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Pubblicato il 10 Novembre 2025
Preludi e Fughe op.87 primo step a celebrare il cinquantenario della scomparsa del compositore russo
Shostakovic per tre
servizio di Athos Tromboni
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FERRARA - Si chiama "Il pianoforte contemporaneo" la rassegna della domenica mattina dedicata al pianoforte del Novecento e primi anni del Terzo Millennio, inserita nel calendario 2025/2026 del Concerti al Ridotto programmati da Ferrara Musica nel Teatro Comunale "Claudio Abbado" con la collaborazione del Conservatorio Girolamo Frescobaldi. Non mancheranno, però, musiche di grandi autori del passato secondo impaginati che stimoleranno il confronto fra l'antico e il moderno. La rassegna si articola in 6 recital incentrati su grandi compositori e sulla loro musica in "bianco/nero" a cominciare da Dmitrij Shostakovic (concerti del 9 e 16 novembre 2025), proseguendo poi con Luigi Dallapiccola e Fabio Vacchi (concerto del 30 novembre 2025), Franz Joseph Haydn e Frederic Rzewski (concerto del 25 gennaio 2026), Bèla Bartòk e György Kurtàg (concerto 15 marzo 2026) e infine Henry Purcell, Johann Sebastian Bach, Jean-Philippe Rameau, Maurice Ravel, George Benjamin (concerto conclusivo del 13 maggio 2026). Ad apertura del ciclo è stato posto un evento di grande risonanza artistica e commemorativa, dedicato a Shostakovic (1906-1975), nel cinquantenario della scomparsa. Per rendere omaggio al genio del compositore russo, l'iniziativa si è concentrata sull'esecuzione integrale dei 24 Preludi e Fughe op. 87 dei quali i primi 12 la domenica 9 novembre e gli altri 12 saranno in programma domenica prossima, 16 novembre, sempre alle ore 10,30. I tre pianisti del primo step sono stati Massimo Somenzi, Muriel Chemin e Maria Grazia Bellocchio, introdotti dal pianista Roberto Russo, coordinatore del progetto, che si è assunto il compito di una breve guida all'ascolto a beneficio del numeroso pubblico presente (Russo suonerà poi il 16 novembre, nel secondo step dedicato a Shostakovic). I Ventiquattro Preludi e Fughe op.87, composti dal'autore russo tra il 1950 e il 1951, rappresentano un ciclo monumentale per pianoforte solo, ciclo che si erge come un omaggio e una rielaborazione moderna del Clavicembalo ben temperato di Bach. Shostakovic aveva dedicato il ciclo alla pianista Tatiana Nikolayeva, che ne diede la prima esecuzione pubblica a Leningrado (oggi San Pietroburgo) nel dicembre del 1952. Stilisticamente, il ciclo è una straordinaria fusione tra il rigore contrappuntistico barocco e il linguaggio armonico e tematico di Shostakovic tipico invece del XX secolo, spesso intriso di un profondo senso di dramma, ironia e malinconia.
  

L'esperienza pianistica precedente del compositore, quella dei 24 Preludi op.34, composti una ventina di anni prima, lo aveva portato a sperimentare musica ancor più ricca di ironia e distacco dalla tradizione, attraverso un linguaggio che traguardava le avanguardie europee che - pur partendo Shostakovic dichiaratamente da Chopin - si articolava e accentuava in deformazioni satiriche e caricaturali del pianismo e del pianista, musiche invise peraltro al regime staliniano: Adeguandosi ai ranghi imposti dal regime, i 24 Preludi e Fughe del 1950/51 hanno consentito comunque al compositore di "sperimentare senza indispettire" oscillando dentro a momenti espressivi che alternano la sua personale sensibilità compositiva rivolta al futuro con la necessità di non discostarsi iconoclasticamente dal contrappunto di sapore bachiano. E nel comporre la musica, fra teneri e suggestivi tempi in Adagio e Moderato e irruenti Allegro, Shostakovic non ha trascurato di inserire pagine di puro virtuosismo (egli è stato anche un grande pianista, oltre che grande compositore). I primo quattro Preludi e Fughe del concerto (Do maggiore a quattro voci; La minore a tre voci; Sol maggiore a tre voci; Mi minore a quattro voci) sono stati eseguiti da Massimo Somenzi: il suo pianismo, possente, imperioso e risoluto ha espresso una lettura più incline al marziale e volitivo che al riflessivo (anche nei tempi lenti). Potente il suo tocco, e di indubbio effetto sul pubblico. I secondi quattro Preludi e Fughe (Re maggiore a tre voci; Si minore a quattro voci; La maggiore a tre voci; Fa diesis minore a tre voci) hanno portato in scena la delicata sensibilità di Muriel Chemin: la sua è stata una continua e fruttuosa rincorsa al significato poetico del suono, grazie a un tocco leggero e pulitissimo, mai esuberante, votato alla valorizzazione del cantabile dove possibile e del guizzo cristallino dove i grappoli di note e le scale glielo consentivano. Infine gli ultimi quattro Preludi e Fughe del concerto (Mi maggiore a due voci; Do diesis minore a quattro voci; Si maggiore a tre voci; Sol diesis minore a quattro voci) hanno consentito a Maria Grazia Bellocchio di far ascoltare la sua vocazione toccatistica: un cambio di paradigma interpretativo rispetto ai due colleghi/e che l'hanno preceduta, rivolto alla realizzazione del nitore e del suono limpido e staccato piuttosto che allo sfruttamento del legato della pedalizzazione; lo sguardo e la sensibilità interpretativa della Bellocchio ci è parsa rivolta più a Bach, Domenico Scarlatti e Mozart che alle estetiche posteriori. Successo pieno del primo concerto dedicato al pianoforte contemporaneo e pubblico molto soddisfatto al termine delle tre performance. Il matinée del 16 novembre prossimo a completamento dei 24 Preludi e Fughe op.87 di Shostakovic vedrà in pedana i pianisti Pietro Rigacci, Roberto Russo e Maria Perrotta. (la recensione si riferisce al concerto di domenica 9 novembre 2025)
Crediti fotografici: Fototeca gli Amici della Musica Uncalm Nella miniatura in alto: Roberto Russo durante la breve presentazione del concerto in scaletta Al centro, in sequenza: Massimo Somenzi, Muriel Chemin, Maria Grazia Bellocchio Sotto: il saluto finale al pubblico di Somenzi, Chemin e Bellocchio
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Pubblicato il 31 Ottobre 2025
Il giovane violoncellista e il navigato direttore hanno entusiasmato il pubblico della concertistica
Lü Jia perfetta intesa con Pagano
servizio di Simone Tomei
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GENOVA - La sera del 30 ottobre 2025 il Teatro Carlo Felice ha inaugurato la Stagione Sinfonica 2025/26 con un concerto interamente dedicato alla musica francese fra Ottocento e primo Novecento, affidato alla direzione di Lü Jia e alla partecipazione del giovane violoncellista Ettore Pagano, accompagnato dall’Orchestra della Fondazione. Il programma ha proposto la Petite Suite L 71 di Claude Debussy, il Concerto n. 1 in La minore op. 33 per violoncello e orchestra di Camille Saint-Saëns, e la Sinfonia in Re minore di César Franck. Un trittico che, per concezione e scrittura, rappresenta un itinerario coerente attraverso l’evoluzione della musica francese: dalla leggerezza impressionista di Debussy, attraverso il virtuosismo lirico di Saint-Saëns, fino alla monumentalità sinfonica di Franck. La Petite Suite ha aperto la serata con un tono di luminosità e trasparenza. Pur appartenendo al periodo giovanile di Debussy, l’opera contiene già quella sensibilità timbrica che in seguito caratterizzerà la sua scrittura orchestrale. Nella versione orchestrata da Henri Büsser, i quattro brani – En bateau, Cortège, Menuet e Ballet – si sono susseguiti come