Pubblicato il 20 Settembre 2025
Presentata in Piazza Garibaldi a un pubblico numerosissimo la Stagione 2025/2026 del Teatro Sociale
Un luogo dove il cuore rimane giovane redatto da Athos Tromboni

20250920_Ro_00_Stagione2025-2026_ValeriaCittadinROVIGO - La platea del Teatro Sociale per la prima volta si è trasferita in piazza Giuseppe Garibaldi: l’evento dal titolo Sotto il cielo di Rovigo – Cult dove il cuore rimane giovane, a cura della regista Anna Cuocolo, ha voluto essere un incontro speciale della autorità locali e del management del teatro con il pubblico, per celebrare insieme a tutta la città, pubblicamente, l'apertura della nuova stagione teatrale.

PRESENTAZIONE INSOLITA E INNOVATIVA
L'insolita presentazione si è rivelata un’occasione dove arte e parole si sono intrecciate. Accanto agli interventi delle autorità, del direttore artistico e degli ospiti istituzionali, è stato proposto un momento performativo  che ha anticipato lo spirito e le atmosfere della nuova stagione. A creare la giusta suggestione il pianista Alberto Boischio, che al pianoforte ha eseguito un Waltz di Chopin, introducendo la serata, ma anche le splendide cantanti Silvia Ghirardini ed Eleonora Filipponi che si sono esibite da un balcone illuminato.  E con questa magica atmosfera ha preso il via la serata, presentata dal giornalista  Francesco Chiamulera.
Sul palco per i saluti istituzionali,  il sindaco Valeria Cittadin, l'assessore alla Cultura di Rovigo, Erika De Luca, e l'assessore regionale Cristiano Corazzari , per poi entrare nel vivo della presentazione  con l’uscita di Giancarlo Marinelli nella veste di attore,  che  ha eseguito un breve monologo tratto da Giulietta e Romeo di Shakespeare; e infine il  direttore artistico del Teatro  Sociale, Edoardo Bottacin, che ha presentato la stagione teatrale 2025/26.
Dopo i dettagli della nuova stagione, ancora un momento di arte e spettacolo con  il baritono Alessandro Boreggio, che ha cantato  "Deh vieni alla finestra" dal Don Giovanni di Mozart e Silvia Ghirardini che ha proposto il valzer di Musetta  “Quando men' vo”  da La bohème di Puccini.
Il finale della insolita e innovativa presentazione della Stagione 2025-2026 ha visto il debutto del neonato Coro di Voci bianche del Teatro Sociale di Rovigo preparato da Francesco Toso, accompagnato per l'occasione dal pianista  Paolo Lazzarini: il coro ha proposto la marcia dei monelli della Carmen di Bizet, dove sarà impegnato nelle recite previste in stagione. Poi Eleonora Filipponi ha eseguito “Habanera” di Carmen insieme al Coro di voci bianche.
Oltre al monologo shakespeariano,  Giancarlo Marinelli, nella veste di direttore di Arteven, ha illustrato la stagione di Prosa; quindi Francesco Chimulera haintervistato i rappresentanti degli sponsor ufficiali della stagione: Gianluca Carraro per Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Giorgia Fonsatti per Adriatic Lng, e Marco Rossi per Irsap, per finire con i bambini del coro del Teatro Sociale che hanno eseguito un brano tratto dalla Carmen.
Infine, il numeroso pubblico ha visitato la platea del Teatro Sociale restaurato, partecipando ad un rinfresco offerto da Pasticeria Borsari caffè Borsa e Osteria Al Teatro. L’allestimento floreale è stato curato da Q68 Fashion. Flowers.

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GLI INTERVENTI
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Il Teatro Sociale di Rovigo, teatro di tradizione, riconosciuto come terzo polo lirico del Veneto – ha detto il sindaco Valeria Cittadin -  si conferma ancora una volta motore culturale e identitario della nostra città. La nuova stagione, ricca, articolata e trasversale, rappresenta un’offerta culturale di altissimo livello, capace di parlare a pubblici diversi e di tutte le età. Una stagione frutto di un intenso lavoro di squadra e di sinergie virtuose tra istituzioni, realtà culturali e operatori del settore. È la dimostrazione concreta di come il Teatro possa essere non solo un luogo di spettacolo, ma uno spazio vivo, aperto, capace di parlare a tutta la comunità. Il Teatro Sociale continua ad essere punto di riferimento per la vita culturale della città e non solo. Questa nuova stagione è una testimonianza della forza di una comunità che crede nella cultura come motore di crescita, dialogo e identità. Un ringraziamento a chi ha reso possibile questo nuovo progetto culturale.»
«Dalla grande lirica alla prosa, dalla danza al jazz, passando per la concertistica e il teatro ragazzi. Il Teatro Sociale – ha aggiunto l’assessore alla Cultura Erika De Luca - si apre alla città e al territorio con un programma che unisce qualità, innovazione e tradizione. Un teatro vivo, inclusivo e aperto, che racconta la cultura come bene comune e volano di sviluppo sociale ed economico. Siamo orgogliosi di sostenere e promuovere una stagione che valorizza il talento, la bellezza e la partecipazione, nel segno di una visione culturale condivisa e lungimirante. Un ringraziamento al direttore artistico Edoardo Bottacin, agli uffici comunali con la dirigente Micaela Pattaro, ai tecnici, alle maestranze, agli sponsor, a chi ha reso possibile tutto ciò. Colgo l’occasione per ringraziare anche la regista Anna Cuocolo, che ha messo a disposizione la sua professionalità per l’evento di presentazione della nuova stagione. Naturalmente un grandissimo grazie al pubblico, che con la sua presenza e con il suo entusiasmo continua a dare senso e forza a questo luogo. Auguro a tutti una stagione ricca di emozioni e di cultura condivisa.»
Da parte sua il consigliere regionale Cristiano Corazzari si è detto orgoglioso delle sue origini polesane e ha parlato del sostegno - anche economico - della Regione Veneto al Teatro Sociale di Rovigo, terzo teatro del Veneto per importanza.
Il teatro ha presenta un programma che si inserisce nel percorso del triennio artistico guidato da Edoardo Bottacin, celebrato anche dalla presentazione del nuovo logo istituzionale, simbolo di identità e visione condivisa: «Con questo cartellone - ha detto Bottaccin - con i risultati ottenuti, con i lavori di restauro del teatro già avviati e destinati a proseguire, abbiamo oggi un teatro pronto ad affrontare ogni sfida. Con orgoglio e gratitudine lascio un luogo vivo, amato e curato da un gruppo di lavoro straordinario, capace di trasformare ogni difficoltà in un’opportunità, e ogni Stagione in un nuovo inizio.»
Il cartellone della Stagione 2025/2026 si articola in un ampio ventaglio di proposte che spaziano dalla lirica alla prosa, dalla sinfonica al jazz, senza dimenticare danza e progetti speciali. La 210ª Stagione Lirica porta sul palcoscenico nuove produzioni e prime assolute legate al filo conduttore del “Controcanto, storie fuori spartito”, mentre la Prosa privilegia i grandi testi della letteratura teatrale e i loro interpreti più autorevoli.
La Sinfonica e Concertistica completa il percorso triennale dedicato ai capisaldi della musica per solista e orchestra, affiancando star internazionali a giovani talenti emergenti.
La sezione Jazz e dintorni continua ad aprire il teatro alle contaminazioni con eventi che uniscono linguaggi diversi. Accanto a queste sezioni principali, un ricco calendario di iniziative collaterali, laboratori e attività divulgative ed educational rafforza il legame del Teatro Sociale con la città e con le nuove generazioni.
Primo appuntamento il 21 settembre 2025 con VioloncELIO, concerto che chiude il Festival Rovigo Cello City. Sul palco ci sarà Elio, voce eclettica e amatissima, che per l’occasione si unisce a un ensemble di violoncelli in un programma che mescola con ironia la classica e il pop, in piena sintonia con lo spirito che caratterizza la rassegna. Un appuntamento festoso, che segna il ponte ideale tra la vitalità di un festival cittadino e l’inizio della nuova stagione del Teatro Sociale, che avverrà il 17 ottobre con Così fan tutte di Mozart.

