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Il direttore del Resto del Carlino-Quotidiano Nazionale insignito dell'ambita onorificenza |
Premio Cappelli a un giornalista: Giacomin |
servizio di Athos Tromboni |
Pubblicato il 16 Luglio 2019 |
ROCCA SAN CASCIANO (FC) – Minacciava pioggia, nonostante le previsioni della vigilia, la sera di domenica 14 luglio 2019 a Rocca, dove nella splendida Piazza Garibaldi erano allestiti il palco e la vasta platea per il conferimento del XXX Premio Internazionale Carlo Alberto Cappelli, organizzato dall’omonima Associazione culturale. Un’ora prima dell’inizio ha cominciato a piovere qualche gocciolina da un cielo carico di nubi. Una goccia qua, una là, ma abbastanza fastidiose da far aprire gli ombrelli ai più previdenti e far riunire gli altri sotto i portici che corrono ai lati della piazza. Alle 21 in punto le goccioline hanno smesso di cadere, subito dopo che il presentatore della manifestazione, Daniele Rubboli, d’accordo con il management dell’Associazione Cappelli, aveva invitato tutti a prendere posto, perché il conferimento del Premio ci sarebbe stato lo stesso, anche con tempo incerto. Allora tutti si sono seduti ai posti assegnati (la partecipazione del pubblico alla cerimonia è gratuito, ma a invito e non ad ingresso libero) e… miracolosamente non è più piovuto. Ma proprio per non sfidare il maltempo, la scaletta della serata è stata modificata, dando precedenza alla premiazione, introdotta da un balletto di sei splendide danzatrici dell’Accademia Cecchetti di Ravenna guidate dal coreografo Alessio Vanzini: entrate dal fondo della piazza, alla spalle del pubblico, si sono poi portate davanti, nello spazio fra la prima fila di spettatori e il palcoscenico; le ballerine erano Anna Censualez, Valentina Cavalli, Beatrice Romboli, Dea Cappelli, Gilda Babini e Sofia Casadio; con molta bravura hanno danzato una coreografia sulle note della Habanera dalla “Carmen” di Bizet: capelli raccolti alla gitana, fiore rosso nei capelli, tutù nero, hanno eseguito molto bene la performance artistica d’introduzione della cerimonia.
Rubboli, subito dopo la danza, con la collaborazione del presidente dell’Associazione Cappelli, Adolfo Frattagli (ma per tutti è Dodo Frattagli) ha chiamato il giornalista Paolo Giacomin, direttore del Resto del Carlino-Quotidiano Nazionale a ritirare il premio: sì, perché quest’anno – per la prima volta nella sua storia – il premio è stato conferito a un giornalista; ricevuto il piatto di maiolica dalle mani di Andrea Gambi (dirigente di Romagna Acque-Società delle Fonti), Giacomin ha dichiarato di sentirsi onorato di «ricevere il Premio proprio nel trentennale della manifestazione. E – ha aggiunto – ho iniziato a collaborare al Carlino 30 anni fa. Questo premio lo dedico e lo condivido con il Resto del Carlino, al quale mi legano professione e affetto.» Insieme al piatto (opera molto bella del ceramista faentino Dario Valli), il premiato ha avuto in omaggio anche un quadro del pittore Alain Delmas e il catalogo della mostra “L’arte dell’Italia tra Hayez e Segantini” in parete a Forlì.
Il Premio alla Carriera è stato attribuito quest’anno al soprano Raina Kabaivanska, che ha ritirato il piatto di maiolica dalle mani di Gianfranco Brunelli, organizzatore e direttore artistico delle grandi mostre d’arte che si tengono a Forlì; «Parlare del commendator Cappelli – ha detto la Kabaivanska – è per me una grande emozione. Faceva le cose con passione ed era ricambiato da tutti con amore e fedeltà. Il mio più bel ricordo va ai suoi occhi azzurri che mi guardarono dandomi coraggio quando mi disse “per me tu puoi fare benissimo la Madama Butterfly in Arena a Verona. Ci riuscirai”. Fu un incoraggiamento decisivo per me e la mia carriera.» Terza premiazione della serata, un riconoscimento alla docente e direttrice artistica dell’Accademia di danza Cecchetti, la coreografa Michela Bulgarelli, che ha ricevuto il piatto di maiolica dalle mani del sindaco di Rocca, Pier Luigi Lotti. Infine una ceramica anche per il direttore d’orchestra Luca Saltini, consegnatagli da Massimo Balzani, presidente di Servizi Industriali di Forlì. Premiata anche Federica Bacchi, fondatrice dell’Orchestra Bruno Maderna (ha ritirato il premio in sua vece la violinista di spalla dell’orchestra). Ospite illustre anche quest’anno Vittoria Cappelli, figlia del dedicatario del Premio, Carlo Alberto; Vittoria ha salutato e ringraziato il pubblico anche a nome della sorella Carla. E come ogni anno, a leggere le motivazioni ufficiali, Rubboli ha chiamato Mario Biserni, una