnana un gioiello di equilibrio e misura, distante anni luce dai furori veristi di Cavalleria rusticana. In conclusione sottolineo l’ottimo apporto del violinista Brad Rapp nello struggente intervento del primo atto. Sala semivuota, ma calorosa. (La recensione si riferisce alla recita di sabato 13 settembre 2025)
Crediti fotografici: Ufficio stampa del Festival Mascagni - Teatro Goldoni di Livorno Nella miniatura in alto: il soprano Bengisu Yaman Koyuncu (Suzel) Sotto, in sequenza: Enrico Guerra (Fritz) e Bengisu Yaman Koyuncu; Stavros Mantis (David il Rabbino), VirginiaMoretti (Caterina), Enrico Guerra; Stavros Mantis e Bengisu Yaman Koyuncu Al centro e sotto, in sequenza: panoramiche su costumi e allestimento
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Parliamone
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Otello l'incoerenza č di scena
intervento di Simone Tomei FREE
PARMA - Esiste un patto segreto, antico e nobilissimo, tra il palcoscenico e la platea. È un atto di fede: lo spettatore si affida alla visione degli artisti, promettendo in cambio sospensione dell'incredulità e apertura del cuore. Aprire il sipario sull' Otello al Teatro Regio di Parma, nel cuore del Festival Verdi 2025, avrebbe dovuto significare rinnovare questo patto, immergendosi nel gorgo della più compiuta tragedia shakespeariana in musica. E, in effetti, la partitura di Verdi ha mantenuto fede al suo compito: un fiume in piena, potente e inesorabile, che dal golfo mistico ha continuato a scorrere, travolgente e commovente. Il problema, ahimè, è sorto quando ho alzato gli occhi perché ciò che si vedeva apparteneva a un altro pianeta drammaturgico, a un universo visivo che con il fiume verdiano dialogava poco o punto. Le note di regia di Federico Tiezzi, un denso manifesto intriso di Freud, Welles, Dostoevskij e Pasolini, promettevano una discesa negli inferi della psiche.
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Classica
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Lü Jia perfetta intesa con Pagano
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GENOVA - La sera del 30 ottobre 2025 il Teatro Carlo Felice ha inaugurato la Stagione Sinfonica 2025/26 con un concerto interamente dedicato alla musica francese fra Ottocento e primo Novecento, affidato alla direzione di Lü Jia e alla partecipazione del giovane violoncellista Ettore Pagano, accompagnato dall’Orchestra della Fondazione.
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FERRARA - Il corpus dei cinque concerti per pianoforte e orchestra e delle nove sonate per pianoforte, oltre a vari pezzi minori, testimonia l'impegno di Sergej Prokofiev per i tasti bianconeri. Tutti i più grandi pianisti si sono cimentati (e continuano a cimentarsi) nei concerti per pianoforte di Prokofiev, con assoluta predominanza - almeno
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Centenario di Dietrich Fischer-Dieskau
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ROVIGO - In occasione del centenario della nascita di Dietrich Fischer-Dieskau, prestigioso baritono e raffinato interprete della grande tradizione Liederistica e operistica internazionale, Rovigo ha dedicato una masterclass presso il conservatorio cittadino e una giornata speciale al suo lascito musicale e intellettuale, con eventi di altissimo profilo
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Donizetti Opera apre il sipario
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BERGAMO - Quella che qui presentiamo è la prima edizione del Donizetti Opera 2025 firmata dal direttore d'orchestra Riccardo Frizza, nella doppia veste di direttore artistico e musicale. È un festival da tempo riconosciuto a livello internazionale come irrinunciabille appuntamento annuale dedicato al celebre compositore bergamasco Gaetano
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Macbeth ancestrale e misterico
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BUSSETO (PR) – «Penso che l’attrazione di Verdi per Shakespeare fosse legata più alla sua convinzione di poter trasformare in musica la grande letteratura che non ad affinità personali. Sicuramente aveva un istinto formidabile per l’Arte con la a maiuscola. Ma se oggi, come allora, nessuno sa nulla della vita di Shakespeare, è innegabile che Verdi
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Bologna va 'Verso Itaca'
redatto da Athos Tromboni FREE