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LA STAGIONE LIRICA
La 210ª Stagione Lirica ruota attorno al tema del “Controcanto, storie fuori spartito”: personaggi ribelli, enigmatici, poetici, che deviano dalla melodia principale e scompigliano le regole del gioco. Ad aprire il cartellone sarà Così fan tutte (17 e 19 ottobre), assente da Rovigo da venticinque anni, con la regia di Stefano Vizioli, artista italiano dalla lunga carriera internazionale, e le scene di Milo Manara, che con questo titolo debutta come scenografo e costumista teatrale. Sul podio lo spagnolo Jordi Bernàcer. Protagonisti Irina Lungu, soprano applaudita nei maggiori teatri internazionali, e Francesca Di Sauro, accanto a Biagio Pizzuti, Andrew Kim, la rodigina Paola Gardina e Maurizio Muraro.
A novembre arriverà Cin Ci Là (28 e 29 novembre) l’operetta, che quest’anno compie cento anni, sarà diretta da Alberto Orlandi con la regia di Corrado Abbati, regista che ha fatto di questo genere musicale teatrale il fulcro della sua attività, portandola sui palcoscenici di tutta Italia.
Dicembre sarà dedicato a L’occasione fa il ladro (12 e 14 dicembre 2025), diretta da Elisabetta Maschio e messa in scena da Anna Cuocolo, con scene e costumi di Matteo Corsi, vincitore del Concorso Internazionale Gabbris Ferrari. Un nuovo allestimento nell’ambito del progetto Fucina del Teatro Sociale di Rovigo, in coproduzione con il Conservatorio Francesco Venezze di Rovigo.
Il nuovo anno si aprirà con Carmen di Bizet (30 gennaio e 1 febbraio 2026), una delle opere più amate e popolari del repertorio, che nel 2026 celebra il 150° anniversario dalla sua prima esecuzione. Sul podio Marco Angius, direttore musicale dell’Orchestra di Padova e del Veneto, apprezzato a livello internazionale per l’attenzione al repertorio contemporaneo ma anche per la capacità di rileggere i grandi capolavori della tradizione. La regia e le scene portano la firma di Filippo Tonon, regista e scenografo che ha portato la sua visione su palcoscenici europei, noto per la sua capacità di fondere eleganza visiva e forza drammaturgica. Nei panni della protagonista il mezzosoprano Caterina Piva, voce emergente della nuova generazione italiana; accanto a lei il tenore francese Jean-François Borras, ospite abituale di teatri come il Metropolitan di New York e l’Opéra di Parigi (alternato a Paolo Fanale), Daniel Giulianini come Escamillo e il soprano Francesca Dotto, Micaela di grande sensibilità musicale.

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A febbraio il Teatro ospiterà la prima italiana di Alice nel Paese delle Meraviglie di Pierangelo Valtinoni (20 e 21 febbraio), opera che dopo i successi in Europa e in Asia arriva finalmente in Italia. Valtinoni, compositore tra i più rappresentati al mondo nel repertorio dedicato ai giovani e alle famiglie, costruisce una partitura vivace e colorata che restituisce tutta la fantasia di Lewis Carroll, tra atmosfere oniriche e divertenti giochi musicali. La direzione è affidata a Eddi De Nadai e la regia a Tommaso Franchin, con Claudia Ceraulo nel ruolo di Alice e Caterina Dallaere come Regina di cuori. Un racconto universale che attraversa generazioni, capace di aprire nuovi orizzonti di pubblico e di confermare l’impegno del Teatro Sociale nella promozione della musica contemporanea e delle prime esecuzioni italiane.
A marzo sarà la volta de Il flauto magico (13 e 15 marzo), diretto da Massimo Raccanelli e messo in scena da Paolo Giani Cei, regista che firmerà anche scene, costumi e luci. Nel ruolo di Pamina ci sarà il soprano spagnolo emergente Aitana Sanz Perez, la Regina della Notte sarà affidata a Claudia Urru, affianco a loro Kim Hyun Jung, giovane tenore sudcoreano, interpreterà Tamino, mentre Antonio Di Matteo darà voce all’autorevole Sarastro. A completare il cast il baritono austriaco Markus Werba, interprete di riferimento per il ruolo di Papageno, che ha fatto proprio di questo personaggio uno dei capisaldi del suo repertorio mozartiano, consacrandosi tra i protagonisti più apprezzati a livello internazionale; memorabili le sue interpretazioni a Vienna e al Festival di Salisburgo.
La stagione si concluderà a maggio con un dittico di grande suggestione: La damoiselle élue di Claude Debussy e Bianca di Italo Montemezzi (8 maggio 2026), quest’ultima presentata in prima esecuzione assoluta. Nel poema lirico di Debussy, su versi di Dante Gabriele Rossetti, saranno protagoniste Hanadi Karic come recitante e Yukari Mori nel ruolo della Damoiselle. Seguirà Bianca, raro poema drammatico in un atto su libretto di Giuseppe Zuppone Strani, riscoperto grazie alla trascrizione di Marco Pasetto: un titolo che riafferma la vocazione del Teatro Sociale alla valorizzazione del Novecento italiano e delle nuove riscoperte. Sul palco Camilla Consolaro (Bianca), Hanadi Karic (Ricciarda), Giulio Putrino (Balduino) e Meng Xiaojie (il Guardaboschi). La direzione è affidata a Fabrizio Da Ros, mentre la regia, le scene e le luci portano la firma di Stefano Patarino, con i costumi di FantasiainRe. A completare il progetto il Coro e l’Orchestra del Conservatorio “C. Pollini” di Padova, guidati da Francesco Loregian, una collaborazione che intreccia produzione teatrale e formazione accademica.
Un intero progetto speciale è dedicato al centenario della nascita del grande baritono Dietrich Fischer-Dieskau, figura che ha segnato in maniera indelebile l’interpretazione del Lied e del repertorio vocale del Novecento. Rovigo celebrerà l’anniversario con un ricco calendario che comprende le masterclass di Erik Battaglia dedicate al Lied tedesco, incontri di approfondimento e un simposio internazionale con musicologi e interpreti provenienti da diversi Paesi, pensato per indagare l’eredità artistica e critica del grande baritono. Cuore delle celebrazioni sarà lo spettacolo Prospero’s Voice (26 ottobre 2025), ideato da Claudio Ronda e Manuel Fischer-Dieskau con la compagnia Fabula Saltica: un’opera multimediale che intreccia danza, musica dal vivo, video e arti visive, arricchita dalle musiche di Manuel Fischer-Dieskau ed Erik Battaglia e dalle immagini originali tratte dai disegni e dipinti dello stesso Dietrich Fischer-Dieskau. Una prima assoluta che non è solo omaggio, ma creazione originale, capace di restituire un ritratto intimo e suggestivo di un artista che ha ridefinito i confini dell’interpretazione vocale del XX secolo.