miniature sonore di delicata poesia. Lü Jia ha impostato tempi distesi e morbide transizioni dinamiche, permettendo alle sezioni di legni e archi di emergere con nitidezza. I flauti, protagonisti in più punti, hanno offerto un suono pulito, rotondo e brillante, evocando il riflesso dell’acqua e la leggerezza della brezza marina. L’orchestra si è distinta per precisione e omogeneità: gli archi hanno mantenuto un fraseggio di rara eleganza, i legni hanno dialogato con sensibilità cameristica, e i fiati bassi hanno dato profondità alla tessitura orchestrale. L’esecuzione ha trasmesso l’impressione di un organismo sonoro disciplinato e flessibile, guidato da un direttore capace di equilibrare chiarezza e spontaneità. Nel Concerto n. 1 in La minore op. 33 di Saint-Saëns, scritto nel 1872 per Auguste Tolbecque, l’attenzione si è concentrata sul rapporto tra solista e orchestra: Ettore Pagano, con il suo violoncello Ignazio Ongaro (Venezia 1777), ha mostrato fin dai primi attacchi una padronanza assoluta della parte. La sua interpretazione è stata segnata da un suono pieno e controllato, da una tavolozza di colori ampia e da una tecnica che consente di far respirare ogni frase. Nel primo tempo il dialogo con l’orchestra è apparso serrato ma sempre naturale; nella sezione centrale il violoncello ha assunto un carattere quasi vocale, sorretto da archi morbidi e legni luminosi; nella parte finale l’articolazione impeccabile e la chiarezza ritmica di Pagano hanno dato rilievo alla scrittura brillante di Saint-Saëns senza mai indulgere all’effetto. Al termine dell’esecuzione, gli applausi prolungati hanno richiamato Pagano sul palco, che ha concesso tre bis accolti con entusiasmo. Il primo, il Kol Nidrei op. 47 di Max Bruch, eseguito con orchestra e arpa, ha rappresentato un momento di altissima poesia: nel suo Adagio ma non troppo, costruito su melodie ebraiche, il violoncello ha assunto un tono meditativo e profondo, trasformando la sala in uno spazio di raccoglimento e sospensione. I due bis successivi, eseguiti in solo, hanno invece rivelato la curiosità e la libertà dell’interprete: brani moderni, di scrittura più sperimentale, che hanno messo in risalto le potenzialità timbriche e percussive dello strumento, tra colpi d’arco, risonanze e armonici.

Pagano ha mostrato di possedere non solo una tecnica impeccabile ma anche una mente aperta alla ricerca, capace di coniugare virtuosismo e riflessione. La Sinfonia in Re minore di César Franck ha portato in sala un respiro più ampio e una densità sonora imponente. Il M° Lü Jia ne ha offerto una lettura salda e meditata, curando con scrupolo il rapporto tra architettura formale e tensione drammatica. Il primo movimento, Lento – Allegro non troppo, ha rivelato un equilibrio perfetto fra impeto e controllo: gli archi hanno sostenuto il tessuto con calore e compattezza, mentre gli ottoni, sempre presenti ma mai invadenti, hanno dato corpo alla costruzione armonica. L’Allegretto, con il celebre tema del corno inglese, è stato condotto con un fraseggio di grande intensità poetica, e l’intera orchestra ha mostrato una chiarezza di intonazione esemplare. Nel Finale la direzione ha tenuto insieme energia e lucidità, restituendo il senso di un percorso che dalla penombra iniziale conduce alla piena affermazione luminosa del Re maggiore conclusivo. La lettura del direttore cinese ha confermato ancora una volta le qualità che lo rendono interprete e musicista di livello superiore: gusto raffinato, eleganza, classe e naturale affabilità. Il gesto, morbido ma incisivo, trasmette un senso di concertazione che valorizza ogni sezione orchestrale senza mai sacrificare la coerenza complessiva del suono. Nel Concerto per violoncello aveva già saputo assecondare con delicatezza il virtuosismo di Pagano, evidenziandone la brillantezza e regalando al solista uno spazio di esecuzione incorniciato in una lettura del brano sinfonico sorprendentemente chiara e articolata. Nella Sinfonia di Franck, queste stesse qualità hanno permesso di rendere percepibile ogni dettaglio della complessa tessitura orchestrale, creando un dialogo continuo tra forma e fraseggio, energia e respiro poetico. La direzione di Lü Jia ha trasformato la serata in un esempio di come tecnica, sensibilità e gusto possano coniugarsi per dare vita a una musica che emoziona senza mai cedere alla spettacolarità fine a se stessa. Al termine dell’esecuzione, il direttore artistico del Teatro Carlo Felice ha voluto rivolgere un sentito saluto a un contrabbassista dell’orchestra giunto al pensionamento, ricordandone l’impegno e la lunga dedizione alla vita musicale del teatro. Il momento, accolto da un applauso caloroso, ha restituito l’immagine di un’orchestra che non è soltanto un corpo sonoro, ma una comunità di persone unite da una stessa vocazione. Il pubblico, numeroso e partecipe, ha seguito con attenzione l’intera esecuzione, dimostrando un entusiasmo genuino e maturo. Si è notata una presenza significativa di spettatori giovani, segno incoraggiante della vitalità del pubblico sinfonico genovese. L’inaugurazione della stagione sinfonica si è così trasformata in un atto di fiducia nella musica come spazio di ascolto condiviso, di precisione e di emozioni.

Crediti fotografici: Ufficio stampa del Teatro Carlo Felice di Genova Nella miniatura in alto: il giovane violoncellista Ettore Pagano al centro: ancora Ettore Pagano e il direttore Lü Jia Sotto: una bella istantanea sul concerto dove è stata protagonista l'Orchestra della Fondazione Teatro Carlo Felice
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Pubblicato il 28 Ottobre 2025
L'integrale dei concerti per pianoforte e orchestra in un'unica serata nel Teatro Abbado
Taverna per Prokofiev
servizio di Athos Tromboni
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FERRARA - Il corpus dei cinque concerti per pianoforte e orchestra e delle nove sonate per pianoforte, oltre a vari pezzi minori, testimonia l'impegno di Sergej Prokofiev per i tasti bianconeri. Tutti i più grandi pianisti si sono cimentati (e continuano a cimentarsi) nei concerti per pianoforte di Prokofiev, con assoluta predominanza - almeno nelle incisioni in disco e in video - per il terzo, quello in Do maggiore op.26 e il quinto, quello in Sol maggiore op.55. Presentarli al pubblico tutti e cinque in un'unica serata (oltre ai due citati, anche il primo, in Re bemolle maggiore op.10; il secondo, in Sol minore op.16; e il quarto in Si bemolle maggiore op.53) è da temerari: non solo per l'impegno richiesto al pianista esecutore, ma anche per la "soglia di resistenza" di chi li sta ascoltando, perché trattasi complessivamente di 140-145 minuti di musica dove sono sperimentate, dal compositore, delle situazioni ritmiche quanto mai azzardate per l'epoca in cui vennero composti i concerti; e pochissime atmosfere liriche come sarebbero piaciute nei salotti e nelle sale del periodo romantico e tardoromantico. A Ferrara, nel Teatro Abbado, l'azzardo se l'è sono assunto il pianista Alessandro Taverna insieme al direttore Marco Angius sul podio dell'Orchestra di Padova e del Veneto. L'impaginato della serata ha mostrato la volontà di Angius e Taverna di progredire in crescendo d'intensità ed emozione, perché la sequenza non è stata cronologica come si è abituati per ogni "integrale" ma l'esecuzione è avvenuta in quest'ordine: Concerto n. 1; Concerto n. 4 (quello per la mano sinistra); Concerto n. 2; Concerto n. 5; e Concerto n.3.


