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Succeso al Festival Verdi per di Parma per la messa in scena della 'prima crociata' |
Lombardi coinvolgenti con bella regia |
servizio di Simone Tomei |
Pubblicato il 08 Ottobre 2023 |
PARMA - Bianco e nero sono due facce della stessa medaglia e ne assumono significati antitetici: bene e male, buoni e cattivi, vincitori e vinti e così via... È in questo modo che il regista Pier Luigi Pizzi - curatore di regia, scene, costumi e video - ha inteso mettere in scena al Festival Verdi di Parma I Lombardi alla prima crociata, opera giovanile di Giuseppe Verdi. Una rappresentazione lineare, didascalica, aiutata da immagini sullo sfondo e con un palcoscenico scarno di attrezzeria, ma sicuramente suggestivo. Tutto è illustrato attraverso realistiche proiezioni sullo sfondo che ci fanno navigare con la mente dalle terre lombarde a quelle di Antiochia. Uno stile inconfondibile - quello di Pizzi - che si trova qui rinnovato con i nuovi strumenti messi a disposizione dalla tecnologia e che traduce il dramma verdiano in una narrazione nitida, semplice e soprattutto molto comprensibile. Folgoranti le luci di Massimo Gasparon ed efficaci le coreografie di Marco Berrel. Un bel coup de théâtre del regista è stato quello di far salire sul palcoscenico alcuni musicisti coi loro strumenti: in primis la grande Mihaela Costea che con il suo violino suona divinamente il preludio che fa da chiosa al terzo atto; ma non si ferma qui perché anche un clarinetto ed un flauto accompagnano con eleganza e maestria la preghiera di Giselda nel primo atto, come pure l’arpa che imperla la scena della visione nell’atto finale. Piccoli, ma efficaci cammei, che aiutano lo spettatore ad afferrare ancora più con mano, e direi anche con il cuore, una partitura che per dirla con Gino Monaldi: «… si potrebbe con un'ardita immagine paragonare ad una poderosa cascata d'acqua, framezzo a rocce ed ostacoli d'ogni sorta, per modo che l'onda si veda a momenti irrompere, a momenti nascondersi, non mai scorrere fluente e chiara.»
   

Non è certo una composizione nitida e perfetta come altri capolavori di Giuseppe Verdi, ma contiene al suo interno note di sperimentalismo musicale che vanno alla ricerca di una propria drammaturgia, al di là del testo letterario, con scorci strumentali originali. Come dice il M° Francesco Lanzillotta nelle sue note di direzione: «… una partitura, eseguita nella sua edizione critica, di estrema attualità; una partitura in cui i personaggi coinvolti nelle lotte fratricide e gli elementi collettivi sociali innescano meccanismi di discussione e riflessione estremamente contemporanei - e inoltre - … Lombardi è soprattutto teatro in cui ragionare, riflettere, porsi delle domande e trovare delle risposte.» In questo ci ha aiutato il regista che nella scena finale dopo la conquista di Gerusalemme fa apparire sul palcoscenico - da lati opposti - due bambini che si abbracciano in segno di pace. Un gesto che potrebbe essere letto come un elemento un po' lezioso, ma visto quello che stiamo vivendo in questo momento storico, il risultato è stato - a mio avviso - di forte impatto emotivo. Analizzando la lettura del M° Lanzillotta non possiamo non notare uno slancio vitale e fluido; la partitura scorre, le note si susseguono in un vortice serrato, ma trovano pace nei momenti più lirici e solenni. L’interazione con il palcoscenico è ben curata e l’agogica tende sempre a valorizzare le novità timbriche e un andamento che non perde mai in espressività, anzi, la valorizza e la esalta con tempi sempre appropriati sottolineando con soave fluidità i momenti introspettivi “versus” l’affannarsi violento dei momenti più baldanzosi. Lidia Fridman affronta l’impervio ruolo di Giselda; il suo approccio è senza dubbio magnetico da un punto di vista scenico. Non le manca certo il physique du rôle, ma la vocalità non è risultata sempre centrata; il fraseggio manca ancora della cura necessaria talvolta, per un’eccessiva spinta nell’emissione che ha penalizzato in alcuni frangenti la fluidità nel porgere le frasi. Si nota senza dubbio una buona tecnica che ha regalato momenti