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La rassegna 'La serenata delle zanzare' ha proposto letture poetiche e concerto a Casa Moretti

Musica e voce per Gli Allighieri

servizio di Edoardo Farina

Pubblicato il 01 Luglio 2021

20210701_Cesenatico_00_GliAllighieri_KarstenBraghittoniCESENATICO (FC) - La serenata delle zanzare è il bizzarro titolo della stagione concertistica - letteraria che si è appena rinnovata nell’edizione 2021 attraverso le associazioni culturali “Gan Eden” e “Casa Moretti” - sita quest’ultima sul porto canale presso la casa del celebre poeta locale Marino Moretti (1885-1979) - proponendo incontri di poesia e musica nelle sere d’estate di Cesenatico. Ancora per quest’anno fuori dalla suggestiva cornice del giardino della dimora museo dove presto tuttavia si auspica di ritornare, i successivi appuntamenti hanno emozionato grazie alle voci di ospiti importanti e degli autori presentati presso il Teatro all’aperto dell’Arena Cappuccini situato nell’amena cittadina della riviera adriatica.
Apertura della rassegna lunedì 28 giugno 2021, a seguire altri quattro incontri ove per l’occasione dei settecento anni dalla morte di Dante, abbiamo assistito alla lettura in prima assoluta de Gli Allighieri, il dimenticato poema drammatico di Marino Moretti pubblicato nel 1910 e facente parte di una ricca quadrilogia; a dargli voce l’attrice teatrale Lella Serra, soffermatasi sui quadri più significatici della narrazione resa ancora più suggestiva dalle musiche medioevali eseguite da Karsten Braghittoni (flauto), Carlo Barezzi (oboe), Francesco Barezzi (fagotto) e Edo Farina (mandoloncello), accompagnando il testo di Pierluigi Moressa, forlivese, autore di vari saggi dove da sempre indaga il rapporto tra pensiero e attività creativa.
20210701_Cesenatico_01_GliAllighieri_LellaSerra
Dopo i saluti e ringraziamenti da parte di Manuela Ricci, direttrice di “Casa Moretti”, e del sindaco Matteo Gozzoli, inizio di programma dal carattere introspettivo e meditativo dove dall’officina letteraria sempre ricca di sorprese e riscoperte del celebre scrittore romagnolo, ci giunge “Un’opera dimenticata, trascurata per oltre un secolo finalmente in condizione di trovare spazio scenico, luce di conoscenza. In essa la scrittura raffinata di Moretti esprime l’intensa emotività di Guido da Polenta e del cenacolo poetico ravennate per l’opera preziosa dell’Alighieri.
Gli Allighieri sono figli di Dante, la commedia è da intendersi come figlia del poeta, il sentimento di riconoscenza verso il dono dell’opera è motore importante dell’azione scenica” - sostiene Moressa attraverso le note pubblicate da Marcello Tosi - «Il testo si inserisce nella pienezza del Liberty, epoca in cui la forma raffinata era elemento estetico imprescindibile – continua l’autore – e la creazione di uno stato sognante permette di proporre un’atmosfera sfumata, attraverso la quale rivisitare e trasfigurare eventi della storia. Troviamo per esempio Giotto a Ravenna anche se la sua presenza non è documentata. Moretti riesce a ravvivare attraverso l’amore per la poesia il tempo dell’esilio dantesco assegnando a Ravenna il primato nella protezione offerta a Dante sottraendolo alla Verona scaligera, conclusione cui la critica letteraria è giunta solo in anni recenti. La poesia ama il silenzio. La misura con cui Moretti si dedica al teatro poetico riesce a rendere un senso di intimità raffigurativa più efficace di altre esperienze coeve…»
Grande musicalità d’insieme tra i fiati, i vari episodi antichi tratti dallo stile modale  -  come spesso avviene con artisti    anonimi o quasi totalmente sconosciuti quali E’ causa dell’amore o Meglio barattare di Encina, Juan Del sino A la guerra del Tromboncino -  ritrascritti in chiave contemporanea pur rispettando rigorosamente la forma espressamente filologica, sono stati bene interpretati sia da Braghittoni che dall’oboe di Barezzi in forme tematiche sempre molto nitide e definite nonostante la strumentazione desueta e prevalentemente moderna, supportati dalle armonie del fagotto, là dove le corde metalliche del 'cello hanno ribattuto il basso dato ma soprattutto imitato “in tremolo” il suono della ghironda medioevale in modo continuativo e insolito creando il tipico effetto lontano del suo incantevole ronzio; il tutto atto a riprodurre pagine basate unicamente sulle ricerche dei componenti del gruppo destando sicuramente piacevole interesse tra il pubblico accorso numeroso.
Ars Nova medioevale del '300 in scena, quindi, utilizzata in massima parte come fondo alle letture, resa più spettacolare dalle proiezioni su un grande schermo di immagini dantesche in modo da implementare il contesto preposto, indubbiamente assai funzionale e scenografico.

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Chiusura di concerto con un brano assai noto, quasi impossibile non riconoscerlo, soprattutto da parte di coloro che hanno vissuto gli albori della televisione RAI, con Chanson balladée, sigla del celebre Almanacco del giorno dopo, breve programma quotidiano serale andato in onda dal 1976 e per i successivi quindici anni, avente come argomento le stelle, i pianeti, il sole, la luna, l’oroscopo, il santo del giorno, aneddoti e proverbi. Difficile forse ricordarsi del tutto i contenuti, ma non certo il suono di quel flautino medioevale misterioso sovrapposto a disegni antichi, in un curioso saltarello su ritmo ternario composto da Antonino Riccardo Luciani (1931-2020) tratto dall'album Dal Medioevo al Rinascimento di cui ne fu registrato e pubblicato l’anno successivo dalla casa discografica RCA anche il singolo “45 giri”. Erroneamente attribuito al poeta e musicista francese Guillaume de Machaut (1300-1377), rappresenta uno dei falsi storici più clamorosi come l’Ave Maria di Giulio Caccini, il più noto Adagio di Tommaso Albinoni o la  Suite en la mineur - en el estilo de Weiss per chitarra di Manuel Ponce, attribuita inizialmente addirittura a Bach.

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Stile inconfondibile dal netto sapore antico, nella incisa espressione qui all’ottavino di Braghittoni, lasciando quel senso di cadenza sospesa “non risolta” sul finale, tipica del genere che ha caratterizzato la musica ficta sino alla prima metà del '500, ha concluso la poliedrica serata creando uno straordinario effetto di epoca passata… facendoci tornare a casa per un attimo diversi…

Crediti fotografici: Erica Rocchi
Nella minitura in alto: il flautista Karsten Braghittoni
Al centro: l'intensa espressione dell'attrice Lella Serra
Sotto: alcuni momenti della serata letterara e musicale a Casa Moretti






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