E vediamo la storia succinta di questi lavori, prima di un giudizio sulla serata. Prokof’iev presentò il Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 (1911) suscitando attorno al suo nome un eccezionale interesse, nel bene e nel male, perché si tradusse in critiche che parlavano di “grossolanità”; e a proposito del compositore fu formulato un giudizio lapidario: «... musicista che pare abbia perso il senso della realtà.» Il Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 (1913-1923) è una delle sue pagine più straordinarie e ardite. Composto inizialmente nel 1913, il manoscritto originale fu distrutto durante la Rivoluzione sovietica, e il compositore lo riscrisse nel 1923, trasformandolo in un'opera ancora più virtuosistica. La nuova versione fu eseguita per la prima volta a Parigi nello stesso anno, suscitando scalpore per la complessità tecnica e per il linguaggio innovativo. Il Concerto per pianoforte e orchestra n. 3 (1911-1921) è caratterizzato da un sottile equilibrio tra fantasia e poesia, fra una scrittura pianistica che si svolge in una zona di alto virtuosismo e un accompagnamento orchestrale pieno di vivacità e colore. Il Concerto per pianoforte e orchestra n. 4 (1931) fu composto su commissione del pianista austriaco Paul Wittgenstein, che poi si rifiutò di eseguirlo per la complessità dell'ordito: si tratta infatti di un'opera singolare, essendo stato scritto per la sola mano sinistra. Il lavoro rimase quindi inedito fino alla sua prima esecuzione postuma, avvenuta nel 1956 con Siegfried Rapp alla tastiera. Nonostante il suo scarso successo iniziale, è oggi riconosciuto come un lavoro di grande valore. Il Concerto per pianoforte e orchestra n. 5 (1932) rappresenta un'opera di straordinaria varietà stilistica, capace di fondere il rigore formale con un’esuberanza ritmica e timbrica di grande impatto. L'esecuzione ferrarese dell'integrale dei concerti per pianoforte e orchestra di Prokofiev ha richiamato a teatro un buon numero di spettatori, senza registrare comunque il tutto esaurito; nell'intervallo, dopo l'esecuzione di tre concerti, una parte di spettatori ha "abbandonato" e si sono creati visibili vuoti in platea e palchi: decisione poco saggia dei "fuggitivi", perché il clou si è raggiunto proprio nella seconda parte della serata, con il Quinto e il Terzo, eseguiti in successione. L'intesa fra Marco Angius e Alessandro Taverna era risaputa (li lega una forte amicizia) e non c'è dubbio che il "conductor in pectore" sia stato il pianista, ben assecondato da un Angius in buona forma; e da un Orchestra di Padova e del Veneto veramente brava, ben sicura sotto la bacchetta (e sotto le mani, nei radi momenti lirici delle partiture) del direttore. Così la serata si è conclusa con quattro o cinque chiamate al proscenio per Alessandro Taverna, da parte di un pubblico che non smetteva di applaudire fino ad ottenere un bis, una Toccata funambolica sciorinata lì senza annunciarne il titolo. E comunque... tutti contenti i "resistenti". (la recensione si riferisce al concerto di lunedì 27 ottobre 2025)
Crediti fotografici: Ufficio stampa di Ferrara Musica - Teatro Comunale "Claudio Abbado" Nella miniatura in alto: il direttore Marco Angius Al centro, in sequenza: una fotografia storica di Sergej Prokofiev scattata a New York nel 1918; e Alessandro Taverna in una suggestiva immagine frontale Sotto: l'Orchestra di Padova e del Veneto (foto di repertorio)
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Pubblicato il 08 Ottobre 2025
Ferrara Musica ha ospitato l'Orchestra Filarmonica della Scala per l'apertura in grande della stagione
Gibboni e Mariotti bella accoppiata
servizio di Athos Tromboni
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FERRARA - Brahms presentato (le sue Sinfonie), Brahms eseguito (la Sinfonia n.4): così si è aperta lunedì 6 ottobre la stagione 2025/2026 di Ferrara Musica nel Teatro Comunale "Claudio Abbado", dopo l'anteprima del 14 settembre scorso dell'Ensemble Nova Ars Cantandi presso la Pinacoteca Nazionale di Palazzo Diamanti. Per approfondire la conoscenza del sinfonismo brahmsiano, il concerto del 6 ottobre è stato anticipato da una conferenza del musicologo Giorgio Pestelli - autore del volume edito da Donzelli “Le Sinfonie di Brahms. Un cammino oltre la classicità” - che ha dialogato con il direttore artistico di Ferrara Musica, Enzo Restagno. Il libro di Pestelli presentato nella conferenza non si limita all'analisi e illustrazione delle quattro sinfonie di Johannes Brahms, ma entra nel vivo del periodo creativo del compositore, raccontando un prima, un dopo e anche un perché, citando musicisti e musiciste che attorniavano Brahms e che lo consigliavano o lo sconsigliavano (a seconda dei casi, in merito alla scrittura sinfonica del nostro); fatto sta che Brahms, con le sue quattro sinfonie «... ha chiuso definitivamente il discorso sul genere "sinfonia" perché gli autori che sono venuti dopo di lui hanno preso altre strade rispetto alla forma canonica del genere tramandatasi da Haydn e Mozart fino alla fine dell'Ottocento.» Dopo la conferenza musicologica, spazio alla musica per uno dei concerti più attesi della stagione, con la Filarmonica della Scala diretta da Michele Mariotti - che è tornata nella città estense dopo due anni per eseguire la Quarta Sinfonia di Johannes Brahms e il Secondo Concerto per violino e orchestra “La campanella” di Nicolò Paganini , solista Giuseppe Gibboni, primo violinista a riportare all'Italia il Premio Paganini, nel 2021, dopo ben 24 anni, e già ospite di Ferrara Musica nel 2022.