ROMA - La stagione di Opera, Danza e Concerti 2006 firmata dalla nuova sovrintendente del Teatro Comunale di Bologna, Elisabetta Riva e dal direttore artistico Pierangelo Conte si chiama “Verso Itaca”: è un appellativo che racconta metaforicamente l’ultima tappa del viaggio della fondazione lirico-sinfonica felsinea verso il rientro
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Francesca da Rimini tra forza e fragilitā
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TORINO - C’è un destino che sembra non conoscere oblio: quello di Francesca da Rimini, eroina sospesa tra colpa e innocenza, tra desiderio e condanna, che continua a esercitare il suo fascino attraverso i secoli e i linguaggi. Quando il sipario del Teatro Regio di Torino si alza sull’opera di Riccardo Zandonai, aprendo la stagione lirica 2025/2026, non
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Cosė fan tutte di successo
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ROVIGO - Zeus e le sue metamorfosi alla caccia delle femmine: così lo scenografo e costumista Milo Manara (al suo debutto sulle scene dell'opera) ha illustrato Così fa tutte di Wolfgang Amadeus Mozart per l'inaugurazione della 210.ma stagione lirica del Teatro Sociale di Rovigo, venerdì 17 ottobre 2025. L'allestimento si è rivelato giocoso,
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Dischi in Redazione
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Disco che celebra un grande Autore
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Ennio Porrino I Canti dell'esilio (Songs of Exile) Angela Nisi soprano - Enrica Ruggiero pianoforte Brilliant Classics 2025 Il compositore sardo Ennio Porrino (1910-1959) appare oggi come un autore al tempo stesso elegante e complesso, il cui percorso creativo è segnato dalla tensione fra la ricerca delle radici identitarie
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Opera dal Nord-Ovest
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Don Giovanni claustrofobico
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GENOVA - C’è qualcosa di emblematico nel vedere il Don Giovanni di W.A. Mozart intrappolato in un labirinto di pareti rotanti; forse è il destino stesso di certe regie nate come provocazione e finite per diventare autocitazione. Al Teatro Carlo Felice di Genova, l’allestimento firmato da Damiano Michieletto (produzione della Fenice di Venezia datata
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Classica
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Gibboni e Mariotti bella accoppiata
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Brahms presentato (le sue Sinfonie), Brahms eseguito (la Sinfonia n.4): così si è aperta lunedì 6 ottobre la stagione 2025/2026 di Ferrara Musica nel Teatro Comunale "Claudio Abbado", dopo l'anteprima del 14 settembre scorso dell'Ensemble Nova Ars Cantandi presso la Pinacoteca Nazionale di Palazzo Diamanti. Per approfondire la
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Jazz Pop Rock Etno
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Ferrara in Jazz primo week-end
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Il 3 ottobre scorso il Jazz Club Ferrara ha dato avvio alla prima parte dei concerti della nuova stagione "Ferrara in Jazz" che si svolgerà ogni fine settimana (il venerdì, il sabato e la domenica) fino al 21 dicembre 2025. L'appuntamento d'apertura, nel Torrione San Giovanni, ha visto in pedana il sassofonista Piero Bittolo Bon con Alessandro
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Eventi
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Partenza con le canzoni di Guccini
servizio di Francesco Franchella FREE
FERRARA - Alla volta dei primi freddi (o freschi) settembrini, il mondo si divide: chi si dà già ai pranzi autunnali vestendosi come se fosse il 1° di gennaio; chi ogni weekend, nostalgico del caldo, chiede al coniuge di fare “l’ultima” gita al mare; chi guarda in continuazione le mail, per sapere quando inizieranno le prime serate della stagione
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Personaggi
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Porto in scena le parole che non scrisse
servizio di Ludovica Zambelli FREE
FERRARA - Al Teatro Abbado andrà in scena lo spettacolo Concerto a due per Puccini, con Alessio Boni e Alessandro Quarta, regia di Boni stesso e Francesco Niccolini ("prima" lunedì 29 settembre, replica sabato 30 settembre 2025 ore 20,30); è uno spettacolo con parole e musica, che si incontrano per restituire la complessità di un compositore che
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Echi dal Territorio
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Ferrara in Jazz si parte!