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LA PROSA E LA DANZA
La stagione di Prosa, realizzata in collaborazione con Arteven, riporta al centro i grandi testi della letteratura teatrale e i loro interpreti più autorevoli, in un anno che coincide anche con le celebrazioni per il centenario della nascita di Gian Antonio Cibotto, figura centrale della cultura rodigina.
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Nell’anno delle grandi celebrazioni per Gian Antonio Cibotto la Stagione del Sociale assume un’importanza particolare. È come se Toni, il grande Cibotto, quest’anno ritornasse tra gli spalti e le sedie del Teatro a guardare gli spettacoli. È una Stagione particolare e proprio per questo ancor più straordinaria» HA commentato Giancarlo Marinelli, direttore di Arteven.
A inaugurare gli appuntamenti sarà Il gabbiano di Čechov (25 e 26 novembre 2025), con Giuliana De Sio, attrice che ha saputo attraversare cinema, televisione e palcoscenico con ruoli memorabili, diretta da Filippo Dini, regista tra i più apprezzati della sua generazione per la sensibilità con cui affronta i classici russi e la drammaturgia contemporanea.
A febbraio sarà la volta de La coscienza di Zeno di Italo Svevo (4 e 5 febbraio 2026), con Alessandro Haber, uno dei grandi protagonisti del teatro italiano, capace di fondere carisma e ironia. La regia è di Paolo Valerio per una produzione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, nata a Trieste – la città di Svevo – e accolta con entusiasmo dalle platee italiane. Sempre a febbraio (10 febbraio 2026) salirà sul palco Maria Paiato, attrice di culto per l’intensità delle sue interpretazioni, protagonista di Riccardo III di Shakespeare diretto da Andrea Chiodi. Tutto il talento e la straordinaria forza dell’attrice veneta si misurano qui con uno dei grandi capolavori del teatro elisabettiano, in un progetto da lei fortemente desiderato e oggi realizzato grazie all’intesa con il regista. Lo spettacolo è una produzione del Centro Teatrale Bresciano, in coproduzione con il Teatro Nazionale di Genova, il Teatro Biondo di Palermo e il Teatro di Roma – Teatro Nazionale. A marzo sarà la volta de Il berretto a sonagli di Luigi Pirandello (7 e 8 marzo 2026), con Silvio Orlando, attore amatissimo dal pubblico, diretto da Andrea Baracco in un allestimento che restituisce tutta la forza grottesca e corrosiva del teatro pirandelliano.
Accanto a questi capisaldi arrivano due titoli “cult”: Amadeus di Peter Shaffer (22 gennaio 2026), con Ferdinando Bruni, figura centrale del teatro di ricerca italiano, e Piccole Donne, musical in prima italiana assoluta con la regia e le coreografie di Fabrizio Angelini (14 gennaio 2026).
Completano il cartellone tre appuntamenti che arricchiscono la stagione con danza e spettacolo. Il 5 gennaio 2026 il Balletto di Milano porterà sul palco Romeo e Giulietta, celebre coreografia ispirata alla tragedia shakespeariana, costruita sulla musica di Čajkovskij: uno spettacolo che unisce rigore accademico e freschezza interpretativa, firmato da una delle compagnie italiane più apprezzate anche all’estero.
Il 2 aprile 2026 sarà la volta di The Black Blues Brothers, scritto e diretto da Alexander Sunny. Lo spettacolo, premiato come Miglior Show di teatro fisico all’Edinburgh Fringe Festival 2022, è una festa acrobatica ambientata in un elegante locale stile Cotton Club e scandita dalle musiche del film cult di John Landis. Cinque acrobati kenioti – Bilal Musa Huka, Rashid Amini Kulembwa, Seif Mohamed Mlevi, Mohamed Salim Mwakidudu e Peter Mnyamosi Obunde – trasformano il palco in un turbine di piramidi umane, limbo col fuoco, salti nei cerchi e numeri mozzafiato. Una produzione Mosaico Errante, distribuita da Circo e Dintorni, che ha superato le 1.000 repliche nel mondo conquistando oltre 650.000 spettatori.
Il 10 aprile 2026 chiuderà la sezione Le Quattro Stagioni della Compagnia Opus Ballet, coreografia di Aurelie Mounier sulle musiche di Vivaldi. Più che una trasposizione musicale, lo spettacolo è una riflessione poetica sul tempo che scorre, sui cicli della natura e dell’esistenza umana. I danzatori – Giuliana Bonaffini, Emiliano Candiago, Matheus De Oliveira Alves, Ginevra Gioli, Gaia Mondini, Giulia Orlando e Frederic Zoungla – danno corpo e respiro a paesaggi interiori e fenomeni naturali, accompagnati dai costumi di Beatrice Laurora, Isabella Fumagalli e Maia Sikharulidze. Una produzione che invita a fermarsi e ad ascoltare il ritmo segreto delle stagioni, restituendo in danza l’armonia tra uomo e natura.
Una novità attesa è l’introduzione del turno B di abbonamento, che prevede tre recite per alcuni spettacoli: un ampliamento dell’offerta che risponde a una richiesta del pubblico già emersa negli scorsi anni e che testimonia la crescita dell’attenzione verso la prosa al Teatro Sociale.

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I CONCERTI SINFONICI E CAMERISTICI
La stagione sinfonica e concertistica porta a compimento il percorso triennale immaginato e fortemente voluto da Edoardo Bottacin: un itinerario che ha accostato i grandi capisaldi del repertorio per solista e orchestra alla valorizzazione delle compagini territoriali, affiancando star internazionali e giovani interpreti emergenti.
Il primo appuntamento sarà VioloncELIO (21 settembre 2025), evento conclusivo del Festival Rovigo Cello City che inaugura la sezione concertistica. Protagonista Elio, voce eclettica della musica italiana, che dialogherà con un ensemble di violoncelli in un programma capace di mescolare ironia, leggerezza e virtuosismo, aprendo la stagione con una serata di contaminazione tra classico e pop.
Il 31 ottobre 2025 seguirà il concerto del violinista Ilya Gringolts, interprete tra i più raffinati della sua generazione e noto per le sue incisioni dedicate a Bach e al grande repertorio romantico, accompagnato dall’Orchestra di Padova e del Veneto diretta da Michael Hofstetter.
Il 17 dicembre 2025 sarà la volta del Messiah di Händel/Mozart, diretto da Filippo Maria Bressan, direttore che ha guidato compagini come l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e il Maggio Musicale Fiorentino, apprezzato per la sua attenzione filologica e per la chiarezza interpretativa. Nel cast spicca il soprano rodigino Silvia Frigato, specialista del repertorio barocco che ha collaborato con ensemble come il Monteverdi Choir, accanto a Sharon Carty, Raffaele Feo e Marco Saccardin.
Il Concerto di Capodanno (1 gennaio 2026) sarà affidato a Giovanni Constantini con l’Orchestra Regionale Filarmonia Veneta, presentato da Elena Filini, in un omaggio alla tradizione viennese con le celebri pagine della famiglia Strauss e brillanti ouvertures.
A gennaio protagonista il Quartetto di Cremona (25 gennaio 2026), ensemble cameristico italiano di fama internazionale, premiato con l’ECHO Classic Award e ospite regolare delle più prestigiose sale da concerto, con un programma che include Wolf, Debussy e il Quartetto La morte e la fanciulla di Schubert.
La stagione proseguirà con i concerti bachiani per più clavicembali e orchestra (15 febbraio e 22 marzo 2026), guidati da Federica Bianchi insieme ai suoi migliori allievi, in continuità con il progetto avviato negli anni precedenti con i Concerti Brandeburghesi. Seguirà il concerto dell’Orchestra del Conservatorio Venezze (1 aprile 2026), vetrina per le nuove generazioni di musicisti formati a Rovigo.
Il 19 aprile 2026 approderà al Sociale Kian Soltani, violoncellista tra i più richiesti della sua generazione, interprete carismatico del Concerto di Dvořák, accompagnato dall’Orchestra dell’Arena di Verona diretta da Nicolò Foron, giovane direttore che, dopo la vittoria al Concorso Donatella Flick, ha già diretto la London Symphony Orchestra e numerose compagini europee.
La chiusura sarà affidata a due appuntamenti di prestigio: il recital di Jessica Pratt (24 aprile 2026), soprano australiano considerata una delle interpreti di riferimento del belcanto, con un programma dedicato a Rossini, e il concerto del pianista Yoav Levanon (10 maggio 2026), giovanissimo artista Warner Classic salutato dalla critica internazionale come una delle promesse più luminose della scena pianistica. 

JAZZ E DINTORNI
Il Teatro Sociale conferma anche quest’anno la sua apertura alle contaminazioni con un programma che unisce jazz, crossover e grandi omaggi musicali.
Si parte con la 9ª edizione del Premio Marco Tamburini (19 dicembre 2025), che rende omaggio al grande trombettista rodigino e continua a valorizzare giovani solisti jazz italiani ed europei, mantenendo vivo il legame tra Rovigo e una delle figure più importanti della scena jazzistica contemporanea.
Il 21 dicembre 2025 il palco del Sociale accoglierà Symphonic Queen, spettacolo che fonde orchestra sinfonica e rock band per celebrare le immortali canzoni di Freddie Mercury e dei Queen, un evento che negli anni ha conquistato platee in tutta Europa. Il 17 gennaio 2026 sarà la volta dell’omaggio a Franco Battiato e Giusto Pio, concerto che intreccia l’intensa voce di Giulio Casale con l’Orchestra Regionale Filarmonia Veneta: un viaggio tra le pagine più poetiche e visionarie di due protagonisti della musica italiana.
Il 17 febbraio 2026, in occasione del Martedì Grasso, la città si trasformerà con Eu te amo Samba, una giornata-evento che intreccia musica, danza e cinema. Dal laboratorio di percussioni A scuola di samba al
Ridotto, alla parata in centro storico con la marching band Bloko Intestinhao, fino all’aperitivo brasiliano e alla proiezione del documentario Il sale della terra di Wim Wenders e Juliano Ribeiro Salgado, l’iniziativa porterà lo spirito festoso del carnevale carioca nel cuore di Rovigo.
L’8 febbraio 2026 sarà protagonista Raphael Gualazzi, apprezzato pianista, cantante e autore capace di fondere jazz, blues e sonorità soul in uno stile unico, che lo ha portato dal Festival di Sanremo al palco dell’Eurovision e a tournée internazionali.
Chiuderà la sezione Jazz all’Opera (22 aprile 2026), progetto che vede protagonisti la Venezze Big Band e il clarinettista Gabriele Mirabassi, tra i più interessanti interpreti italiani del jazz contemporaneo, in un concerto che mescola la libertà improvvisativa del jazz con suggestioni e atmosfere del repertorio operistico.