Il Concerto n. 2 in Si minore di Paganini, che ha aperto il concerto, è stato composto nel 1826. Il secondo movimento è l'Adagio che trae ispirazione dal movimento lento del Concerto n. 24 in Si minore di Giovan Battista Viotti composto una trentina d'anni prima, mentre è il terzo movimento - il brillante rondò finale "La campanella" - a dare lo spunto per il celebre diminutivo del titolo, per i tintinnii del triangolo che vengono ripresi e imitati dal violino solista. È diviso in tre movimenti: Allegro maestoso; Adagio; Rondò andantino. Gibboni è stato quel virtuoso di cui si sapeva; e infatti il merito del "tutto esaurito" in teatro, per quanto riguarda l'affluenza del pubblico, va equamente suddiviso fra lui e Mariotti sul podio della Filarmonica della Scala. Si è assistito ad una esibizione pirotecnica del concerto di Paganini, concerto valorizzato da Gibboni soprattutto nelle cadenze solistiche dove trilli, picchettati al ponticello eseguiti contemporaneamente ai pizzicati sulla tastiera, hanno meravigliato ed entusiasmato il pubblico che alla fine ha richiesto ben due bis, concessi dal violinista come fuori-programma. L'intesa del solista con l'orchestra e la conduzione del direttore si è manifestata a pieno durante l'esecuzione, dove a dettare e a sollecitare il tutti era Gibboni nel suo dialogo costante con le varie sezioni; e a rendere l'orchestra ordinata, coerente e rispettosa della performance e del protagonismo del solista, era un attentissimo Michele Mariotti. Nella seconda parte del programma è stata eseguita la Sinfonia n. 4 in Mi minore op. 98 di Brahms, composta fra 1884 e 1885. La prima esecuzione, il 25 ottobre 1885 con l’orchestra della Cappella ducale di Meiningen diretta dallo stesso compositore, fu un successo notevole, confermato nella tournée successiva in Germania e Olanda, diretta dall'amico Hans von Bülow. Il compositore tedesco concepì i suoi lavori sinfonici, e quest’ultimo in particolare, come punto di arrivo di un lungo cammino di ricerca e di indagine sull’orchestra, in cui giunse a rielaborare echi beethoveniani, richiami al folklore e tecniche compositive sviluppate dalla riflessione sulle forme antiche. Mariotti è stato bravissimo a non cedere al tentativo delle veemenze di suono (possibili, dato il ruolo dei fiati e segnatamente degli ottoni) ma ha scelto una via interpretativa che nei momenti "più delicati" della partitura ha assunto il sapore dell'intimità cameristica. Molto ispirato, il direttore, soprattutto nel ricamare l' Andante moderato, dove il suo gesto della mano sinistra ha plasmato il suono degli archi e il dialogo ispirato degli stessi con le altre sezioni dell'orchestra. Giusto, la mano sinistra: veder dirigere Mariotti ci si accorge di quanto sia espressivo quel suo attribuire al gesto della mano libera il senso delle sfumature sussurrate, il senso delle sonorità piene, dello stesso "rubato" delle sezioni con le sezioni e, nelle sezioni, fra famiglie di strumenti. Allora, per chi guarda e frequenta i teatri e i festival, appare chiaro come il Mariotti direttore d'opere liriche sia complementare al Mariotti della musica strumentale, e viceversa. Anche lui ha concesso un fuori programma, cedendo agli insistenti applausi con più chiamate e inviti al bis: ha offerto una pagina strumentale estratta dalla sinfonia del Guglielmo Tell di Rossini, la parte più gioiosa ed esplosiva. Pubblico in visibilio.

Il prossimo appuntamento di Ferrara Musica sarà con il quartetto d'archi MDI Ensemble con musiche di Terranova e Debussy, in pedana lunedì 13 ottobre. (la recensione si riferisce al concerto di lunedì 6 ottobre 2025)
Crediti fotografici: Marco Caselli Nirmal per Ferrara Musica Nella miniatura in alto: il violinista Giuseppe Gibboni Al centro: il direttore Michele Mariotti sul podio della Filarmonica della Scala Sotto: un bel primo piano di Gibboni nello scatto di Caselli Nirmal
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Pubblicato il 25 Settembre 2025
Un concerto del Comitato per i Grandi Maestri dedicato alla memoria di Luigi Costato
Saccon-Genot e fanno tre
servizio di Athos Tromboni
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FERRARA - Il Comitato per i Grandi Maestri fondato e presieduto da Gianluca La Villa ha organizzato un concerto cameristico a Palazzo Roverella, sede del Circolo Negozianti di Ferrara, in memoria del prof. Luigi Costato: protagonisti del concerto sono stati due musicisti già noti e molto apprezzati nella città estense, il violinista Christian Joseph Saccon e il pianista Massimiliano Genot, chiamati per la terza volta quest'anno a suonare a Ferrara. Luigi Costato, nato a Modena il 17 ottobre 1934, è mancato a Padova il 3 settembre 2023. Già preside della Facoltà di Giurisprudenza di Unife per tre mandati, si era laureato nel 1956 a Ferrara sotto la guida del professor Moschella; fu libero docente di Ordinamento delle Comunità Europee e di Diritto Agrario nell'ateneo ferrarese dove, dal 1980, è stato Professore ordinario. Fu il primo fra i giuristi agraristi italiani a comprendere che il diritto agrario avrebbe visto la sua evoluzione nel diritto agro-alimentare, tanto da essere anche il primo in Italia, nel 2002, ad istituire a Ferrara una cattedra di diritto alimentare, oggi presente nei maggiori atenei italiani. Persona straordinaria, eclettica, dalla cultura vastissima e vivace, grande appassionato di storia e di musica, seppe coniugare le proprie capacità professionali di imprenditore e di studioso.
 Questa breve notizia biografica, dopo il saluto ai numerosi presenti da parte del presidente del Circolo Paolo Orsatti, è stata commentata da Camilla Segre a nome e per conto del Comitato per i Grandi Maestri. Presenti al concerto la vedova di Costato e la figlia. L'impaginato era originale e in gran parte virtuosistico, con musiche di Leone Sinigaglia (1868-1944), di Josef Slavik (1806-1833), di Alfredo d'Ambrosio (1871-1914) e di Federico Buffaletti (1866-1936): come sempre, il Comitato per i Grandi Maestri si distingue nella proposta di autori eccellenti ma (purtroppo) raramente eseguiti nelle sale e nei teatri italiani. il primo set del concerto ha visto in azione il Duo Saccon-Genot; la seconda parte invece era affidata al piano-solo di Massimiliano Genot. Saccon ha presentato con brevi note musicologiche, di volta in volta, i brani che avrebbe eseguito, poi ha imbracciato il violino per l'esecuzione del primo pezzo: la Romanza op.29 di Leone Sinigaglia, dedicata alla memoria di papà Sinigaglia: ampia cantabilità per questo lavoro, nello spirito proprio della "romanza" che affonda le proprie migliori radici nel romanticismo e nel tardo romanticismo europeo. È musica che si affida agli struggimenti della melodia, traendo una "poesia di suoni" esaltata proprio dalle corde del violino, là dove il pianoforte ha prevalentemente un ruolo di importante sostegno ritmico-armonico. Secondo brano in programma, la Rapsodia piemontese op.26 "A Dvorak" dove invece il virtuosismo la fa da padrone, e dove Saccon - assecondato da una perfetta intesa con il pianista - ha staccato grappoli di note nere a velocità stupefacente: eccellenti il nitore e la pulizia del fraseggio, ma soprattutto era comprensibile (anzi... audibile) la chiarezza della sintassi musicale per la intelligibilità di un diteggio che - a dispetto della velocità di esecuzione - s'inerpica chiaro e incessante sulla tastiera, dai piroli a riccio e giù giù fin quasi al ponticello e viceversa.