redatto da Athos Tromboni FREE
FERRARA - È giunta alla 27.esima edizione la stagione del Jazz Club Ferrara, presso il Torrione San Giovanni di via Rampari di Belfiore incrocio di via Porta Mare: a partire da venerdì 3 ottobre 2025, proprio il Torrione riapre le porte di Ferrara in Jazz con il programma della prima parte di stagione (ottobre-dicembre 2025), dove sono in calendario
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Classica
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Saccon-Genot e fanno tre
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Il Comitato per i Grandi Maestri fondato e presieduto da Gianluca La Villa ha organizzato un concerto cameristico a Palazzo Roverella, sede del Circolo Negozianti di Ferrara, in memoria del prof. Luigi Costato: protagonisti del concerto sono stati due musicisti già noti e molto apprezzati nella città estense, il violinista Christian Joseph
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Ballo and Bello
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Ecco le Stanze della Danza
FREE
ROVIGO - Per due giorni, sabato 27 e domenica 28 settembre 2025, Rovigo diventa una finestra sul panorama della danza contemporanea. È stato presentato il 19 settembre scorso allo spazio Fs del Censer, in conferenza stampa, la prima edizione del festival Le stanze della Danza, un itinerario di performance che si inaugurerà alle ore 17,00 di
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Opera dal Centro-Nord
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Una perla i Pescatori di perle
servizio di Simone Tomei FREE
FIRENZE - La perfezione, si sa, non è di questo mondo. Eppure l’arte, nei suoi momenti più ispirati, ci consente di sfiorarne il mistero, in quella rara alchimia che fa dialogare la forza arcana della musica, la purezza del canto e la poesia della scena. È questa, precisamente, la sensazione che ho provato uscendo dal Teatro del Maggio Musicale
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Pagina Aperta
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Un luogo dove il cuore rimane giovane
redatto da Athos Tromboni FREE
ROVIGO - La platea del Teatro Sociale per la prima volta si è trasferita in piazza Giuseppe Garibaldi: l’evento dal titolo Sotto il cielo di Rovigo – Cult dove il cuore rimane giovane, a cura della regista Anna Cuocolo, ha voluto essere un incontro speciale della autorità locali e del management del teatro con il pubblico, per celebrare insieme a tutta la città,
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Echi dal Territorio
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Lucca nuova stagione d'Opera
redatto da Simone Tomei FREE
LUCCA - È stata presentata il 17 settembre 2025, nel Ridotto del Teatro del Giglio "Giacomo Puccini", la Stagione lirica 2025-2026 della quale vi portiamo a conoscenza attraverso il comunicato stampa dell’ente lucchese. La Stagione Lirica del Teatro del Giglio "Giacomo Puccini" si presenta, per il 2025-2026, come un’autentica celebrazione del
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Vocale
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Concerto degli allievi di Magiera
FREE
FERRARA - La presentazione della Stagione di Opera & Danza 2025/2026 del Teatro Comunale "Claudio Abbado" - avvenuta nella mattinata di martedì 16 settembre - ha avuto il suo epilogo alle ore 20,00 con un concerto lirico nel Ridotto del teatro, dove si sono esibiti i giovani allievi del corso di perfezionamento tenuto dal maestro Leone Magiera
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Eventi
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Ferrara nuova stagione d'Opera e Danza
redatto da Athos Tromboni FREE
FERRARA - Un "Concerto a due per Puccini" e dodici spettacoli di opera, danza, musical, sono la dote della Stagione d'Opera & Danza 2025/2026 del Teatro Comunale "Claudio Abbado" che si aprirà il prossimo 29 settembre per concludersi il 24 maggio del prossimo anno.