IL TEATRO RAGAZZI
La stagione 2025/26 dedica ampio spazio anche al pubblico dei più giovani con il progetto LaScuolaTeatro, che accompagna studenti e famiglie alla scoperta dei grandi titoli e dei linguaggi della scena. Sono previste anteprime studenti per tutte le opere liriche in cartellone – da Così fan tutte a Carmen, da Alice nel Paese delle Meraviglie a Il flauto magico – accanto a produzioni originali pensate per i più piccoli. Tra queste, Gioco da ragazzi (24 novembre 2025), omaggio a Bizet nel 150° della morte, Lo Schiaccianoci (20 dicembre 2025) in una versione che unisce parole e musica, e CartaCantaTurandot (10 e 11 marzo 2026), spettacolo che rilegge l’opera pucciniana attraverso marionette e teatro d’ombre.
Il programma comprende anche appuntamenti che intrecciano teatro e memoria civile, come Perlasca. Il coraggio di dire no (6 febbraio 2026), scritto e interpretato da Alessandro Albertin, e percorsi di approfondimento con le lezioni spettacolo dedicate a Gian Antonio Cibotto nel centenario della nascita. A completare l’offerta, un ricco ventaglio di laboratori: dal coro di voci bianche al laboratorio di fotografia digitale, fino al progetto inclusivo Cultura+ per studenti con disabilità, senza dimenticare Mettiamoci all’opera, visite guidate, percorsi didattici e attività pensate per avvicinare i ragazzi al teatro da protagonisti.

I PROGETTI SPECIALI
Il Teatro Sociale conferma la sua vocazione a farsi luogo di incontro e di sperimentazione con un ampio capitolo di progetti speciali. Accanto al già citato omaggio a Dietrich Fischer-Dieskau con masterclass, simposio e lo spettacolo Prospero’s Voice, si rinnova l’appuntamento con A tu per tu con la lirica… con gelato all’opera, ciclo di incontri che accompagna le nuove produzioni attraverso conversazioni divulgative arricchite dalle creazioni del maestro gelatiere Elio Palmieri: un modo originale e conviviale per avvicinare il pubblico ai segreti delle opere in cartellone.
Con Una città all’opera, Rovigo si trasforma in un palcoscenico diffuso: il centro storico dialoga con la prima della stagione attraverso vetrine, menù e iniziative ispirate all’opera inaugurale. Gli approfondimenti proseguono con il ciclo Le storie dietro la storia, incontri al Ridotto che uniscono studiosi e giornalisti per indagare i temi legati ai titoli in cartellone.
Particolare rilievo avrà “Influopera torna a casa”, il primo convegno nazionale dedicato ai cultural content creator che si occupano di classica, teatro e opera organizzato da Valentina Anzani e OperaMeet e sostenuto dal Teatro Sociale di Rovigo. Si terrà nel febbraio 2026 al Ridotto del Teatro Sociale, in occasione della prima assoluta di Alice nel Paese delle Meraviglie. L’iniziativa celebra Rovigo come luogo d’origine del progetto Influopera da cui è nata una rete di giovani professionisti oggi attivi in tutta Italia. I partecipanti delle prime edizioni, oggi social media manager, divulgatori e consulenti culturali, saranno invitati a raccontare i loro percorsi e a confrontarsi sul futuro della comunicazione digitale nelle arti performative. Un’occasione per riflettere su come si costruisce una professione a partire da un’intuizione collettiva.
Tra le iniziative si conferma anche la Fucina del Teatro Sociale di Rovigo, laboratorio permanente che coinvolge giovani attori, musicisti, tecnici e creativi in un percorso di formazione e produzione. Un vero e proprio incubatore di talenti che mette in dialogo generazioni diverse e crea occasioni concrete di crescita professionale, contribuendo a costruire il futuro del teatro attraverso esperienze condivise e sperimentazione sul campo.
Infine, le giornate di Operadays (23 e 24 maggio 2026) apriranno al pubblico i laboratori di scenografia e sartoria di San Sisto a Sant’Apollinare, cuore pulsante del lavoro artigianale che dà vita alle produzioni del Sociale. Due giorni di visite guidate gratuite che sveleranno il dietro le quinte del teatro, dal bozzetto alla scena compiuta.

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INFO DI SERVIZIO
Gli abbonamenti e i biglietti per la Stagione 2025/26 sono già disponibili a partire dal 19 settembre 2025 per lirica, concertistica e jazz; e saranno disponibili dal 21 ottobre 2025 per prosa e danza.
Info: Teatro Sociale di Rovigo, PiazzaGaribaldi 14, tel. 0425 25614
teatrosociale.botteghino@comune.rovigo.it  -  www.comune.rovigo.it/teatrosociale  

La stagione 2025/2026 del Teatro Sociale di Rovigo è realizzata grazie al supporto di: Ministero della Cultura, Regione del Veneto, Comune di Rovigo-Assessorato alla Cultura, Arteven, Camera di Commercio di Venezia-Rovigo, Confindustria Veneto Est.
Partner della stagione: Fondazione Cariparo, Fondazione Banca del Monte, Fondazione Rovigo Cultura, Banca del Veneto Centrale.
Sponsor: Adriatic LNG, TMB, IRSAP, Interporto, La Fattoria, Borsari, Osteria del Teatro, Scopa Gioielli
Media partner: LaPiazza, OPS Group.
Partner Tecnici: Playpiano, Fioreria Quadri, Gelateria Godot

Crediti fotografici: Ludovico Guglielmo per il Teatro Sociale di Rovigo
Nella miniatura in alto: il sindaco Valeria Cittadin
Sotto: foto-ricordo del management che ha animato la manifestazione in Piazza Garibaldi con il sindaco Valeria Cittadin, la regista Anna Cuocolo e l'assessore alla Cultura di Rovigo Erika De Luca
Al centro, in sequenza: il pianista Alberto Boischio e il pubblico presente in Piazza Garibaldi; il pianista Paolo Lazzarini con il Coro di Voci bianche del Teatro Sociale di Rovigo; il mezzosoprano Eleonora Filipponi e il soprano Silvia Girardini duettano dal balcone; foto ricordo per Silvia Girardini, Eleonora Filipponi, Anna Cuocolo, Alessandro Boreggio e Alberto Boischio; il direttore artistico Edoardo Bottaccin; Giancarlo Marinelli direttore di Arteven; il baritono Alessandro Boreggio; panoramica sul pubblico presente in Piazza Garibaldi; la "corsa dei monelli" per i giovanissimi del Coro di Voci bianche del Teatro Sociale di Rovigo
In fondo: scenografia di Milo Manara per Così fan tutte opera inaugurale della nuova stagione





Pubblicato il 03 Giugno 2024
Ferrara Musica fa il pienone di pubblico per il concerto del pianista-direttore ungherese
La Chamber of Europe e sir Schiff servizio di Edoardo Farina