di assoluta poesia, ma il risultato complessivo non potrà che essere migliorato grazie anche alle doti di madre natura che non mancano. Il Pagano di Michele Pertusi - deus ex machina della drammaturgia - è stato una lezione di stile ineccepibile. Nonostante un infortunio in scena durante il primo atto, ha proseguito la recita seduto in un lato del palcoscenico non inficiando affatto il resto della serata. Ha saputo conferire al personaggio le molteplici sfaccettature emotive che lo caratterizzano con eleganza nell’emissione, offrendo sempre un onorato servizio alla parola scenica. Il timbro sublime di Antonio Corianò infonde beatitudine al personaggio di Arvino; il canto è saldo, gli acuti ben piazzati ed ogni suono è sempre ben calibrato e a fuoco. L’altro tenore Antonino Poli impegnato nel ruolo di Oronte si differenzia dal primo per timbrica e proprio questa differenza diventa un valore aggiunto all’interno della serata; anche qui si è potuto ammirare un’emissione salda e ben proiettata, eleganza nel fraseggio e sicurezza nelle note più impervie. Ottimi tutti i personaggi di fianco: Giulia Mazzola (Viclinda), Luca Dall’Amico (Pirro), William Corrò (Acciano) e gli allievi dell’Accademia Verdiana Zizhao Chen (Un Priore) e Galina Ovchinnikova (Sofia).



Il Coro del Teatro Regio di Parma preparato e diretto dal M° Martino Faggiani è stato l’altro protagonista della composizione verdiana; varietà di colori, precisa intonazione e ottima interazione con orchestra e solisti sono solo alcune delle caratteristiche di una serata da spolvero. Il pubblico entusiasta ha espresso con calore il suo “contento” tributando applausi entusiasti per tutti. (La recensione si riferisce alla recita del 7 ottobre 2023)
Crediti fotografici: Roberto Ricci per il Festival Verdi - Teatro Regio di Parma Nella miniatura in alto: Michele Pertusi (Pagano) Al centro in sequenza: la violinista Mihaela Costea in scena; Lidia Fridman (Giselda); Michele Pertusi; William Corrò (Acciano); Luca Dall'Amico (Pirro); Galina Ovchinnikova (Sofia) e Antonino Poli (Oronte); Lidia Fridman e Antonino Poli; Giulia Mazzola (Viclinda); Zizhao Chen (Un Priore); Antonio Corianò (Arvino) e Lidia Fridman; Sotto: Lidia Fridman, Michele Pertusi e Antonio Corianò
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L'elisir col bis della lagrima
intervento di Athos Tromboni FREE
ROVIGO - La provincia, si dice, potrebbe salvare il mondo dell'Opera. E riproporre il ritorno ad una teatralizzazione del genere fuori da psicodrammi inventati e fughe oniristiche dentro la provocazione, ridonando alla drammaturgia di un genere da museo (l'Opera, appunto, genere da museo ma vivente e vivace) la propria incontestabile significanza. La provincia, si dice, rappresenta la stragrande maggioranza del popolo dei melomani - chi considerasse dispregiativo questo sostantivo (melomani), oppure termine offensivo, o anche attributo di una categoria di "care salme" invaghite di acuti svettanti oltre il do di petto, è preda di sussieghi irritanti - e per questa verità statistica si può dire che la provincia è il campione rappresentativo dell'universo: se ciò è vero (ed è vero), il Teatro Sociale di Rovigo o il Luglio Musicale Trapanese, così come il Teatro Sociale di Como o il Teatro Pergolesi di Jesi, e tanti altri piccoli teatri, analizzati nella reazione del pubblico ad un allestimento operistico, valgono quanto i grandi templi della lirica italiani e stranieri
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Personaggi
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Parla Leone Magiera
redatto da Athos Tromboni FREE
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Cosė fan tutte alti e bassi
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Saccon Génot ritorno a Ferrara
servizio di Athos Tromboni FREE
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servizio di Simone Tomei FREE
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Opera dal Nord-Ovest
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servizio di Simone Tomei FREE
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Conti Cavuoto Santini il trio