Dopo siffatta esecuzione pirotecnica, Saccon è passato alla ricerca del timbro più raffinato, con il Rondò in Sol Maggiore op.42 dove risulta palese la maturità del compositore che, sulla pagina, filtra la musica da tastiera tenendo conto di una estetica del Novecento che non s'abbandona alla sperimentazione ma ammoderna e si rinnova senza rinnegare la tradizione. Grandi applausi per ogni esecuzione, compresa la riproposta del Rondino di Josef Slavik (già eseguito a Ferrara dal Duo, proprio al Circolo Negozianti, nel gennaio scorso) dove la cantabilità si alterna al virtuosismo in un pezzo breve da concerto, ma anche vero gioiello da bis. Saccon non si è fermato qui: assecondato da Genot ha proposto, sentiti i calorosi applausi, ben due fuori programma. Prima la Chanson-berceuse di Alfredo d'Ambrosio, poi la sfolgorante parafrasi dell'aria di Figaro "Largo al factotum" dal Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini, scritta da Mario Castelnuovo Tedesco per il violino nientemeno che di Jascha Heifetz. Pubblico quasi in delirio al termine dell'esecuzione. Qui Saccon ha salutato; e la seconda parte del concerto è iniziata - dopo un breve intervallo - con Genot al piano-solo. Come aveva fatto in precedenza il suo partner, anche il pianista ha spiegato, brano dopo brano, quel che andava ad eseguire. Si è trattato di una carrellata dedicata prima ad Alfredo d'Ambrosio (Premières tendresses del 1896, En Bandinant del 1909, Feuilles ésparses del 1906, Apaisement du soir e Cortège du gnomes del 1924), poi a Leone Sinigaglia per alcune pagine tratte da Fogli d'album op.7 un lavoro dedicato alla sorella Alina e adatto, nella sua semplicità esecutiva ed espositiva, per chi - studiando pianoforte - comincia già ad approcciare con successo e soddisfazione quei pezzi che hanno funzione soprattutto formativa.

Il virtuosismo, Genot, lo ha innescato nel bellissimo e folgorante Staccato-Etude op.11 uno studio sempre di Sinigaglia che non ha nulla da invidiare alla scrittura più impegnativa di uno Chopin o di uno Skrjabin. Chiusura di concerto con un pezzo godibilissimo datato 1890 di un compositore misconosciuto quale Federico Bufaletti, Mazurka de Severina. La leggiadria del pezzo la dice la parola stessa, mazurka. Calorosi applausi anche per Massimiliano Genot, per un concerto che nel complesso è durato oltre 2 ore, quindi al di là della media, onorevolmente e meritatamente. E grazie al Comitato per i Grandi Maestri. (la recensione si riferisce al concerto di giovedì 24 settembre 2025)
Crediti fotografici: Fototeca gli Amici della Musica Uncalm Nella miniatura in alto: il compianto prof. Luigi Costato Sotto, a destra, Camilla Segre e Paolo Orsatti durante il saluto prima del concerto Al centro: Christian Joseph Saccon e Massimiliano Genot Sotto: Genot nel suo programma di piano-solo
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Pubblicato il 31 Agosto 2025
L'edizione 2025 del Festival cameristico di San Diego č stata un viaggio attraverso le pietre miliari
SummerFest grande musica da camera
servizio di Ramón Jacques
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SAN DIEGO (USA) - SummerFest 2025, The Baker-Baum Concert Hall. Il festival di musica da camera SummerFest, che si tiene ogni estate a San Diego, California dal 1986 ed è organizzato dall'associazione musicale locale La Jolla Musical Society (LJMS), è diventato un appuntamento imperdibile per gli amanti della musica cameristica (nel sud della California come nella parte ovest di questo enorme paese) non solo per la varietà di opere e compositori eseguiti (che coprono un'ampia varietà di epoche, da Bach, Mozart, Handel a rinomati compositori contemporanei come Korngold, Widman, Nielsen, Sibelius, Britten, Mustonen o Aucoin; senza dimenticare Beethoven, Mendelssohn, Mahler, Chopin, Schubert, Schumann e molti altri), ma anche per il livello e la qualità degli artisti che prendono parte a ciascuno degli eventi organizzati nell'ambito di questo festival. L’edizione 2025 è stata definita un “viaggio attraverso le pietre miliari”, poiché ogni concerto ha messo in luce una fase della vita o un punto di svolta che ha illuminato la sperimentazione giovanile, le scoperte che hanno ridefinito i confini e le riflessioni finali che hanno consolidato l’eredità leggendaria di molti dei musicisti le cui opere sono state selezionate. La seconda settimana del festival si è aperta con un interessante e suggestivo concerto intitolato "For the end of Time" (Per la fine dei tempi), il cui punto di riferimento, la sua pietra miliare, sarebbe la morte. La prima parte ha presentato l’opera cameristica in otto movimenti “Quatuor pour la fin du temps” (Quartetto per la fine dei tempi) del compositore francese Olivier Messiaen (1908–1992). Messiaen la compose nel 1941 durante il suo periodo di prigionia di guerra, quando fu catturato dai nazisti dopo essere stato reclutato all’età di 31 anni dall’esercito francese come assistente medico, per l’ingresso della Francia nella Seconda Guerra Mondiale. L’opera presenta un significato religioso, ispirato ai passi biblici del capitolo decimo dell’Apocalisse (noto anche come Libro delle Rivelazioni) del Nuovo Testamento, attribuiti a Giovanni, che la scrisse durante il suo esilio sull’isola di Patmos, una situazione simile a quella vissuta dallo stesso Messiaen. Durante la sua prigionia, Messiaen si trovò casualmente in compagnia di un violinista, un clarinettista e un violoncellista (oltre sé stesso al pianoforte), e si assunse il compito di comporre un brano per questa formazione. Oltre al carattere mistico e religioso dell’opera, si evidenziano le tecniche innovative di questo celebre compositore del XX secolo. È opportuno ricordare che la prima esecuzione assoluta dell’opera ebbe luogo presso lo Stalag VIII-A di Görlitz, in Germania.

Un quartetto di musicisti d’eccezione ha eseguito il brano al SummerFest di San Diego: il pianista israeliano Inon Barnatan (direttore artistico del festival), l’illustre violoncellista franco-tedesco Nicolas Altstaedt (noto per le sue esplorazioni della musica antica), il virtuoso clarinettista Ricardo Morales (clarinetto principale della Philadelphia Orchestra) e il celebre direttore d’orchestra statunitense Alain Gilbert (ex direttore della New York Philharmonic), qui nel suo ruolo poco noto di violinista. I musicisti hanno dimostrato un profondo senso di unità e una viva partecipazione emotiva durante l’esecuzione dell’opera. Quest’ultima presenta passaggi riflessivi e meditati, estesi e persino esotici e sensuali, come ad esempio “Abîme des oiseaux” (Abisso degli uccelli), dove Ricardo Morales ha brillato per la sua abilità e destrezza al clarinetto. Messiaen stesso aveva fornito una descrizione dettagliata e ricca di sfumature di ciascuno degli otto movimenti. Il primo movimento raffigura il risveglio dell’alba al canto degli uccelli; il primo e il terzo movimento evocano la potenza degli angeli, con tenui cascate sonore al pianoforte e un recitativo di violino e violoncello. Nell’ottavo movimento, “Lode all’immortalità di Gesù”, una frase infinitamente lenta di amore e riverenza emana dal violoncello; in “Danse de la fureur, pour les sept trompettes” (Danza della Furia, per sette trombe), i quattro strumenti suonano all’unisono con una sonorità gradevole, ricreando l’effetto di gong e trombe (sei trombe si riferiscono alle catastrofi dell’Apocalisse, e la settima è quella dell’angelo che annuncia il compimento del mistero di Dio): in questo movimento si possono anche udire schemi ritmici che aumentano e diminuiscono con una sonorità gradevole che lo rende uno dei momenti più avvincenti dell’intero brano. Dopo l’intervallo, si è giunti al momento più atteso della serata: il debutto in questo ciclo del celebre soprano Renée Fleming, in una delle sue rare apparizioni odierne sui palcoscenici americani. La Fleming aveva già cantato in questa città agli inizi della sua carriera il ruolo di Tatiana in "Eugene Onegin" con la San Diego Opera nel 1994 e il ruolo da protagonista in Rusalka nel 1995. In questa occasione, ha interpretato i "Vier letzte Lieder" (Ultimi quattro Lieder) di Richard Strauss (1864-1949), compositore molto legato alla carriera della Fleming, i cui ruoli aveva interpretato sul palcoscenico nelle sue opere principali, così come nella maggior parte delle sue registrazioni. I quattro Lieder, composti nel 1948, avrebbero anche rappresentato un commovente addio all’illustre carriera del compositore.