delle colonne portanti dell’Associazione di Rocca San Casciano. Il cerimoniale è stato rapidissimo, visti i nuvoloni che incombevano dal cielo; quindi il presentatore ha dato inizio alla parte spettacolare della serata. È entrata fra gli applausi l’Orchestra Bruno Maderna di Forlì, sono entrati i tre giovani cantanti (allievi dei corsi di perfezionamento della Kabaivanska), Chiara Isotton (soprano), Reinaldo Droz (tenore) e Kim Sunggyeul (baritono) che hanno cantato in coro l’ Inno di Mameli e l’ Inno alla gioia di Schiller/Beethoven (Inno dell’Unione Europea) col pubblico in piedi. Quindi la bacchetta del maestro Saltini ha chiamato l’orchestra ad eseguire la famosa Sinfonia del “Barbiere di Siviglia” di Gioachino Rossini; un’esecuzione dove le sfolgoranti melodie del pesarese e i suoi crescendo orchestrali sono stati valorizzati dal piglio con cui il direttore ha saputo concertare il brano; ma anche negli altri pezzi strumentali eseguiti in seguito (Preludio della “Traviata” di Giuseppe Verdi e ancora una Sinfonia d’opera di Rossini, “L’italiana in Algeri”) Luca Saltini ha dimostrato di possedere il carattere giusto per trarre il massimo dall’Orchestra Maderna, sul podio della quale saliva per la prima volta. Bravo, Saltini, anche nell’accompagnamento delle voci. Il primo ad esibirsi è stato il baritono coreano Kim Sunggyeul (che ha occidentalizzato il proprio nome in Daniel Kim) in una bella interpretazione dell’aria di Figaro, Largo al factotum (“Il barbiere di Siviglia” di Rossini); Daniel Kim è un basso cantante, buona la dizione in italiano, ottimi i fiati, morbido il timbro, accurati il fraseggio e il canto sillabato. Ha meritato i tanti applausi anche nella altre arie (Come Paride vezzoso da “L’elisir d’amore” di Gaetano Donizetti; Eri tu che macchiavi quell’anima, dal “Ballo in maschera” di Verdi). Molto interessante la vocalità del soprano Chiara Isotton che si è esibita subito dopo con un vero “cavallo di battaglia” della Kabaivanska: il Vissì d’arte dalla “Tosca” di Puccini. Esecuzione intensa, potenza vocale e dolcezza espresiva fuse assieme, ottimi fiati, bel timbro ricco di grana tendente al colore scuro da soprano pucciniano/verdiano (certo, Tosca, ma anche Aida, Leonora del “Trovatore” e perché no Lady Macbeth), doti confermate anche nella succesiva aria, Pace, pace mio Dio da “La forza del destino” di Verdi. Tenore dal Do acuto facile si è dimostrato infine il venezuelano Reinaldo Droz, che ha voluto esordire a Rocca San Casciano proprio con l’aria dei famosi 9 Do acuti, Ah! mes amis da “La figlia del reggimento” di Donizetti, aria risolta con disinvoltura e felice esito; Droz sia nel timbro che nel fraseggio ricorda il grande Alfredo Kraus ed essendo alto di statura e bello di aspetto (fisico e viso) può aspirare – viste le doti naturali della sua voce – a una carriera importante.
La manifestazione avrebbe dovuto terminare con il duetto completo tenore/soprano da “La bohème” di Puccini (Che gelida manina – Sì mi chiamano Mimì – O soave fanciulla) ma la pioggia minacciosa nel cielo sempre più scuro ha consigliato di tagliare l’aria di Mimì e concludere con il duo di Soave fanciulla. Un po’ dispiaciuta la Isotton per il “taglio” dovuto a causa di forza maggiore, ma le hanno promesso, a Rocca - nel dopo concerto - che sarà richiamata quanto prima a completare la sua serata cascianese; perché lo merita lei e lo merita quel pubblico romagnolo, partecipe numerosissimo alla manifestazione, nonostante le incombenti minacce del cielo bizzoso.
Crediti fotografici: Giorgio Sabatini per il Premio Internazionale Carlo Alberto Cappelli di Rocca San Casciano Nella miniatura in alto: il direttore d’orchestra Luca Saltini Sotto da sinistra: ancora Saltini con Paolo Giacomin, Raina Kabaivanska e Michela Bulgarelli Al centro: Dodo Frattagli con Daniele Rubboli; e una istantanea del balletto Habanera Sotto in sequenza: Paolo Giacomin; Raina Kabaivanska; Michela Bulgarelli con il sindaco Pier Luigi Lotti; Reinaldo Droz; Chiara Isotton; Kim Sunggyeul, in arte Daniel Kim; Luca Saltini con Massimo Balzani; ancora la Kabaivanska con Gianfranco Brunelli; Mario Biserni Sotto: il coreografo Alessio Vanzini (primo a sinistra) con le danzatrici dell’Accademia Cecchetti, il direttore d’orchestra Luca Saltini e i cantanti della serata. In fondo: una bella panoramica di Giorgio Sabatini su Piazza Garibaldi durante la manifestazione del Premio Cappelli 2019
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Ecco la stagione 2024 del Filarmonico
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