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Ferrara Musica al Ridotto è una rassegna "parallela" e si affianca alla programmazione maggiore di quella Ferrara Musica fondata da Claudio Abbado nel 1989. La rassegna maggiore ha il pregio di proporre i grandi interpreti (solisti, direttori, orchestre) in un cartellone che mira alto; la rassegna "parallela" si assume invece il compito di valorizzare
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Personaggi
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Ferrara e Vivaldi connubio in musica
redatto da Edoardo Farina FREE
È il quarto anno consecutivo che il maestro Federico Maria Sardelli è presente nel cartellone musicale del Teatro Comunale "Claudio Abbado" di Ferrara. Questa volta ha proposto al pubblico estense una Serenata a tre che è praticamente una pagina dimenticata del catalogo del "Prete Rosso". Sardelli è direttore d'orchestra, compositore,
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Opera dal Centro-Nord
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GENOVA - La domenica mattina può trasformarsi in un’oasi di rigenerazione, un momento in cui ricaricare le energie prima di affrontare una nuova settimana. Così è stato domenica 9 marzo 2025, quando il Primo Foyer del Teatro Carlo Felice di Genova ha accolto il pubblico per un raffinato appuntamento di musica da camera dal titolo
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FERRARA - Se a un gruppo di ottime musiciste si unisce una straordinaria violinista, il gioco è fatto: Jordi Savall, il direttore filologo specialista nella musica antica, non lesina mai sorprese (ogni volta che l'abbiamo ascoltato a Ferrara e in altri teatri o festival d'altre città, è sempre stato... sorprendente) anche stavolta non ha mancato di stupire:
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Bologna Festival programmi divulgativi
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BOLOGNA - Presentato oggi nelle sale più bohèmienne che rustiche della Birreria Popolare della città felsinea il programma divulgativo di Bologna Festival, titolare anche del prestigioso calendario che va sotto il nome «Libera la musica» (i concerti di questa sezione del Festival fanno perno sulla presenza di "Grandi interpreti" che per il 2025 vedranno
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VENEZIA - Tornare al Teatro La Fenice per assistere a Il Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini in un’atmosfera gioiosa come solo il Carnevale di Venezia sa offrire, è un’emozione unica. Il pubblico, avvolto dalla magia della festa, accoglie con entusiasmo questa produzione che si conferma ancora una volta un successo. La regia tradizionale di
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WASHINGTON D.C. USA, Keneddy Center Concert Hall - La produzione operistica del prolifico compositore americano Samuel Barber (1910-1981) risulta essere limitata a tre titoli, tra cui spicca Vanessa, opera in tre atti (originariamente quattro), opus 32, su libretto in lingua inglese di Gian Carlo Menotti (1911-2007), compositore, librettista e regista
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FIRENZE - Il Rigoletto messo in scena da Davide Livermore al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino prende vita in un contesto scenico marcato da toni goliardici e, in alcuni momenti, quasi orgiastici. Al centro della scena, un letto monumentale diventa il fulcro attorno al quale si muove il Duca di Mantova, circondato da donne seminude che lo venerano,
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Ballo and Bello
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Giselle comme ci comme įa
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FERRARA - Il Russian Classical Ballet diretto da Evgeniya Bespalova ha recentemente portato in Italia Giselle, uno dei capolavori più amati del repertorio romantico: le diverse città italiane toccate prima di Ferrara sono state Lecce, Catanzaro e Avezzano. Si tratta di un balletto in due atti, con musiche di Adolphe-Charles Adam (e Ludwig Minkus,
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