I musicisti che hanno suonato il quartetto di Messiaen, supportati da altri solisti del festival, hanno formato la SummerFest Chamber Orchestra per questa esibizione, diretta da Alain Gilbert. L’orchestra ha creato un’ambientazione musicale sommessa, leggera, ma al tempo stesso sentimentale e romantica, in cui la Fleming ha permeato ed evidenziato il senso di calma, appagamento e accettazione della vita e della morte che il compositore cercava di trasmettere: la celebre cantante ha dimostrato grande personalità, eleganza e maestria nel suo portamento e nella sua interpretazione vocale. Non a caso si è guadagnata il posto tra le cantanti liriche più straordinarie e influenti del nostro tempo, ed è stata un’occasione indimenticabile - quella del SummerFest - di vederla sul palco. Il suo canto riflette ancora la musicalità e la cadenza che trasmettono emozioni, sebbene manchi di una certa raffinatezza nella chiarezza e nella dizione. Il suo registro acuto era un po’ rauco, ma nel complesso non ha influenzato la sua interpretazione di: “Frühling” (Primavera), “Settembre”, “Beim Schlafengehen” (Nel sonno), dove si percepiva il desiderio di dormire avvolti nella notte, e “Im Abendrot” (Al tramonto). La sua voce era accompagnata dall’ampio e brillante passaggio per violino solo del primo violino Noah Bendix-Bagley, interprete americano e primo violino dei Berliner Philharmoniker. Nonostante la breve durata dell’opera di Richard Strauss, di soli venticinque minuti, l’esibizione di Renée Fleming si è rivelata un momento fugace, e nonostante i calorosi applausi, ma con una certa insolenza e freddezza verso il pubblico da parte di artisti che dicono di essere chi sono grazie a loro, la cantante ha scelto di congedarsi senza concedere il bis. (La recensione si riferisce al concerto di martedì 5 agosto 2025)
Crediti fotografici: Ken Jacques (LJMS) Nella miniatura in alto: La cantante Renée Fleming Sotto: il Quartetto con il pianista Inon Barnatan, il violoncellista Nicolas Altstaedt , il clarinettista Ricardo Morales e il celebre direttore d’orchestra Alain Gilbert (qui nel suo ruolo poco noto di violinista) Al centro: ancora Renée Fleming sotto la guida del direttore Alain Gilbert In fondo: il pubblico che gremiva la Baker-Baum Concert Hall di San Diego
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Parliamone
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Otello l'incoerenza č di scena
intervento di Simone Tomei FREE
PARMA - Esiste un patto segreto, antico e nobilissimo, tra il palcoscenico e la platea. È un atto di fede: lo spettatore si affida alla visione degli artisti, promettendo in cambio sospensione dell'incredulità e apertura del cuore. Aprire il sipario sull' Otello al Teatro Regio di Parma, nel cuore del Festival Verdi 2025, avrebbe dovuto significare rinnovare questo patto, immergendosi nel gorgo della più compiuta tragedia shakespeariana in musica. E, in effetti, la partitura di Verdi ha mantenuto fede al suo compito: un fiume in piena, potente e inesorabile, che dal golfo mistico ha continuato a scorrere, travolgente e commovente. Il problema, ahimè, è sorto quando ho alzato gli occhi perché ciò che si vedeva apparteneva a un altro pianeta drammaturgico, a un universo visivo che con il fiume verdiano dialogava poco o punto. Le note di regia di Federico Tiezzi, un denso manifesto intriso di Freud, Welles, Dostoevskij e Pasolini, promettevano una discesa negli inferi della psiche.
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Classica
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Shostakovic per tre
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Si chiama "Il pianoforte contemporaneo" la rassegna della domenica mattina dedicata al pianoforte del Novecento e primi anni del Terzo Millennio, inserita nel calendario 2025/2026 del Concerti al Ridotto programmati da Ferrara Musica nel Teatro Comunale "Claudio Abbado" con la collaborazione del Conservatorio Girolamo Frescobaldi.
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Classica
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Lü Jia perfetta intesa con Pagano
servizio di Simone Tomei FREE
GENOVA - La sera del 30 ottobre 2025 il Teatro Carlo Felice ha inaugurato la Stagione Sinfonica 2025/26 con un concerto interamente dedicato alla musica francese fra Ottocento e primo Novecento, affidato alla direzione di Lü Jia e alla partecipazione del giovane violoncellista Ettore Pagano, accompagnato dall’Orchestra della Fondazione.