La conferenza-stampa
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Opera dal Centro-Nord
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L'amico Fritz fra sostenitori e detrattori
servizio di Simone Tomei FREE
LIVORNO - Dopo l’esplosione dirompente del successo di Cavalleria rusticana (1890), Pietro Mascagni si trovò davanti a una sfida tutt’altro che semplice: dimostrare di non essere l’autore “di un’opera sola”, consacrato dalla fortuna di un libretto tratto da Verga. Ed è in questo clima che nacque L’amico Fritz, andato in scena per la prima volta al
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Personaggi
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Cantami o Diva gli intrighi...
intervista a cura di Athos Tromboni FREE
Massimo Crispi è un tenore particolare, ribelle per molte cose e dal repertorio quanto mai vario. Vive una parte dell'anno a Palermo e l'altra parte dell'anno a Firenze. Vario - si diceva - il suo repertorio, ma varia è anche la sua maniera di essere artista. Da sempre ha infatti coltivato la scrittura, in ogni campo, e, oggi, non frequentando più
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Echi dal Territorio
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Frescobaldi Day a Palazzo Schifanoia
FREE
FERRARA - Marina De Liso, mezzosoprano e docente di musica antica nel Conservatorio "Girolamo Frescobaldi" nonché coordinatrice del "Concentus Musicus Fe' Antica" ha presentato ieri nella bella e confortevole sala pubblica di Palazzo Schifanoia il primo concerto della stagione 2025/26 di Ferrara Musica: quest'anno l'associazione concertistica
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Vocale
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Dalla romanza alla canzone napoletana
servizio di Simone Tomei FREE
PONTE A MORIANO (LU) - La serata del 12 settembre 2025 al Teatro Idelfonso Nieri di Ponte a Moriano si è chiusa l’edizione di "Un Teatro Sempre Aperto", confermando ancora una volta la qualità e la coerenza di una rassegna che, pur in assenza della storica sala cittadina del Teatro del Giglio, ha saputo mantenere viva la propria presenza sul
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Opera dall Estero
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Una Traviata trasposta nel Novecento
servizio di Ramón Jacques FREE
BOGOTÀ (Colombia) - 24 agosto 2025, Teatro Mayor Julio Mario Santo Domingo. In occasione della quindicesima stagione del Teatro Mayor Julio Mario Santo Domingo, attualmente il palcoscenico più importante della Colombia, si è tenuta una nuova rappresentazione di La traviata. L’opera,
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Opera dal Centro-Nord
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Ode a Leopardi e Medium prova generale
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LIVORNO – In un Mascagni Festival sempre più attento al dialogo fra memoria storica e ricerca espressiva, la serata del dittico Ode a Leopardi di Pietro Mascagni e The Medium di Gian Carlo Menotti, presentata agli Hangar Creativi, ha offerto un accostamento insolito ma fecondo tra due poetiche distanti eppure unite dalla tensione verso il mistero
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Eventi
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ROF bilancio 2025 e programma 2026
redatto da Athos Tromboni FREE
PESARO - A Pesaro si dichiarano soddisfatti per i risultati non solo artistici del Rossini Opera Festival 2025. Ecco qui sotto, in sintesi, la valutazioni che illustrano sommariamente gli obiettivi raggiunti e anche le anticipazioni per l'edizione 2026.