20240603_Fe_00_ChamberOrchestraOfEurope-AndrasSchiff_phMarcoCaselliNirmalFERRARA - Preceduto dall’interessante lezione-conferenza tenutasi presso la sala del Ridotto del Teatro a cura del musicologo Giorgio Pestelli in presenza del Direttore artistico di Ferrara Musica Renzo Restagno che ne ha introdotto il programma e le caratteristiche storiografiche del concerto nel pomeriggio antecedente, il penultimo appuntamento della ricca stagione di Ferrara Musica 2023 – 2024 ha visto sabato 1° giugno 2024 sul palco del Teatro Comunale “Claudio Abbado” di Ferrara il ritorno della Chamber Orchestra of Europe, per un attesissimo evento ove Sir András Schiff è stato impegnato nel doppio ruolo sia di solista che direttore. Tra i musicisti più annoverati al mondo, di nazionalità ungherese ma naturalizzato britannico, fa parte dell’Olimpo dei grandi pianisti in attività, incentrando le sue esecuzioni monografiche sui capolavori di Bach, Mozart, Beethoven e Schubert osannate regolarmente dalla critica, ma soprattutto da un pubblico sempre più vasto di appassionati. Il culmine di questa popolarità lo ha raggiunto dal 2006 con l'esecuzione dal vivo delle 32 Sonate per pianoforte di Beethoven in una lunga serie di concerti in Europa e negli Stati Uniti. Nel 2022 è stato nominato uno dei “più importanti interpreti di Bach del nostro tempo” ricevendone la Medaglia Bach della Città di Lipsia, mentre nel 2023 è stato riconosciuto “artista essenziale che ha contribuito alla storia del festival” dal Festival di Salisburgo. Prima orchestra residente di Ferrara Musica, fondata su impulso di Abbado, la Chamber Orchestra of Europe è stata definita dalla BBC e dal Daily Telegraph come «... la migliore orchestra da camera del mondo», formata da musicisti provenienti da tutto il continente europeo. Si è imposta sulle scene internazionali come uno dei più importanti e versatili ensemble contemporanei avendo mantenuto uno stretto rapporto con Ferrara, ritornando regolarmente durante le varie tournée internazionali.

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In apertura di serata, il Primo Concerto di Johannes Brahms (1833-1897) del quale ne sono state eseguite le Variazioni su un tema di Haydn op. 56 che, scritte nel 1873, appaiono come un’eloquente testimonianza della crescente padronanza del compositore di Amburgo di una tecnica non appartenente agli stilemi comuni in quanto basate su una melodia sempre più abbellita; si pongono piuttosto come le cosiddette variazioni di “carattere” che astraggono alcuni piccoli aspetti creando una serie di meditazioni e sviluppi rapsodici in cui la melodia spesso non è facilmente rintracciabile. Otto di esse, anticipate e concluse dal Tema e il Finale entrambi in Andante rappresentano una principale caratteristica di questo lavoro, che lo rende non solo singolare nella sua produzione ma anche una rarità nella musica del suo tempo per il fatto di essere un gruppo di stesure destinate all’orchestra e non a un singolo strumento.
Brahms preparò quasi contemporaneamente la versione orchestrale e quella per due pianoforti delle Variazioni, assegnando il numero d’Opus 56a alla prima e 56b alla seconda stendendone prima la versione per due pianoforti per trascrivere immediatamente dopo le stesse per formazione sinfonica, ma il fatto che nel numero d’opus abbia dato la precedenza a quest’ultima lascia intuire che il lavoro avesse preso forma con una sonorità evidentemente molto più ampia.
Si è proseguito con la Sinfonia Concertante op. 84 di Franz Joseph Haydn (1732-1809), scritta nei soli tempi Allegro e Andante, diretta dal primo violino Lorenza Borrani nel ruolo di maestro concertatore, dotata di grande tecnica e attacchi perfetti alternando l’archetto medesimo alla compostezza della bacchetta nel giusto dinamismo e dalla gestualità ineccepibile, supportata dalla straordinaria interpretazione di Olivier Stankiewicz (oboe), Rie Koyama (fagotto) e Richard Lester (violoncello) in qualità di solisti.
Imprevedibile e capricciosa ma disposta in una perfetta architettura, la Sinfonia nacque per i concerti organizzati dal violinista e impresario Johann Peter Salomon a Londra riscuotendo un successo notevole fin dalla prima esecuzione, al punto da essere riprogrammata altre due volte nella stessa stagione. Il merito era senz’altro dell’abile scrittura di Haydn, ma anche della brillantezza degli esecutori, cui vengono affidati splendidi interventi solistici, in particolare allo stesso violino, come afferma ancora lo storico della musica Oreste Bossini: «... Haydn, a differenza di Mozart e Beethoven, fu un buon pianista ma non un virtuoso della tastiera. La sua arte, di conseguenza, ha trovato strade migliori per esprimersi che i lavori per un singolo strumento, soprattutto nella musica per orchestra e in quella da camera nelle sue varie combinazioni strumentali. La particolare sensibilità richiesta dal concerto solistico era in qualche modo estranea al suo carattere, che privilegiava una retorica più complessa rispetto al mero antagonismo tra il singolo strumento e l’orchestra. Malgrado ciò, Haydn padroneggiava bene anche la scrittura concertante, come dimostrano i numerosi passi solistici sparsi nelle Sinfonie scritte per il pubblico londinese.»
Termine della seconda parte con il Concerto n. 1 in Re minore per pianoforte e orchestra op.15 ancora di Brahms dalla solida struttura e grandiosità d'impianto; diviso in quattro tempi Maestoso Adagio Rondò, Allegro non troppo, è classificato tra i più rappresentativi dopo la produzione beethoveniana, pagina giovanile dalla gestazione lunga e faticosa: completato nel 1859 dopo quattro anni di ripensamenti, fu eseguito per la prima volta ad Hannover, con lo stesso Brahms in veste di solista e sul podio l’amico Joseph Joachim, che dopo la scomparsa di Schumann era diventato il primo consigliere del compositore.

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«Neppure la critica accolse bene il lavoro e le cose non migliorarono nemmeno dopo la seconda esecuzione a Lipsia pochi giorni dopo, il 27 gennaio. La monumentalità e il respiro sinfonico del Concerto, infatti, non si erano più sentiti in un concerto solistico dai tempi dell’Imperatore di Beethoven, ma allo stesso tempo il pianoforte evitava quasi del tutto, a dispetto delle notevolissime difficoltà tecniche, quegli effetti esteriori e di bravura che erano caratteristici di ogni forma concertante precedente, comprese quelle non certo volgari e superficiali di Mendelssohn e dello stesso Schumann. In altre parole, il Concerto sembrava fuori da qualunque convenzione del suo tempo, e per molti era semplicemente un lavoro bizzarro di un giovane compositore sopravvalutato. L’originalità, però, non era tanto il frutto di un disegno preciso, quanto il risultato della sua lunga e tortuosa storia compositiva, iniziata nei primi mesi del 1854» sostiene nuovamente Bossini.
Grande chiarezza ed espressività in tutte le forme preposte, supportate da un entusiasmo davvero coinvolgente, la “Chamber” ha dato decisamente il meglio di sé sotto la compostezza e maestosità di Schiff, dalla semplice manualità libera e senza essere in possesso della partitura, attraverso un modo di approcciarsi esplicito come se dovesse semplicemente fornire delle “conferme” ai musicisti assolutamente in grado di gestire l’intera orchestrazione in maniera del tutto autonoma. Mimica anche impassibile e distaccata, concedendo un’univoca interpretazione dell’esecuzione però intensa ed energica calibrando ogni dettaglio appropriato per dare spazio correttamente anche alle singole parti solistiche. Dal modo di porsi avvolgente dal carattere e senso paterno, oserei dire quasi “imperiale” e assai rassicurante come se i componenti, fossero costituiti tutti da una grande famiglia conoscendoli bene uno a uno, è riuscito a rendere partecipe il pubblico in un solare senso di serenità tralasciando il tono nervoso e quasi minaccioso trasmesso da alcuni direttori d’orchestra nel senso dell’eventuale timore dell’imperfezione.
Chiusura di sipario con gli affettuosi abbracci tra gli orchestrali, come da loro innata e insolita consuetudine, dopo l’unico bis non annunciato ove Schiff ha voluto omaggiarci da solista al pianoforte della Fantasia Cromatica e fuga in Do minore BWV 903 di Bach, riscuotendo calorosissimo apprezzamento da parte del pubblico numeroso accorso in sala.
(il servizio si riferisce al concerto di sabato 1 giugno 2024)

Crediti fotografici: Marco Caselli Nirmal per Ferrara Musica - Teatro Comunale "Claudio Abbado"
Nella miniatura in alto: il pianista-direttore András Schiff
Sotto: alcuni momenti del concerto della Chamber Orchestra of Europe con Schiff sul podio e al pianoforte e Lorenza Borrani violino di spalla





Pubblicato il 24 Marzo 2024
Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale ha presentato al Bonci il nuovo spettacolo di Langolf
How About Now non c'č danza servizio di Edoardo Farina