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Classica
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Taverna per Prokofiev
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Il corpus dei cinque concerti per pianoforte e orchestra e delle nove sonate per pianoforte, oltre a vari pezzi minori, testimonia l'impegno di Sergej Prokofiev per i tasti bianconeri. Tutti i più grandi pianisti si sono cimentati (e continuano a cimentarsi) nei concerti per pianoforte di Prokofiev, con assoluta predominanza - almeno
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Ballo and Bello
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Centenario di Dietrich Fischer-Dieskau
servizio di Athos Tromboni FREE
ROVIGO - In occasione del centenario della nascita di Dietrich Fischer-Dieskau, prestigioso baritono e raffinato interprete della grande tradizione Liederistica e operistica internazionale, Rovigo ha dedicato una masterclass presso il conservatorio cittadino e una giornata speciale al suo lascito musicale e intellettuale, con eventi di altissimo profilo
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Eventi
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Donizetti Opera apre il sipario
redatto da Athos Tromboni FREE
BERGAMO - Quella che qui presentiamo è la prima edizione del Donizetti Opera 2025 firmata dal direttore d'orchestra Riccardo Frizza, nella doppia veste di direttore artistico e musicale. È un festival da tempo riconosciuto a livello internazionale come irrinunciabille appuntamento annuale dedicato al celebre compositore bergamasco Gaetano
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Opera dal Centro-Nord
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Macbeth ancestrale e misterico
servizio di Angela Bosetto FREE
BUSSETO (PR) – «Penso che l’attrazione di Verdi per Shakespeare fosse legata più alla sua convinzione di poter trasformare in musica la grande letteratura che non ad affinità personali. Sicuramente aveva un istinto formidabile per l’Arte con la a maiuscola. Ma se oggi, come allora, nessuno sa nulla della vita di Shakespeare, è innegabile che Verdi
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Eventi
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Bologna va 'Verso Itaca'
redatto da Athos Tromboni FREE
ROMA - La stagione di Opera, Danza e Concerti 2006 firmata dalla nuova sovrintendente del Teatro Comunale di Bologna, Elisabetta Riva e dal direttore artistico Pierangelo Conte si chiama “Verso Itaca”: è un appellativo che racconta metaforicamente l’ultima tappa del viaggio della fondazione lirico-sinfonica felsinea verso il rientro
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Opera dal Nord-Ovest
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Francesca da Rimini tra forza e fragilitā
servizio di Simone Tomei FREE
TORINO - C’è un destino che sembra non conoscere oblio: quello di Francesca da Rimini, eroina sospesa tra colpa e innocenza, tra desiderio e condanna, che continua a esercitare il suo fascino attraverso i secoli e i linguaggi. Quando il sipario del Teatro Regio di Torino si alza sull’opera di Riccardo Zandonai, aprendo la stagione lirica 2025/2026, non
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Opera dal Nord-Est
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Cosė fan tutte di successo
servizio di Athos Tromboni FREE
ROVIGO - Zeus e le sue metamorfosi alla caccia delle femmine: così lo scenografo e costumista Milo Manara (al suo debutto sulle scene dell'opera) ha illustrato Così fa tutte di Wolfgang Amadeus Mozart per l'inaugurazione della 210.ma stagione lirica del Teatro Sociale di Rovigo, venerdì 17 ottobre 2025. L'allestimento si è rivelato giocoso,
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Dischi in Redazione
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Disco che celebra un grande Autore
recensione di Simone Tomei FREE
Ennio Porrino I Canti dell'esilio (Songs of Exile) Angela Nisi soprano - Enrica Ruggiero pianoforte Brilliant Classics 2025 Il compositore sardo Ennio Porrino (1910-1959) appare oggi come un autore al tempo stesso elegante e complesso, il cui percorso creativo è segnato dalla tensione fra la ricerca delle radici identitarie
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Opera dal Nord-Ovest
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Don Giovanni claustrofobico
servizio di Simone Tomei FREE
GENOVA - C’è qualcosa di emblematico nel vedere il Don Giovanni di W.A. Mozart intrappolato in un labirinto di pareti rotanti; forse è il destino stesso di certe regie nate come provocazione e finite per diventare autocitazione. Al Teatro Carlo Felice di Genova, l’allestimento firmato da Damiano Michieletto (produzione della Fenice di Venezia datata
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Classica
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Gibboni e Mariotti bella accoppiata
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Brahms presentato (le sue Sinfonie), Brahms eseguito (la Sinfonia n.4): così si è aperta lunedì 6 ottobre la stagione 2025/2026 di Ferrara Musica nel Teatro Comunale "Claudio Abbado", dopo l'anteprima del 14 settembre scorso dell'Ensemble Nova Ars Cantandi presso la Pinacoteca Nazionale di Palazzo Diamanti. Per approfondire la
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Jazz Pop Rock Etno
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Ferrara in Jazz primo week-end
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Il 3 ottobre scorso il Jazz Club Ferrara ha dato avvio alla prima parte dei concerti della nuova stagione "Ferrara in Jazz" che si svolgerà ogni fine settimana (il venerdì, il sabato e la domenica) fino al 21 dicembre 2025. L'appuntamento d'apertura, nel Torrione San Giovanni, ha visto in pedana il sassofonista Piero Bittolo Bon con Alessandro
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Eventi
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Partenza con le canzoni di Guccini
servizio di Francesco Franchella FREE
FERRARA - Alla volta dei primi freddi (o freschi) settembrini, il mondo si divide: chi si dà già ai pranzi autunnali vestendosi come se fosse il 1° di gennaio; chi ogni weekend, nostalgico del caldo, chiede al coniuge di fare “l’ultima” gita al mare; chi guarda in continuazione le mail, per sapere quando inizieranno le prime serate della stagione
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Personaggi
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Porto in scena le parole che non scrisse
servizio di Ludovica Zambelli FREE
FERRARA - Al Teatro Abbado andrà in scena lo spettacolo Concerto a due per Puccini, con Alessio Boni e Alessandro Quarta, regia di Boni stesso e Francesco Niccolini ("prima" lunedì 29 settembre, replica sabato 30 settembre 2025 ore 20,30); è uno spettacolo con parole e musica, che si incontrano per restituire la complessità di un compositore che
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Echi dal Territorio
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Ferrara in Jazz si parte!
redatto da Athos Tromboni FREE
FERRARA - È giunta alla 27.esima edizione la stagione del Jazz Club Ferrara, presso il Torrione San Giovanni di via Rampari di Belfiore incrocio di via Porta Mare: a partire da venerdì 3 ottobre 2025, proprio il Torrione riapre le porte di Ferrara in Jazz con il programma della prima parte di stagione (ottobre-dicembre 2025), dove sono in calendario
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Classica
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Saccon-Genot e fanno tre
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Il Comitato per i Grandi Maestri fondato e presieduto da Gianluca La Villa ha organizzato un concerto cameristico a Palazzo Roverella, sede del Circolo Negozianti di Ferrara, in memoria del prof. Luigi Costato: protagonisti del concerto sono stati due musicisti già noti e molto apprezzati nella città estense, il violinista Christian Joseph
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Ballo and Bello
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Ecco le Stanze della Danza
FREE
ROVIGO - Per due giorni, sabato 27 e domenica 28 settembre 2025, Rovigo diventa una finestra sul panorama della danza contemporanea. È stato presentato il 19 settembre scorso allo spazio Fs del Censer, in conferenza stampa, la prima edizione del festival Le stanze della Danza, un itinerario di performance che si inaugurerà alle ore 17,00 di
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Opera dal Centro-Nord
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Una perla i Pescatori di perle
servizio di Simone Tomei FREE
FIRENZE - La perfezione, si sa, non è di questo mondo. Eppure l’arte, nei suoi momenti più ispirati, ci consente di sfiorarne il mistero, in quella rara alchimia che fa dialogare la forza arcana della musica, la purezza del canto e la poesia della scena. È questa, precisamente, la sensazione che ho provato uscendo dal Teatro del Maggio Musicale
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Pagina Aperta
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Un luogo dove il cuore rimane giovane
redatto da Athos Tromboni FREE
ROVIGO - La platea del Teatro Sociale per la prima volta si è trasferita in piazza Giuseppe Garibaldi: l’evento dal titolo Sotto il cielo di Rovigo – Cult dove il cuore rimane giovane, a cura della regista Anna Cuocolo, ha voluto essere un incontro speciale della autorità locali e del management del teatro con il pubblico, per celebrare insieme a tutta la città,
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Echi dal Territorio
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Lucca nuova stagione d'Opera
redatto da Simone Tomei FREE
LUCCA - È stata presentata il 17 settembre 2025, nel Ridotto del Teatro del Giglio "Giacomo Puccini", la Stagione lirica 2025-2026 della quale vi portiamo a conoscenza attraverso il comunicato stampa dell’ente lucchese. La Stagione Lirica del Teatro del Giglio "Giacomo Puccini" si presenta, per il 2025-2026, come un’autentica celebrazione del
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Vocale
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Concerto degli allievi di Magiera
FREE
FERRARA - La presentazione della Stagione di Opera & Danza 2025/2026 del Teatro Comunale "Claudio Abbado" - avvenuta nella mattinata di martedì 16 settembre - ha avuto il suo epilogo alle ore 20,00 con un concerto lirico nel Ridotto del teatro, dove si sono esibiti i giovani allievi del corso di perfezionamento tenuto dal maestro Leone Magiera
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Eventi
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Ferrara nuova stagione d'Opera e Danza
redatto da Athos Tromboni FREE
FERRARA - Un "Concerto a due per Puccini" e dodici spettacoli di opera, danza, musical, sono la dote della Stagione d'Opera & Danza 2025/2026 del Teatro Comunale "Claudio Abbado" che si aprirà il prossimo 29 settembre per concludersi il 24 maggio del prossimo anno.