I numeri che contano
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Opera dal Centro-Nord
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Manon Lescaut fra le sculture blu
servizio di Simone Tomei FREE
TORRE DEL LAGO (LU) - Il 71° Festival Puccini si avvia alla conclusione con l’ultimo debutto operistico della stagione in una serata di fine agosto molto suggestiva: Manon Lescaut è tornata al Gran Teatro sulle sponde del Massaciuccoli nella produzione di Igor Mitoraj del 2003, ripresa con cura nella regia di Daniele De Plano, scene di Luca Pizzi
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Classica
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SummerFest grande musica da camera
servizio di Ramón Jacques FREE
SAN DIEGO (USA) - SummerFest 2025, The Baker-Baum Concert Hall. Il festival di musica da camera SummerFest, che si tiene ogni estate a San Diego, California dal 1986 ed è organizzato dall'associazione musicale locale La Jolla Musical Society (LJMS), è diventato un appuntamento imperdibile per gli amanti della musica cameristica (nel sud
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Vocale
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Giovane Scuola al Mascagni Festival
servizio di Simone Tomei FREE
LIVORNO - Il Mascagni Festival 2025, nell’anno dell’ottantesimo della scomparsa del compositore, si conferma laboratorio vivo di idee più che semplice contenitore di eventi: una geografia del suono disseminata tra Livorno, la provincia e luoghi simbolici d’Italia e del mondo, capace di intrecciare concerti, opere, letture sceniche e creazioni originali
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Sepe una delicata Butterfly
servizio di Nicola Barsanti FREE
TORRE DEL LAGO (LU) – Diamo conto ai nostri lettori della replica del quarto titolo in cartellone nell’ambito del 71° Festival Puccini: Madama Butterfly. Per regia, scene e costumi rimandiamo alla recensione della prima rappresentazione che potete consultare qui . La principale differenza rispetto al debutto riguarda il ruolo
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Eventi
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Turandot e le altre
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TORRE DEL LAGO (LU) - Questa volta si parte in largo anticipo: è ormai definitivo - infatti - il programma della 72.esima edizione del Festival Puccini di Torre del Lago (Viareggio) che si svolgerà nel Gran Teatro all’aperto sul Lago di Massaciuccoli nell’estate 2026 e che era stato anticipato nella conferenza stampa dello scorso maggio dal presidente
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Alina Tkachuk la rivelazione
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TORRE DEL LAGO (LU) - La rappresentazione di Turandot al Gran Teatro Giacomo Puccini, nell’ambito del 71° Festival Puccini, propone una lettura scenica affidata alla regia di Alfonso Signorini, la cui impronta visiva rimanda all’articolo della prima rappresentazione che potete trovare qui. L’allestimento conferma la forza visiva e simbolica dell’opera, ma
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Rigoletto, Nabucco e Aida
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VERONA - L’anfiteatro Arena, con i suoi duemila anni di storia e le gradinate che custodiscono memoria e suggestione, si conferma il più imponente palcoscenico a cielo aperto dedicato all’opera lirica. Ogni estate l’antico anfiteatro romano si trasforma in una cassa armonica naturale, dove le note dei grandi compositori si fondono con l’energia collettiva
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Butterfly e la simbologia degli alberi
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TORRE DEL LAGO (LU) - Madama Butterfly di Giacomo Puccini è il quarto titolo a susseguirsi sul palcoscenico del Festival Puccini di quest’anno. Per la sua 71ª edizione, la rassegna ha affidato la regia a Manu Lalli, che propone una lettura capace di andare oltre la mera rappresentazione scenica, trasformando il linguaggio visivo e simbolico in un elemento
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La bohčme disegnata da Scola
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TORRE DEL LAGO (LU) - Tra i capolavori pucciniani La Bohème occupa un posto di privilegio per la sua capacità di fondere realismo e poesia, leggerezza giovanile e dramma struggente. Dal debutto del 1º febbraio 1896 al Teatro Regio di Torino, sotto la bacchetta di un giovane Arturo Toscanini, questo dramma lirico in quattro quadri - tratto dalle
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Jazz Pop Rock Etno
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Ferrara Film Orchestra e la bacchetta di Ambra
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FERRARA - La prima serata della rassegna Giardino per tutti organizzata ai piedi del grattacielo dal Comune di Ferrara con la collaborazione del Teatro Comunale "Claudio Abbado", dentro il Parco Coletta, ha fatto l'en-plein. Era in pedana la Ferrara Film Orchestra capitanata dalla bacchetta di Ambra Bianchi
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Opera dal Centro-Nord
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Buratto bel debutto in Tosca
servizio di Simone Tomei FREE
TORRE DEL LAGO PUCCINI (LU) - Nel terzo fine settimana del 71° Festival Puccini di Torre del Lago, la seconda recita di Tosca ha riproposto uno degli allestimenti più attesi di questa edizione. La produzione, firmata da Alfonso Signorini in veste di regista e costumista, si è presentata con una veste visiva marcatamente simbolica, ricca di richiami
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