20240324_Cesena_00_HowAboutNow_HannesLangolfCESENA - Prosegue il programma invernale al Teatro “Alessandro Bonci” di Cesena attraverso il cartellone che ERT Fondazione propone nel suo storico e prestigioso spazio ove l’8 marzo 2024 in prima assoluta e successivamente il 10 al Teatro Arena del Sole di Bologna, nell’ambito della rassegna Carne a cura di Michela Lucenti, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, è stato presentato How About Now, il nuovo spettacolo di Hannes Langolf prodotto da Moonwalking Bear Productions. Un lavoro a più mani che ha visto in scena lo stesso Langolf, autore della coreografia, regista e interprete, insieme al giovane performer Ed Mitchell, registra e drammaturgo Andrew Miur, sound design di Jethro Cooke, set e costumi disegnati da Loren Elstein, luci di Joe Hornsby.
Coreografo e danzatore tedesco (Ochserfurt, 1983) con base a Londra, oggi tra le figure giudicate più “interessanti” della scena performativa internazionale, Langolf ha collaborato con artisti quali William Forsythe, Angelin Preljocaj, Wayne McGregor, Akram Khan lavorando come formatore per istituzioni e organizzazioni in tutto il mondo.
Dall’11 al 23 marzo ha inoltre condotto nell’ambito della Scuola di Teatro Iolanda Gazzerro di ERT il percorso gratuito di Alta formazione Physical Theatre, di cui è stato interprete degli ultimi spettacoli di DV8, rivolto a 15 giovani attrici/attori, danzatrici/danzatori, coreografe/i e performer maggiori di diciotto anni e residenti o domiciliati sul territorio della Regione Emilia-Romagna.          

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Attraverso vari lavori dall’impronta socio-politica, oltrepassando i confini della danza e del teatro, la performance ha inteso inaugurare una nuova ricerca coreografica volendo essere un'ode alla vulnerabilità e all'insicurezza, una difesa della nostra possibilità di cambiare, cercando una forte connessione empatica con il pubblico, tramite un movimento viscerale che diviene forza trainante per raccontare  storie personali in un’indagine in linea con l’idea di una danza umana ed empirica, su come l’essere trova la forza per rimanere saldo sul terreno ma anche per risollevarsi coraggiosamente.
Due estranei, due uomini di età diverse si incontrano in uno spazio dapprima idealmente aperto, ma che viene poi rinchiuso in una probabile metropolitana londinese, si misurano, si esplorano, si interrogano a vicenda, si provocano, si analizzano attraverso luoghi comuni, scandagliano i propri sentimenti, desideri e paure, si scontrano, mentre in filigrana emergono nuclei di riflessione sui meccanismi di funzionamento della società contemporanea e su come la condizione individuale si staglia in questo panorama, a tratti desolante. Un’esplorazione frenetica e stimolante della consapevolezza di sé e delle sfumature che separano la verità dalla percezione: un modo intenso e molto personale di esternalizzare la realtà e le relazioni umane.
Il tutto si svolge nell’arco di un’ora, interamente dentro una teca di vetro trasparente sigillata all'interno e lateralmente dalle quinte nere, cambiando spesso l’illuminazione in vari colori volendone indicare lo scorrere di una giornata smarrita.
Gli artisti agiscono supportati da musiche ipnotiche e inespressive a tema su un tappeto di poche note ribattute, quasi un basso continuo, che pulsa nei corpi dei due, un movimento che fa da base alla struttura del discorso coreografico e testuale raffigurando un mondo in cui la fiducia è fragile e la più piccola scintilla può incendiare tutto, simbolo dei nostri timori e limitazioni, ma anche della nostra pseudo sicurezza avvolti da nebbie.
Gesto coreografico e parola si fondono in un unico linguaggio con cui si costruisce il dialogo a flusso continuo, idealmente senza né inizio né fine, senza trama né chiaro soggetto, ove il fluire delle parole va di pari passo al ritmo dei saltelli ininterrotti, nevrotici e irregolari dei protagonisti Hannes e il giovane Mitchell, forse improvvisandosi   ballerini sino allo sfinimento, mettendo a dura a prova il fisico più allenato contorcendosi poi tra di loro in abbracci, lotta e spintoni.
Un «… incontro tra due esseri umani, foriero di una conversazione di corpi e di voci che apre in scena più nodi tematici. E l'anima tesa che batte da cima a fondo in un debutto italiano tutt'altro che casuale: una scrittura tra danza, parola e musica che, insieme al trascolorare delle luci, tiene incollati per un tempo indefinito e perduto. E come se lo spettatore fosse catapultato in un curioso hic et nunc nel quale però le coordinate di tempo e di spazio non sono realisticamente collocabili. Dove siamo? Non si sa e nemmeno importa, il fatto è però che How about now lascia nella memoria strascichi di paesaggi, situazioni, atmosfere. La foresta e il mare, l'alba e la spiaggia, l'adolescenza e la maturità, il rapporto con il proprio corpo e con quello degli altri, la relazione tra generazioni, l'ossessione di filmare ogni cosa che si presenti a portata di device, il gender debate, la bellezza della contemplazione, la paura della solitudine ...»: tutto ciò secondo il critico, docente e studiosa di danza Francesca Pedroni, riportandone alcune considerazioni, che al termine della “prima” cesenate ne ha moderato l’incontro con gli stessi artisti Langolf, Mitchell e Muir, concludendo con «… un arguto racconto dell'assurdo in cui, sotto il filtro dell'ironia, vige una costante tensione privata e sociale. Un libero spunto da cui Langolf e i suoi collaboratori sviluppano un arco narrativo non canonico che apre continue fughe di riflessione. Perché, come dicono gli autori, "una piccola scintilla può distruggere tutto quello che abbiamo costruito". Chiude non a caso un finale aperto, avvolto dal fumo, ma rischiarato dal rosso morbido di un'alba. Nella mente resta la fiamma dell'accendino di Ed, le due figure in silhouette, e quell'ultima, semplice, domanda: are you good?»
Dalla coreografia vera e propria inesistente, anche se idealmente tratta dalla dark comedy dello scrittore svizzero Max Frisch Omobono e gli incendiari che Langolf lesse ai tempi della scuola ispirandosi oggi, ha inteso qui ricreare il mondo distorto descritto nella Play nella quale folli piromani si presentano nelle case fingendosi venditori porta a porta chiedendo ospitalità, per poi dare tutto alle fiamme con l’assurda inconsapevolezza dell’ingenuo proprietario.
Queste sarebbero le intenzioni riguardo uno spettacolo insolito erroneamente collocato nel compartimento “danza” bensì più idoneo a una rassegna del teatro di ricerca, in quanto della nobile forma d’arte in realtà c’è stato ben poco a favore o sfavore dei protagonisti dal frenetico linguaggio di strada piuttosto underground.