La conferenza-stampa
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Opera dal Centro-Nord
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L'amico Fritz fra sostenitori e detrattori
servizio di Simone Tomei FREE
LIVORNO - Dopo l’esplosione dirompente del successo di Cavalleria rusticana (1890), Pietro Mascagni si trovò davanti a una sfida tutt’altro che semplice: dimostrare di non essere l’autore “di un’opera sola”, consacrato dalla fortuna di un libretto tratto da Verga. Ed è in questo clima che nacque L’amico Fritz, andato in scena per la prima volta al
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Personaggi
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Cantami o Diva gli intrighi...
intervista a cura di Athos Tromboni FREE
Massimo Crispi è un tenore particolare, ribelle per molte cose e dal repertorio quanto mai vario. Vive una parte dell'anno a Palermo e l'altra parte dell'anno a Firenze. Vario - si diceva - il suo repertorio, ma varia è anche la sua maniera di essere artista. Da sempre ha infatti coltivato la scrittura, in ogni campo, e, oggi, non frequentando più
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Echi dal Territorio
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Frescobaldi Day a Palazzo Schifanoia
FREE
FERRARA - Marina De Liso, mezzosoprano e docente di musica antica nel Conservatorio "Girolamo Frescobaldi" nonché coordinatrice del "Concentus Musicus Fe' Antica" ha presentato ieri nella bella e confortevole sala pubblica di Palazzo Schifanoia il primo concerto della stagione 2025/26 di Ferrara Musica: quest'anno l'associazione concertistica
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Vocale
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Dalla romanza alla canzone napoletana
servizio di Simone Tomei FREE
PONTE A MORIANO (LU) - La serata del 12 settembre 2025 al Teatro Idelfonso Nieri di Ponte a Moriano si è chiusa l’edizione di "Un Teatro Sempre Aperto", confermando ancora una volta la qualità e la coerenza di una rassegna che, pur in assenza della storica sala cittadina del Teatro del Giglio, ha saputo mantenere viva la propria presenza sul
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Opera dall Estero
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Una Traviata trasposta nel Novecento
servizio di Ramón Jacques FREE
BOGOTÀ (Colombia) - 24 agosto 2025, Teatro Mayor Julio Mario Santo Domingo. In occasione della quindicesima stagione del Teatro Mayor Julio Mario Santo Domingo, attualmente il palcoscenico più importante della Colombia, si è tenuta una nuova rappresentazione di La traviata. L’opera,
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Opera dal Centro-Nord
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Ode a Leopardi e Medium prova generale
servizio di Simone Tomei FREE
LIVORNO – In un Mascagni Festival sempre più attento al dialogo fra memoria storica e ricerca espressiva, la serata del dittico Ode a Leopardi di Pietro Mascagni e The Medium di Gian Carlo Menotti, presentata agli Hangar Creativi, ha offerto un accostamento insolito ma fecondo tra due poetiche distanti eppure unite dalla tensione verso il mistero
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Eventi
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ROF bilancio 2025 e programma 2026
redatto da Athos Tromboni FREE
PESARO - A Pesaro si dichiarano soddisfatti per i risultati non solo artistici del Rossini Opera Festival 2025. Ecco qui sotto, in sintesi, la valutazioni che illustrano sommariamente gli obiettivi raggiunti e anche le anticipazioni per l'edizione 2026.
I numeri che contano
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Opera dal Centro-Nord
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Manon Lescaut fra le sculture blu
servizio di Simone Tomei FREE
TORRE DEL LAGO (LU) - Il 71° Festival Puccini si avvia alla conclusione con l’ultimo debutto operistico della stagione in una serata di fine agosto molto suggestiva: Manon Lescaut è tornata al Gran Teatro sulle sponde del Massaciuccoli nella produzione di Igor Mitoraj del 2003, ripresa con cura nella regia di Daniele De Plano, scene di Luca Pizzi
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Classica
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SummerFest grande musica da camera
servizio di Ramón Jacques FREE
SAN DIEGO (USA) - SummerFest 2025, The Baker-Baum Concert Hall. Il festival di musica da camera SummerFest, che si tiene ogni estate a San Diego, California dal 1986 ed è organizzato dall'associazione musicale locale La Jolla Musical Society (LJMS), è diventato un appuntamento imperdibile per gli amanti della musica cameristica (nel sud
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Vocale
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Giovane Scuola al Mascagni Festival
servizio di Simone Tomei FREE
LIVORNO - Il Mascagni Festival 2025, nell’anno dell’ottantesimo della scomparsa del compositore, si conferma laboratorio vivo di idee più che semplice contenitore di eventi: una geografia del suono disseminata tra Livorno, la provincia e luoghi simbolici d’Italia e del mondo, capace di intrecciare concerti, opere, letture sceniche e creazioni originali
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Opera dal Centro-Nord
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Sepe una delicata Butterfly
servizio di Nicola Barsanti FREE
TORRE DEL LAGO (LU) – Diamo conto ai nostri lettori della replica del quarto titolo in cartellone nell’ambito del 71° Festival Puccini: Madama Butterfly. Per regia, scene e costumi rimandiamo alla recensione della prima rappresentazione che potete consultare qui . La principale differenza rispetto al debutto riguarda il ruolo
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Eventi
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Turandot e le altre
redatto da Athos Tromboni FREE
TORRE DEL LAGO (LU) - Questa volta si parte in largo anticipo: è ormai definitivo - infatti - il programma della 72.esima edizione del Festival Puccini di Torre del Lago (Viareggio) che si svolgerà nel Gran Teatro all’aperto sul Lago di Massaciuccoli nell’estate 2026 e che era stato anticipato nella conferenza stampa dello scorso maggio dal presidente
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Opera dal Centro-Nord
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Alina Tkachuk la rivelazione
servizio di Nicola Barsanti FREE
TORRE DEL LAGO (LU) - La rappresentazione di Turandot al Gran Teatro Giacomo Puccini, nell’ambito del 71° Festival Puccini, propone una lettura scenica affidata alla regia di Alfonso Signorini, la cui impronta visiva rimanda all’articolo della prima rappresentazione che potete trovare qui. L’allestimento conferma la forza visiva e simbolica dell’opera, ma
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Opera dal Nord-Est
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Rigoletto, Nabucco e Aida
servizio di Nicola Barsanti FREE
VERONA - L’anfiteatro Arena, con i suoi duemila anni di storia e le gradinate che custodiscono memoria e suggestione, si conferma il più imponente palcoscenico a cielo aperto dedicato all’opera lirica. Ogni estate l’antico anfiteatro romano si trasforma in una cassa armonica naturale, dove le note dei grandi compositori si fondono con l’energia collettiva
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Opera dal Centro-Nord
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Butterfly e la simbologia degli alberi
servizio di Simone Tomei FREE
TORRE DEL LAGO (LU) - Madama Butterfly di Giacomo Puccini è il quarto titolo a susseguirsi sul palcoscenico del Festival Puccini di quest’anno. Per la sua 71ª edizione, la rassegna ha affidato la regia a Manu Lalli, che propone una lettura capace di andare oltre la mera rappresentazione scenica, trasformando il linguaggio visivo e simbolico in un elemento
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