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Totalmente in inglese, raccontandosi in scena volutamente le cose più sciocche e banali sciorinandole in modo del tutto casuale o per lo meno rapido, vuoto e con la costante della parola “fuck” dalla volgarità sfrontata, hanno ricordato molto gli ipotetici discorsi fatti nei metrò delle grandi capitali mondiali, dove l’accalcarsi della gente porta assai spesso a esternare il peggio del singolo, abituato a subire gli scossoni della linea sotterranea, così come quelli della vita. Nonostante il dialogo ne abbia presentato la traduzione nella parte alta del palcoscenico, non facilmente visibile a tutti in un teatro ottocentesco progettato a ferro di cavallo, l’assillante “slang” ripetitivo ha creato non poche difficoltà nella comprensione dei monologhi deludendo in massima parte l’aspettativa del pubblico, sicuramente poco preparato a una simile teatralità non pervenendo mai qualcosa di particolarmente entusiasmante, quale una trama, una storia da seguire, forse un conflitto nella conferma di una ideologia, cercando una eventuale attenzione nell’attesa inutile di qualche emozione da “portarsi a casa”, per coloro che non hanno coraggiosamente disertato la platea prima del termine.
Fenomeno non del tutto nuovo, se ricordiamo infatti i brani della musica punk-rock britannica fine anni ’70 del Novecento, rappresentati in modo particolare dai vari Sex Pistols o The Clash, usavano anch’essi inserire diverse proteste nei testi attraverso espressioni spesso violente ai più del tutto inesplicabili ma efficaci, testimoni di un difficile degrado urbano ed emarginazione sociale. D’altronde neppure i Beatles in privato erano degli intellettuali, non riuscendo mai a parlare un buon inglese senza le enormi influenze dialettali di Liverpool da cui provenivano.
Molti applausi per un pezzo che merita di essere visto e rivisto? Un tipo di spettacolo appartenente al Physical Theatre può essere inserito in una programmazione di danza nello storico Teatro Bonci sito in una città ancora assai provinciale come Cesena, tra l’altro, forse dal migliore successo nella replica bolognese? Un nuovo teatro a seconda dei nuovi tempi? O più probabilmente la degenerazione della cultura attraverso la “nuova cultura” della trasgressione realista del tutto consentito ove senza nulla togliere alla professionalità e bravura degli attori protagonisti, in possesso comunque di curriculum rilevante e di probabili manifeste capacità teatrali, al di là dell’opinione soggettiva ne è in discussione l’idea, la sceneggiatura dal plot pressoché assente degli elementi essenziali, complice una regia acerba dal tema ovvio e scontato che non è riuscita a entusiasmare e concretizzare nel modo opportuno.
Nonostante le precedenti critiche giornalistiche lusinghiere come si trattasse di qualcosa di strepitosamente inaudito, questo How About Now (Che ne dici adesso?…ma riguardo cosa?) il cui titolo indicato in anteprima stagione era semplicemente New York, alla fine possiamo chiamarlo come vogliamo collocandolo tra “surrealismo”, “follia”, “evanescenza”, “stravaganza”, “nevrosi quotidiana psicopatica”, il cui soggetto è la “repressione” e “depressione” dell’uomo se ancora uomo in quanto tale nelle cosiddette crisi di “gender identity”, volendo esagerare, ove però poco cambia, l’importante è, a quanto pare, avere avuto degli ospiti stranieri entusiasti di calcare non solo i loro palcoscenici locali, qui presumibilmente dal successo spesso assicurato più che altro da parte della stampa altra a volte “concordata”, spiace sospettarlo, ma soprattutto da un humor comunicativo e introspettivo assolutamente inadatto allo stile italiano.
Normalmente il pubblico che intente approcciarsi a un intrattenimento inteso come la danza o la prosa non deve sostanzialmente sempre capire la difficoltà di un’eventuale drammaturgia coreutica e didascalica ma soprattutto immedesimarsi trattandosi di un’implicita ricerca d’evasione connessa con l’arte di cui ne usufruisce; invece il tutto pare sia stato molto disatteso e non proprio compiuto, lasciandoci nell’illusione o nel dubbio di non essere stati sufficientemente coinvolti, evidentemente per ingiustificata nostra “ignoranza”… da disaccorti inesperti del settore.

Crediti fotografici: Hugo Glendinnig
Nella miniatura in alto: Hannes Langolf
Sotto in sequenza: Ed Mitchell e Hannes Langolf durante la performance "How About Now "







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Giovane Scuola al Mascagni Festival
servizio di Simone Tomei FREE

20250929_Li_00_ GalaVerismo_FestivalMascagni_PietroMascagniLIVORNO - Il Mascagni Festival 2025, nell’anno dell’ottantesimo della scomparsa del compositore, si conferma laboratorio vivo di idee più che semplice contenitore di eventi: una geografia del suono disseminata tra Livorno, la provincia e luoghi simbolici d’Italia e del mondo, capace di intrecciare concerti, opere, letture sceniche e creazioni originali
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Opera dal Centro-Nord
Sepe una delicata Butterfly
servizio di Nicola Barsanti FREE

20250825_00_TorreDelLago_MadamaButterfly_AntoninoFogliani_phGiorgioAndreuccettiTORRE DEL LAGO (LU) – Diamo conto ai nostri lettori della replica del quarto titolo in cartellone nell’ambito del 71° Festival Puccini: Madama Butterfly. Per regia, scene e costumi rimandiamo alla recensione della prima rappresentazione che potete consultare qui .
La principale differenza rispetto al debutto riguarda il ruolo
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Eventi
Turandot e le altre
redatto da Athos Tromboni FREE

20250824_TorreDelLago_00_FestivalPuccini2026_TurandotiELeAltre_DisegnoDiEliosLippiTORRE DEL LAGO (LU) -  Questa volta si parte in largo anticipo: è ormai definitivo - infatti - il programma della 72.esima edizione del Festival Puccini di Torre del Lago (Viareggio) che si svolgerà nel Gran Teatro all’aperto sul Lago di Massaciuccoli nell’estate 2026 e che era stato anticipato nella conferenza stampa dello scorso maggio dal presidente
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Opera dal Centro-Nord
Alina Tkachuk la rivelazione
servizio di Nicola Barsanti FREE

202516_TorreDelLago_00_Turandot_AlinTkachukTORRE DEL LAGO (LU) - La rappresentazione di Turandot al Gran Teatro Giacomo Puccini, nell’ambito del 71° Festival Puccini, propone una lettura scenica affidata alla regia di Alfonso Signorini, la cui impronta visiva rimanda all’articolo della prima rappresentazione che potete trovare qui. L’allestimento conferma la forza visiva e simbolica dell’opera, ma
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Opera dal Nord-Est
Rigoletto, Nabucco e Aida
servizio di Nicola Barsanti FREE

20250814_Vr_00_Rigoletto_phEnneviFotoVERONA - L’anfiteatro Arena, con i suoi duemila anni di storia e le gradinate che custodiscono memoria e suggestione, si conferma il più imponente palcoscenico a cielo aperto dedicato all’opera lirica. Ogni estate l’antico anfiteatro romano si trasforma in una cassa armonica naturale, dove le note dei grandi compositori si fondono con l’energia collettiva
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Opera dal Centro-Nord
Butterfly e la simbologia degli alberi
servizio di Simone Tomei FREE

20250809_TorreDelLago_00_MadamaButterfly_MariaAgresta_phGiorgioAndreuccettiTORRE DEL LAGO (LU) - Madama Butterfly di Giacomo Puccini è il quarto titolo a susseguirsi sul palcoscenico del Festival Puccini di quest’anno. Per la sua 71ª edizione, la rassegna ha affidato la regia a Manu Lalli, che propone una lettura capace di andare oltre la mera rappresentazione scenica, trasformando il linguaggio visivo e simbolico in un elemento
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Opera dal Centro-Nord
La bohčme disegnata da Scola
servizio di Simone Tomei FREE

20250808_TorreDelLago_00_LaBoheme_CarloRaffaelli_phGiorgioAndreuccetti.JPGTORRE DEL LAGO (LU) - Tra i capolavori pucciniani La Bohème occupa un posto di privilegio per la sua capacità di fondere realismo e poesia, leggerezza giovanile e dramma struggente. Dal debutto del 1º febbraio 1896 al Teatro Regio di Torino, sotto la bacchetta di un giovane Arturo Toscanini, questo dramma lirico in quattro quadri - tratto dalle
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Jazz Pop Rock Etno
Ferrara Film Orchestra e la bacchetta di Ambra
servizio di Athos Tromboni FREE

20250803_00_GiardinoPerTutti_FerraraFilmOrchestra_CristinaColettiFERRARA - La prima serata della rassegna Giardino per tutti organizzata ai piedi del grattacielo dal Comune di Ferrara con la collaborazione del Teatro Comunale "Claudio Abbado", dentro il Parco Coletta, ha fatto l'en-plein. Era in pedana la Ferrara Film Orchestra capitanata dalla bacchetta di Ambra Bianchi
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Opera dal Centro-Nord
Buratto bel debutto in Tosca
servizio di Simone Tomei FREE

20250802_TorreDelLago_00_Tosca_EleonoraBuratto_phGiorgioAndreuccettiTORRE DEL LAGO PUCCINI (LU) - Nel terzo fine settimana del 71° Festival Puccini di Torre del Lago, la seconda recita di Tosca ha riproposto uno degli allestimenti più attesi di questa edizione. La produzione, firmata da Alfonso Signorini in veste di regista e costumista, si è presentata con una veste visiva marcatamente simbolica, ricca di richiami
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Opera dal Nord-Est
Nabucco Carmen La traviata
servizio di Angela Bosetto FREE

20250731_Vr_00_Nabucco_StefanoPodaVERONA – Anna Netrebko, Anita Rachvelishvili e Rosa Feola, ovvero Abigaille, Carmen e Violetta Valéry. Sono loro le tre grazie musicali che, dal 17 al 19 luglio 2025, hanno acceso l’Arena, rendendo ciascuna rappresentazione meritevole di grande interesse in virtù della propria peculiarità. Per il soprano russo si trattava del debutto italiano come figlia
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Jazz Pop Rock Etno
Verdi e il jazz un dialogo
servizio di Simone Tomei FREE

20250727_Fabbiano_00_ValtidoneFestival_AlessandroBertozziFABBIANO, Borgonovo Val Tidone (PC) - Nella serata di sabato 26 luglio 2025, un angolo a me ancora misconosciuto della Val Tidone, la suggestiva piazzetta di Fabbiano, frazione di Borgonovo Val Tidone, si è trasformato in un crocevia di sublime audacia musicale. Il Valtidone Festival, giunto alla sua 27ª edizione e promosso dalla
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Opera dal Centro-Nord
Ecco la Bohčme che ti aspetti
servizio di Athos Tromboni FREE

20250720_TorreDelLago_00_LaBoheme_PierGiorgioMorandi_phGiorgioAndreuccettiTORRE DEL LAGO PUCCINI (LU) - Un po' meno pubblico per La bohème rispetto alla Tosca della sera precedente, nel Gran Teatro all'aperto sul Lago di Massaciuccoli. Comunque una buona presenza (diciamo a spanne, oltre 2 mila spettatori?) per un ritorno, quello della regia "cinematografica" di Ettore Scola del 2014 ripresa da
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Opera dal Centro-Nord
Un magico Elisir
servizio di Simone Tomei FREE

20250716_Fi_00_LElisirDAmore_AntonioMandrrillo_phMicheleMonastaFIRENZE - L'elisir d'amore di Gaetano Donizetti è un capolavoro senza tempo che, a quasi due secoli dalla sua prima rappresentazione, continua a incantare e commuovere. Definito "melodramma giocoso", fonde mirabilmente la profondità patetica con l'arguzia dell'opera buffa italiana, creando una "commedia agrodolce" capace di strappare
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Echi dal Territorio
79 anni di emozioni
redatto da Athos Tromboni FREE

20250715_Spoleto_00_Stagione2025_AntonioAgostini_phRomboniDalleLucheSPOLETO (PG) - Partirà il 7 agosto 2025 per concludersi il 24 settembre la nuova Stagione lirica del Teatro Lirico Sperimentale "A. Belli" giunta al lodevole traguardo della 79.ma edizione. Gli spettacoli, oltre che nella città spoletina, andranno in scena anche nei principali teatri dell'Umbria: «79 anni di emozioni, una stagione da vivere!» è lo slogan
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Jazz Pop Rock Etno
La notte degli Oscar
servizio di Athos Tromboni FREE

20250711_Vigarano_00_GruppoDei10_DadoMoroniVIGARANO MAINARDA (FE) - La "Notte degli Oscar" del Gruppo dei 10 idea uscita dalla testa di Alessandro Mistri (così come Pallade Atena uscì dalla testa di Zeus, ci racconta il poeta greco Esiodo) ha visto una nutrita partecipazione di pubblico allo Spirito di Vigarano Mainarda.
Non poteva essere altrimenti
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Jazz Pop Rock Etno
De Silva amore che vieni amore che vai
servizio di Athos Tromboni FREE

20250707_Comacchio_00_GruppoDei10_DiegoDeSilvaCOMACCHIO (FE) - Ha preso il via ieri sera con una nutrita partecipazione di pubblico il ciclo di sei concerti del "Gruppo dei 10" versione estiva: Tutte le direzioni in summer time 2025. Ospite per l'apertura era il Trio Malinconico formato da Diego De Silva (voce e chitarra acustica), Stefano Giuliano (sax alto) e Aldo Vigorito (contrabbasso). Prima della
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Eventi
Opera tra tradizione e novitā
redatto da Simone Tomei FREE

20250703_Ge_00_StagioneCarloFelice_MicheleGalliGENOVA - È un viaggio simbolico e culturale quello che il Teatro Carlo Felice di Genova propone per la stagione 2025-2026, presentata ufficialmente alla stampa lo scorso 2 luglio. Un viaggio che coinvolge artisti e pubblico come naviganti di una stessa rotta, guidati da una bussola che punta al repertorio lirico più amato, ma non rinuncia a
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Opera dal Nord-Est
L'Aida di cristallo č tornata
servizio di Simone Tomei FREE

20250701_Vr_00_Aida_DanielOren_phEnneviFotoVERONA - Quando l’Aida di Giuseppe Verdi risuona all’Arena di Verona non si tratta di una semplice replica, è un rito collettivo, un appuntamento simbolico che scandisce il calendario della lirica estiva. Questa nuova ripresa dell’allestimento firmato da Stefano Poda, definito “di cristallo” per le sue trasparenze e gli inediti giochi di luce, ha riaperto il sipario
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Opera dall Estero
Idomeneo a San Francisco
servizio di Ramón Jacques FREE

20250701_00_SanFrancisco_Idomeneo_MatthewPolenzani_phCoryWeaverSAN FRANCISCO (USA) War Memorial Opera House - Sebbene Idomeneo, l’opera seria in tre atti di Wolfgang Amadeus Mozart (1756–1791), abbia avuto la sua prima americana il 4 agosto 1947 al Berkshire Music Festival di Tanglewood, nel Massachusetts (ora sede estiva della Boston Symphony Orchestra), fu la San Francisco Opera a
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Opera dal Nord-Est
Blue Traviata in Arena
servizio di Angela Bosetto FREE

20250630_Vr_00_LaTraviata_AngelBlue_phEnneviFotoVERONA – “È spenta!” Quando la tonante voce di Giorgi Manoshvili risuona nell’Arena, segnando il termine della prima Traviata stagionale, si viene quasi colti da un senso di sorpresa. Per quanto chiunque frequenti il teatro lirico conosca a menadito il libretto di Francesco Maria Piave, è inevitabile chiedersi da quanto tempo non si assisteva
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Opera dal Centro-Nord
Matrimonio in camera da letto
servizio di Athos Tromboni FREE

20250630_Fe_00_IlMatrimonioSegreto_GerardoFelisatti_phMarcoCaselliNirmalFERRARA - L'allestimento di Il matrimonio segreto di Domenico Cimarosa su libretto di Giovanni Bertati ha chiuso la stagione d'opera del Teatro Comunale "Claudio Abbado" con un vero successo di pubblico: sia per la presenza di tanti spettatori in platea e nei palchi, sia per il calore con cui è stata salutata la recita a fine serata. La produzione era il
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Opera dal Nord-Est
Tosca sugli spalti di San Giusto
servizio di Rossana Poletti FREE

20250630_Ts_00_Tosca_EnricoCalesso_phFabioParenzanTRIESTE – Castello di San Giusto. Non è l’Arena di Verona e men che meno Castel Sant’Angelo, ma gli spalti di San Giusto, le pietre antiche che contornano il grande piazzale delle Milizie, suscitano nella Tosca di Giacomo Puccini, in scena a Trieste, il senso di incombenza del pericolo, della morte che la musica del grande compositore regala al pubblico,
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Opera dal Centro-Nord
Aida nella palestra
servizio di Nicola Barsanti FREE

20250628_Fi_00_Aida_DamianoMichielettoFIRENZE –  Opera emblema del grande repertorio verdiano, Aida è spesso associata all’idea di spettacolarità, grandi masse corali, scene sontuose e sontuosi costumi esotici. Tuttavia, dietro la patina dell’epico e del monumentale, si cela un’anima intimista, quasi cameristica: Aida è, in fondo, una tragedia dell'amore e del potere, fatta di sguardi, silenzi,
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Echi dal Territorio
Torna la rassegna Tutte le Direzioni Estate
servizio di Athos Tromboni FREE

20250627_Fe_00_GruppoDei10_MassimoCavallerettiFERRARA - Torna l'estate e, come ogni anno, torna anche la programmazione "balneare" del Gruppo dei 10: Tutte le direzioni in summertime 2025, la canonica rassegna estiva conterà quest'anno sei appuntamenti, dal 6 luglio al 12 settembre che si svolgeranno per due concerti nella consolidata location del Bar Ragno di Comacchio in via Cavour 1
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